Dialettica dell’Intelligenza generale Intelligenza generale collettiva e capitale fisso costituiscono una relazione inscindibile.
Mediazione della forma sociale-economica Non si producono «direttamente» valori d’uso nonostante la potenzialità possibile. Produzione e consumo sono basati sul capitale, il cui presupposto è: lavoro necessario in quanto lavoro posto dal e per il pluslavoro. Presupposta è: disuguaglianza, disarmonia, contraddizione. Il processo lavorativo è mezzo al fine del processo di valorizzazione, unico, indivisibile.
Capitale fisso o circolante: carattere materiale, valore d’uso del capitale come «cosa». Capitale: rapporto sociale. Capitale variabile: forma di valore, funzione del capitale. Le forme sociali del lavoro sono indipendenti dai singoli lavoratori; si contrappongono loro come figure del capitale. La capacità lavorativa viene modificata da queste forme; diviene impotente al loro esterno o proprio distrutta. Con lo sviluppo delle macchine viene sostituita, oppressa, resa superflua. Analogamente per la natura e la scienza, quale prodotto del «generale sviluppo storico nella sua essenza astratta».
Tutta la scienza realizzata appare come capitale Il lavoro sociale: scienza e forze della natura, prodotti del lavoro passato paiono solo come mezzi di sfruttamento del lavoro vivo, come forze del capitale. Capitale e lavoro: eguali possessori di merci. Premessa (circolazione) e risultato (processo di produzione reale). Unità immediata di «processo lavorativo» e di «valorizzazione», come la merce unità immediata di «valore d’uso» e di «scambio». Processo lavorativo mezzo al fine della valorizzazione. La merce ha un’esistenza doppia. Il suo valore di scambio appare come unità (sdoppiata), come forma autonoma, indipendente dal valore d’uso; «pura esistenza del tempo di lavoro sociale oggettivato», come prezzo, nel denaro, in quanto moneta di conto.
Dominio anche tecnologico con lo sviluppo delle macchine Le macchine, fondate sul lavoro sociale, si contrappongono ai lavoratori come potenze del capitale, cui paiono incorporate. Anche il consumo dei lavoratori si presenta come «riproduzione – indiretta – del capitale», dei rapporti in cui esso è capitale. Duplice riproduzione del capitale: 1) nella sua forma propria; 2) nel consumo dei lavoratori che riproducono f-l viva. Riproduzione del rapporto. Feticismo: parvenza oggettiva delle determinazioni sociali del lavoro.
Lavoro intellettuale e manuale Dalla loro unità originaria alla scissione antagonistica. Da «prodotto immediato» del produttore individuale a «prodotto sociale», comune, di un «lavoratore complessivo» dovuto al lavoro combinato. Si diventa organi di un lavoratore che compie qualsiasi funzione subordinata al processo di produzione. Incremento della «produttività del capitale». La produttività del lavoro diventa produttività del capitale, come il valore di scambio delle merci si fissa nel denaro. Il lavoro nella sua esistenza immediata, separato dal capitale, non è produttivo.
Transustanziazione di capitale e lavoro salariato Trasposizione della produttività del lavoro. Il capitale rende estranee ai lavoratori le loro stesse forze. Produzione e appropriazione del sapere come merce capitalistica, nel predominio capitalistico. In quanto valore («immateriale»), il prodotto è incorporazione del lavoro sociale, cioè trasformabile da un valore d’uso all’altro. (Ricardo, Sismondi, ecc. p. 262). Il lavoro privato (solo se alienato) deve rappresentarsi come il suo contrario, come lavoro sociale, astrattamente generale. Necessità di trasformare una merce in denaro (misura del valore nel prezzo).
Produzione e appropriazione del «sapere» Il processo intellettivo è merce determinata capitalistica. «Indifferenza concreta» della produzione (sapore del grano). Rapporto tra lavoro oggettivato in valori d’uso, passato, morto e lavoro vivo, che si oggettiva nel presente, operante. Acquistata la f-l con capitale variabile è assorbita poi come capitale fisso (funzionalmente capitale costante). Oggettualità del capitale in termini fisici (ammortamento). In termini di valore la f-l è capitale variabile «circolante». Nel sistema automatico di macchine la f-l è incorporata, «succhiata» anche per cicli successivi. Forma funzionale unica di f-l integrata, peculiare (tecnica, scientifica, artistica), specializzata.
