itolo evento” CORSO ANTIRICICLAGGIO

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itolo evento” CORSO ANTIRICICLAGGIO 1 “Le Regole Tecniche emanate dal Consiglio Nazionale” Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Firenze Firenze, 19 dicembre 2018

itolo evento” CORSO ANTIRICICLAGGIO 2 Regola tecnica n.1 Autovalutazione del rischio (art. 15 e 16 D.Lgs 231/2007) Giorgio Viviani – Dottore Commercialista in Firenze Firenze, 19 dicembre 2018

Giorgio Viviani – Dottore Commercialista in Firenze Risk Based Approach 3 La IV Direttiva CEE recepita con il D.Lgs. 90/2017, modificativo del D.Lgs 231/2007, ha accentuato l’attenzione sull’approccio basato sul rischio tant’è che il Capo IV, “Analisi e valutazione del rischio”, del novellato Decreto è oggi costituito da ben 3 articoli dal 14 al 16. In molti ambiti aziendali le attività di analisi e valutazione del rischio (Risk Assessment) hanno un ruolo fondamentale e propedeutico allo svolgimento di determinate attività: così è nella revisione legale, nei modelli organizzativi D.Lgs. 231/2001, nella normativa ANAC contro la corruzione, nel normativa sulla privacy (Regolamento UE 2016/679). Firenze, 19 dicembre 2018 Giorgio Viviani – Dottore Commercialista in Firenze

Art. 14 Analisi Nazionale del Richio Il D. Lgs. 231/2007 attribuisce al Comitato di Sicurezza Finanziaria (CSF) i seguenti compiti (art. 14): Elaborare l’analisi nazionale triennale del rischio riciclaggio e finanziamento del terrorismo, rilevando le minacce più rilevanti, le vulnerabilità del sistema, i metodi di svolgimento di tali attività ed i settori più esposti; Dicembre 2014, Analisi nazionale dei rischi di riciclaggio e finanziamento del terrorismo, reperibile al seguente link: (http://www.dt.tesoro.it/modules/documenti_it/news/news/Sintesi_NRA_divulgabile_a_soggetti_obbligati_2_ dicembre_2014.pdf) Rendere disponibili i risultati dell’analisi ai soggetti obbligati e agli organismi di autoregolamentazione ai fini della valutazione del rischio; Prensentare al MEF ogni anno la relazione di valutazione dell’attività di prevenzione, i risultati e le proposte (art. 5 co. 7). Ottobre 2017, Relazione al MEF relativa al 2016, reperibile al seguente link: www.dt.tesoro.it/export/sites/sitodt/modules/documenti_it/prevenzione_reati_finanziari/prevenzione_reati_finanziari/RELA ZIONE_2016_completa.pdf) Firenze, 19 dicembre 2018 Giorgio Viviani – Dottore Commercialista in Firenze

Art. 14 Analisi Nazionale del Richio L’analisi nazionale del rischio, elaborata dal CSF, ha l’obiettivo di identificare, analizzare e valutare le minacce di riciclaggio di denaro e di finanziamento del terrorismo, individuando quelle più rilevanti, i metodi di svolgimento di tali attività criminali, le vulnerabilità del sistema nazionale di prevenzione, di investigazione e di repressione di tali fenomeni, e quindi i settori maggiormente esposti a tali rischi allo scopo di mitigarli. Giorgio Viviani – Dottore Commercialista in Firenze

Art. 14 Analisi Nazionale del Richio 6 Dicembre 2014, Analisi nazionale dei rischi di riciclaggio e finanziamento del terrorismo Tabella 1 – Rilevanza della minaccia interna Rilevanza della minaccia Valori dell’indicatore di intensità NON SIGNIFICATIVA 1 POCO SIGNIFICATIVA 2 ABBASTANZA SIGNIFICATIVA 3 MOLTO SIGNIFICATIVA 4 Firenze, 19 dicembre 2018 Giorgio Viviani – Dottore Commercialista in Firenze

Art. 14 Analisi Nazionale del Richio 7 Dicembre 2014, Analisi nazionale dei rischi di riciclaggio e finanziamento del terrorismo Tabella 2 – Intensità delle vulnerabilità relative al sistema economico-sociale Rilevanza della minaccia Valori dell’indicatore di intensità NON SIGNIFICATIVA 1 POCO SIGNIFICATIVA 2 ABBASTANZA SIGNIFICATIVA 3 MOLTO SIGNIFICATIVA 4 Firenze, 19 dicembre 2018 Giorgio Viviani – Dottore Commercialista in Firenze

