Realizzato da Lorenzo Cornacchia Classe 2^G Prof.ssa Eide Bianchi

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Realizzato da Lorenzo Cornacchia Classe 2^G Prof.ssa Eide Bianchi GLI AZTECHI Realizzato da Lorenzo Cornacchia Classe 2^G Prof.ssa Eide Bianchi

GLI AZTECHI INTRODUZIONE I Mexica o Mexicas – meglio noti come Aztechi – furono una delle grandi civiltà precolombiane, la più florida e viva al momento del contatto con gli Spagnoli. Provenienti dalla California settentrionale, si svilupparono nella regione mesoamericana dell’attuale Messico dal secolo XIV al XVI.

Indice Introduzione Indice Nomenclatura Origini I riti sacrificali Mitologia Classi sociali Esercito Arte Città Divertimento Contatti

Nomenclatura I l nome con cui essi si indicavano è “Mexica” o “Tenochca”, e non Aztechi, non a caso Mexica è tuttora il termine usato per definire i loro discendenti; il termine Azteco è stato coniato invece solo molti secoli dopo dal geografo tedesco Alexander von Humboldt per distinguere queste popolazioni precolombia- ne dall’ insieme dei Messicani moderni. Spesso con il termine “azteco” ci si riferisce esclusivamente al popolo residente a Tenochtitlan (l’odierna Città del Messico), situata su un’ isola del lago Texcoco.

Origini N ella mitologia azteca, la leggenda vuole che i Mexicas fossero partiti da Aztlan per giungere, dopo una lunga peregrinazione, nel lago Texcoco. Il territorio era circondato dai vulcani, i Mexicas vi si stabilirono e riuscirono a svilupparsi, seppur sotto il dominio Azcapotzalco, conquistando poi tutti gli altri popoli dell’America centrale, da utilizzare come mercenari. Dopo molti anni, nel 1325, i Mexicas gettarono le fondamenta della loro capitale, Tenochtitlàn, su un isolotto nel lago Texcoco. Assunsero così un’impronta militare che li portò a sopraffare Azcapotzalco e a sottomettere progressivamente diverse tribù, in un crescendo che vide la nascita del più grande impero che fosse mai esistito nel centroamerica. Tenochtitlàn è diventata successivamente Città del Messico.

I Riti Sacrificali U n aspetto assai celebre e cruento della cultura azteca è la pratica del sacrificio umano, che, secondo le credenze azteche, era necessario per sfamare gli dei. I grandi sacerdoti si richiamavano al mito delle origini, dove si afferma che gli dei, dopo l’avvento del Quinto Sole si erano dovuti sacrificare gettandosi nel fuoco, così gli uomini erano tenuti a seguire il loro esempio per mantenere vivi il calore, la luce e il movimento del sole. Anche se il sacrificio umano era praticato attraverso tutto il Mesoamerica, i precolombiani portarono questa pratica a un livello senza precedenti. Alcuni studiosi pensano che i sacrifici umani abbiano motivazioni sociologiche su base delinquenziale, perché il compimento di un crimine collettivo avrebbe maggiormente uni- to il popolo.

P Mitologia La creazione del mondo oiché gli Aztechi fusero molte tradizioni con le loro, ebbero molti miti sulla creazione: secondo uno di essi ci sono state 4 grandi Ere prima del mondo attuale, ognuna di esse conclusasi con una catastrofe. La no- stra Era – Nahui-Ollin, la quinta Era o quinta creazione – è dovuta al sacrificio di un dio, che in seguito al suo gesto fu trasformato nel Sole. Tuttavia il sole non si muoveva e tutti gli Dei dovettero morire per farlo muovere. Nacque così la pratica del sacrificio umano. La divinità principale era il Quetzalcoatl, il leggendario re Tolteco considerato padre della divinità che inventò la scrittura e la cultura Azteca. P

Classi sociali L a classe sociale più elevata era composta dai pilli, cioè i nobili. In secondo c’erano i mercanti viaggianti chiamati pochteca. La terza classe era composta dagli schiavi, chiamati tlacotin. L’ultima classe era composta dai mācehuali, cioè i contadini.

L’esercito L’ esercito azteco era principalmente strutturato per catturare nemici da sacrificare e per ottenere il paga- mento di tributi e non per l’eliminazione su larga scala del nemico o la conquista stabile di un territorio, che avvenivano di rado. Si trattava di un esercito generalmente poco evoluto o sofisticato, che non ha mai avuto a disposizione unità di artiglieria meccanica o di cavalleria, poiché i cavalli erano loro sconosciuti, senza contare il fatto che non erano dotati di armi da fuoco o di lame e corazze metalliche. Gli aztechi avevano sviluppato infatti solo armi ricavate principalmente da pietre come l’ossidiana.

L’Arte C canzoni e poesie erano molto importanti per gli Aztechi; vi erano rappresentazioni teatrali e gare poetiche nella gran parte delle feste azteche. Vi erano anche una sorta di rappresentazioni drammatiche che includevano attori, musicisti e acrobati. Tra le altre attività artistiche, erano molto sviluppate quelle arti- gianali, atte alla produzione, prevalentemente, di vasi di ossidiana e di specchi frutto dell’accostamento di fram- menti di pirite in una tavoletta di legno. L’arte del mosaico realizzò anche mirabili maschere ornate con giada e turchese. Oltre alle diffuse e pregevoli attività tessili e di oreficeria, non bisogna trascurare la lavorazione del- la ceramica, che promesse varie fasi di innovazione creativa e vari utilizzi, dai vasi ornamentali ai fornelli e agli strumenti della filatura.

Le Città L a capitale dell’Impero Azteco era Tenochtitlan, situata dove oggi sorge Città del Messico. Costruita su alcuni isolotti del Lago Texcoco, oggi quasi prosciugato, la planimetria della città si basava su uno schema simmetrico che divideva la città in quattro sezioni, era inoltre attraversata da canali usati per il trasporto. Le case erano costruite con legno e mattoni d’argilla con tetti di canne, mentre le pira- midi, i templi ed i palazzi erano solitamente fatti di pietra.

Il Divertimento C ome nel Messico moderno, gli Aztechi avevano una grande passione per i giochi con la palla; si trattava dei tlachtli. Il gioco si disputava con una palla di gomma molto solida – chiamata holli – grande più o meno come una testa umana. I giocatori colpivano la palla con le anche, le ginoc- chia ed i gomiti; dovevano far passare la palla attraverso un anello di pietra per vincere automaticamen- te la partita; tuttavia, si potevano anche accumulare punti colpendo dei segni sui muri. Nelle città azteche c’erano varie costruzioni specificamente adibite a questo gioco. Esistevano inoltre le scommesse sportive. I poveri potevano scommettere il cibo, i pilli (i nobili) i loro averi, i tecutlis (i capi) le loro concubine o perfino delle città; coloro che non possedevano nulla potevano giocarsi la loro libertà e rischiare di diventare schiavi.

Contatti Cornacchia Lorenzo 334 1397362 lorenzcor04@gmail.com Materiale fotografico proveniente da Internet e dal MET di New York