La Gerusalemme Liberata

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Transcript della presentazione:

La Gerusalemme Liberata Proemio

Proemio: I ottava - protasi Canto l'arme pietose e 'l capitano che 'l gran sepolcro liberò di Cristo. Molto egli oprò co 'l senno e con la mano, molto soffrí nel glorioso acquisto; e in van l'Inferno vi s'oppose, e in vano s'armò d'Asia e di Libia il popol misto. Il Ciel gli diè favore, e sotto a i santi segni ridusse i suoi compagni erranti.

Parafrasi I ottava Canto le imprese devote e il condottiero [Goffredo di Buglione] che liberò il Santo Sepolcro. Egli compì molte opere con la ragione e con le gesta militari, soffrì molto nella gloriosa conquista; invano l'Inferno cercò di opporsi a lui e invano il popolo misto di Asia e Africa prese le armi. Il Cielo gli diede il suo favore ed egli ricondusse sotto le insegne della Croce i suoi compagni allettati dal vizio.

Analisi I ottava Tasso presenta l’argomento del suo poema Il I verso richiama l’incipit dell’Eneide: “arma virumque cano” che garantisce un sigillo di marca epica all’esordio del poema Le armi sono definite “pietose” , alludendo alla PIETAS latina, perché sono uno strumento di un’azione religiosa e devota  ossimoro Il capitano è Goffredo di Buglione La crociata richiede una sapienza strategica e morale (senno) unita alla necessaria forza militare (mano): sintesi delle virtù dei grandi eroi epici Doppio piano: a) le forze demoniache (Inferno) e gli eserciti pagani e il Cielo (Ciel)  tema del meraviglioso cristiano La parola “erranti” è intesa sia in senso spaziale (“che vagano) sia morale (“che traviano dalla virtù”) Gli enjambement presenti hanno lo scopo di dare fluidità alla frase e al pensiero  rallentano il ritmo rendendo la scrittura più solenne

Proemio: II ottava – invocazione alla Musa O Musa, tu che di caduchi allori non circondi la fronte in Elicona, ma su nel cielo infra i beati cori hai di stelle immortali aurea corona, tu spira al petto mio celesti ardori, tu rischiara il mio canto, e tu perdona s'intesso fregi al ver, s'adorno in parte d'altri diletti, che de' tuoi, le carte.

Parafrasi II ottava O Musa, tu che non ti circondi sul monte Elicona la fronte di allori destinati a cadere, ma hai una corona dorata di stelle immortali su nel cielo, tra i cori dei beati, tu ispira al mio petto ardori celesti, illumina il mio canto e perdonami se aggiungo abbellimenti alla verità, se adorno il mio poema con altri piaceri oltre ai tuoi.

Analisi ottava II Tradizionale invocazione alla Musa  in questo caso la Musa di Tasso è intesa come forza celeste e quindi cristiana, unica fonte di ispirazione capace di garantire una poesia sacra e in contrasto con quella pagana Elicona: monte della Beozia, tradizionalmente sede delle Muse pagane e di Apollo Tu spira… carte: la triplice anafora del “tu” organizza l’orchestrazione della seconda parte dell’ottava  alla richiesta di un’ispirazione divina (celesti ardori), indispensabile per un poema sacro, e di un potenziamento della propria voce poetica (rischiara il mio canto), si passa poi al distico finale, a una vera e propria dichiarazione di poetica E tu perdona…le carte : e tu (Musa) perdonami se intreccio al vero elementi inventati (fregi), e se abbellisco (adorno) il mio poema (le carte) con altri piaceri (diletti) rispetto a quelli che sarebbero da tributare a te.

Proemio: III ottava – invocazione alla Musa Sai che là corre il mondo ove piú versi di sue dolcezze il lusinghier Parnaso, e che 'l vero, condito in molli versi, i piú schivi allettando ha persuaso. Cosí a l'egro fanciul porgiamo aspersi di soavi licor gli orli del vaso: succhi amari ingannato intanto ei beve, e da l'inganno suo vita riceve.

