Lavoro realizzato da Maria Pia Bonaccorso IV D a.s 2016/2017 GIUSEPPE MAZZINI Lavoro realizzato da Maria Pia Bonaccorso IV D a.s 2016/2017
La questione democratica italiana Negli anni Trenta in Italia maturò la questione nazionale, cioè la questione del futuro unitario del Paese. Le correnti politiche più importanti furono due: La corrente dei democratici, che puntavano al coinvolgimento della popolazione; La corrente dei liberali, che proponevano soluzioni per la questione nazionale.
Giuseppe Mazzini Giuseppe Mazzini fu il più importante democratico di quel periodo. Criticò la Carboneria poiché riteneva che la politica deve comunicare quanto più possibile con la gente e il fine dell’uomo politico deve essere l’educazione del popolo. Mazzini si pone come obiettivo l’unità d’Italia e fonda un’associazione segreta chiamata “la Giovine Italia”. Essa deve essere il frutto dell’azione del popolo che si libera dei suoi oppressori. Quindi predica la guerra di popolo per l’indipendenza. Mazzini è repubblicano perché considera che la monarchia persegua solo i suoi interessi, ma al fine di raggiungere il suo obiettivo collabora con i re. Il popolo per Mazzini è un’unità spirituale: nel popolo si esprime Dio stesso. Per il repubblicano l’Europa deve essere un insieme di nazioni sorelle il cui sentimento nazionale è la fratellanza, per questo fonda “la Giovine Europa”. Egli chiede a Carlo Alberto di farsi promotore del movimento nazionale italiano, poiché la propaganda politica era essenziale per realizzare il suo obiettivo.
Federalismo politico e questione sociale ed economica. Secondo Mazzini la questione sociale avrebbe avuto effetti negativi sull’unità nazionale; al contrario dei repubblicani e democratici Ferrari e Cattaneo. Loro considerano prioritaria la questione sociale e si pronunciano per il federalismo come prospettiva per l’Italia unita.
Liberali moderati: Gioberti, Balbo e d’Azeglio. Il movimento mazziniano aveva posto all’ordine del giorno la questione nazionale. I moderati, in questo modo, propongono soluzioni. GIOBERTI: si pronunciò a favore di un’unità di Italia sottoposta all’autorità del papa, nasceva così il “neoguelfismo” che trovò speranza nel papa Pio IX; BALBO: propose che l’Austria avrebbe dovuto lasciare l’Italia ottenendo compensi nei Balcani; D’AZEGLIO: indicò in Carlo Alberto il motore del riscatto italiano; perché il malgoverno di alcune regioni rendeva molto alto il pericolo insurrezionale.