LA PEDAGOGIA DELL’INCLUSIONE E I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
I Bisogni Educativi Speciali secondo l’ICF:
Advertisements

Direttiva Ministeriale 27 dicembre 2012
Rapporto fra DSA e insegnamento
Il decreto di legge per i DSA
LA FIGURA PROFESSIONALE DEL
MATERIALE Materiali incontro
I DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO: LA NORMATIVA PER UNA SCUOLA INCLUSIVA Marco Negri MINISTERO DELLISTRUZIONE, DELLUNIVERSITA E DELLA RICERCA Ufficio.
Mestre, r.anoè. Il processo di inclusione in Italia Elevata giurisdizionalizzazione Debolezza del quadro di riferimento pedagogico Prevalenza.
BES BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI
Osservatorio Locale Distretto 4 Bagheria Formazione G.O.S.P. a.s. 2011/2012 Piano Didattico Personalizzato.
IL RUOLO DELLA SCUOLA a cura di Rita Garlaschelli
Strumenti di intervento per alunni con bisogni educativi speciali
Sezione COMO e Provincia • Info sulla vita associativa
Verona, r.anoè. Il processo di inclusione in Italia Elevata giurisdizionalizzazione Debolezza del quadro di riferimento pedagogico Prevalenza.
Disgrafia dal gesto grafico alla scrittura: percorso dalla scuola dell’infanzia alla scuola primaria Prof. LOMONACO.
PROTOCOLLO DI RETE PER ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI (BES)
Direttiva Ministeriale 27 dicembre 2012
Direttiva ministeriale del 27/12/2012 “Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione.
BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI
PEDAGOGICO-DIDATTICI
Valutazione alunni DSA DPR 122/2009Art. 10 La valutazione e la verifica degli apprendimenti, comprese quelle effettuate in sede di esame conclusivo dei.
I disturbi specifici dell’apprendimento
Lapprendimento personalizzato offre una via duscita alla questione dello svantaggio e pone ogni allievo nella condizione di realizzare tutto il suo potenziale.
Sintesi ragionata della direttive ministeriali sui BES
L’INTEGRAZIONE SCOLASTICA DEGLI ALUNNI CON GRAVE DISABILITA’ Isp
LEGGE n.170/2010 Legge sui … DSA.
LEGGE 8 ottobre 2010, n. 170 Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico Riconosce e definisce la dislessia, la.
LEGGE 8 ottobre 2010 n. 170 Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico (Pubblicata in Gazzetta Ufficiale del 18.
I Disturbi specifici di Apprendimento
PROGETTO GENERALE.
LINEE GUIDA PER IL DIRITTO ALLO STUDIO DEGLI ALUNNI E DEGLI STUDENTI CON DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO ALLEGATE AL DECRETO MINISTRIALE 12 LUGLIO.
Università di Bolzano I Bisogni Educativi Speciali secondo l’ICF e le strategie di integrazione secondo la “Speciale normalità” Dario.
Indicatori di rischio dei
I disturbi specifici dell’apprendimento Definizione, tipologia, normativa, strumenti compensativi 12 aprile 2011.
Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento
INDICAZIONI PER I DOCENTI
Come rispondere ai bisogni educativi speciali
BES: ASPETTI NORMATIVI
P.D.P. P.E.I. PERSONALIZZATO Legge 170 (D.S.A.)
(DIRETTIVA MINISTERIALE 27 DICEMBRE 2012)
Istituto Comprensivo “A. Belli” Sabbio Chiese a.s ’13
Corso di aggiornamento BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI
STRUMENTI COMPENSATIVIE MISURE DISPENSATIVE
DISTURBO SPECIFICO DELL’APPRENDIMENTO
Dalla diagnosi al PEI Dott.ssa Sasanelli.
LA NORMATIVA La Direttiva Ministeriale del 27 dicembre 2012 ridefinisce e completa il tradizionale approccio all’integrazione scolastica, basato sulla.
ALUNNI CON B. E. S. BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI
“E’ una persona integrata quella che conserva una propria identità diversa dalle altre e con il suo posto nel gruppo”
DALL’INSERIMENTO ALL’INCLUSIONE
P IANO A NNUALE D’ I NCLUSIVITÀ ALUNNI Carloforte 09 maggio 2015.
LEGISLAZIONE SPECIALE Dott.ssa Angela Fiorillo. Legge 5 febbraio 1992, n. 104 Legge – quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle.
Lettura della relazione clinica e sua interpretazione in funzione della progettazione di Piani Didattici Personalizzati Dott.ssa Anna Noemi Trussardi Neuropsicologa.
Parleremo di… 1) DSA, disturbi evolutivi specifici, altri disagi (BES) 2) Legislazione 3) Iter delle procedure scolastiche 4) Inclusione 5) Bibliografia/
D.S.A. Disturbi Specifici di Apprendimento
Decreto attuativo 5669 del 12 luglio 2011 Linee guida
Mappa dei Bisogni Educativi Speciali
D.S.A. LEGGE 8 ottobre 2010, n. 170 Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico.
Fornisce indicazioni organizzative sull'inclusione degli alunni con difficoltà di apprendimento “dovute a svantaggio sociale e culturale, disturbi specifici.
La normativa Miur per l’inclusione dei BES
DSA e altri bes: elementi utili alla didattica nella lettura delle diagnosi.
Bisogni educativi speciale e disabilità
INCLUSIONE E BES.
Competenze per la stesura e il monitoraggio nel PDP Dott.ssa Carolina Tironi
1 Menomazione: qualsiasi perdita o anormalità di una struttura o di una funzione psicologica, fisiologica o anatomica. Disabilità: conseguenza pratica.
BES - ICF Michele Cirelli, PhD Psychologist
FS AREA 1 LEGGE 8 ottobre 2010, n. 170 Nuove norme in materia di DSA Disturbi Specifici di Apprendimento in ambito scolastico.
Formazione docenti Mercoledì 16 marzo 2016 C entro T erritoriale per l’ I nclusione Verdellino Spunti operativi per una scuola interculturale docenti:
Legge 104/92 ART. 3 comma 1: … E’ persona handicappata colui che presenta una minorazione fisica, psichica o sensoriale, stabilizzata o progressiva,
Paola Faraon REFERENTE DSA DSA DISTURBI SPECIFI DI APPRENDIMENTO DISLESSIA Correttezza e rapidità della lettura a voce alta minore rispetto all’età anagrafica.
INTEGRAZIONEINTEGRAZIONE STUDENTI DIVERSAMENTE ABILI.
Transcript della presentazione:

