Federico De Roberto.

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Transcript della presentazione:

Federico De Roberto

Verismo Corrente letteraria italiana nata a Milano a fine Ottocento influenzata dal clima del positivismo (=assoluta fiducia nella scienza, nel metodo sperimentale e negli strumenti infallibili della ricerca) ispirata al Naturalismo

Verismo Il primo autore italiano a teorizzare il Verismo fu Luigi Capuana in seguito  Verga intraprese la strada del Verismo con la raccolta di novelle Vita dei campi e col primo romanzo del "Ciclo dei Vinti", I Malavoglia (1881) in Verga e nei veristi convive il desiderio di far capire al lettore il proprio punto di vista sulla vicenda, pur non svelando opinioni personali nella scrittura

Verismo Le opere veriste rappresentano soprattutto le realtà sociali dell'Italia centrale, meridionale e insulare: la Toscana (novelle di Renato Fucini) Roma (poesie di Cesare Pascarella) Napoli (Matilde Serao e Salvatore di Giacomo) la Sardegna (Grazia Deledda) Sicilia (Giovanni Verga, Luigi Capuana e Federico de Roberto)

Vita Nasce a Napoli nel 1861, primogenito di una famiglia siciliana Si trasferisce con la famiglia a Catania, dove studia  Soggiorna a Milano (1888-1897) e Roma Ritorna a Catania, dove muore isolato e dimenticato nel 1927

Il rapporto con le donne Figura dominante della madre (vivono insieme)  Mancanza di una famiglia sua   (solo due relazioni adulterine) Progressivo misoginismo

Aspettative deluse Mancato riconoscimento (apprezzato solo da Capuana e Verga, di cui si definisce "allievo") Isolamento e depressione

Attività Giornalista a Milano presso Corriere della sera Critico Saggista Bibliotecario Studioso di  - Leopardi (materialismo pessimistico)  - Flaubert (impersonalità)  - Verga (pubblica unico capitolo della Duchessa di Leyra)

Produzione letteraria 1887: La sorte= novelle regionalistiche (Verga e Capuana) 1888: Documenti umani 1889: Ermanno Raeli 1890: Processi verbali= novelle veristiche 1891: L'illusione 1894: I Viceré 1895: Amore= trattato su fisiologia e psicologia dell'amore 1920:  I Viceré 1921: La paura= novella sugli orrori della guerra 1929 (postumo): L'imperio (incompiuto)

La trilogia sulla famiglia aristocratica Uzeda Concepita a Milano (introdotto nella cerchia degli Scapigliati da Verga) Uzeda: famiglia aristocratica (principi di Francalanza), discendente da antichi Viceré spagnoli della Sicilia ai tempi di Carlo V Ciclo sulla storia del "decadimento fisico e morale" della famiglia

La trilogia sulla famiglia aristocratica Uzeda: L'illusione (1891) Diviso in 3 parti di 9 capitoli ciascuna Protagonista: Teresa Uzeda Storia dell'illusione dell'amore e del suo necessario fallimento Illusione vs realtà Introspezione psicologica (punto di vista di Teresa= monologo) 

La trilogia sulla famiglia aristocratica Uzeda: L'illusione (1891) Stile decadente (ma non come D'Annunzio) Teresa = Emma Bovary: matrimonio sbagliato e relazioni infelici, squallide o ridicole

I Viceré (1894) Diviso in 3 parti di 9 capitoli Intreccio complesso punto di vista di Giovannino Radali

I Viceré: romanzo storico Storia di 30 anni (1855-1882), dai moti risorgimentali in Sicilia alle elezioni politiche del 1882 raccontata attraverso le vicende della famiglia Uzeda Affresco delle altre classi sociali e del clero

I Viceré: romanzo antistorico (= contro la storia)? Assenza di fiducia nella storia? (Manzoni) Storia= perenne sopraffazione dei più forti a danno dei più deboli, della vittoria dell'ingiusto sul giusto e dell'interesse sul disinteresse Storia sempre uguale a se stessa Dominano i potenti di sempre che passano intatti attraverso le (pseudo)trasformazioni della storia (scena finale) Assoluta inutilità e quasi inconsistenza della storia, eterno ritorno dell'uguale, ovvero delle passioni, delle bramosie e stupidità umane, cui corrisponde l'invariabilità del potere, quali che siano le sue forme, sempre uguale a se stesso

I Viceré: romanzo naturalista Storia degli Uzeda= storia della degenerazione patologica e morale della famiglia I membri: - sono una galleria di mostri accomunati dalla razza e dal sangue vecchio e corrotto (principio della race, l’ereditarietà, con tutte le sue conseguenze), anche a causa dei numerosi matrimoni tra consanguinei - hanno ciascuno una storia segnata dalla corruzione morale e biologica, che si evidenzia anche nella loro fisionomia

I Viceré: romanzo naturalista - sono caratterizzati da avidità, sete di potere, meschinità e odio che nutrono l’uno per l’altro, alimentando in ciascuno una diversa patologica monomania - tendono alla follia:   Ferdinando (progetti di coltivazione, esperimenti agricoli)   Don Eugenio (accumulatore ossessivo di dati storici ed eruditi)   Chiara (ricerca isterica di maternità e madre di un mostro)

