Test di laboratorio di funzionalità epatica Prof. Mario Pazzagli, Ordinario di Biochimica Clinica, Univ. di Firenze ( attenzione al termine funzionalità perché non sempre appropriato; Es.: Albumina è un’indagine della funzionalità epatica di sintesi proteica, mentre AST/ALT sono indici di lesione cellulare epatica e non di funzionalità) Il fegato è un organo con molteplici funzioni quadro biochimico complesso
Fegato: Aspetti generali Anatomia Macroscopica: peso circa 1.5 Kg, due lobi, destro e sinistro Vascolarizzazione: doppio sistema: 1. Vena Porta che apporta al fegato il sangue della milza e dell’apparato digerente; 2. Arteria epatica che apporta al fegato il sangue arterioso che viene poi drenato dalle vene sovraepatiche Anatomia Microscopica: l’unita’ morfofunzionale del fegato e’ il lobulo con gli angoli occupati da uno spazio portale che generalmente contiene un ramo dell’arteria epatica, uno della vena porta e un canalicolo biliare
Fegato: Aspetti generali
Funzioni del Fegato SINTESI es. Albumina, Fattori della coagulazione… ESCRETORIA es. Bilirubina, Ammonio… STORAGE es. Vitamine, Carboidrati…
Tre livelli di test Test di I livello di funzionalità Test di II livello di funzionalità specifica Test diagnostici di patologia epatica
Test di I livello di funzionalità Valutazione della capacità di sintesi e di metabolismo (in seguito ad una compromissione estesa e prolungata) Es.: Proteine totali, albumina, profilo elettroforetico, pseudocolinesterasi, fattori della coagulazione (fattore VII, PT, fibrinogeno)… b. Test di escrezione Es.: bilirubina totale, diretta, indiretta, ammonioemia… c. Test di citolisi Es.: enzimi plasmatici (AST, ALT, fosfatasi alcalina… Questo gruppo di test consente di distinguere correttamente circa l’80% dei casi di epatopatia
2. Test di II livello di funzionalità specifica Test di valutazione quantitativa di specifici aspetti di funzionalità epatica. Sono test complessi non ancora in uso nella pratica clinica, utilizzati per ricerche in particolare per il trapianto di fegato o per monitorare l’efficacia di nuovi farmaci in corso di epatopatia… Es.: Clearance dell’antipirina, del galattosio, verde di indocianina etc…
3. Test diagnostici di patologia epatica Test finalizzati alla diagnosi di specifiche epatopatie Es.: AFP, test virologici per diagnosi di epatite virale, etc…
1. Test di I livello di funzionalità Valutazione della capacità di sintesi e di metabolismo
Proteine totali plasmatiche (1) Insieme di specie molecolari diverse per forma chimica, origine e funzione. CHIMICA: proteine, glicoproteine, lipoproteine ORIGINE: prevalenza dal fegato, immunoglobuline dalla plasmacellule, alcuni componenti del complemento dai macrofagi, alcune lipoproteine dalle cellule intestinali, etc.. FUNZIONI: nutritiva (albumina), tampone (non fra i più importanti), coagulazione e fibrinolisi, trasporto (bilirubina, ormoni, lipidi, calcio) pressione colloido-osmotica, etc… La concentrazione plasmatica può risultare alterata sia per condizioni che modificano il metabolismo proteico che per alterazioni della volemia. Il valore assoluto non riflette le variazioni quantitative delle singole unità (necessario il profilo elettroforetico o la determinazione delle proteine specifiche). Es.: cirrosi si ha diminuzione di albumina;aumento di IgG e le proteine totali possono risultare normali
Proteine plasmatiche Molte sono prodotte a livello epatico (no Fattore VIII e immunoglobuline) Elettroforesi delle proteine sieriche Test di funzionalità epatica, anche se non sono indicatori specifici di malattie del fegato. SINTESI PROTEICA PIÙ EVIDENTE NELLE FORME CRONICHE.
