MANAGEMENT DELLE POLITICHE E DEI SERVIZI SOCIALI

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Transcript della presentazione:

MANAGEMENT DELLE POLITICHE E DEI SERVIZI SOCIALI MaPSS corso di Laurea Magistrale in MANAGEMENT DELLE POLITICHE E DEI SERVIZI SOCIALI Programmazione dei servizi alla persona burgalassi@uniroma3.it

Cosa si intende per “programmazione” (preliminarmente: pianificazione o programmazione? e regolazione?) la programmazione è un processo decisionale di tipo razionale, rivolto al futuro, basato sulla definizione di obiettivi desiderati e sulla scelta di azioni idonee (nel rapporto mezzi/fini) al conseguimento di tali obiettivi Nel dettaglio si tratta di un processo attraverso cui un soggetto, sulla base dei propri valori, a) individua degli obiettivi da raggiungere in un determinato periodo di tempo, b) stabilisce le modalità con cui intende raggiungere tali obiettivi, c) identifica gli strumenti e le risorse necessarie.

La programmazione è un processo da cui deriva un prodotto (esito) L’output del processo di programmazione è un documento che può essere identificato come piano (obiettivi di ampio respiro a medio-lungo termine), programma (percorso composito per la attuazione del piano), progetto (dimensione operativa del programma) Il processo di programmazione può essere realizzato utilizzando due modelli alternativi di RAZIONALITA’: 1. RAZIONALITA’ ASSOLUTA 2. RAZIONALITA LIMITATA

I modelli di programmazione basati sul principio della RAZIONALITA’ ASSOLUTA sono quelli contraddistinti dai tratti della sistematicità e della prescrittività. L’idea guida è che la programmazione debba essere centralizzata e formulata in modo completo e definitivo; e ciò è ritenuto realizzabile in quanto si presuppone la possibilità di avere fin dall’inizio una conoscenza esaustiva dei fenomeni e delle condizioni che per la programmazione sono rilevanti. La definizione degli obiettivi e la individuazione degli interventi vengono elaborate in modo puntuale e il programma ingloba in sé anche le esigenze di aggiustamento che si potrebbero manifestare in itinere. In questa prospettiva, il processo di programmazione ha una configurazione sinottica e lineare: si provvede alla identificazione delle questioni problematiche, si effettua una analisi e una prefigurazione delle strategie, si procede alla definizione delle azioni e degli strumenti, si realizzano gli interventi

I modelli di programmazione basati su un’idea di RAZIONALITA’ LIMITATA sono quelli che si presentano contrassegnati dai tratti della dinamicità. Il loro impianto poggia su due presupposti: 1) è impossibile riuscire a inquadrare per intero i fenomeni e le condizioni che sono destinate ad incidere sulla programmazione e 2) le capacità di elaborazione e previsione dei decisori sono inevitabilmente parziali e limitate. I programmi vengono formulati considerando la difficoltà di stabilire nessi definitivi tra i mezzi e i fini e nella consapevolezza della loro inevitabile perfettibilità. In questa prospettiva, il processo di programmazione ha una configurazione evolutiva e incrementale: si definisce un quadro soddisfacente della situazione iniziale, si considerano le alternative disponibili per il conseguimento degli obiettivi sapendo che ve ne possono essere anche altre, si indicano risultati possibili e momentaneamente preferiti, si traccia un programma che in grado di recepire il cambiamento e di adeguarvisi

i modelli decisionali: la matrice di Thompson e Tuden (1959)

Per le finalità a cui risponde e il quadro normativo in cui si colloca, la programmazione sociale si propone come un processo improntato alla razionalità incrementale e si realizza nella forma di programmazione strategica. La programmazione strategica prende corpo con un stile decisionale flessibile e dialogico. In essa gli obiettivi sono individuati tramite il confronto mentre la continua interazione comunicativa tra i diversi attori garantisce il permanere di una condivisione del processo. La programmazione strategica si associa pertanto a governance e partecipazione. La programmazione strategica si propone come un modello particolarmente appropriato per il governo di scenari complessi, con elevata densità di stakeholders e nei quali è richiesto un approccio pragmatico.

praticabile sostenibile I tratti peculiari della programmazione strategica: a) il novero degli attori coinvolti è estremamente ampio e tende a coincidere con l’intera platea dei potenziali stakeholders; b) l’approccio è pragmatico e si concentra sui punti di accordo che consentono di superare le differenze e le controversie che possono condizionare il programma; c) la centralità che vi riveste la dimensione partecipativa rende trasparenti gli obiettivi del programma e consente di condividere anche i loro eventuali cambiamenti. La programmazione strategica segna il profilo della politica sociale nel welfare locale, che deve essere fondata sui caratteri e sulle risorse della comunità di riferimento per poter così risultare appropriata praticabile sostenibile