Lavoro dipendente Tutto il lavoro – manuale, mentale, di ricerca, ecc. -, f-l viva salariata, pagata con capitale variabile è incorporato al capitale fisso. Se il lavoro è produttivo anche il capitale fisso lo è (ha succhiato lavoro produttivo) divenendo «produttività morta». Il «corpo collettivo» in cui avviene l’incorporazione non è quello sociale generale, ma quello neocorporativo, privato capitalistico, rendendo il capitale fisso capace di valorizzarsi proprio dal maggior valore ottenuto dal lavoro vivo assorbito. A.Smith: «l’officina considerata come una macchina le cui parti sono umani».
«Fondo» del profitto o processo di valorizzazione Se il lavoro passato «assorbe» lavoro vivo si valorizza. Sua metamorfosi in capitale variabile: da grandezza di valore costante in variabile o processo. Trasformazione della sostanza del lavoro vivo nel corpo di quello morto del capitale (oggettualmente «fisso» e funzionalmente «costante»), nella «funzionalità» di «capitale variabile». «Diventa una grandezza di valore in processo». Un sistema automatico di macchine (forza motrice che muove sé stessa) è costituito da organi meccanici e intellettuali, di cui i lavoratori sono soltanto organi coscienti di esso. Esistenza mutata adeguata al c. fisso del mezzo di lavoro non più immediato.
Assorbimento del cervello sociale nel capitale fisso Accumulazione di scienza e abilità come mezzo di produzione (lato materiale). Subordinazione strutturata. Come valore d’uso è condizione tecnologica per l’avanzamento produttivo. Sua scissione nella sua determinazione formale: materie prime o prodotto (c. circolante) e mezzi di lavoro (c. fisso) sono valori costanti, mentre lavoro vivo è valore variabile (c. variabile). Differenza qualitativa del c. stesso. Pluslavoro è forma particolare di valore d’uso oggettivato come lavoro sociale generale interno alla valorizzazione. La natura diventa un oggetto utile e la conoscenza teoretica diventa astuzia per la sua subordinazione.
La conoscenza (ombra) è separata dal lavoro (corpo) a lei contrapposto. La classe che è potenza materiale dominante lo è anche in ambito spirituale, ideale. Contraddizioni dovute al procedere anarchico (privo di socialità e regole universali) in cui la concorrenza è presupposta. Il socialismo scientifico riconosce i rapporti di proprietà in cui si sviluppa la forma di movimento della teoria del valore e pv, con la peculiarità del valore d’uso della f-l.
Dialettica dell’Intelligenza generale 2 «General intellect» del ‘57-’58, Londra: fino a qual punto knowledge o sapere sociale generale sia diventato «forza produttiva immediata»
«General intellect» e Das Kapital: kollektive intelligenz, soziales wissen Connessione tra manoscritti (inediti o postumi) e edito, sul fondamento della base economica. Lenin: contro il dilettantismo, comprendere a fondo situazioni sociali, politiche, economiche. Labriola: sbandano intellettuali, non marxisti. «Dominio dell’astratto»: differenza specifica. Conoscere il concreto, determinante v. d’uso. Conoscenze tecnico-scientifiche ridotte a merce, (V nella figura circolante); incorporate nel C fisso. Si fissa qui la variabilità da sfruttare di lavoro vivo. V mutato nella forma impropria di C fisso.
Le macchine non coincidono con il loro uso capitalistico A) Capacità lavorative «sociali generali» sono capitale variabile (figura circolante). B) come «forza produttiva immediata» sono incorporate nel capitale fisso. V si è mutato in una forma impropria di C fisso. Forma collettiva e non separata individualmente (non si è produttivi). Sviluppo delle condizioni materiali di produttività, ma non di quelle sociali. L’invenzione diventa un’attività economica. Impiego tecnologico della scienza. Il lavoro immediato ridotto a un momento del processo.
La produzione di ricchezza dipende sempre più da scienza e tecnologia. Tendenza: dipende sempre meno dal tempo e dalla quantità di lavoro impiegato. Accanto al processo di produzione, è appropriata la produttività generale dell’individuo sociale (il lavoro singolo è come soppresso, produttivo solo nei lavori collettivi). Nuova base produttiva con le macchine. La tendenza è il superamento della base miserabile del furto odierno di lavoro altrui. Si gettano le basi materiali della sua dissoluzione; si sopprime la sua giustificazione storica come forma necessaria dello sviluppo economico.
Scienza nelle macchine si presenta come scienza altrui Forze produttive generali del cervello sociale sono assorbite nel capitale, sua proprietà, C fisso. Funzione cambiata: il mezzo di lavoro soppresso nella forma immediata è C fisso nella macchina. «Mutamento formale» nel sistema automatico di macchine. Superfluità dei lavoratori; impiego tecnologico della scienza. Occultamento nelle leggi sul lavoro. Capitale mediatore tra i lavoratori come C circolante (ricambio necessario al lavoratore).
