EUGENIO MONTALE Ho scritto poesie e per queste sono stato premiato, ma sono stato anche bibliotecario, traduttore, critico letterario e musicale e persino disoccupato per riconosciuta insufficienza di fedeltà a un regime che non potevo amare. Pochi giorni orsono è venuta a trovarmi una giornalista straniera e mi ha chiesto come io ho distribuito tante attività così diverse. Tante ore alla poesia, tante alle traduzioni, tante all'attività impiegatizia e tante alla vita. Ho cercato di spiegarle che non si può pianificare una vita come si fa con un progetto industriale. Nel mondo c'è un largo spazio per l'inutile, e anzi uno dei pericoli del nostro tempo è quella mercificazione dell'inutile alla quale sono sensibili particolarmente i giovanissimi. In ogni modo io sono qui perché ho scritto poesie, un prodotto assolutamente inutile, ma quasi mai nocivo e questo è uno dei suoi titoli di nobiltà. Ma non è il solo, essendo la poesia una produzione o una malattia assolutamente endemica e incurabile. E’ ANCORA POSSIBILE LA POESIA?
EUGENIO MONTALE Nasce a Genova nel 1896 Frequenta un istituto tecnico Consegue il diploma di ragioniere nel 1915 Mostra una grande passione per la letteratura e la musica Prende lezioni di canto Partecipa alla Prima guerra mondiale (combatte in Vallarsa) Dopo la guerra frequenta i poeti liguri Tra il 1922 e il 1923 frequenta Anna degli Uberti che canterà nelle sue poesie con il nome di Annetta-Arletta Nel 1922 esordisce come poeta sulla rivista “Primo tempo”. Nel 1925 scrive il saggio “Stile e tradizione” nel quale esprime il Rifiuto dell’esperienza futurista e bisogno di semplicità e chiarezza Pubblica la prima raccolta “Ossi di seppia” Firma “Il Manifesto degli intellettuali antifascisti” Nel 1927 si trasferisce a Firenze e lavora nella casa editrice Bemporad Nel 1929 dirige il Gabinetto letterario Viesseux (nel 1938 verrà allontanato perché non iscritto al Partito fascista) Nel 1933 avviene l’incontro con Irma Brandeis che canterà con il nome di Clizia
Nel 1939 esce la seconda raccolta “Le occasioni” Dal 1939 al 1943 Inizia un’attività di traduzione Vive con Drusilla Tanzi (cantata con il nomignolo Mosca) e diventerà sua moglie Ospita Saba e Levi perseguitati per motivi razziali Prende parte al Comitato di Liberazione Nazionale e al Partito d’azione Nel 1948 si trasferisce a Milano dove lavora come redattore presso il Corriere della sera Nel 1956 escono le raccolte “La bufera e altro” e “Farfalle di Dinard” Nel 1971 escono le raccolte Satura, Diario del ‘71 e del ‘72. Nel 1975 riceve il Premio Nobel Trascorre la sua vecchiaia a Milano Muore nel 1981 all’età di 85 anni
LE OPERE OSSI DI SEPPIA LE OCCASIONI LA BUFERA E ALTRO SATURA
Il tema dell’aridità è il motivo portante di tutta la raccolta. La raccolta Ossi di seppia è incentrata sulla figura del mare e sul rapporto ambiguo di attrazione e repulsione che Montale intesse con questo elemento naturale. Gli ossi di seppia sono i residui calcarei delle seppie che il mare deposita a riva, sono residui della vita, resti morti, simbolo di una condizione vitale prosciugata e impoverita Il tema dell’aridità è il motivo portante di tutta la raccolta. E’il paesaggio ligure e soprattutto quello delle Cinque terre a ispirare le poesie, un paesaggio arido tormentato dal mare e dal sole. Nella natura scabra, essenziale e allucinante della sua Liguria il poeta ricerca il senso della vita, va alla ricerca della vita e dell’uomo e lo fa interrogando il mondo fenomenico. Gli oggetti, le immagini reali e gli elementi della natura diventano emblemi di concetti e sentimenti astratti (correlativo oggettivo) .
Le occasioni sono nell’immaginario del poeta eventi particolarmente importanti, rivelazioni che potrebbero mutare il corso monotono degli eventi. Aumentano gli incontri, specie con figure femminili, inafferrabili e divine, a cui il poeta affida la sua speranza. La bufera ed altro allude allo sconvolgimento causato dalla guerra. La sfiducia nella storia si fa più forte. Il poeta dichiara l’impossibilità di portare avanti qualsiasi impegno politico attivo perché la realtà gli appare incerta e contraddittoria. Anche la simbologia degli oggetti tipica dei suoi versi diviene oscura e indecifrabile. Ai segni della realtà, come nelle Occasioni anche nella Bufera ed altro , si accosta una figura femminile portatrice di salvezza “una Beatrice moderna” minacciosa e benigna. Si tratta prevalentemente di Clizia (Irma Brandeis), di Mosca (Drusilla Tanzi) ma anche di Volpe (Maria Luisa Spaziani). La raccolta Satura si articola in 4 parti: Xenia I, Xenia II e Satura I e Satura II. Gli Xenia sono componimenti dedicati alla moglie morta. Satura si riferisce al tono satirico con cui i versi si rivolgono all’intera società contemporanea, una società che ha perso la propria dignità, concentrata solo sul benessere economico e sul consumo.