Protidogramma: 6.0-8.0 proteine totali (met. Biureto) g/dL 6.8 1.13-1.94 ratio albumina/globuline % 1.55 53.0-66.0 albumina % 60.8 1.9-4.5 globuline alfa 1 % 2.8 6.5-13.0 globuline alfa 2 % 12.6 9.0-16.0 globuline beta % 12.0 10.5-21.0 globuline gamma % 11.8
Proteine totali (2) L’aumento delle proteine totali (meno frequente) può avvenire: Per disidratazione, emoconcentrazione, stasi venosa durante il prelievo (aumento proporzionale di tutte le frazioni) Aumento delle gamm-globuline (nonostante il calo dell’albumina) in alcune situazioni di cirrosi epatica, malattie autoimmuni, etc… In presenza di proteine abnormi (gammopatie policlonali o monoclonali) etc.. La diminuzione delle proteine totali (più frequente) può avvenire: Per iperidratazione (riduzione proporzionale di tutte le frazioni) Diminuita sintesi per insufficiente apporto alimentare. Es.: per malassorbimento, per epatopatie croniche etc.. Per perdita proteica dal rene (sindrome nefrosica), dall’intestino, per emorragie, per neoplasie, per ustioni, etc.. Eccessivo catabolismo proteico endogeno
Proteine totali (3) Può essere un parametro utile nella cirrosi? DISTRIBUZIONE DELLE PROTEINE NEGLI SPAZI EXTRAVASALI ( ruolo dei versamenti ) Le plasma proteine sono normalmente poco presenti nel liquido interstiziale ma si può avere una anomala distribuzione proteica per alterazioni della funzionalità capillare, per ostruzione dei vasi linfatici o per modificazioni osmotiche (es.: ipoalbuminemia che riduce il gradiente osmotico tra plasma e tessuti e quindi facilita un movimento di acqua verso gli spazi interstiziali). Dosaggio: Siero (manca il fibrinogeno) Note preanalitiche: buona stabilità I.R.: 60-80g/L Può essere un parametro utile nella cirrosi? Può essere utilizzato come parametro di sintesi?
Albumina Può essere usata come indice di sofferenza PARENCHIMALE? Sintetizzata dalle cellule parenchimali del fegato, vita media 20 giorni, responsabile della pressione ancotica 8oltre 80%), trasporta numerose sostanze (bilirubina, ormoni, calcio, farmaci). Iperalbuminemia (rara) in genere per disidratazione. Ipoalbuminemia per varie cause: Perdita da sindrome nefrosica, perdita da ustioni o dermatiti, perdita dal tubo digerente per lesioni della mucosa. apporto inadeguato di proteine (vomito, diarrea, malassorbimento, pancreatiti, coliti, enteriti, etc..) Diminuita sintesi epatica (si ritiene comunque che il fattore che influenza in modo significativo l’albuminemia nelle malattie epatiche croniche non è la funzione epatocellulare ma la ritenzione idrica) eventualmente associata a diminuita alimentazione, ascite, malassorbimento) Aumentato catabolismo (ipertiroidismo, traumi, sindrome di Cushing). In alcune condizioni fisiologiche (gravidanza, lattazione) Infiammazione acuta e cronica con necrosi tissutale Dosaggio: Siero Note preanalitiche: buona stabilità I.R.: 34-48g/L Può essere usata come indice di sofferenza PARENCHIMALE?
RUOLO DELLE GLOBULINE [20-35 g/L] Sono un gruppo eterogeneo di proteine (a, b e g) . Generalmente nelle malattie croniche, cirrosi e epatiti, si può manifestare iperglobulinemia di grado variabile. IPERGAMMAGLOBULINEMIE Indicano attivazione del sistema reticolo endoteliale contro antigeni gastrointestinali Nella cirrosi epatica alcolica l’ipergammaglobulinemia è associata ad un aumento delle IgA e si assiste alla fusione delle bande b e g. L’alfa1-antitripsina è una proteina con attività antiproteasica. Risulta ridotta o assente nelle cirrosi ad eziologia ignota o nell’ittero colestatico giovanile
Immunoglobuline (3) Le ipergammaglobulinemie si studiano con test immunologici (autoanticorpi anti-nucleo, autoanticorpi anti-mitocondriali, etc..