(1992) Rivoluzione industriale dell’automazione e del controllo Flessibilità del processo connessa a flessibilità della f-l e macchine (ohnismo). Multifunzionalità di lavoro e macchine (MTM). Diverse macchine in sequenza a un solo lavoratore (1 ora=60min.). 0 scorte. Just in time. Indotto gerarchizzato. Centralizzazione del grande C monopolistico finanziario. Controllo sul sindacato. Assenze non pagate sostituite con ferie. Straordinario (karoshi). Esercito di riserva. Assorbimento delle oscillazioni di mercato. «Sforzi supplementari». «Prestito di lavoratori». Riduzione del salario base. Dimissioni volontarie. Salari individualizzati. Share economy. Flessibilità salariale e lavorativa. Consenso.
Produzione per la produzione come fine in sé Prima nella sottomissione formale e poi nella sottomissione reale del lavoro al capitale. Produzione non limitata dai bisogni, ma dal suo carattere antagonistico a spese dell’uomo, da cui: crisi, sovrapproduzione, ecc.
Produttività del lavoro come massimo di prodotto con minimo di lavoro Scala della produzione sempre crescente in cui aumenti al massimo il lavoro non pagato. Legge del valore: a) non incorporare nel prodotto più lavoro di quanto socialmente necessario, b) abbassare il valore individuale della sua merce al di sotto del suo valore socialmente stabilito, per infrangere questa legge o volgerla a proprio vantaggio. L’utilizzazione collettiva e simultanea delle condizioni di produzione collettive abbassa il loro valore relativo (in rapporto al prodotto) quanto più la loro massa assoluta di valore cresce.
Lavoro produttivo e improduttivo di plusvalore, non di valori d’uso. Solo il lavoro consumato direttamente nel processo di produzione è produttivo. In un incremento addizionale di merci per il capitalista. C+ΔC=C+Δv: lavoro come mezzo alla produzione di pv. 1) Primo presupposto: la f-l è venduta come lavoro vivo, non merce. Sempre più socialmente combinata, cooperano come macchina produttiva totale più funzioni della f-l (ingegnere, tecnico..). Fabbrica: lavoratore collettivo, trasformazione immediata di pv in C. 2) Secondo presupposto: la f-l e suo lavoro direttamente incorporati come fattori viventi generatori di valore e pv. Oggettivazione di grandezza di valore fluida.
Ogni lavoratore produttivo è salariato, ma non ogni salariato è produttivo Se consumato come valore d’uso, come servizio, pagato con reddito, mezzo di circolazione. Lavoro produttivo è socialmente determinato, si scambia con denaro in quanto capitale. Specifico rapporto tra lavoro oggettivato e lavoro vivo. Al capitale non interessa se il lavoro è utile, ma se il valore d’uso del lavoro erogato crea valore di scambio o pv. Il processo lavorativo considerato non in astratto, ma nella specificità storica in cui il prodotto immediato del produttore individuale si trasforma in prodotto sociale di personale combinato da lavoro. Il lavoratore è mezzo per la valorizzazione (disgrazia), non c’è rapporto tra attività e effetto utile. Fisiocratici: solo il lavoro agricolo è produttivo.
Stesso contenuto di lavoro produttivo o improduttivo Scrittore, cantante, insegnante…. Produttivi se producono direttamente capitale (forme di transizione verso il mdp capitalistico). Lavori produttivi creano prodotti destinati a consumi improduttivi, privi di valore d’uso per il processo di riproduzione.
L’unità del sistema di macchine esiste nel macchinario semovente Il lavoratore si ritiene attività singola e insignificante. Scompare nel prodotto anche il v.d’uso in quanto portatore di valore. Il lavoro oggettivato nelle macchine si presenta come la produttività stessa. Macchine e c. fisso: forma più adeguata del C. in generale. Come «dono naturale del lavoro sociale». L’invenzione diventa attività economica. Operazioni meccaniche basate sulla divisione del lavoro. Il lavoro è collettivo e combinato.
Rovesciamento dello scambio con lavoro vivo, causa del valore Il salario è formato dalla coesistenza simultanea del lavoro di altri, ma si presenta come anticipo del capitale. M-D-M: l’uso capitalistico della f-l è «quel che verrà poi». Unica merce non capitalistica. Riproduzione dei rapporti dello scambio formale. Comprata come lavoro oggettivato, effetto. Come materia prima. Rovesciamento, occulta lo scambio reale. Sparisce la diversità delle classi e lo sfruttamento. Rivolgersi ai lavoratori con idee rigorosamente scientifiche e teorie concrete per non gettarli in braccio ai capitalisti! (Lo spettro del ‘48).
