PLATONE.

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Transcript della presentazione:

PLATONE

Dati biografici Platone nasce nel 427 a.C. nell’isola di Egina da famiglia aristocratica. Intorno al 407 incontra Socrate, di cui diviene discepolo. L’insegnamento di Socrate costituisce la base della sua filosofia; la sua condanna a morte sancisce il rifiuto di Platone per la politica. Nel 387 Platone fonda una sua scuola, l’Accademia. Viaggia in Egitto, Magna Grecia, Sicilia (3 viaggi), dove tenta di trasformare Dione, cognato di Dionisio di Siracusa, in un governante-filosofo. Muore nel 347. Platone Platone > Dati biografici

La produzione Di Platone ci è giunto un corpus costituito da 36 scritti ordinati in 9 tetralogie (= gruppi di quattro opere): l’Apologia di Socrate, 34 dialoghi filosofici, una raccolta di 13 lettere. La divisione in tetralogie sarebbe opera di Trasillo, astronomo di corte di Tiberio (I sec. d.C.). Di nessuno dei dialoghi platonici conosciamo le date di composizione e pubblicazione, a eccezione delle Leggi, l’ultima opera del filosofo. La cronologia relativa dei dialoghi viene dunque fissata dagli studiosi combinando vari elementi: i contenuti filosofici, lo stile e il trattamento della forma dialogica, richiami esterni e interni. Socrate Platone > La produzione

Cronologia relativa dei dialoghi Combinando l’analisi dello stile, dei contenuti e dei riferimenti gli studiosi hanno ripartito i dialoghi in tre gruppi, corrispondenti a tre fasi della vita di Platone. cronologia dialoghi dialoghi giovanili (399-387) Apologia di Socrate, Critone, Lachete, Liside, Carmide, Eutifrone, Ione, Ippia maggiore, Ippia minore, Protagora, Gorgia dialoghi della maturità (367-387) Menone, Menesseno, Eutidemo, Cratilo, Simposio, Fedone, Repubblica, Fedro dialoghi della vecchiaia 387-347) Pamenide, Teeteto, Sofista, Politico, Filebo, Timeo, Crizia, Leggi Platone > Cronologia relativa dei dialoghi

Statuto letterario dei dialoghi I dialoghi platonici possono essere definiti come “mimesi scritta del dialogo orale socratico”. La scelta del dialogo si deve alla volontà di riproporre l’idea socratica di dialogo come strumento di ricerca della verità e come contesto più favorevole all’insegnamento. I dialoghi si distinguono in drammatici o diretti (rappresentano una scena) e narrati o indiretti (si presentano come racconto di un dialogo affidato a un personaggio che vi ha assistito); gli uni e gli altri hanno un’ambientazione ben precisa, vedono interagire con Socrate personaggi reali ben caratterizzati psicologicamente. Alcibiade Platone > Statuto letterario dei dialoghi

I dialoghi giovanili I dialoghi giovanili o socratici sono quelli che risentono maggiormente dell’insegnamento di Socrate: sono infatti incentrati su problemi morali o sulla ricerca di una definizione, e spesso si concludono senza che sia stata raggiunta una conclusione soddisfacente (dialoghi aporetici). I dialoghi giovanili A Demonico tre discorsi pronunciati da Socrate di fronte ai giudici nel processo Critone Socrate, in prigione, rifiuta il consigli di Critone di fuggire Lachete, Liside, Carmide sono dedicati ciascuno a un concetto etico, rispettivamente: il coraggio, l’amicizia, la temperanza Eutifrone ha per tema la pietà religiosa Platone > I dialoghi giovanili

Ione, Protagora, Gorgia Particolarmente importanti sono i seguenti tre dialoghi I dialoghi giovanili Ione si discute dell’arte dei rapsodi e della poesia: essa non è frutto di conoscenza tecnica o razionale, ma dell’ispirazione divina, che si trasmette dal poeta all’esecutore al pubblico Protagora dopo la descrizione di una lezione di Protagora, inizia una discussione tra Socrate e il sofista sull’insegnabilità dell’arte politica, di cui Protagora si professa maestro; si dimostra l’unicità della virtù e l’identità tra virtù e conoscenza razionale Gorgia si discute di retorica, che per Socrate è pratica empirica e ingannevole seduzione, volta a perseguire il piacere, invece del bene e del giusto; in tema di politica si afferma che è politico chi mira a rendere migliori i concittadini, come Socrate stesso Platone > Ione, Protagora, Gorgia