Pseudocolinesterasi (colinesterasi) E’ un parametro di sintesi non molto “specifico”. E’ un enzima di secrezione presente nel plasma, da usarsi come indice di ridotta sintesi proteica del parenchima epatico. Nelle epatiti croniche e nelle cirrosi i livelli diminuiscono proporzionalmente al danno. Esistono due forme chimiche circolanti; normale ed atipica. Soggetti omozigoti per la forma atipica hanno ridotti livelli circolanti non in grado di idrolizzare alcuni miorilassanti (es.: succinilcolina) che possono essere usati in anestesia (oggi poco utilizzati). Da non confondersi con un enzima eritrocitario detto acetilcolinaesterasi, questo ha minore specificità per il substrato Acetilcolina. Si ha diminuzione in caso di: Avvelenamento da insetticidi Ipoalbuminemia, da malnutrizione o cirrosi, o da infezioni acute Infarto miocardico Dosaggio: Siero Note preanalitiche: evitare emolisi, stabile a RT per 6h a 4°C per 1 settimana I.R.: (variabilità fra laboratori) 5-12 U/ml
Tempo di protrombina ed altri fattori della coagulazione (1) Fattore di sintesi. Buona sensibilità, buona correlazione temporale con l’andamento della patologia. Il tempo di protrombina (PT) è molto utilizzato in epatologia. Il fegato sintetizza molti fattori della coagulazione, in particolare quelli K dipendenti Il procedimento di Quick misura la velocità della conversione della protrombina in trombina in presenza di tromboplastina, calcio, fibrinogeno ed altri fattori della coagulazione (V, VII, X). A sua volta la trombina converte il fibrinogeno in fibrina. La protrombina ed i fattori V, IX e X necessitano della vitamina K per la loro attivazione.
1d. Attività Protrombinica 1. INDICATORI DI ALTERAZIONE DELLE VIE BIOSINTETICHE 1d. Attività Protrombinica E’ una delle indagini più sensibili per misurare la capacità funzionale residua nelle forme acute e croniche Il fegato sintetizza il fibrinogeno, i fattori vit. K-dipendenti (II, V, VII, IX e X) anomalie della via estrinseca e intrinseca con un prolungamento del tempo di protrombina (PT) L’attività protrombinica viene determinata su plasma con il metodo di Quick (37°C, Ca e Tromboplastina) che valuta il meccanismo estrinseco della coagulazione. Il valore teorico è compreso tra 70 e 100%. Può essere espresso anche in secondi [12 – 14 sec]. Marcati aumenti del tempo di PT >5 sec sopra il controllo (non corretto da trattamento con Vit K) sono un segno negativo sia nelle forme acute che croniche.
Tempo di protrombina ed altri fattori della coagulazione (2) Per PT allungato in epatopatia si possono postulare due situazioni: presenza di danno epatico esteso con ridotta sintesi dei fattori della coagulazione carenza di vitamina K per ridotto assorbimento dei lipidi secondario ad ittero ostruttivo o trattamento prolungato con antibiotici. Questa seconda evenienza può essere corretta (i.m. 25 mg Vit K) famacologicamente. La normalizzazione del PT entro 18h depone per ittero ostruttivo, mentre la mancata risposta per la presenza di una grave epatopatia parenchimale. Dosaggio: plasma (sodio citrato) Note preanalitiche: dosaggio da effettuarsi entro 2-3h I.R.: 11-15s, 80-100%
Metabolismo delle proteine (2) METABOLISMO AMINOACIDI E CICLO DELL’UREA Un uomo normale di 70kg elimina circa 10-20g di azoto al giorno (provenienti dall’alimentazione o da aminoacidi (AA) non riutilizzabili attraverso lo schema: AA L-glutammato NH3 ciclo di Krebs Urea L’NH3 liberata dagli AA, a causa della sua tossicità, deve essere rapidamente allontanata dall’organismo (es.: come urea o glutammina) (AMMONIEMIA). L’Urea nel sangue è generalmente indice di funzionalità renale (nella valutazione dei valori aumentati), ma diminuisce in seguito ad una grave insufficienza epatica o in soggetti con alimentazione povera di proteine. Si può avere uremia normale anche con alterazione dell’80-90% del parenchima epatico (dato poco utile in diagnostica epatologica).
Ammoniemia (1) Parametro di alterato metabolismo proteico. Misura un composto direttamente correlato alla patologia e sua evoluzione L’ammoniemia è utile in caso di sospetta encefalopatia epatica (sindrome caratterizzata da alterazioni neurologiche conseguenti a grave insufficienza della funzionalità epatica e/o cortocircuiti venosi fra vena porta e circolo sistemico). Il danno cerebrale sarebbe conseguente all’accumulo di sostanze tossiche (ammoniaca etc..) assorbite dall’intestino non metabolizzate dal fegato adeguatamente).