I Viceré: romanzo verista I Viceré si aprono con la morte nel 1850 della vecchia e imperiosa principessa Teresa e le interminabili liti dei parenti di ogni grado intorno al testamento.  Tema della "roba" (Verga), proiettato sui vasti, complicati e tumultuosi scenari della conquista dei Mille, della formazione del Regno d'Italia e del conseguente accesso nei quadri dirigenti del nuovo stato della vecchia classe dell'aristocrazia borbonica Analisi psicologica e sociale dei personaggi Descrizioni: palazzi, case dei poveri, servi, borghesia, monasteri, donne e uomini Straordinarie coreografie: cerimonia funebre iniziale, lettura pubblica del testamento, la preparazione dei pranzi luculliani dei frati nel convento di San Nicola, le sommosse popolari e le battaglie garibaldine, i matrimoni, l´andirivieni di gente di tutte le risme nei palazzi gentilizi, i comizi, gli uffizi religiosi, la fuga dalle campagne invase dal colera.

I Viceré: quale messaggio? per alcuni critici, pessimismo che scatena indignazione aggressiva, polemica, cinica (suicidio)= romanzo-simbolo della decadenza e della fine di una stirpe e di tutta una condizione sociale per altri, pessimismo che apre a speranza per la Sicilia e per l'aristocrazia

L'imperio (postumo senza revisione): "un libro terribile" Continuazione dei Viceré romanzo "parlamentare", ambientato in parlamento italiano a Roma imprese politiche di Consalvo, ultimo discendente degli Uzeda, principe di Francalanza, prima deputato, poi ministro a Roma (ipocrisia e trasformismo) delusione degli ideali risorgimentali del giovane Federico Ranaldi 

L'imperio (postumo senza revisione): "un libro terribile" Ranaldi, giovane giornalista campano, affiancato al principe, disilluso torna al paese natio (autobiografico?) Alla fine del romanzo si sposa con una giovinetta e denuncia la totale negatività della vita politica e della vita stessa (Leopardi, vita= male= enorme tumore) Unico rimedio: dare o ricevere la morte

"Sfortuna" di De Roberto De Roberto non ottiene il successo sperato perché: - il Verismo è superato: pubblico di lettori borghese (donne) sogna con D'Annunzio, per un desiderio di evasione (anche Verga sempre meno apprezzato) - le sue opere hanno carattere dissacrante, impietoso, privo di prospettive consolatorie - nel 1939 Benedetto Croce stronca I Viceré: “Un'opera pesante, che non illumina l'intelletto come non fa mai battere il cuore.”

Rivalutazione di De Roberto Dal Secondo Dopoguerra De Roberto viene rivalutato Sciascia considera I Viceré il secondo grande romanzo dell'Ottocento italiano, dopo I promessi sposi si scopre la modernità del romanzo e la sua statura europea  si riconosce che I Viceré inaugurano una linea di opere amaramente critiche sulle recenti vicende della storia del meridione, che ingloba, oltre al Gattopardo di Tomasi di Lampedusa, anche I vecchi e i giovani di Pirandello

Curiosità sugli Uzeda Con il nome degli Uzeda De Roberto allude in realtà alla principesca casa Paternò, in particolare alla figura del Marchese Antonino Paternò Castello di Sangiuliano, sindaco di Catania, ambasciatore e ministro degli Esteri, che nel romanzo è identificato con il giovane Consalvo Uzeda.

Hippolyte Taine Critico e storico positivista Considerato il primo teorico del Naturalismo per l'uso del termine stesso e per l'affermazione che anche in letteratura è possibile trattare la realtà, e pertanto la psicologia umana, con la medesima rigorosità utilizzata dal metodo scientifico L'uomo è il risultato di tre elementi - Race= fattore ereditario - Milieu= ambiente sociale - Moment= momento storico che "lo determinano nei suoi tratti psicologici e ne generano il comportamento".

Gustave Flaubert Per i Naturalisti maestro autore di Madame Bovary (1857)  teoria dell'impersonalità che fa largo uso del "discorso indiretto libero" svolta radicale alla tradizione del realismo romantico.  "L'artista deve essere nella sua opera come Dio nella creazione, invisibile e onnipotente, sì che lo si senta ovunque, ma non lo si veda mai. E poi l'Arte deve innalzarsi al di sopra dei sentimenti personali e delle suscettibilità nervose. È ormai tempo di darle, mediante un metodo implacabile, la precisione delle scienze fisiche". 

Émile Zola Le roman expérimental (1880): raccolta degli scritti teorici di Zola, considerato l'unico Manifesto del Naturalismo. - Il romanzo è "una conseguenza dell'evoluzione scientifica del secolo; esso è, in una parola, la letteratura della nostra età scientifica". - "Il romanziere muove alla ricerca di una verità... È innegabile che il romanzo naturalista, quale ora lo intendiamo, sia un vero e proprio esperimento che il romanziere compie sull'uomo, con l'aiuto dell'osservatore".

Émile Zola Lo scrittore deve: osservare la realtà, e non inventarla, per poi riprodurla oggettivamente utilizzare una scrittura che risulti essere un documento oggettivo dal quale non traspaia nessun intervento soggettivo dell'autore.