Art. 14 Analisi Nazionale del Richio 8 Dicembre 2014, Analisi nazionale dei rischi di riciclaggio e finanziamento del terrorismo Tabella 3 – Rischio inerente MINACCIA Molto significativa Molto significativo Abbastanza significativa Abbastanza significativo Poco significativa Poco significativo Non significativa Non significativo Poco significative Abbastanza significative Molto significative CRITICITA’ DI SISTEMA Firenze, 19 dicembre 2018 Giorgio Viviani – Dottore Commercialista in Firenze

Art. 15 Valutazione del rischio da parte dei soggetti obbligati 9 Le autorità di vigilanza e gli organismi di autoregolamentazione dettano criteri e metodologie, commissurate alla natura dell’attività e alle dimensioni dei soggetti obbligati, per l’analisi e valutazione dei rischi. Tale previsione considera quindi le peculiarità dei singoli soggetti obbligati e le esigenze specifiche delle rispettive attività e operatività adottando il principio di gradualità. I soggetti obbligati, adottano procedure oggettive e coerenti rispetto ai criteri di cui sopra, per l’analisi e la valutazione dei rischio. A tal fine vengono tenuti in considerazione i seguenti fattori: Tipologia di clientela; Area geografica di operatività Canali distributivi Servizi offerti Firenze, 19 dicembre 2018 Giorgio Viviani – Dottore Commercialista in Firenze

Art. 15 Valutazione del rischio da parte dei soggetti obbligati 10 Si impone l'adozione di procedure oggettive e coerenti rispetto ai criteri ed alle metodologie ed aggiornate per analizzare e valutare il rischio di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo. La valutazione periodicamente aggiornata è messa a disposizione delle autorità e degli organismi di autoregolamentazione, ai fini dell’esercizio delle rispettive funzioni e dei rispettivi poteri in materia di prevenzione del riciclaggio e di finanziamento del terrorismo. Firenze, 19 dicembre 2018 Giorgio Viviani – Dottore Commercialista in Firenze

Art. 16 Procedure di mitigazione del rischio 11 I soggetti obbligati adottano i presidi e attuano i controlli e le procedure in misura adeguata alla propria natura e dimensione, ai fini della gestione e mitigazione del rischio individuato secondo le prescrizioni fornite dalle autorità di Vigilanza e dagli organismi di autoregolamentazione ai sensi degli artt. 14 e 15. Le autorità di vigilanza di settore e gli organismi di autoregolamentazione individuano i requisiti dimensionali e organizzativi in base ai quali i soggetti obbligati, rispettivamente vigilati e controllati adottino specifici presidi (adeguati alla propria natura e dimensione), controlli e procedure per: La valutazione e gestione del rischio di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo; L’introduzione di una funzione antiriciclaggio, ivi comprese, se adeguate rispetto alle dimensioni e alla natura dell’attività, la nomina di un responsabile della funzione antiriciclaggio e la previsione di una funzione di revisione indipendente per la verifica delle politiche, dei controlli e delle procedure. Firenze, 19 dicembre 2018 Giorgio Viviani – Dottore Commercialista in Firenze

Art. 16 Procedure di mitigazione del rischio 12 I soggetti obbligati adottano misure proporzionate al rischio proprio o della propria attività ed alle specifiche dimensioni al fine di garantire programmi di formazione del personale, finalizzati alla corretta valutazione del rischio, alle procedure da attuare in relazione al rischio medesimo e al riconoscimento delle operazioni sospette. Formazione: programmata e permanente del personale (dipendenti, collaboratori e tirocinanti). Firenze, 19 dicembre 2018 Giorgio Viviani – Dottore Commercialista in Firenze

Art. 11 co. 2 Organismi di Autoregolamentazione 13 Gli Organismi di Autoregolamentazione sono responsabili dell'elaborazione e aggiornamento di regole tecniche, adottate in attuazione del presente decreto previo parere del Comitato di sicurezza finanziaria, in materia di procedure e metodologie di analisi e valutazione del rischio di riciclaggio e finanziamento del terrorismo cui i professionisti sono esposti nell'esercizio della propria attività, di controlli interni, di adeguata verifica, anche semplificata della clientela e di conservazione e, anche attraverso le proprie articolazioni territoriali, garantiscono l'adozione di misure idonee a sanzionarne l'inosservanza e sono sentiti dalla UIF ai fini dell'adozione e dell'aggiornamento degli indicatori di anomalia di cui all'articolo 6, comma 4, lettera e) che li riguardino. I predetti organismi e le loro articolazioni territoriali sono altresì responsabili della formazione e dell'aggiornamento dei propri iscritti in materia di politiche e strumenti di prevenzione del riciclaggio e di finanziamento del terrorismo. Firenze, 19 dicembre 2018 Giorgio Viviani – Dottore Commercialista in Firenze

