Nancy Mac Williams su Karon Nota provvisoria a titolo di esercitazione didattica
Ansia di frammentazione e psicoterapia “La mera vita” è la precondizione di una vita buona; Soddisfare i bisogni di sicurezza è prioritario alla soddisfazione di altri bisogni (Sullivan, 1953) T Teoria interpersonale della psichiatria Ed. it. 1962 Feltrinelli
“sicurezza di base” Freud, che può aver dato più o meno per scontato questo senso di sicurezza di base (Breger, 2000) , ha approfondito molto di più il tema del soddisfacimento (ricerca dei modi per scaricare le pulsioni, riduzione del senso di colpa che interferisce con le soluzioni ragionevoli per gratificare i bisogni) rispetto a quello della sicurezza, ma per molti pazienti probabilmente per la maggior parte di loro quest'ultima è una preoccupazione prioritaria. Nei paragrafi seguenti approfondirò i problemi legati sia alla sicurezza fisica a quella emotiva.
Sicurezza fisica Per la maggior parte dei pazienti, la sicurezza fisica non è un problema, ma nei casi in cui lo è, viene percepita come problema pressante e primario. Non possiamo offrire un aiuto psicologico a persone che corrono pericoli fisici, o che si sentono minacciate nel loro senso di sicurezza di base, finché non riusciamo a stabilire un grado minimo di Con i pazienti psicotici, che possono essere consumati da angosce di frammentazione e annientamento (vedi Atwood, Orange, Stolorow, 2002; Hurvich, 1989), i terapeuti devono mostrare di sapere che essi temono per la propria incolumità fisica (vedi FrommReichmann, 1952; Karon, VandenBos, 1981).
Comunicazione del proprio interesse Anche i pazienti con tendenze psicotiche meglio curati nutrono queste paure. Bertram Karon (comunicazione personale, 23 agosto 2002) inizia i suoi colloqui con i pazienti che soffrono di schizofrenia annunciando: "Voglio farle sapere che non la ucciderò né che permetterò ad altri di ucciderla". Spesso può essere d'aiuto chiedere a un paziente terrorizzato se vi sia qualcosa che il terapeuta può fare per attenuare la sua paura di annientamento (sedersi più distante, non fissarlo negli occhi, lasciare la porta aperta, non prendere appunti ecc.). Una negoziazione rispettosa delle condizioni nelle quali il paziente psicotico possa sentirsi sufficientemente al sicuro e libero di parlare può richiedere settimane, mesi e persino anni.
Questo tipo di conversazione prepara il cliente al processo collaborativo di autoesplorazione che consideriamo terapia vera e propria, e tuttavia, in un certo senso, già questi primi approcci sono terapeutici. Proprio come volgersi alle rotture dell'alleanza terapeutica rafforza l'alleanza stessa (Safran, 1993), negoziare la sicurezza aiuta a creare un clima di sicurezza. Acquisire senso di sicurezza è un importante compito terapeutico
Ascoltare, ma “dare il senso della parola” (vd. Basaglia) Al terapeuta è tolta l'illusione che siano le sue abili formulazioni a promuovere il cambiamento, una frustrante rinuncia che richiede parecchi anni di training. Di certo non lasciamo che i nostri clienti si arrangino alla meglio senza alcuna risposta da parte nostra, ma nemmeno ci precipitiamo a dire che abbiamo compreso tutto o che abbiamo facili soluzioni. Siamo profondamente consapevoli del fatto che una piena comprensione della psicologia di un'altra persona è qualcosa di impossibile, e che un modo di affrontare il mondo che funziona per noi stessi potrebbe rivelarsi disastroso per qualcun altro.
Ascoltare I terapeuti psicodinamici hanno diversi modi di interagire verbalmente, a seconda dei particolari bisogni di ciascun paziente. Con alcuni clienti possiamo apparire più loquaci, ma in ogni caso cerchiamo di rendere presenti gli obiettivi terapeutici. Bertram Karon (comunicazione personale, 25 gennaio 2003) mi ha parlato del caso relativamente semplice di una giovane donna che si rivolse, su suo invito, a un terapeuta psicodinamico dopo essere stata trattata saltuariamente, sin dall'età di undici anni, con farmaci psicoattivi e interventi cognitivo-comportamenti a breve termine. Dopo un'esperienza terapeutica molto positiva lei tornò per ringraziarlo, dicendo: "Adesso so che cosa rispondere quando mi chiedono che cosa significhi avere uno psicoanalista come terapeuta. Sono quelli che quando parli ti ascoltano".