Paolucci, Signorini La storia in tasca Dall’inizio del Novecento a oggi Volume 5 4. L’età dei totalitarismi: il Fascismo in Italia 5. L’età dei totalitarismi: Stalinismo e Nazismo 6. La Seconda guerra mondiale Paolucci, Signorini, La storia in tasca. Dall’inizio del Novecento a oggi © Zanichelli editore 2013
Capitolo 6 La Seconda guerra mondiale Paolucci, Signorini, La storia in tasca. Dall’inizio del Novecento a oggi © Zanichelli editore 2013
Una nuova guerra-lampo La Germania aggredisce la Polonia. La Francia è sconfitta e divisa. Fallisce il tentativo tedesco di invadere l’Inghilterra. La flotta inglese domina il Mediterraneo. Le prime sconfitte del Nazismo. - La Germania aggredisce la Polonia: è l’1 settembre 1939. Questa volta però Francia e Inghilterra dichiarano guerra alla Germania. L’Italia, affermando di essere impreparata dal punto di vista bellico, si mantiene neutrale. - La Francia è sconfitta e divisa: Hitler, dopo aver invaso Danimarca e la Norvegia, invade il Lussemburgo e il Belgio. Prende Parigi e l’Italia entra in guerra contro Francia e Inghilterra. La Francia è divisa: a nord controllata dalle truppe tedesche, a sud dai collaborazionisti di Vichy. - Fallisce il tentativo tedesco di invadere l’Inghilterra la quale, con l’aiuto dei radar e nonostante i forti bombardamenti su Londra, sconfigge la flotta aerea tedesca. - Nel frattempo Italia e Germania firmano con il Giappone il «Patto tripartito» con cui si divedevano il controllo sull’Europa, il Mediterraneo e l’Asia. - La flotta inglese domina il Mediterraneo: l’Italia vuole occupare la Grecia ma trova fortissime resistenze. La Germania allora tenta l’invasione della Jugoslavia ma il generale Tito non glielo permette. L’Inghilterra bombarda le navi italiane a Taranto e occupa la Libia italiana. L’Inghilterra mantiene il controllo sull’Africa e sul Mediterraneo. - Le prime sconfitte del Nazismo: la campagna di Russia Paolucci, Signorini, La storia in tasca. Dall’inizio del Novecento a oggi © Zanichelli editore 2013
Gli aggressori verso la disfatta - Finisce la guerra-lampo: la Germania è accerchiata, mentre l’Italia è militarmente debole. Al contrario gli alleati (Gran Bretagna, Francia, URSS) hanno molte risorse e sono appoggiati dagli Stati Uniti. - L’oppressione nazista si estende in tutta l’Europa conquistata per mantenere i soldati tedeschi su tutti i fronti e approvigionarli di ogni cosa, rendendo le popolazioni sottomesse alla fame e sottoposte ad ogni violenza. - Lo sterminio degli ebrei: dai rastrellamenti alle deportazioni sui carri-bestiame, all’arrivo ai campi di concentramento e sterminio per essere uccisi in massa. Tra le armi utilizzate, il gas, a cui venivano immediatamente destinati coloro che non potevano lavorare (anziani, malati, bambini). - Il Giappone attacca Pearl Harbor: gli Stati Uniti entrano in guerra (7 dicembre 1941). - La svolta della guerra: la disfatta sul fronte russo. Paolucci, Signorini, La storia in tasca. Dall’inizio del Novecento a oggi © Zanichelli editore 2013
La guerra in Italia - Gli alleati inglesi e americani sbarcano in Sicilia, il 9 luglio 1943, tra Gela e Siracusa e poi da lì risalgno la Calabria spingendosi, combattendo, verso nord. - La caduta di Mussolini e del Fascismo avviene il 25 luglio 1943, quando il Gran Consiglio del Fascismo vota un ordine del giorno che rimetteva tutti i poteri a Vittorio Emanuele III che affidò il governo al generale Pietro Badoglio. - Badoglio conclude un armistizio con gli alleati e l’Italia viene occupata dai tedeschi. - L’opposizione ai tedeschi: l’eccidio dei soldati italiani da parte dei tedeschi nell’isola di Cefalonia (1943). - La Repubblica di Salò: dalla prigione sul Gran Sasso Mussolini viene tratto in salvo e portato in Germania da dove proclama la nascita del nuovo Stato fascista. - Se nel centro-sud il re e Badoglio si ponevano sotto la protezione alleata, al nord i partigiani fronteggiavano i tedeschi. - Nell’ottobre 1943 gli alleati occuparono Napoli, da cui un’insurrezione popolare aveva già cacciato i tedeschi. Agli inizi dell’estate del 1944, dopo massicci bombardamenti, sfondarono la linea difensiva tedesca che aveva il suo centro in Montecassino; il 4 giugno liberarono Roma; il 4 agosto, Firenze. Dopo la liberazione della Toscana il fronte si fermò sulla Linea Gotica. Su questa gli alleati rallentarono le operazioni militari. La liberazione completa dell’Italia avvenne solo quando la Germania nazista fu definitivamente sconfitta anche nel resto d’Europa. Paolucci, Signorini, La storia in tasca. Dall’inizio del Novecento a oggi © Zanichelli editore 2013