Ammoniemia (2) I fattori che possono determinare un aumento dell’ammoniemia sono: diminuita sintesi di urea da parte del fegato per alterata funzionalità metabolica o per cortocircuiti venosi aumentata formazione di ammoniaca ad opera di batteri intestinali per metabolismo proteico(eccesso nella dieta, proteine di origine ematica come sanguinamento intraluminale da varici venosi, etc..) L’iperammoniemia è grossolanamente correlata all’entità del danno cerebrale. Dosaggio: plasma (EDTA) Note preanalitiche: dosaggio instabile, aumenta rapidamente dopo prelievo, conservare il prelievo in ghiaccio, analizzare rapidamente. Evitare emolisi I.R.: 11-35s, 80-100%
1. Test di I livello di funzionalità Test di escrezione
Metabolismo del gruppo eme BILIRUBINA (1) La bilirubina riflette il continuo turn-over metabolico che interessa il gruppo eme presente nell’emoglobina e nell altre emoproteine (mioglobine, citocromi, enzimi emoproteici etc..). La maggior parte (80%) della bilirubina proviene dal catabolismo dell’emoglobina (turn over degli RBC) che avviene nella milza, nel fegato e nel midollo. Altre quote sono da catabolismo di emoproteine (15%) e dalla eritropoiesi inefficace (5%). La bilirubina così prodotta entra in circolo (ma siccome è liposolubile- ed anche tossica- si lega all’albumina fino ad un massimo di due molecole per molecola di albumina e con differente Ka, una ad alta ed una a bassa affinità). La bilirubina legata all’albumina in circolo viene rimosa dal fegato e coniugata all’acido glucuronico che la rende idrosolubile e meno tossica di quella libera. La bilirubina glicuronata entra nel canalicolo biliare mediante un processo attivo di secrezione/escrezione e finisce nel tratto intestinale dove, mediante il circolo entero-epatico dei bilinogeni può essere riassorbita e riescreta dal fegato. La bilirubina glucoronata è detta DIRETTA perché reagisce direttamente con il reattivo del dosaggio (essendo idrosolubile e biodisponibile). La bilirubina libera è detta INDIRETTA perché reagisce con il reagente solo dopo il distacco dall’albumina (con alcool metilico).
2. INDICATORI DELLA FUNZIONE ESCRETRICE (E DI DETOSSIFICAZIONE) 2a. BILIRUBINA 75 - 80% dal catabolismo dell’emoglobina. 25 - 20% dal ricambio di proteine contenenti l’Eme (mioglobina, citocromi, enzimi) Circola reversibilmente legata all’albumina A livello epatico viene coniugata (mono- e di-glucurunide nel r.e. da parte dell’enzima microsomiale UDO-glucuroniltranferasi) e secreta nei canalicoli biliari e da qui nella bile. Nell’intestino i glucurunidi sono scissi dalle idrolasi batteriche, la bilirubina è ridotta dai batteri inestinali ad urobilinogeno e successivamente trasformata in stercobilina. Una parte dell’ urobilinogeno viene riassorbito dall’intestino, mentre una parte raggiunge la circolazione generale e viene escreta con le urine.
Biliverdina-reduttasi Eme-ossigenasi Emoproteine epatiche (15%) lisi eritrocitaria (80%) eritopoiesi inefficace (5%) Fe CO H O O O2 Biliverdina-reduttasi Eme-ossigenasi Eme (Fe-protoporfirina IX) biliverdina (IX) bilirubina (IX) (275 mg/24h)
BILIRUBINA (2) : l’ittero Parametro di funzionalità secretoria L’ittero in seguito a situazioni di iperbilirubinemia si verifica come conseguenza di una delle seguenti condizioni: Iperproduzione della bilirubina nell’organismo ed incapacità della cellula epatica di captare, coniugare ed eliminare il pigmento. Aumento della bilirubina indiretta. (es.: incompatibilità materno-fetale di tipo Rhesus) Non aumento della produzione di bilirubina, ma difetto funzionale dell’epatocita (alterazione dei meccanismi di captazione, trasporto, escrezione). Aumento della bilirubina diretta ed indiretta. (es.: Sindrome di Gilbert, uso di farmaci epatotossici..) Incapacità di escrezione della bilirubina attraverso le vie biliari dovuta ad ostacolo meccanico intra o extra epatico. Aumento della bilirubina diretta (ostruzione da calcoli, neoplasie, epatite virale, etc..)
