Il silenzio pure
Dagli anni ‘90 fino ad oggi, il numero di morti supera la soglia dei La criminalità organizzata, la mafia, conta centinaia di vittime annuali. Fra questi ci sono Donne, Bambini, Uomini innocenti, Stessi membri uccisi per vendetta, rivalità, inganni.
Lea Garofalo 24 aprile novembre 2009 Il suo corpo venne dato alle fiamme. Borsellino e Falcone Giovanni Falcone 18 maggio maggio 1992 Paolo Borsellino 19 gennaio luglio 1992 Assassinati. Giuseppe Di Matteo 19 gennaio gennaio 1996 Disciolto in una vasca di acido nitrico.
Immaginiamo l’uomo mafioso armato, proprietario di una grande villa, a capo di una famiglia, comandante di traffici illegali, rispettato e temuto dai suoi «colleghi».
Chi è il mafioso? Mafioso è chi scrive cose false sui giornali, sui verbali, sulle sentenze, allo scopo di delegittimare, depistare, imbrogliare per ideologia politica o per favorire qualcuno in quanto asservito al potere. Mafioso è chi fa finire i soldi pubblici nelle tasche private di fratelli, mogli, cugini, parenti, amici. Mafioso è il politico o il funzionario pubblico che frequenta persone socialmente indecorose ma fa finta di non saperlo perché da quella frequentazione ne trae un giovamento personale. Mafioso è colui che autorizza vendite illegali. Mafioso è chiunque scende a patti con la criminalità.
«La mafia uccide, il silenzio pure» L’indifferenza è compromesso. Il silenzio degli onesti è il pericolo maggiore che ci sia per la democrazia. Noi crediamo che ogni cittadino possa fare la sua parte, anzi debba fare la sua parte, contro il radicamento mafioso nella nostra città. Perché come dice il secondo paragrafo dell’articolo 4 della nostra bella Costituzione “Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.” Q QQ Quindi l’indifferenza è incostituzionale! Occorre uscire dal silenzio e prendere parola. Perché una libertà passiva non esiste, la libertà va esercitata ogni giorno, per lei occorre spendersi.
La parola è conoscenza, e la conoscenza apre nuovi orizzonti che possono sconvolgere anche gli equilibri più stabilizzati, anche le consuetudini più incancrenite. Dove il silenzio uccide, la parola può salvare. La cultura è la chiave per ricostruire un senso di comunità che si fondi sulla giustizia, che dia ai cittadini la consapevolezza dei loro diritti e dei loro doveri. La cultura è riappropriazione dei beni comuni, delle terre finalmente sottratte alla mafia che ora generano redditi sociali, virtuosi e condivisi, una battaglia che ogni giorno combattono numerose associazioni; Riappropriazione dei monumenti e delle opere d’arte, che da luoghi di degrado o feticcio dei boss ritornano simboli delle radici, della storia, delle aspirazioni di gruppi sociali e territori: questo è stato possibile perché una rete di cittadini ha posto fine al silenzio, ha adoperato la parola per portare avanti la sua istanza di cambiamento.
MALE Se l’esistenza della mafia è MALE non dobbiamo vergognarci di dirlo, di urlarlo. Se tutti facessero la cosa giusta forse la mafia, oggi, non esisterebbe.
Presentazione «La mafia uccide, il silenzio pure» per il convegno sulla Legalità Gennaio