L’Italia invasa: guerra civile, resistenza, liberazione In Italia, alla guerra patriottica dei soldati e degli ufficiali che rifiutarono di arrendersi ai tedeschi, si accompagnò una guerra civile, combattuta da italiani contro italiani. Da una parte stavano i fascisti, dall’altra coloro che rifiutavano qualsiasi forma di collaborazione con loro e con i tedeschi: fra questi c’erano soldati che si sottraevano all’arruolamento nell’esercito della Repubblica Sociale; militanti di partiti antifascisti che rientravano dall’esilio; ma anche tanti giovani che facevano la scelta, morale e politica ad un tempo, di prendere le armi contro la dittatura. Tutte queste persone costituirono i primi nuclei di resistenza partigiana. - Nascosti fra le montagne, i partigiani organizzavano azioni di guerriglia e di sabotaggio, spesso favoriti dall’appoggio della popolazione. Ma subito cominciarono, da parte di fascisti e tedeschi, i rastrellamenti, durante i quali le zone ritenute covo dei partigiani erano perlustrate metro per metro con grande spiegamento di forze. - I partigiani catturati venivano torturati e impiccati; i villaggi che li ospitavano venivano, per rappresaglia, dati alle fiamme, tutti i loro abitanti erano massacrati, compresi i vecchi, le donne, i bambini. Feroci rappresaglie come queste avvennero, ad esempio, a Sant’Anna di Stazzema, in Toscana, a Boves, in provincia di Cuneo, a Marzabotto, in provincia di Bologna. - Questa lotta durò quasi due anni. Alcune zone – per esempio la Lunigiana, il Modenese, la val d’Ossola, le Langhe, la Carnia – furono temporaneamente controllate dai partigiani: qui sorsero spontaneamente, col favore delle stesse popolazioni civili, «città libere» e «repubbliche» dove rivissero le istituzioni democratiche (comuni, partiti, libera stampa) che il fascismo aveva soppresso. Paolucci, Signorini, La storia in tasca. Dall’inizio del Novecento a oggi © Zanichelli editore 2013
Le organizzazioni partigiane Tra le brigate partigiane ricordiamo: le squadre «badogliane» (monarchiche) per cui la cacciata dei tedeschi dall’Italia costituiva il fine ultimo della lotta, da un lato, e, dall’altro, le brigate «Garibaldi» (comuniste), «Matteotti» (socialiste), «Giustizia e Libertà» (Partito d’azione) «Fiamme verdi» (cattoliche) per cui la liberazione del territorio nazionale era solo il primo atto di un cambiamento politico radicale che doveva fare dell’Italia una nazione democratica. Paolucci, Signorini, La storia in tasca. Dall’inizio del Novecento a oggi © Zanichelli editore 2013
La liberazione dell’Italia settentrionale La liberazione dell’Italia avvenne nella primavera del 1945. Allora gli alleati sfondarono la Linea Gotica e dilagarono nella pianura padana: fu questo il momento scelto per l’insurrezione generale, popolare e partigiana, che divampò nelle città del nord pochi giorni prima che gli alleati vi entrassero. Il 25 aprile i partigiani liberarono Milano, Torino e Genova. Quattro giorni dopo i tedeschi trattarono la resa in Italia. Il 27 dello stesso mese Mussolini, catturato mentre cercava di fuggire oltre il confine con la Svizzera, venne fucilato dai partigiani su ordine del Comitato di Liberazione Alta Italia. Paolucci, Signorini, La storia in tasca. Dall’inizio del Novecento a oggi © Zanichelli editore 2013
La resa della Germania e del Giappone - Gli alleati sbarcano in Normandia il 6 giugno 1944. - La conferenza a Yalta decide le sorti del mondo nel febbraio 1945 e vede riuniti Roosvelt, Churchill e Stalin. - Il crollo della Germania nazista, dopo il bombardamento a tappeto degli alleati su Dresda e l’occupazione di Vienna e di Berlino da parte dei Russi. - Anche il Guappone si arrende, dopo dure sconfitte nelle Filippine e nelle Marianne. Lo sgancio delle bombe a Hiroshima e Nagasaki sono determinanti anche se già la guerra in Europa è praticamente finita. Paolucci, Signorini, La storia in tasca. Dall’inizio del Novecento a oggi © Zanichelli editore 2013
Si tracciano nuovi confini: la Germania - Luglio-ottobre 1946, Conferenza di pace di Parigi: l’Europa viene divisa in due zone di influenza: quella orientale resta sotto il controllo dell’URSS, mentre l’Europa occidentale viene posta sotto l’influenza degli USA. - Il problema principale è la sorte della Germania. Nel 1949 le zone controllate da Stati Uniti, Francia e Inghilterra vengono unificate nella Repubblica Federale Tedesca (RFT) mentre la zona occupata dall’URSS dà origine alla Repubblica Democratica Tedesca (RDT), in cui è instaurato un regime comunista. - La città di Berlino si trova all’interno della Repubblica Democratica, ma la sua parte occidentale appartiene alla Repubblica Federale. - La Germania non perde soltanto tutti i territori che ha conquistato ma cede alla Polonia una sua antica regione, la Prussia orientale. La Polonia, a sua volta, deve cedere all’URSS parte delle sue regioni orientali. Restano all’URSS anche gli Stati baltici di Estonia, Lettonia e Lituania. L’Austria resta occupata fino al 1955. Tornata ad essere una repubblica indipendente, è obbligata alla neutralità. Paolucci, Signorini, La storia in tasca. Dall’inizio del Novecento a oggi © Zanichelli editore 2013
Si tracciano nuovi confini: l’Italia L’Italia, grazie al movimento di resistenza che aveva contribuito alla liberazione, non fu trattata come un paese sconfitto, ma dovette rinunciare all’Istria e alle colonie. Alla Francia furono cedute piccole zone di confine. Una parte della Venezia-Giulia passò alla Iugoslavia e la città di Trieste fu dichiarata «territorio libero». Questa decisione provocò fra l’Italia e la Iugoslavia una grave tensione, che cessò soltanto nel 1954, quando Trieste ritornò all’Italia. Paolucci, Signorini, La storia in tasca. Dall’inizio del Novecento a oggi © Zanichelli editore 2013
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