BILIRUBINA (3) : l’ittero Classificazione (storica) degli itteri: Pre-epatico Epatico Post-epatico Ittero emolitico. Nell’ittero emolitico la bilirubina in eccesso e’ quella indiretta (legata all’albumina) che non è escreta nelle urine (bilibinuria ridotta/assente). Ittero epatocellulare. Nell’ittero epatocellulare la bilirubina circolante è in gran parte nella forma glicuronata (diretta) idrosolubile e quindi si ha bilibinuria più o meno accentuata. Ittero ostruttivo. Nell’ittero ostruttivo si ha un aumento in circolo di bilirubina glicuronata (Diretta) e quindi elevata bilibinuria. Dosaggio: siero Note preanalitiche: proteggere dalla luce intensa, stabile I.R.: totale 3-19U/L (0.2-1.1mg/ml) Bilirubina frazionata Bilirubina diretta ASSENTE (<0.2 mg/dL)
Es. ESAME BILIRUBINA Fino a 1.10 BILIRUBINA TOTALE (Met. DMSO) mg/dL 0.40 0.05-0.30 BILIRUBINA DIRETTA mg/dL 0.14 0.15-0.80 BILIRUBINA INDIRETTA PER DIFF. mg/dL 0.26
1. Test di I livello di funzionalità Test di citolisi
3. INDICATORI DI DANNO EPATICO (danno/necrosi) ENZIMI SIERICI COME INDICATORI DI DANNO EPATOCELLULARE 3A. AMINOTRANSFERASI ASPARTATO AMINOTRANFERASI (AST- GOT) [0 – 45 U/L] (7000 > sangue, 17h emiv.) ALANINA AMINOTRANSFERASI (ALT- GPT) [5 – 55 U/L] (3000 > sangue, 42h emiv.) AST citosol/mitocondri, comune a molti tessuti (muscolo, eritrociti) ALT citosolico, di origine prevalentemente epatica Il rapporto AST/ALT è ≤ 1 nelle epatiti virali in presenza di danno minimale Nel caso di danno massimo il rapporto diviene > 1 Il rapporto AST/ALT non è comunque accettato come criterio clinico dirimente INDICI SENSIBILI DI NECROSI EPATOCELLARE Gli aumenti maggiori si hanno nel danno epatico acuto virale o tossico
AST (GOT) e ALT (GPT)(1) Sono parametri di necrosi o sofferenza. AST ( aspartato-amminotrasferasi, glutamato-ossalacetato transaminasi, GOT) è un enzima principalmente legato ai mitocondri (80%), ubiquitario (miocardio ad elevatissima concentrazione, rene, eritrociti, cervello, muscolo), può aumentare oltre che nelle epatopatie a causa della lisi cellulare, anche in altre condizioni patologiche (infarto del miocardio). ALT ( alanina-amminotrasferasi, glutamato-piruvato transaminasi, GPT) è un enzima citoplasmatico, anch’esso ubiquitario, ma presente nel fegato in quantità maggiori che negli altri tessuti. Il suo aumento nel siero avviene quindi solo nelle epatopatie. AST e ALT aumentano, principalmente, per necrosi dell’epatocita ma, anche se in maniera minore, per danneggiamento funzionale cellulare . AST e ALT sono indicatori sensibili, capaci di evidenziare presenza di lesioni epatiche anche in pazienti asintomatici.
AST (GOT) e ALT (GPT)(2) AST Dosaggio: siero Note preanalitiche: evitare emolisi (attività negli eritrociti circa 6 volte superiore di quella palsmatica), stabilità buona a RT. I.R.: adulti (dipende dai metodi) 6-20 U/L ALT Note preanalitiche: evitare emolisi (attività negli eritrociti maggiore di quella palsmatica), stabilità buona a RT. I.R.: adulti (dipende dai metodi) 10-40 U/L interferenze da farmaci epatotossici (vedi tabella 1-5) ALT /AST Molto elevato (10 volte I.R.) sono indici di epatite acuta (virale o da farmaci o autoimmune) Rapporto ALT/AST (De Ritis Ratio) circa 1 nelle epatiti acute
FOSFATASI ALCALINA(1) Parametro di stasi biliare (non di citolisi) Enzima molto diffuso in vari tessuti ad organi soprattutto fegato e ossa, ma anche intestino, rene, placenta. Dosabili anche gli isoenzimi epatici, osseo, intestinale e placentare. Separazione elettroforetica su poliacrilamide, prima la banda della fosfatasi alcalina epatica, poi quella ossea, eventualmente seguita da quella intestinale. In gravidanza segue quella placentare (in presenza di neoplasie maligne la banda placentare è sostituita da un isoenzima detto Regan). Sono possibili separazioni anche dopo riscaldamento del campione perché dotate di differente termoresistenza.
