Le rivoluzioni in Europa

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Transcript della presentazione:

Le rivoluzioni in Europa 1848 Le rivoluzioni in Europa

Il 1848 nel giudizio di alcuni intellettuali famosi: Metternich: “la più pericolosa rivoluzione della storia moderna, dalla quale c’era da aspettarsi più del 1793”. A. de Tocqueville (1848): “stiamo dormendo su un vulcano. Non vedete che la terra ha ripreso a tremare? Soffia un vento di rivoluzione, la tempesta cova all’orizzonte”.

Il 1848 nel giudizio di alcuni intellettuali famosi: F. Guizot ([primo ministro sotto Luigi Filippo] 1868): l’assalto armato della democrazia contro il conservatorismo tradizionale. Sono le idee di diritto universale al potere politico, al benessere sociale e all’indipendenza che fanno la rivoluzione del 1848.

Il 1848 nel giudizio di alcuni intellettuali famosi: Mazzini: giudicò la rivoluzione del 1848 la rivoluzione dell’uguaglianza oltre che della libertà. Marx: “il primo passo nella rivoluzione dei lavoratori coll’assunzione del proletariato a classe dominante” per la conquista dell’ eguaglianza sociale.

Il 1848 nel giudizio di alcuni intellettuali famosi: Rota: il culmine del patriottismo romantico e l’inizio della marcia di emancipazione del proletariato; “il momento in cui il proletariato fa il suo ingresso nella storia non più come forza aggregata ad altre che lo dirigono per farlo servire ai propri fini, come nella rivoluzione francese, ma con un suo programma, una sua coscienza nazionale ... Proletariato e socialismo, ecco i due nuovissimi attori di storia nell’Europa ancora tutta avvolta dai pesanti armamenti dell’antico regime. S’inizia il movimento operaio per la proclamazione del diritto al lavoro e per la difesa dei diritti che sono connessi ad esso. Capovolgimento della concezione millenaria che parlava del lavoro come di un dovere e che l’aveva considerato servilmente nei suoi rapporti con la padronanza e il capitalismo.” (Rota, Il 1848, Milano, 1948, p. 61)

In paesi poco sviluppati Moti 1820-21 In paesi poco sviluppati Cospirazioni promosse da società segrete diffuse prevalentemente negli eserciti Moti 1830 Nelle aree più industrializzate dell’Europa Il popolo aveva giocato un ruolo importante Il successo dei moti del 1830 in Francia e in Belgio mostravano che l’ordine della Restaurazione poteva essere infranto.

1848 Nel 1848 i moti non furono isolati, ma furono una vera e propria “rivoluzione europea”, (interessarono un po’ tutta Europa) e videro un’ampia partecipazione popolare, (non più soltanto le società segrete). L’età della Restaurazione, nonostante l’insuccesso dei moti, poteva dirsi conclusa.

Francia In Francia i moti ebbero un carattere economico, miravano cioè a risolvere la grave crisi economica del 1846-48 che agitava la popolazione. Febbraio 1848 Parigi insorse, abbattendo Luigi Filippo e proclamando la Repubblica (la seconda). I rivoluzionari ottennero il suffragio maschile, venne ridotto l’orario di lavoro, furono istituite fabbriche di stato, istruzione elementare gratuita, abolita la pena di morte. La rivoluzione parigina ebbe un forte carattere sociale e socialista, dato che queste forze democratiche e socialiste erano in quel paese molto forti.

Da febbraio a giugno 1848 23 aprile elezioni per Assemblea costituente: governo conservatore, teme il socialismo ed è contro gli opifici nazionali per disperdere gli operai. 23 giugno grande manifestazione operaia e popolare: il potere all’esercito per reprimere nel sangue. 10/12/48: Luigi Napoleone Bonaparte è eletto presidente della nuova repubblica.

Nuova Costituzione Misure repressive, limitazione delle libertà. Si conserva il suffragio universale maschile. Ampi poteri al presidente della repubblica che è anche capo del governo: Luigi Napoleone Bonaparte nipote di Napoleone.

