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Transcript della presentazione:

Comunicazione pubblicitaria VII Lezione – 28 novembre 2018 Prof.ssa Elisa giomi E. Giomi, S. Magaraggia, Relazioni brutali. Genere e violenza nella cultura mediale, Il Mulino, Bologna, 2017 (ad esclusione dei capp. 4 e 5). L. Corradi, Specchio delle sue brame: analisi socio-politica delle pubblicità. Genere, classe, razza, età ed etero sessismo, Ediesse, Roma, 2012 (solo i capitoli secondo (classe), terzo (sesso e razza), quarto (eterosessualita’ e glbtqi), quinto (ageism)

L’idea è che genere e violenza hanno effetti produttivi e normativi, fortemente intrecciati, cioè genere e violenza sono reciprocamente costitutivi, cioè il genere fa la violenza e la violenza fa il genere L’appartenenza di genere regola il rapporto con la violenza di soggetti diversamente sessuati, legittimandola/incoraggiandola, oppure sanzionandola Il genere fa la violenza

Maschere di carnevale per bambini 1° risultato google immagini p.s. notare anche le posture…

Viceversa, l’esercizio di violenza è una pratica gendering, “fa il genere”, contribuisce a determinare l’appartenenza di genere Aggressività e violenza sono il principale elemento di distinzione fra i generi Ma la violenza contribuisce anche a determinare quale tipo di maschilità e di femminilità incarniamo…chi dei due fa più spesso a botte? Gangsta Girl (Anything but Monday – “The Gangsta Girl”) Nerd/Geek

Nerd e gangsta girl incarnano una maschilità e femminilità “non convenzionali”, perché mettono in atto comportamenti diversi da quelli comunemente osservati nel loro genere… L’astenersi dalla violenza o l’esercitare violenza concorrono a definire questa a- tipicità Non significa che tutti maschi siano violenti e tutte le femmine non lo siano! Le donne compaiono in TUTTE le tipologie di reato (38) censite da ISTAT (la differenza è “solo” quantitativa)

Anche se i dati ci dicono che donne presenti in tutte le tipologie di reati degli uomini (non spiegabili solo in base al genere) vi sono alcune tipologie in cui il genere è LA variabile (ISTAT 2008-2014) Tipo di reato Autrici femmine Autori maschi Totale Sex Ratio Violenze sessuali 844 35.021 35.865 1:41 Strage 8 214 222 1:27 Atti sessuali con minorenne 239 4.551 4.790 1:19 Tentati omicidi 878 16.345 17.223 1:17 Associazione di tipo mafioso 923 16.641 17.564 1:18 Omicidi volontari consumati 556 8.062 8.618 1:15 Totale (di tutte le tipologie di reato) 1.339.712 5.931.434 7.271.146 1:4

La “romanticizzazione”: celebrata come espressione di amore Accade perché i maschi hanno un istinto primordiale alla violenza? Per via degli ormoni? Crediamo che dipenda dalla cultura e dall’educazione, dal modo i in cui “impariamo” a essere uomini, donne o altro, a rapportarci all’altro sesso e a vivere la sessualità Si tratta di indagare quali modelli, quali rappresentazioni concorrono a rendere più comune l’esercizio di violenza da parte degli uomini che delle donne Anche a normalizzarla, renderla accettabile Normalizzazione attraverso: La “naturalizzazione” della violenza maschile contro le donne: presentata come espressione di un istinto naturale (maschile) La “romanticizzazione”: celebrata come espressione di amore giustificata/minimizzata come espressione di amore tradito La “estetizzazione”: cioè la trasformazione della violenza maschile contro le donne in spettacolo, spesso erotico – piu’ rilevante per pubblicità e comunicazione sociale

La “ESTETIZZAZIONE” della violenza di genere

La “estetizzazione”: trasformazione della violenza (maschile) contro le donne in spettacolo, spesso erotico

50 Sfumature di grigio, L. E. James, 2011 Primo della trilogia (10 milioni di copie!)

Bronfen, 1992, “Over Her Dead Body”: se morte e femminilità costituiscono due enigmi centrali del discorso occidentale, in una cultura di stampo patriarcale un bel corpo femminile privo di vita costituisce immagine perfetta: sollecita e solletica lo sguardo di uno spettatore ideale (maschio e eterosessuale), messo in condizioni di guardare la donna e meditare sul mistero della morte da una distanza di sicurezza Anche un altro elemento concorre con forza alla costruzione di questa “distanza di sicurezza” e al piacere visivo… Occhi coperti = sottolineano incapacità della donna di reciprocare lo sguardo, di esserne soggetto Potenzia il suo essere oggetto dello sguardo (di uno spettatore ideale concepito come maschio e eterosessuale) Tradizionale economia della visione (maschile attivo/femminile passivo)

“The death of a beautiful woman is, unquestionably, the most poetical topic in the world”, E. A. Poe 1809-1849 John Everett Millais,  Ofelia  (1851 circa)

Henry Fuseli, The Nightmare, 1781

Come appare un cadavere? Che colore ha? Come è il suo volto?