LA PEDAGOGIA DELL’INCLUSIONE E I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

LE NUOVE SFIDE PER L’ISTRUZIONE L’attuale società si pone come SOCIETA’ DELLA CONOSCENZA, caratterizzata da molteplici cambiamenti e discontinuità RISCHI vs OPPORTUNITA’

LE NUOVE SFIDE PER L’ISTRUZIONE “Le classi scolastiche sono caratterizzate da molteplici diversità, legate alle differenze nei modi di apprendere, ai livelli di apprendimento raggiunti, alle specifiche inclinazioni….., ma anche a condizioni particolari che possono essere causa di difficoltà nell’apprendimento, oppure a particolari stati emotivi e affettivi” (Indicazioni per il Curricolo – 2007)

LA SFIDA DELL’ISTRUZIONE DI FRONTE ALLA DIVERSITA’ CENTRALITA’ DELLA PERSONA-STUDENTE Non è pensabile una scuola costruita su un modello unico di studente astratto (Indicazioni per il Curricolo – 2007)

LA SFIDA DELL’ISTRUZIONE DI FRONTE ALLA DIVERSITA’ Occorre tenere conto della singolarità di ogni persona, del suo contesto di vita, della sua crescita originale. Ciascuno è portatore di bisogni specifici che lo connotano e ne fanno una persona unica e irripetibile