Il contagio La Francia è tornata nuovamente il centro delle rivoluzioni. In poco tempo è passata dalla monarchia alla Repubblica e dalla repubblica all’Impero 1851-52. Data Città 22 Febbraio Parigi 13 Marzo Vienna 14 Marzo Berlino 17 Marzo Venezia 18 Marzo Milano 27 Marzo Budapest 8 Aprile Praga

Austria In Austria, crogiolo di nazionalità diverse, scoppiarono le aspirazioni autonomistiche di magiari, croati, sloveni, cechi ecc. Dopo Vienna (13/03/48) la rivolta dilagò in tutte le capitali asburgiche portando alle dimissioni di Metternich. L’imperatore Austriaco Francesco Giuseppe (1848-1916) seppe stroncarle.

Confederazione germanica 18 marzo 1848 imponenti manifestazioni popolari a Berlino costrinsero Federico Guglielmo IV a convocare un Parlamento prussiano. Gli stati avevano richiesto un’Assemblea costituente dove fossero rappresentati tutti gli Stati tedeschi per la Costituzione del futuro stato tedesco unitario. Maggio 1848 l’Assemblea cominciò a lavorare in un clima generale di entusiasmo: piccoli tedeschi e grandi tedeschi. Aprile 1849 una delegazione dell’assemblea si recò a Berlino per offrire al re di prussia la corona imperiale ma questi la rifiutò Il grande rifiuto segnò la fine della Costituente che si sciolse il 18 giugno 1849.

ITALIA La rivoluzione a Vienna, le dimissioni del Metternich creano le condizioni perché anche Milano e Venezia possano insorgere contro il dominio austriaco. 17 marzo 1848 una grande manifestazione popolare a Venezia aveva costretto l’imperatore a liberare dei detenuti politici tra cui il capo dei democratici Manin 18 marzo 1848 una insurrezione popolare assalta il palazzo del governo. Borghesi e proletari assieme combattono per le vie di Milano per cinque giornate e riescono a cacciare gli austriaci. Le direzioni delle operazioni di guerra furono affidate a un consiglio di guerra a capo del quale vi era Carlo Cattaneo.

Un moto così ampio non sarebbe stato possibile se non fosse stato favorito da alcuni (4) fattori comuni, presenti nell’intera società europea: Un primo elemento comune era dato dalla situazione economica: nel biennio 1846-47 l’Europa aveva attraversato una fase di crisi, che aveva investito prima il settore agricolo, poi quello industriale e commerciale, provocando carestie, miseria, disoccupazione e creando dovunque un clima di acuto malessere. Un secondo elemento fu quello ideologico; il disagio economico non sarebbe bastato di per sé a provocare una simile crisi se non si fosse inserita l’azione consapevole svolta dai democratici in tutta Europa con le richieste di libertà politiche e di democrazia.

Un terzo elemento, nuovo rispetto ai moti degli anni precedenti, è stato l’intervento delle masse popolari urbane che accanto a rivendicazione politiche cominciavano a porre rivendicazioni di carattere sociale. Nel gennaio del ‘48, poche settimane prima dello scoppio dei moti, era stato scritto il Manifesto del partito comunista di Marx ed Engels, destinato a diventare il testo-base della rivoluzione proletaria. Questa coincidenza di date ci aiuta a capire come mai il 1848 sia stato spesso considerato l’anno ufficiale di nascita del movimento operaio e addirittura sia stato scelto come una delle date più indicative per segnare il problematico confine che divide l’età moderna dall’età contemporanea.

Il fallimento della Santa alleanza già visto negli anni 30 portava ad un’epoca nuova e ad un’Europa nuova, divisa in due grandi parti: Una ancora arretrata economicamente, caratterizzata da conflitti tra aristocrazia e borghesia, dove il problema principale da conseguire era di carattere politico e consisteva nell’unificazione nazionale: es. Germania e Italia. Una seconda economicamente avanzata, caratterizzata da conflitti di carattere sociale tra la borghesia e il proletariato: es. Francia e Inghilterra.