Corso di Laurea in Ottica e Optometria, Università di Padova

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Transcript della presentazione:

Corso di Laurea in Ottica e Optometria, Università di Padova Insegnamento di Biologia Prof. Stefania Bortoluzzi, Dr. Francesca Boaretto

Estrazione di DNA Determinare il pedigree di razze e semi Estrazione di DNA da osso di Neandertal Identificare specie protette e in via di estinzione Identificare potenziali sospettati, scagionare persone accusate, identificare vittime Stabilire la paternità o altre relazioni familiari Autenticare alimenti

Tessuti (biopsie, in paraffina, villi coriali) Diagnostica molecolare Ricerca di base Sangue (leucociti) Tessuti (biopsie, in paraffina, villi coriali) Liquidi biologici: - urina, feci - liquor - saliva - liquido amniotico Bulbo di capello, unghie

Estrazione di DNA Il DNA può essere estratto da ogni tipo di cellula o tessuto. L'estrazione e la purificazione di acidi nucleici da un materiale biologico richiedono: la lisi della membrana delle cellule, l'inattivazione delle nucleasi cellulari e la separazione dell'acido nucleico dai residui cellulari

Estrazione di DNA da saliva Fasi 1. Lisi cellulare ed inattivazione delle nucleasi 2. Purificazione del DNA 3. Precipitazione del DNA 4. Valutazione qualitativa DNA estratto

1. Lisi cellulare - Disgregazione meccanica: Scopo: liberare il DNA dai nuclei e dalle proteine istoniche e di inattivare le nucleasi - Disgregazione meccanica: - omogenizzazione - Trattamento con agenti chimici: - detergenti (SDS, Nonidet P40) - agenti caotropici (urea, ioduro di sodio, guanidina tiocianato) - Digestione enzimatica: - proteinasi K

2. Purificazione DNA - Metodo del salting out Scopo: separare il DNA dalle componenti cellulari (proteine, lipidi, polisaccaridi) e da sostanze interferenti - Metodo del salting out Utilizza alte concentrazioni saline per rimuovere le proteine (NaCl saturo) - Utilizzo di solventi organici Cloroformio (solubilizza i lipidi)

3. Precipitazione DNA - Trattamento con alcoli Scopo: concentrare, desalificare e recuperare il DNA in forma solida permettendone il successivo ridiscioglimento nella soluzione desiderata - Trattamento con alcoli - etanolo: in presenza di alte concentrazioni di sali monovalenti (sodio acetato, ammonio acetato) - isopropanolo: non richiede alte concentrazioni saline ma è meno facilmente eliminabile dell’etanolo

Protocollo da noi utilizzato Lisi campione - Tampone di lisi (SDS, EDTA) - Proteinasi K - incubazione a 55°C e inattivazione Proteinasi K a 100°C - SDS Purificazione DNA - NaCl saturo per il salting-out - Cloroformio - Centrifugazione - 3 fasi: -fase acquosa contenente DNA -interfaccia contenente proteine denaturate -fase organica contenente i lipidi - Prelevare la fase acquosa superiore Precipitazione DNA - Isopropanolo: precipitazione DNA (formazione flocculo) - 2 lavaggi pellet con etanolo 70 % - Evaporazione etanolo a provetta aperta - Risospensione in H2O milliQ

Precauzioni da usare per evitare la Frammentazione del DNA Danneggiamento a causa sollecitazioni meccaniche - maneggiare con delicatezza - no vortex a velocità elevata - no pipettamento eccessivo e vigoroso Digestione da parte di nucleasi cellulari - lavorare con i guanti - soluzioni e materiali sterili - soluzioni contenenti EDTA

4. Valutazione qualitativa DNA estratto mediante gel elettroforesi Per poter visualizzare il DNA su un gel, altrimenti invisibile, bisogna colorarlo con un agente intercalante che emette fluorescenza quando eccitato a lunghezze d’onda ultraviolette (EtidoBromuro sostituito dal GelRed) - I gel più utilizzati sono quelli di agarosio con concentrazioni 0,7 - 2% p/v - A basse concentrazioni si risolvono meglio i pesi molecolari alti (es. DNA genomico) - Ad alte concentrazioni si risolvono meglio i pesi molecolari bassi (amplificati di PCR)

4. Valutazione qualitativa DNA estratto mediante gel elettroforesi E’ possibile separare per taglia e visualizzare il DNA mediante elettroforesi in gel di agarosio. Elettroforesi  movimento di particelle cariche in un fluido per effetto di un campo elettrico. A pH 7 il DNA carico - migra verso il polo + Utilizzando come medium un fluido viscoso, le molecole migrano a diversa velocità in base non solo alla carica netta, ma anche ad altre caratteristiche quali la dimensione (velocità inversamente proporzionale e lunghezza). http://ebook.scuola.zanichelli.it/sadavabiologia/section-8/document-72

4. Valutazione qualitativa DNA estratto mediante gel elettroforesi Si miscela il DNA estratto con una soluzione di caricamento con diverse funzioni: Sostanza pesante facilita il caricamento nei pozzetti della miscela. Il DNA non e’ visibile: Per poter osservare l’andamento della corsa si una una molecola colorata, visibile a occhio nudo, che migra come un frammento molto leggero Per poter osservare il DNA si usano dei “coloranti”, molecole intercalanti fluorescenti all’UV (GelRed). Si osserva quindi il gel dopo la corsa al transilluminatore UV. http://ebook.scuola.zanichelli.it/sadavabiologia/section-8/document-72

1KB DNA mass ladder (Invitrogen) Miscela di frammneti di DNA di lunghezza nota fornisce uno Standard interno di dimensione nella corsa Caricare 10 µl per lane.

4. Valutazione qualitativa DNA estratto

Allestimento di colture batteriche

Allestimento di colture batteriche Scopi esercitazione Tecniche di semina Diluizioni progressive e semina per calcolo carica batterica di un campione (Escherichia coli, un comune batterio intestinale, ceppo di laboratorio).

Allestimento di colture batteriche Come procedere 1. Semina con la tecnica di trasferimento per striscio su piastra (piastratura da terreno solido a terreno solido). Scopo: isolamento di cloni da una patina di crescita batterica.

Allestimento di colture batteriche Come procedere 2. Semina con tecniche di trasferimento da una sospensione di batteri a un terreno solido 2.1. EFFETTUARE DILUIZIONI PROGRESSIVE

Allestimento di colture batteriche Come procedere 2.4. SEMINARE LE DILUIZIONI INDICATE USANDO LE ANSE IN VETRO LE PALLINE

Allestimento di colture batteriche Come procedere 2.5. IN BASE A NUMERO DI COLONIE OSSERVATE, DILUIZIONE UTILIZZATA, CALCOLARE LA CARICA BATTERICA DELLA SOLUZIONE MADRE in CFU/ml