FOSFATASI ALCALINA(2) Aumenta in due condizioni fisiologiche: bambini (per l’acrescimento osseo) gravidanza (isoenzima circolante di origine placentare) Aumenta a causa: di farmaci epatotossici. nelle epatopatie in ogni forma di ostruzione delle vie biliari (da ostruzione dei canalicoli intraepatici, es.: cirrosi biliare primitiva, fino all’ostruzione del dotto comune es.: calcolosi biliare). L’aumento dovuto all’aumentata sintesi da parte degli epatociti indotta dall’aumento della concentrazione locale degli acidi biliari. In presenza di un aumento di dubbia origine, si deve valutare anche la presenza CONTEMPORANEA di aumento della GGT che è più specifico per la patologia epatica.
GAMMAGLUTAMILTRANSFERASI (GGT o GT) Parametro di stasi biliare (influenzato in particolare dall’assunzione di alcool) E’ un enzima (glicoproteina) legato alla membrana plasmatica responsabile della sintesi intracellulare di glutatione. Aumenta: fortemente negli alcolisti, perché l’alcol etilico ne stimola la sintesi epatica anche per la sola assunzione di alcool, senza epatopatie associate. il danno epatocellulare, ma soprattutto la colestasi possono contribuire ad aumentare la GGT sierica per induzione da farmaci (rifampicina, antiepilettici) Uso preminente nello screeening e nel follow-up di alcolisti sottoposti a terapia. Si ritiene un parametro più sensibile e più specifico di patologia epatica della fosfatasi alcalina. Dosaggio: siero Note preanalitiche: buona stabilità I.R.: (dipende dai metodi) Uomini: 7-50 U/L; Donne a 4-27 U/L
3. Test diagnostici di patologia epatica
Alfa 1 - ANTITRIPSINA Parametro diagnostico per deficit da alfa1-antitripsina (geneticamente determinata). Inibitore delle proteasi seriniche extracellulari (collagenasi, elastasi) liberate dai leucociti nella sede di infiammazione o da altri tessuti come il fegato ed il pancreas. E’ utile per limitare danni citolitici nel tessuto sano circostante la sede dell’infiammazione. E’ una proteina della fase acuta (come la proteina C-reattiva, C3, C4 etc..) che aumenta nel caso di patologia epatica con infiammazione del parenchima. Successivamente l’evoluzione in senso cronico del processo flogistico si accompagna all’aumento delle immunoglobuline. E’ utile per la diagnosi di deficienza della alfa1-antitripsina (si conoscono almeno 75 varianti genetiche che possono determinare enfisema polmonare e cirrosi epatica precoce ed epatoma). Dosaggio: siero o plasma Note preanalitiche: buona stabilità I.R.: 0.7-2.0 g/L 90-300 mg/dL
2. Test diagnostici di patologia epatica INDICATORE DI PROLIFERAZIONE CELLULARE Alfa-fetoproteina (AFP) [ 10/20 ng/ml; valore soglia 50 ng/ml ] Proteina di trasporto, simile all’albumina Aumenta nel carcinoma primitivo del fegato (ma anche nei tumori germinali)
Alfa - FETOPROTEINA Marker tumorale. In condizioni normali la sintesi dell’alfa-fetoproteina, l’equivalente fetale dell’albumina, si arresta pressochè completamente entro breve tempo dopo la nascita. Un marcato aumento della sintesi di questa proteina si osserva in circa 70-90% dei pazienti con carcinoma epatocellulare in percentuale minore per altre forme tumorali (tumore del testicolo o altri tumori delle cellule germinali) ed in epatopatie di natura non neoplastica (10-20%). Nel siero materno e nel liquido amniotico risulta aumentata nella anencefalia e spina bifida e ridotta nella trisomia 21 (sindrome di Down) (applicazioni in triplo test e diagnosi prenatale). Utile per il follow-up del carcinoma epatico in corso di trattamento. Dosaggio: siero Note preanalitiche: relativa instabilità, dosare nelle 24h I.R.: (variabile in base alla metodologia) adulti <10 g/L
CONCLUSIONI In presenza di malattia epatica sospetta o accertata alcuni esami di laboratorio di primo livello possono essere indicativi delle principali funzioni del fegato. La bilirubina totale e frazionata (coniugata e non coniugata) Gli enzimi: aminotransferasi, fosfatasi alcalina, gamma- glutamiltranspepdidasi Le proteine plasmatiche: protidogramma, albumina e globuline I fattori della coagulazione: tempo di protrombina Questi test possono orientare verso la richiesta di esami di approfondimento: Marcatori virali (epatititi virali) Marcatori oncologici (AFP) Indagini immunologiche (Ab antimitocondrio nella cirrosi biliare) Etc.