Il mercato nel pensiero economico Lezione 6 Marx (1)

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Transcript della presentazione:

Il mercato nel pensiero economico Lezione 6 Marx (1) Paolo Paesani DEF Tor Vergata

Profilo biografico Nascita: Treviri 5 giugno 1818 Le radici familiari e la prima formazione borghese in Germania Dal liberalismo al comunismo: giornalismo, la vita di un esule, l’incontro con Engels L’esilio a Londra e la nascita del capitale, difficoltà materiali e attività politica, nascita della prima Internazionale Il “Capitale” (1867-1894), Tre volumi di cui solo il primo pubblicato durante la vita di Marx, Opera più importante di Marx fra molte altre (fra cui saggi di storia del pensiero economico) Gli ultimi anni Morte 14 marzo 1883 (anno di nascita di Keynes e Schumpeter)

Contesto Europa inquieta tra rivoluzione e restaurazione Rivoluzione industriale e consolidamento del capitalismo “Nasce” il mercato del lavoro Il caso inglese: dall’Act of Settlement (1662-1795) allo Speenhamland Act (1795-1834). Mobilità del lavoro e sostegno comunitario: liberalizzazione graduale della prima e mantenimento del secondo (sussidio occulto ai capitalisti) Il lavoro (manodopera) come merce: oggetto di scambio impersonale all’interno di un mercato competitivo in cambio di un salari

Marx come «cantore» del capitalismo e della sua fine (1) Capitalismo come “moltiplicatore” della produzione Divisione del lavoro, economie di scala, meccanizzazione Separazione tra proprietà dei mezzi di produzione (che appartengono ai capitalisti) e forza lavoro (che appartiene ai lavoratori che non possiedono niente altro che quello) Elemento distintivo del capitalismo rispetto alla fase pre-capitalistica in cui l’artigiano possiede i mezzi di produzione Contraddizioni interne e crisi (ne riparleremo) Dal capitalismo al socialismo (abolizione della proprietà privata dei mezzi di produzione). Dal socialismo al comunismo (Ciascuno secondo le sue possibilità, a ciascuno secondo i suoi bisogni)

Marx come «cantore» del capitalismo e della sua fine (2) Marx vede il capitalismo come un prodotto della storia e gli attribuisce la funzione storica di liberare la società dalle incrostazioni dell’ancien régime. In questo senso, l’avvento del capitalismo è permeato da un senso di libertà, intesa come fine dei privilegi di nascita e delle superstizioni del passato. Es. Abolizione dello strapotere delle caste nell’India conquistata dal capitalismo britannico. Perfino il socialismo, se è possibile, lo è perché c’è il capitalismo (con le sue contraddizioni interne che a Marx non sfuggono certamente).

Valore e prezzo (1) Valore come proprietà “assoluta” di una merce Valore d’uso = Proprietà di una merce di essere utile cioè di soddisfare bisogni umani Valore di scambio = Proprietà di una merce di essere scambiata con le altre merci (e con la moneta) secondo un determinato rapporto di proporzionalità. Il valore di scambio è basato sul lavoro socialmente necessario incorporato in ogni merce (lavoro come base del valore)

Valore e prezzo (2) Prezzo come manifestazione (trasformazione) del valore di scambio all’interno del mercato Prezzo di produzione (nell’ipotesi che tutti i capitalisti realizzino lo stesso profitto per unità di capitale complessivo utilizzato) Prezzo di mercato come manifestazione di squilibri tra domanda e offerta. Può differire dal prezzo di produzione (come in Smith e in Ricardo i prezzi di mercato possono differire dal prezzo normale) Il problema della trasformazione di valori in prezzi (non ci entriamo)

Circolazione delle merci e del denaro (1) Il circuito (elementare) dello scambio M-D-M’ M-D = Vendita D-M’ = Acquisto M e M’ stesso valore di scambio (quantità di lavoro “vivo” e “morto” incorporato nelle due merci) ma diverso valore d’uso D = intermediario degli scambi e mezzo di pagamento (strumento non obiettivo) Il circuito M-D-M’ si riferisce allo scambio visto dalla prospettiva del consumatore, che vende qualcosa per comprare qualcos’altro.

Circolazione delle merci e del denaro (2) Il circuito (capitalistico) D-M-D’ con l’obiettivo che D’>D Il circuito D-M-D’ si riferisce allo scambio visto dalla prospettiva del mondo degli affari che si separa dal denaro per ottenerne di più (l’obiettivo è il denaro, cioè il profitto, e la produzione/circolazione sono mezzi per ottenerlo) La forza lavoro come merce M capace di produrre un valore di scambio superiore a quello che il capitalista ha pagato (pluslavoro, plusvalore) La giornata di lavoro a-b-c (v. Lunghini 2012, p. 54) “Il capitalista compera agli stessi operai, a quanto sembra, il loro lavoro con del denaro. Per denaro essi gli vendono il loro lavoro. Ma ciò non è che l’apparenza. Ciò che essi in realtà vendono al capitalista per una somma di denaro è la loro forza lavoro. [...] La forza lavoro è dunque una merce, che il suo possessore, il salariato, vende al capitale. Perché la vende? Per vivere” (Lavoro salariato e capitale, Editori Riuniti, Roma 1957, p. 31)