L’interpretazione degli stimoli sensoriali

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Transcript della presentazione:

L’interpretazione degli stimoli sensoriali - La percezione fluttuante; - La percezione della profondita’; - Le costanze percettive

La percezione fluttuante Attraverso i principi gestaltici di raggruppamento la nostra mente è in grado di strutturare delle FIGURE nella realtà che ci circonda. La FIGURA presenta sempre una caratteristica: quella di EMERGERE DA UNO SFONDO. La nostra attività percettiva solitamente in maniera automatica ha la capacità di estrarre la figura dallo sfondo. Possiamo renderci conto di quanto sia automatico questo meccanismo, nel momento stesso in cui ci vengono presentate delle rare situazione che lo rendono inefficace. Una di queste situazione è rappresentata da un esempio che già conosciamo.

La percezione fluttuante

La percezione fluttuante

La percezione fluttuante In questi due casi la percezione viene definita “fluttuante” in quanto la mente “fluttua” cioè oscilla fra due ipotesi alternative ugualmente valide. Pertanto il fenomeno della “”percezione fluttuante”ci dimostra il complesso meccanismo che opera affinché noi possiamo percepire la realtà circostante, complessità della quale ci rendiamo conto soltanto quando tale meccanismo non può agire correttamente.

La percezione della profondità Anche la percezione della profondità cioè la possibilità di vedere gli oggetti come tridimensionali , cioè con uno spessore e una profondità rappresenta una capacità scontata per l’essere umano, ma in realtà non lo è affatto in quanto l’immagine che si forma sulla retina è di tipo BIDIMENSIONALE. Alcune informazioni visive però ci forniscono degli indizi , che possiamo distinguere in indizi: - fisiologici e binoculari: indizi che derivano dal confronto fra quello che i due occhi percepiscono; -psicologici e monoculari: indizi che derivano da un singolo occhio.

La percezione della profondità Fra gli indizi FISIOLOGICI ricordiamo: la disparità binoculare, è l’indizio che ci permette di valutare la distanza di un oggetto, questo è possibile in quanto i nostri occhi, essendo situati in punti differenti del nostro viso inviano al cervello delle immagini differenti dell’oggetto che si osserva, questa differenza aumenta quando gli oggetti si avvicinano e diminuisce quando si allontanano. La nostra mente valuta la distanza di un oggetto in base alla differenza fra le immagini retiniche. l’accomodazione del cristallino, la capacità di cambiare forma del cristallino in base alla distanza dell’oggetto per metterlo a fuoco.

La percezione della profondità Fra gli indizi PSICOLOGICI invece ricordiamo: l’interposizione tra due oggetti, per cui quello che copre totalmente o parzialmente l’altro è percepito come più vicino; l’altezza sul piano dell’orizzonte, sotto la linea dell’orizzonte un oggetto posto più in alto di un altro viene percepito come più lontano; la prospettiva lineare,le linee sembrano convergere in un punto in lontananza (punto di fuga) creando così il senso della profondità. il chiaroscuro, per cui le parti illuminate di un oggetto ci sembrano più vicine, quelle scure più lontane la tessitura, gli oggetti con una trama più fitta sono percepiti come più lontani

La percezione della profondità Gli indizi psicologici sono anche detti PITTORICI in quanto servono agli artisti per dare l’effetto della profondità nei loro dipinti. L’Annunciazione di Leonardo Da Vinci ci offre un esempio storico dell’uso della prospettiva lineare, permettendoci di visualizzare il cosiddetto punto cieco.

La percezione della profondità

Le costanze percettive Come abbiamo già visto in precedenza le immagini sulla nostra retina sono capovolte rispetto alle immagini a cui corrispondono. Le costanze percettive sono quei meccanismi per mezzo dei quali la nostra mente corregge l’immagine retinica di un oggetto, per offrircene una percezione stabile e realistica. Le costanze percettive possono essere relative: alla grandezza; alla forma ; al colore.

Le costanze percettive La costanza della grandezza: è quel meccanismo percettivo grazie al quale percepiamo le reali dimensioni di un oggetto correggendo l’effetto prodotto dalla distanza. Se ad esempio proviamo a mettere la nostra mano destra a una certa distanza dal viso e la sinistra più vicina, noi le percepiremo della stessa grandezza nonostante la destra sia più lontana della sinistra. In effetti noi le percepiamo della stessa grandezza , ma sulla nostra retina è in realtà proiettata un immagine di questo tipo:

Le costanze percettive

Le costanze percettive E’ grazie al meccanismo della costanza della grandezza che l’immagine retinica viene corretta e ci permette di percepire le due mani identiche e non una più piccola dell’altra. Il meccanismo della costanza della grandezza funziona però entro un raggio d’azione limitato,oltre una certa distanza infatti gli oggetti più lontani ci appaiono più piccoli, come possiamo sperimentare normalmente nella vita quotidiana.