Il poema di Roma PAG 235-297.

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Il poema di Roma PAG 235-297

Chi era Virgilio? Virgilio (Mantova, 70 a.C – Brindisi, 19 a.C) può tranquillamente vantare il titolo di massimo poeta di Roma. Autore di tre delle più famose opere della letteratura Latina: le “Bucoliche“ le "Georgiche" “l’Eneide" Dante Alighieri, lo rende guida dell’Inferno e del Purgatorio nella sua Divina Commedia.

L’età augustea Nel 44 a.C Cesare era stato ucciso da Bruto e Cassio, che intendevano restaurare la Repubblica: il loro intento si rivelò irrealizzabile. Caio Giulio Cesare Ottaviano, nipote del dittatore Cesare, sconfisse e uccise i due traditori nella Battaglia dei Filippi nel 42 a.C. Sconfitti i cesaricidi, Ottaviano (pax romana) dichiara guerra a Marco Antonio, che gli contendeva il potere ma che si trovava in Egitto con Cleopatra. Ottaviano ottiene il potere assoluto nel 31 a.C a seguito della battaglia di Azio.

Formalmente princeps, ottiene consensi con la sua politica di promozione della cultura molto intensa, grazie all’aiuto di Mecenate e del suo circolo di artisti, tra cui emerge Virgilio. Nel 27 a.C assume il titolo di Augusto Regnò indisturbato fino alla morte nel 14 a.C

Le Bucoliche La vita di Virgilio venne segnata da vari eventi del suo tempo:  A seguito della battaglia dei Filippi (42 a.C), i suoi possedimenti mantovani vennero confiscati per distribuirli ai veterani di guerra. Il dramma della confisca delle sue proprietà viene affrontato nelle Bucoliche (42-39 a.C) una raccolta di 10 componimenti sulla vita pastorale. Virgilio profetizza il ritorno delle sue terre grazie ad un’età dell’oro e all’intervento di un misterioso Puer  in tempi moderni l’avvento del Puer si identifica con la nascita di Gesù Cristo.

Le Georgiche  Il circolo di Mecenate: grazie alle Bucoliche, Virgilio entra nelle grazie del protettore di poeti ed artisti Mecenate, consigliere di Ottaviano Augusto e promotore della politica culturale a Roma. Stimolato dall’ambiente del protettore, Virgilio lavora alle Georgiche (37-29 a.C) un poema didascalico sulla vita degli agricoltori. Celebre il IV libro in cui narra la storia dell’apicoltore Aristeo, del poeta Orfeo e della ninfa Euridice

L’Eneide È un poema epico suddiviso in 12 libri A causa della morte improvvisa di Virgilio, a seguito di un viaggio in Grecia, l’opera rimase incompiuta ma venne comunque pubblicata dagli amici Vario e Tucca per volere di Ottaviano Augusto. Enea, da cui prende il titolo l’opera, è l’eroe troiano già apparso nell’Iliade: egli è figlio del troiano Anchise e della dea Venere/Afrodite, scampato alla distruzione di Troia insieme al figlio Ascanio, al padre e ad un gruppo di superstiti. Viaggia per sette anni nel Mediterraneo, ostacolato da Giunone/Era per poi sbarcare sulle coste del Lazio, dove combatte Vs i Latini per compiere la missione fatale: fondare una nuova città che sarà poi Roma e unire i Latini e i Troiani per dar vita al popolo romano.

Perché l’Eneide è stata scritta Perché l’Eneide è stata scritta? Motivo encomiastico: il principato di Augusto + Il mito dell’origine troiana del popolo romano

Modelli di riferimento Il viaggio di Enea e dei profughi da Cartagine al Lazio L’odio di una divinità (Giunone) Il lungo flashback Rievocazione di peripezie La guerra nel Lazio tra Troiani e Latini Nucleo Iliadico Gli ultimi 6 libri Nucleo Odissiaco I primi 6 libri

Virgilio recupera molti episodi e caratteristiche di entrambi i poemi Omerici Gli interventi divini La descrizione delle armature L’aristìa dei guerrieri (le gesta) Il dialogo con i morti e la discesa agli inferi (catabasi) + Elementi NUOVI della cultura romana ed augustea

Enea: eroe della pietas Eroe rispettoso e moderato – l’eroe della virtù Viaggia per raggiungere una nuova terra obbedendo al volere divino Forte senso del dovere Pronto a combattere per difendere i propri valori Si sacrifica in nome del bene comune  non senza turbamenti Incarna in cittadino ideale secondo il mos maiorum Accetta il compito difficile per volere del fato

Le tappe del viaggio del fato Il racconto inizia con Enea e i suoi compagni troiani che naufragano a Cartagine a seguito di una tempesta scatenata da Giunone. Qui incontrano la regina Didone, la quale chiede ad Enea di raccontargli le peripezie vissute dopo la caduta di Troia inizio del flashback - Libri II-III Isola di Delo Isola di Creta – terribile pestilenza Le Arpie I Ciclopi La Sicilia – la morte di Anchise Cartagine - Didone (Libro IV) La Sicilia – i giochi funebri in onore di Anchise (Libro V- VI) Cuma – la Sibilla e la catabasi di Enea La foce del fiume Tevere – l’arrivo nel Lazio (Libri VII-VIII) Nucleo Odissiaco

9 8 7 5 6 4 1 3 2

L’arrivo nel Lazio: la guerra tra Latini VS Troiani Enea propone un’alleanza con il re Latino che promette in sposa la figlia Lavinia Giunone interviene: la madre di Lavinia, la regine Amata, è contraria all’unione con uno straniero; il re Turno (re dei Rutuli) promesso sposo di Lavinia si oppone Scoppia la guerra fra Troiani e Latini Enea va a chiedere un’alleanza con Evandro, re degli Arcadi. Mentre è via, gli uomini di Turno attaccano l’accampamento troiano – il valore di Eurialo e Niso per andare ad avvisare Enea. Nucleo Iliadico

Enea torna con gli alleati: scoppia un violento scontro nel quale il giovane Pallante, figlio di Evandro, viene sconfitto da Turno e spogliato della cintura (bàlteo) – tra le fila dello schieramento latino, cade Camilla. Enea e Turno stabiliscono di battersi in duello per decidere delle sorti della guerra. Il fato non si cambia: Enea è destinato a vincere. Enea uccide Turno solo dopo aver visto la cintura di Pallante, vendicandone così la morte https://www.youtube.com/watch?v=Cc6d9H6DvGo&t=30s