Art. 11 co. 2 Organismi di Autoregolamentazione 14 Stato dell’arte delle regole tecniche emanate dal CNDCEC 22 Marzo 2018 – Il Consiglio Nazionale ha inviato al Ministero dell’economia e delle finanze il documento “Obblighi di autovalutazione del rischio, adeguata verifica della clientela, conservazione dei documenti, dei dati e delle informazioni: regole tecniche ai sensi dell’art. 11, co. 2, del d.lgs. 231/2007 come modificato dal d.lgs. 25 maggio 2017, n. 90”, al fine di acquisire il parere del Comitato di Sicurezza Finanziaria (CSF) previsto dalla legge. 29 Maggio 2018 – Convocazione del CNDCEC al Ministero per un primo confronto sul documento, assieme a UIF e GdF. All’esito dell’incontro sono state apportate alcune modifiche al documento. 13 Giugno 2018 – Trasmissione del documento modificato al CSF. 17 Luglio 2018 – Le regole tecniche del CNDCEC sono state ufficialmente rimesse alla valutazione del CSF in composizione plenaria. Firenze, 19 dicembre 2018 Giorgio Viviani – Dottore Commercialista in Firenze

Autovalutazione del Rischio 15 L’autovalutazione del rischio è un adempimento proprio dei professionisti obbligati e non è delegabile. La figura del responsabile antiriciclaggio assiste il professionista al fine di gestire e mitigare il rischio residuo. A tal fine i professionisti valutano il Rischio Inerente all’attività (R.I), inteso quale rischio correlato alla probabilità che l’evento possa verificarsi e alle sue conseguenze, nonché la Vulnerabilità intesa come l’adeguatezza dell’assetto organizzativo e dei presidi, al fine di determinare il rischio residuo (R.R) e adottare procedure per la gestione e la mitigazione del rischio. Firenze, 20 febbraio 2018 Giorgio Viviani – Dottore Commercialista in Firenze

Autovalutazione del Rischio 16 L’Autovalutazione del rischio richiede le seguenti analisi: Rischio inerente Vulnerabilità Rischio residuo Firenze, 19 dicembre 2018 Giorgio Viviani – Dottore Commercialista in Firenze

Autovalutazione del Rischio 17 Per le valutazioni può essere presa a base una scala graduata di 4 livelli: Rilevanza Valori dell’indicatore di intensità NON SIGNIFICATIVA 1 POCO SIGNIFICATIVA 2 ABBASTANZA SIGNIFICATIVA 3 MOLTO SIGNIFICATIVA 4 Firenze, 19 dicembre 2018 Giorgio Viviani – Dottore Commercialista in Firenze

Autovalutazione del Rischio – 1) Rischio Inerente 18 Per la valutazione del rischio inerente devono essere considerati i 4 fattori seguenti (art. 15 co. 2): Tipologia di clientela Area geografica di operatività Canali distributivi Servizi offerti Firenze, 19 dicembre 2018 Giorgio Viviani – Dottore Commercialista in Firenze

Autovalutazione del Rischio – 1) Rischio Inerente 19 La media dei punteggi (scala di 4) assegnati ai 4 fattori di rischio determinano il rischio inerente: esempio Valutazione del rischio inerente: 2 – POCO SIGNIFICATIVA 1. Tipologia di clientela 2 2. Area geografica di operatività 3 3. Canali distributivi 1 4. Servizi offerti MEDIA ARITMETICA DEI PUNTEGGI Firenze, 19 dicembre 2018 Giorgio Viviani – Dottore Commercialista in Firenze

Autovalutazione del Rischio – 2) Vulnerabilità 20 L’analisi dell’adeguatezza dell’assetto organizzativo e dei presidi consente di individuare eventuali vulnerabilità ovvero le carenze che permettono che il rischio inerente si concretizzi in fenomeni di riciclaggio/fdt non rilevati. Il grado di vulnerabilità dello studio professionale nel suo complesso dipende dall’efficacia dei seguenti elementi: Formazione Organizzazione degli adempimenti di adeguata verifica della clientela Organizzazione degli adempimenti relativi alla conservazione dei documenti, dati e informazioni Organizzazione in materia di segnalazione di operazioni sospette e comunicazione delle violazioni alle norme sull’uso del contante Firenze, 19 dicembre 2018 Giorgio Viviani – Dottore Commercialista in Firenze