IL DOLORE E IL DRAMMA DELL’UOMO CONTEMPORANEO IL PENSIERO Il poeta attraverso la sua poetica Esamina IL DOLORE E IL DRAMMA DELL’UOMO CONTEMPORANEO Egli prova UN SENTIMENTO DI MALESSERE NEI CONFRONTI DELLA CIVILTA’ MODERNA Che gli ispira UNA VISIONE PROFONDAMENTE NEGATIVA DELLA VITA La poesia “IL MALE DI VIVERE “ esemplifica meglio la sua poetica Spesso il male di vivere ho incontrato: era il rivo strozzato che gorgoglia, era l'incartocciarsi della foglia riarsa, era il cavallo stramazzato. Bene non seppi, fuori del prodigio che schiude la divina Indifferenza: era la statua nella sonnolenza del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato.
IL COMPITO DELLA POESIA È quello di indagare SULLA CONDIZIONE DELL’UOMO CONFRONTANDOSI CON LA REALTA’ CON OGGETTI CONCRETI DELLA REALTA’ era il rivo strozzato che gorgoglia, era l'incartocciarsi della foglia riarsa, era il cavallo stramazzato. SIMBOLI IN CUI S’INCARNA IL MALESSERE ESISTENZIALE NON SOLO DEL POETA MA DI UN’INTERA EPOCA CHE HA VISTO IL CROLLO DEGLI IDEALI IN CUI CREDEVA CORRELATIVO OGGETTIVO (concetto elaborato dal POETA anglo- -americano Eliot) Uno dei concetti chiave della poetica montaliana: oggetti umili, realtà povere, dimesse diventano equivalenti di concetti astratti o della condizione interiore dell’uomo.
LA DIVINA INDIFFERENZA ALLONTANAMENTO E CHIUSURA IN OPPOSIZIONE AL MALE C’è solo LA DIVINA INDIFFERENZA (PROPRIA DELLA DIVINITA’, LONTANA E INSENSIBILE AL DISAGIO ESISTENZIALE) L’ALTERNATIVA AL MALE E’ LO STOICO DISTACCO DA UNA REALTA’ PERVASA DAL DOLORE ESEMPLIFICATA DA TRE CORRELATIVI OGGETTIVI era la statua nella sonnolenza del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato ALLONTANAMENTO E CHIUSURA (NON AFFRATELLAMENTO LEOPARDIANO “Ginestra”)
Montale rifiuta le forme troppo innovative del Novecento La PAROLA NON E’ PIU’ IN GRADO DI COGLIERE L’ESSENZA DELLA REALTA’ NE’ DI METTERE ORDINE NEL CAOS INTERIORE DELL’UOMO La poesia, perciò, non riesce a sciogliere il mistero della vita. Non permette all’uomo di raggiungere la salvezza e la verità. L’unica forma di conoscenza possibile in questo periodo storico è una conoscenza di ciò che non è. Il poeta può soltanto capire ciò che non siamo, ciò che non vogliamo Come afferma nella poesia “NON CHIEDERCI LA PAROLA” LA DICHIARAZIONE DI POETICA DI MONTALE Con la quale rivolgendosi ad un ipotetico lettore afferma
Non chiederci la parola che squadri da ogni lato l'animo nostro informe, e a lettere di fuoco lo dichiari e risplenda come un croco perduto in mezzo a un polveroso prato. Ah l'uomo che se ne va sicuro, agli altri ed a se stesso amico, e l'ombra sua non cura che la canicola stampa sopra uno scalcinato muro Non domandarci la formula che mondi possa aprirti, sì qualche storta sillaba e secca come un ramo. Codesto solo oggi possiamo dirti, ciò che non siamo, ciò che non vogliamo. Non chiederci la spiegazione che definisca con valore assiomatico (verità assoluta) il nostro animo privo di certezze in una frase che con lettere indelebili lo spieghi risplendendo come un fiore di zafferano rimasto solo in mezzo a un campo polveroso. Ah, l’uomo che procede sicuro e si sente in armonia con se stesso e con gli altri e non ha paura della sua ombra, che il sole di mezzogiorno disegna sopra a un muro scalcinato! Non domandarci la formula che possa renderti limpida l’esistenza, bensì qualche sillaba mal pronunciata e secca come un ramo. Questo soltanto oggi possiamo dirti, ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.
LA VISIONE DELLA REALTA’ DI MONTALE E’ COMPLETAMENTE NEGATIVA E PESSIMISTICA IL DESTINO DELL’UOMO NON PUO’ ESSERE ACCETTATO MA NON PUO’ ESSERE NEANCHE CAMBIATO PUO’ ESSERE SEMPLICEMENTE DESCRITTO L’UNICA VIA DI SALVEZZA E’ L’INDIFFERENZA IL POETA COME UN “FALCO ALTO LEVATO” OSSERVA LA REALTA’ E NE COGLIE LA VERA ESSENZA CIOE’ LA SOFFERENZA
I SUONI ASPRI, I RITMI ROTTI E ANTIMUSICALI Dal punto di vista stilistico Montale Ricerca I SUONI ASPRI, I RITMI ROTTI E ANTIMUSICALI IL LESSICO PLURILINGUISTICO: MESCOLA TERMINI COMUNI, TECNICI MA ANCHE LETTERARI ED ELEVATI LA METRICA USA IL VERSO LIBERO E I METRI TRADIZIONALI CON ESTREMA LIBERTA’