I dialoghi della maturità Con i dialoghi della maturità Platone raggiunge il vertice del proprio pensiero originale e tocca il più alto grado di elaborazione formale. I dialoghi della maturità Menone il tema è l’unità e l’insegnabilità della virtù; viene anche illustrata la teoria dell’apprendimento come reminiscenza Cratilo è dedicato al problema della correttezza dei nomi e al rapporto esistente tra nome e oggetto: Cratilo sostiene che i nomi non sono assegnati per convenzione, ma sono connessi alle cose per natura, come dimostra l’etimologia delle parole Simposio durante un banchetto in casa di Agatone i convitati decidono di pronunciare a turno un encomio di Eros. Socrate, presente, illustra la concezione di Eros come demone, figlio di Ingegno e Povertà, e spiega le potenzialità pedagogiche del rapporto tra amante e amato Platone > I dialoghi della maturità

J.-L. David, La morte di Socrate (1787) Il Fedone e il Fedro Tra i dialoghi della maturità spiccano il Fedone e il Fedro: Fedone: è la rievocazione delle ultime ore di Socrate in carcere e della sua morte; ai discepoli presenti Socrate dimostra l’immortalità dell’anima e le potenzialità conoscitive che si aprono all’anima dopo la morte; ecco perché la vita del filosofo è una preparazione alla morte; Fedro: la prima parte del dialogo ha per tema l’eros e Socrate lo presenta come una forma di mania, follia, di origine divina e apportatrice di beni; Socrate indugia quindi sulla struttura dell’anima nel mito della biga alata; infine Socrate afferma che non la lettura, ma il rapporto interpersonale col maestro produce apprendimento. J.-L. David, La morte di Socrate (1787) Platone > Il Fedone e il Fedro

La Repubblica L’opera più ampia e significativa tra gli scritti della maturità è la Repubblica. Il titolo (Politeia) rinvia a un genere letterario dedicato alla descrizione costituzionale di stati storici o al vagheggiamento utopistico di stati ideali. In questo dialogo Platone non delinea soltanto lo stato ideale dal punto di vista costituzionale, ma affronta vari temi (filo conduttore è la giustizia): lo stato, che comprende tre classi di cittadini (governanti, guardiani, produttori) deve essere governato dai filosofi, fondato sull’uguaglianza dei sessi e sul possesso comune di averi, donne e figli; viene esposta la dottrina delle idee; vengono illustrate le degenerazioni dello stato; si narra il mito di Er, sull’aldilà e sulla metempsicosi. Platone e Aristotele Platone > La Repubblica

I dialoghi della vecchiaia I dialoghi della vecchiaia sono dedicati alla discussione di problemi connessi alla dottrina delle idee, ma anche a questioni di ambito etico-politico. I dialoghi della vecchiaia Parmenide Socrate discute con Parmedide e Zenone della molteplicità delle idee in relazione alla dottrina eleatica dell’unicità dell’essere Teeteto viene affrontato il problema della conoscenza e il rapporto tra episteme (scienza), doxa (opinione) e aisthesis (sensazione) Politico ha per oggetto la definizione e l’essenza del vero politico; Platone individua tre tipologie di costituzione regolate dalle leggi (monarchia, aristocrazia, democrazia) e tre forme degenerate (tirannide oligarchia e democrazia degenere) Platone > I dialoghi della vecchiaia

Il Timeo e il Crizia Tra i dialoghi della vecchiaia spiccano il Timeo e il Crizia, per i loro contenuti filosofici e per il mito di Atlantide in essi esposto. Il Timeo si apre con la rievocazione della grande Atene preistorica fatta da Crizia, che riferisce quanto narrato da Solone, istruito a sua volta da sacerdoti egiziani. Il pitagorico Timeo di Locri espone una cosmologia che illustra origine e struttura dell’universo, toccando varie discipline. Viene introdotta la figura del Demiurgo, l’artefice divino che avrebbe costruito l’universo in base a figure geometriche e a rapporti matematici, servendosi delle idee come modello. Il Crizia riprende il tema dell’Atene preistorica e della lotta vittoriosa da essa intrapresa contro Atlantide; il successo ateniese è da ascriversi all’eccellenza della sua costituzione. Platone > Il Timeo e il Crizia

Le Leggi Le Leggi son l’ultimo e il più lungo dei dialoghi platonici. Ambientato a Creta, vede come personaggi un ateniese anonimo che guida il dialogo, lo spartano Megillo e il cretese Clinia. L’opera delinea uno stato non ideale, ma il più possibile vicino allo stato perfetto. Alle leggi viene attribuito il compito fondamentale di regolare ogni aspetto della vita pubblica e privata. La migliore forma costituzionale è quella mista, di cui offrono un esempio Creta e Sparta. L’Eretteo Platone > Le Leggi