UN FALSO DILEMMA VALORIZZARE ACCENTUARE LE DIFFERENZE L’UGUAGLIANZA Risposte Risposte Differenziate comuni ETICHETTARE/DIVIDERE NON DARE CIO’ CHE E’ NECESSARIO PER CIASCUNO

LE NUOVE SFIDE PER L’ISTRUZIONE SI TRATTA DI “Attuare interventi adeguati nei riguardi delle diversità, per fare in modo che non diventino disuguaglianze” (Indicazioni per il Curricolo – 2007)

LE NUOVE SFIDE PER L’ISTRUZIONE Occorre garantire la libertà e l’uguaglianza nel rispetto delle differenze di tutti e dell’identità di ciascuno. Ciò è un bisogno ineludibile per una CITTADINANZA ATTIVA

LA PROSPETTIVA INCLUSIVA La scuola realizza appieno la propria funzione impegnandosi per il successo scolastico di tutti gli studenti, riconoscendo di ciascuno i limiti e le risorse di cui dispone

LE NUOVE SFIDE PER L’ISTRUZIONE UGUAGLIANZA DELLE OPPORTUNITA’ FORMATIVE VALORIZZAZIONE QUALITA’ DIFFERENZE DELL’ISTRUZIONE INDIVIDUALI

LE NUOVE SFIDE PER L’ISTRUZIONE QUALITA’ DELL’ISTRUZIONE Essere una scuola della società della conoscenza, che garantisca l’alfabetizzazione culturale (sia primaria che di secondo livello) (Memorandum sull’istruzione e la formazione permanente – 2000)

LE NUOVE SFIDE PER L’ISTRUZIONE UGUAGLIANZA OPPORTUNITA’ FORMATIVE Garantire a tutti i soggetti una sostanziale parità di occasione di sviluppo delle competenze fondamentali ed irrinunciabili per una cittadinanza attiva (Memorandum sull’istruzione e la formazione permanente – 2000)

LE NUOVE SFIDE PER L’ISTRUZIONE VALORIZZAZIONE DELLE DIFFERENZE PERSONALI Scoprire e promuovere gli specifici talenti di ognuno

INDIVIDUALIZZAZIONE vs PERSONALIZZAZIONE? L’individualizzazione si riferisce all’attivazione delle procedure didattiche finalizzate ad assicurare a tutti gli studenti le competenze comuni di base, anche attraverso una diversificazione dei percorsi di apprendimento

INDIVIDUALIZZAZIONE vs PERSONALIZZAZIONE? La personalizzazione indica le procedure didattiche che hanno lo scopo di permettere ad ogni studente di sviluppare le proprie peculiari potenzialità intellettive, differenti per ognuno, sempre attraverso forme di differenziazione degli itinerari d’apprendimento.

INDIVIDUALIZZAZIONE vs PERSONALIZZAZIONE? DIVERSIFICAZIONE DEI TEMPI DI APPRENDIMENTO DIVERSIFICAZIONE DEI CONTENUTI RECUPERI / POTENZIAMENTI MASTERY LEARNING (Apprendimento per padronanza – Bloom)

INDIVIDUALIZZAZIONE vs PERSONALIZZAZIONE? ATTIVITA’ LABORATORIALI REALIZZAZIONE DI PROGETTI CREDITI FORMATIVI

INDIVIDUALIZZAZIONE vs PERSONALIZZAZIONE? Mentre nell’individualizzazione i traguardi sono uguali per tutti, nella personalizzazione i traguardi sono differenti per ognuno.

