O’ Maé Riassunto in vignette del libro di Luigi Garlando Anno scolastico 2018-2019 Lavoro realizzato dalla classe 3^D
Sto per affrontare il momento più importate di tutta la mia vita: la finale italiana di judo. Ma sarebbe opportuno partire dall’ inizio…
A Scampia avevo un lavoro, insieme ai miei amici giravamo per il quartiere su un motorino a rubare i portafogli agli abitanti distratti, la sera invece ero colui che avvisava tutta l’organizzazione se in quel momento erano in visita i carabinieri: facevo la sentinella per la Camorra.
Sono sicuro che ti divertirai Filippo! PALESTRA MADDALONI Tutto è iniziato il giorno in cui mio Zio, detto da tutti Zio Bianco, mi accompagnò per la prima volta nella palestra di judo della mia città, la palestra del grande Maddaloni. All’inizio non ero molto convinto, ma decisi comunque di provare.
detto da tutti i ragazzi Gianni Maddaloni, detto da tutti i ragazzi di Scampia ‘O Maè Lui è ‘O Maé ed è proprietario della palestra di judo Maddaloni. Ha un’aria molto simpatica, ma quando c’è da impegnarsi e allenarsi diventa molto severo. È un esempio per tutti coloro che decidono di intraprendere il judo. C’è da sapere una cosa importante però: non bisogna tradire la sua fiducia.
Omero era un ragazzo che andava all’università e che purtroppo era cieco, ma non per questo era meno forte a judo. Mi insegnò nuove tecniche fondamentali che non conoscevo. Diventò anche un grande amico, era colui a cui confessavo tutto ciò che mi passava per la testa.
La sera di Capodanno venimmo invitati da Toni Hollywood alla sua festa La sera di Capodanno venimmo invitati da Toni Hollywood alla sua festa. Toni Hollywood veniva chiamato così perché era la persona più ricca e potente di Scampia, era anche il capo di mio fratello maggiore Carmine. Io e mio fratello ci vestimmo elegantemente e, tra ricchezza e spensieratezza, passammo un capodanno stupendo.
Oltre al judo avevo un’altra grande passione, il pianoforte Oltre al judo avevo un’altra grande passione, il pianoforte. Non avendone uno, il mio professore di musica mi permetteva, ogni volta che ne sentissi il bisogno, di andare a casa sua per suonarlo. Lì incontrai per la prima volta Ginevra.
Piano piano iniziai a frequentare sempre di più Ginevra e così scoprii che anche lei aveva una grande passione per il judo. Ginevra iniziò a trasmettermi un’altra passione, quella della lettura, cosa che non mi aveva mai preso prima.
… se non si rispettano si rischia di venir cacciati dalla palestra. Dovete sapere che il clan di Maddaloni ha delle regole ben precise da rispettare… … se non si rispettano si rischia di venir cacciati dalla palestra.
Avevo fatto un grave errore, avevo disubbidito a una regola del Clan di Maddaloni; a causa di ciò venni allontanato dalla palestra. Dopo numerose suppliche da parte di Omero e Ginevra, o’ Mae’ mi fece entrare nuovamente nel clan e, dato che il mio judogi era stato distrutto, fu lui a donarmi quello di suo figlio Pino, il grande campione: il judogi blu.
Ed eccomi arrivato qui, dopo allenamenti su allenamenti e sfide su sfide, alla finale mondiale di judo. Dall’altra parte della transenna ci sono i miei compagni di squadra, i miei allenatori e i miei amici; le telecamere stanno riprendendo in diretta e io sono pronto, sono pronto a portare a casa il premio che da tanto aspetto.
Il destino non è un’ombra legata al piede Il destino non è un’ombra legata al piede. E’ solo un chewing-gum sotto la scarpa. Se uno vuole, se lo stacca. – ‘O Mae’
Lavoro realizzato dalla classe 3^D Testi Simone Barbagallo Matteo Convertino Sofia Cucu Martina Filincieri Illustrazioni