Il pensiero La filosofia platonica si configura come un sistema aperto, in continua modificazione, ma organizzato intorno a un saldo nucleo di concetti chiave: I cardini della filosofia platonica idea l’idea è un universale rispetto al quale gli oggetti sensibili rappresentano delle imitazioni anima immortale, l’anima è divisa in tre parti: razionale, irrazionale, irascibile l’anima è imprigionata nel corpo metempsicosi dopo la morte, l’anima si reincarna in altri esseri umani o animali anamnesi prima della nascita l’anima contempla le idee e la realtà sovrasensibile; imparare è il processo per cui l’anima riscopre quanto ha già appreso prima di nascere Platone > Il pensiero

La poesia e l’arte Particolarmente interessante è il pensiero platonico relativo alla poesia e all’arte. Platone conosce e apprezza la capacità psicagogica e la forza di suggestione della poesia e gli riconosce una importante funzione sul piano educativo. Ma nella Repubblica condanna quasi tutta la tradizione poetica greca, sulla base: dei suoi contenuti (critica all’antropomorfismo della rappresentazione divina); dell’essere imitazione di oggetti sensibili a loro volta imitazione delle idee. Platone ritiene quindi che il contenuto di verità della poesia sia nettamente inferiore a quello della filosofia, contestando così ai poeti il ruolo di educatori della collettività (l’“antica rivalità” tra poeti e filosofi). Omero Platone > La poesia e l’arte

Alcune aporie Alla luce del pensiero platonico sull’arte, emergono alcune aporie in relazione ai dialoghi: Platone condanna la poesia in quanto mimesi eppure ricorre lui stesso a un procedimento mimetico; Platone condanna la scrittura nel Fedro eppure affida le sue idee a testi scritti. In merito al primo punto va precisato che la mimesi letteraria viene condannata solo quando i suoi contenuti possono rivelarsi dannosi. In merito al secondo punto va ricordato che i dialoghi hanno solo la funzione di esortare alla filosofia il vasto pubblico, mentre la discussione e la trasmissione di conoscenze impegnative avviene oralmente all’interno dell’Accademia. Frustulo papiraceo Platone > Alcune aporie

Francisco Goya, Le parche (1823) I miti In molti dialoghi si trovano dei miti, ampi inserti narrativi comprensibili a tutti, destinati a illustrare intuitivamente alcuni punti della dottrina platonica. I miti: si riferiscono a eventi che si pongono al di là dell’esperienza umana, relativi a un’epoca remota o riguardanti la vita ultraterrena; hanno un contenuto di verità basato non sul ragionamento dialettico, ma sull’autorità di una tradizione o sul fatto di essere metafore che ribadiscono e completano un’indagine filosofica. Sulla “mitologia” platonica non grava lacondanna espressa dal filosofo contro i miti tradizionali, perché si tratta di racconti messi al servizio della verità. Francisco Goya, Le parche (1823) Platone > I miti

I principali miti platonici Ecco alcuni tra i più celebri miti platonici: ambito e opera contenuti nascita di Eros (Simposio) Eros, figlio di Povertà e Ingegno, mediatore tra uomini e dèi, ama bellezza e sapienza e genera il bello secondo l’anima e il corpo miti escatologici illustrazione dell’aldilà, del destino delle anime, della metempsicosi: il giudizio delle anime nel Gorgia, il mito di Er nella Repubblica, la descrizione dell’Ade nel Fedone, il mito della biga alata nel Fedro Atlantide (Timeo, Crizia) esemplificazione dello stato ideale: Atene, in un lontanissimo passato, governata da una costituzione perfetta, riesce sconfiggere Atlantide le cicale (Fedro) riflessione sull’origine divina della poesia Theuth (Fedro) critica alla scrittura ed esaltazione dell’oralità ai fini dell’insegnamento Platone > I principali miti platonici

Frammento papiraceo dell’Alcibiade primo Lingua e stile La lingua dei diloghi platonici è l’attico parlato ad Atene dalle persone colte, con vari registri a seconda dei personaggi e dei momenti. Sono attestati colloquialismi, giochi di parole, proverbi, neologismi: elementi che conferiscono vivacità e freschezza alla lingua secondo il modello della commedia. Il lessico comprende alcuni tecnicismi filosofici, aggettivi sostantivati usati per esprimere concetti astratti, da termini dell’epos, della lirica, della tragedia. Lo stile è ricco di metafore, immagini, similitudini; la sintassi conosce periodi semplici e lineari, ma anche frasi lunghe con anacoluti. Frammento papiraceo dell’Alcibiade primo Platone > Lingua e stile