Parafrasi III ottava Tu sai che i lettori si rivolgono volentieri a quelle opere in cui il lusinghiero Parnaso riversa maggiormente le sue dolcezze e che il vero, mescolato a piacevoli versi, ha persuaso i più ritrosi allettandoli. Così porgiamo al fanciullo malato gli orli del bicchiere cosparsi di sostanze dolci: egli, ingannato, beve una medicina amara, e dall'inganno riceve la vita

Analisi ottava III Parnaso: monte della Focide, sacro ad Apollo e alle Muse, inteso qui come la poesia in generale E che ‘l vero…persuaso: la commistione di verità e finzione poetica , di insegnamento morale e di piacevolezza edonistica è tratto essenziale del concetto della letteratura ipotizzato da Tasso nei Discorsi Così a l’egro…riceve: l’immagine del fanciullo che beve una medicina amara con del miele per non fargli sentire l’amarezza è ripresa da Lucrezio (De rerum Natura)

Proemio: IV ottava – motivo encomiastico Tu, magnanimo Alfonso, il quale ritogli al furor di fortuna e guidi in porto me peregrino errante, e fra gli scogli e fra l'onde agitato e quasi absorto, queste mie carte in lieta fronte accogli, che quasi in voto a te sacrate i' porto. Forse un dí fia che la presaga penna osi scriver di te quel ch'or n'accenna.

Parafrasi IV ottava Tu, nobile Alfonso II d'Este, che sottrai al furore della tempesta e guidi in porto me, esule vagabondo, che sono sbattuto e quasi sommerso dalle onde tra gli scogli, ricevi con benevolenza questa mia opera che ti offro come un dono consacrato a te. Forse un giorno avverrà che la mia penna presaga osi scrivere sul tuo conto quello che ora a malapena accenna.

Analisi ottava IV Alfonso: Alfonso II d’Este, cui viene dedicato il poema  motivo encomiastico Peregrino errante: il poeta si presenta sbandato e perso nel fortunale della vita, con una caratteristica simile a quella dei cavalieri protagonisti del poema  Alfonso, come Goffredo lo è per i compagni, è la guida che lo salva Presaga penna: la penna che già prevede la tua gloria futura; ad essa si affida Tasso nella speranza di scrivere un’opera dedicata esclusivamente ad Alfonso.

Proemio:V ottava – motivo encomiastico È ben ragion, s'egli averrà ch'in pace il buon popol di Cristo unqua si veda, e con navi e cavalli al fero Trace cerchi ritòr la grande ingiusta preda, ch'a te lo scettro in terra o, se ti piace, l'alto imperio de' mari a te conceda. Emulo di Goffredo, i nostri carmi intanto ascolta, e t'apparecchia a l'armi.

Parafrasi ottava V Se mai avverrà che il buon popolo cristiano ritrovi la pace interna, e cerchi di riconquistare con navi e truppe di cavalleria al feroce Turco la grande e ingiusta preda [il Santo Sepolcro], è certo giusto che conceda a te il comando in terra o, se preferisci, l'alto comando della flotta. Intanto ascolta i miei versi, emulo di Goffredo, e preparati alla battaglia.

Analisi ottava V Tasso auspica qui ad una nuova crociata: è importante l’accenno alla conflittualità nel mondo cristiano, attraversato sin dalla prima metà del secolo, dalla grande stagione della Riforma protestante. Fero Trace: dal 1453 Costantinopoli, che si trova nella regione della Tracia, era sotto il dominio turco, benché qui Tasso non identifichi un preciso popolo, ma l’indistinta schiera delle popolazioni infedeli che avevano sottratto Gerusalemme al controllo cristiano. Emulo di Goffredo:viene qui esplicitato il parallelo tra Goffredo e Alfonso II