Hanno subito violenza ma non ne recano i segni… no lacerazioni, no sangue, no pose innaturali e contratte, no volti trasfigurati, no pallore… La violenza e i suoi effetti sono sterilizzati, edulcorati, “an- estetizzata”: la componente orrorifica è rimossa per trasformare queste immagini in spettacolo godibile (“estetizzazione”) In genere hanno anche connotazioni sensuali/erotiche

Datarle e cercare on line altre più recenti di Paciotti che usa sempre le stesse idee

Anche qui non ci sono segni In altre immagini le tracce sono più evidenti, ad esempio il sangue…

Qui incarnato e bara però l’immagine rimane complessivamente elegante e non crea repulsione o angoscia… Tutte queste donne rimangono belle anche da morte…

“Uccisa in modo bello = in modo da rimanere belle”

Donne vive

…ma rimangono comunque belle: la violenza è glamour A volte le espressioni del volto sono dure, di sfida…

Per ciglia più lunghe Ogni anno 300.000 cavie in meno a soffrire per i testi di laboratorio Cosmetici non testati sugli animali

Ci sono i segni della violenza, ma volti persino sorridenti, e anche un po’ sensuali (bocca aperta, sguardo intenso ecc.)

Rimangono belle e sensuali anche durante l’atto di subire violenza Ne traggono piacere… E’ davvero un atto di violenza? Perché lo leggiamo così?

Nella testa abbiamo un repertorio iconico con rimandi interni Il modo in cui interpretiamo le immagini è sempre guidato da altre immagini Nella testa abbiamo un repertorio iconico con rimandi interni Slap + comics + women su google immagini

L’esperienza della violenza provoca piacere nelle donne

In particolare, fonte di piacere erotico per le donne Echeggia l’idea che spesso le cronache o gli stupratori stessi riportano per giustificarsi: lei era consenziente, a lei piaceva

Tutte queste immagini “normalizzano” le immagini di corpi femminili morti, prima/durante/dopo la violenza, che tuttavia rimangono belli e sensuali Ci abituiamo a questo immaginario e la nostra soglia di tolleranza si alza… Anche perché è un immaginario coerente attraverso i generi mediali

Luninotizie-Quotidiano on line dell’Alto Varesotto Lombardia, violenza sulle donne: nel 2017 quasi 6mila aiuti, crescono casi di coraggio e denunce, 4.9.2018 InSalute News, Femminicidio, ogni anno muoiono 130 donne. Denunciare ai primi segnali, 5.9.2018

Chi esercita violenza? In nessuna compariva l’autore In altre invece l’autore compare E’ un uomo, e si normalizza così anche la violenza maschile contro le donne

Stesso concetto: il dovere di una donna è rimanere bella in tutto ciò che fa. Anche quando subisce violenza

Lei ha un’espressione ambigua

Manifesto pubblicitario Relish

Il piacere di lui

Normalizzazione dello sguardo divertito, compiaciuto di un maschio sul corpo di una bella donna morta Sguardo necrofilo

Al contrario nelle immagini di generi “factual” vige “iconoclastia” sul maschile Il Giornale.it, “Mi ha stuprata nell’auto. Poi si è vantato con gli amici”, 28/07/2018 Maschile accennato Rimane sensualizzazione di lei E misrappresentaizone: sempre belle, giovani, bianche! Ma soprattutto: sempre nude..

Le seguenti decisamente migliori, nonostante la natura scabrosa della notizia… O forse proprio per questo (il tabù dell’incesto scoraggia le connotazioni erotiche?)

Fatto Quotidiano, Torino, la denuncia di una donna 50enne: “Violentata per ore da mio figlio. Si è drogato mentre ero sua prigioniera”, 8.8.2018 Repubblica, Torino, la denuncia di una madre: "Violentata da mio figlio allucinato dal crack“, 8.8.2018 Libero, “Violentata da mio figlio allucinato dal crack”, 8.8.2018 La Stampa, L’orrore in famiglia a Torino: “Violentata da mio figlio, dipendente dal crack”, 8.8.2018