Autovalutazione del Rischio – 2) Vulnerabilità 21 La media dei punteggi (scala di 4) assegnati ai 4 fattori di rischio determinano la vulnerabilità: esempio Valutazione della vulnerabilità: 3 – ABBASTANZA SIGNIFICATIVA Formazione 3 2. Organizzazione degli adempimenti di adeguata verifica della clientela 4 3. Organizzazione degli adempimenti relativi alla conservazione dei documenti, dati e informazioni 4. Organizzazione in materia di segnalazione di operazioni sospette e comunicazione delle violazioni alle norme sull’uso del contante 2 MEDIA ARITMETICA DEI PUNTEGGI Firenze, 19 dicembre 2018 Giorgio Viviani – Dottore Commercialista in Firenze

Autovalutazione del Rischio – 3) Rischio Residuo 22 La determinazione del rischio residuo avviene mediante l’utilizzo di una matrice che prende in considerazione sia i valori del rischio inerente sia quelli della vulnerabilità, basata su una ponderazione del 40% (rischio inerente) / 60% (vulnerabilità), muovendo dal presupposto che la componente di vulnerabilità abbia più rilevanza nel determinare il livello di rischio residuo: esempio Valutazione del rischio inerente 2 40% Valutazione della vulnerabilità 3 60% MEDIA PONDERATA DEI PUNTEGGI 2,6 Valutazione del rischio residuo: 2,6 – ABBASTANZA SIGNIFICATIVO Firenze, 19 dicembre 2018 Giorgio Viviani – Dottore Commercialista in Firenze

Autovalutazione del Rischio – 3) Rischio Residuo 23 Il valore del rischio residuo è determinato sulla base della seguente scala graduata: Valori ponderati Livello di rischio residuo 1 – 1,5 NON SIGNIFICATIVO 1,6 – 2,5 POCO SIGNIFICATIVO 2,6 – 3,5 ABBASTANZA SIGNIFICATIVO 3,6 – 4 MOLTO SIGNIFICATIVO Firenze, 19 dicembre 2018 Giorgio Viviani – Dottore Commercialista in Firenze

Autovalutazione del Rischio – 3) Rischio Residuo 24 In sintesi, la valutazione del rischio residuo si ottiene dall’intersezione del valore di rischio inerente e di vulnerabilità ponderate secondo la seguente matrice ponderata: Nel caso sopra prospettato si ottiene un valore di rischio residuo pari a 2,6 che in base alla scala graduata risulta essere ABBASTANZA SIGNFICATIVO RISCHIO INERENTE Molto significativo 2,2 2,8 3,4 4 Abbastanza significativo 1,8 2,4 3 3,6 Poco significativo 1,4 2 2,6 3,2 Non significativo 1 1,6 Non significativa Poco significativa Abbastanza significativa Molto significativa VULNERABILITA’ Firenze, 19 dicembre 2018 Giorgio Viviani – Dottore Commercialista in Firenze

Autovalutazione del Rischio 25 Si ritiene che la valutazione del rischio debba essere fatta con periodicità triennale, considerato che hanno cadenza triennale: la relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sulla valutazione dei rischi del riciclaggio di denaro e del finanziamento del terrorismo che incidono sul mercato interno e relativi alle attività transfrontaliere; l’analisi nazionale dei rischi di riciclaggio e finanziamento del terrorismo a cura del Comitato di Sicurezza Finanziaria. Firenze, 19 dicembre 2018 Giorgio Viviani – Dottore Commercialista in Firenze

Autovalutazione del Rischio 26 La documentazione relativa all’autovalutazione deve essere conservata e messa a disposizione delle Autorità di cui all’art. 21, co. 2, lett. a), d.lgs. 231/2007: - Ministero dell’economia e delle finanze; Autorità di vigilanza di settore; Unità di informazione finanziaria per l’Italia; Direzione investigativa antimafia; Guardia di finanza attraverso il Nucleo Speciale Polizia Valutaria. e degli Organismi di Autoregolamentazione. Firenze, 19 dicembre 2018 Giorgio Viviani – Dottore Commercialista in Firenze

GRAZIE PER L’ATTENZIONE Giorgio Viviani Dottore commercialista in Firenze Vice presidente Corso Antiriciclaggio giorgio@vivianistudio.it