Teorie borghesi S. Latouche, J.P. Fitoussi, A. Gorz (decrescita felice). F.P. Ramsey: bliss point/nirvana misurazione alternativa (felicità) del pil. W.Leonṫev. Von Neumann: macchina automatica con supposta «intelligenza artificiale». Nash: equilibrio oligopolistico non competitivo. Turing: macchina universale (1936). Il cervello sociale è assorbito nel corpo collettivo del capitale.
Immaterialismo, capitale cognitivo reddito di cittadinanza (diritto di appartenenza) Percezione. G. Berkeley. Finanziarizzazione: centralizzazione del capitale industriale e poi fase speculativa. Redistribuzione che richiederebbe un rovesciamento dei rapporti di classe. Dislocazione e non deindustrializzazione. Destutt de Tracy: Immateriale è «intangibile». Improduttivo e immateriale. Il reale è rimosso quale manifestazione soggettiva e dilegua la conflittualità di classe. Oggettivazione/alienazione. Quanto più una forma storica appare autonoma e indipendente, tanto più non la si riconosce come tale. Indipendenza della soggettività dall’analisi del mdp su cui può operare un progetto di liberazione.
Proprietà privata contro proprietà comune Disantropomorfizzazione dell’umano: contraddittorio accrescimento del lavoro morto su quello vivo. Tecnologia non al servizio dell’umanità: stabile comando «diretto» (non schiavitù) sul lavoro altrui; imperialismo transnazionale. Lavoratori autonomi (postfordismo). Distribuzione dei guadagni dell’impresa tra tutti; «produzione sociale», pseudo-comunità-dei-produttori-sociali, «cittadini»; reddito, non salario. Operaio sociale, fabbrica diffusa. «Autovalorizzazione» della «soggettività di massa». Liberazione «cognitiva produttiva» di marginali e precari? Reddito di cittadinanza. Uso della tecnica: automa e autocrate (A.Ure m.1857). Oggi gestito dal calcolatore.
Lavoro produttivo unica opposizione al capitale «Lavorare comunicando». «Moltitudine», «ceto medio diffuso», «pensiero unico», «decrescita», «post-industriale» o post-capitale, «fine della storia» (Fukuyama), «fine del lavoro», «post-verità» (consenso su falsi voluti). Intelligenza collettiva sociale (autocoscienza individuale) se acquista coscienza di sé attraverso la lotta, con la ragione. «..La totalità sfugge al potere dell’umano».
Dissoluzione del capitale come forma dominante Sovrapproduzione, crisi, sovrappopolazione relativa, ristrutturazione. Non disoccupazione tecnologica. Recuperare il tempo di lavoro necessario svalorizzando il lavoro morto indirizzato verso altri fini e svendendo sia il patrimonio di c (privatizzazioni), sia il lavoro vivo col ristagno dell’esercito industriale di riserva; decurtare il salario sociale di classe (flessibilizzazione precarizzata). Manca il denaro del capitale disponibile, «tramite lo stato», non le occasioni di lavoro altrimenti più precarie e sottopagate. «Stato sociale» come rapina di pensioni e liquidazioni nel calcolo a «capitalizzazione».
Separazione della vita politica dalla società civile Gestione dispotica delle masse. Stato privato. Illusione di essere «cittadini» omologati, non distinti in classi antagoniste. Formalismo di stato, burocrazia come corporazione. Segreto. Polizia, tribunali, amministrazione: delegati dello stato quale opposizione legale, fissata, alla società civile. (Partecipazione, politica,..) Sociale non come bene comune. Essere d’accordo. Sepoltura del sociale. Proprietari non produttori e produttori non proprietari. Sapere forza produttiva di classe, privata.
Strategia rivoluzionaria comunista Fase non rivoluzionaria: non solo lotte entro l’esistente, ma anche capacità di annullare i «fini immediati e contingenti» del padronato. Nessuna conciliazione degli antagonismi. Programma minimo: politico, ma scaturito da criteri comuni o condivisi. Necessità teorica di conoscenza dei rovesciamenti del capitale. Riduzione dell’orario di lavoro. Lotta fuori e dentro le istituzioni. «Chi paga»: criterio prioritario. Non «colonie in patria» di utopie sociali quali auto-valorizzazione-cultural/cognitiva, autogestione, sganciamento dal mercato mondiale del capitale, rete sociale, ecc.