DIFFICOLTA’ DI APPRENDIMENTO Qualsiasi difficoltà riscontrata dallo studente durante la sua carriera scolastica. Le difficoltà di apprendimento sono di tanti tipi diversi e spesso non sono conseguenza di una causa specifica, ma sono dovute al concorso di molti fattori che riguardano sia lo studente sia i contesti in cui viene a trovarsi. (Cornoldi C. 1999 Le difficoltà di apprendimento a scuola, Bologna, Il Mulino)

DIFFICOLTA’ DI APPRENDIMENTO Tra le difficoltà di apprendimento possiamo includere: disturbi specifici dell’apprendimento (dislessia, disgrafia, discalculia) disturbo da deficit attentivo con o senza iperattività disturbi nella comprensione del testo difficoltà motorie, disprassia alunni disabili alunni con svantaggio socio – famigliare alunni stranieri

I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI Questi alunni con difficoltà di apprendimento, accanto ai bisogni educativi normali (sviluppo delle competenze, di appartenenza sociale, di identità autonoma, di valorizzazione, di autostima, di accettazione…..) hanno anche BISOGNI SPECIALI (Ianes D. (2005) Bisogni Educativi Speciali e inclusione, Trento, Erickson)

I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI Il concetto di bisogno educativo speciale si estende al di là di quelli che sono inclusi nelle categorie di disabilità, per coprire quegli alunni che vanno male a scuola per una varietà di altre ragioni che sono note nel loro impedire un progresso ottimale (Unesco, 1997)

I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI Il Bisogno Educativo Speciale è qualsiasi difficoltà evolutiva, in ambito educativo e apprenditivo, espressa in un funzionamento….problematico anche per il soggetto, in termini di danno, ostacolo o stigma sociale, indipendentemente dall’eziologia, e che necessita di educazione speciale individualizzata (Ianes D. 2005 Bisogni Educativi Speciali e inclusione, Trento, Erickson)

I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI E’ una difficoltà che si deve manifestare in età evolutiva e cioè entro i primi 18 anni di vita del soggetto. Si manifesta negli ambiti di vita dell’educazione e dell’apprendimento. (Ianes D. (2005) Bisogni Educativi Speciali e inclusione, Trento, Erickson)

I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI Coinvolge le relazioni educative, formali e/o informali, lo sviluppo di competenze e di comportamenti adattivi, gli apprendimenti scolastici e di vita quotidiana, lo sviluppo di attività personali e di partecipazione ai vari ruoli sociali. (Ianes D. (2005) Bisogni Educativi Speciali e inclusione, Trento, Erickson)

FUNZIONAMENTO EDUCATIVO-APPRENDITIVO e BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI Il funzionamento di una persona va letto e compreso in modo globale, sistemico e complesso, in modo interconnesso. Il funzionamento educativo è un funzionamento intrecciato tra biologia, fattori di contesto, relazioni sociali ed attività ed iniziative del soggetto. (Ianes D. (2005) Bisogni Educativi Speciali e inclusione, Trento, Erickson)

FUNZIONAMENTO EDUCATIVO-APPRENDITIVO e BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI Quando i vari fattori interagiscono in modo positivo, il bambino crescerà sano e funzionerà bene dal punto di vista educativo-apprenditivo, altrimenti il suo funzionamento sarà difficoltoso, ostacolato, disabilitato, con BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI. (Ianes D. (2005) Bisogni Educativi Speciali e inclusione, Trento, Erickson)

L’INDIVIDUAZIONE DEI BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI - Una scuola veramente inclusiva, che sa cogliere le nuove sfide poste dal contesto attuale, è una scuola in grado di leggere i bisogni educativi speciali e su questa base organizzare risposte adeguate.

COME INDIVIDUARE I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI? L’INSEGNANTE O IL GENITORE COLGONO ATTRAVERSO IL LORO DISAGIO UNA PROBLEMATICITA’ DI APPRENDIMENTO O DI SVILUPPO NEL BAMBINO. QUESTO DISAGIO NON E’ SUFFICIENTE PER GIUDICARE PROBLEMATICO IL FUNZIONAMENTO EDUCATIVO-APPRENDITIVO DEL BAMBINO. (Ianes D. (2005) Bisogni Educativi Speciali e inclusione, Trento, Erickson)

COME INDIVIDUARE I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI? - CRITERIO DEL DANNO: una situazione di funzionamento è realmente problematica per un bambino se lo danneggia direttamente o danneggia altri (disturbi del comportamento gravi, autolesionismo, disturbi emozionali). (Ianes D. (2005) Bisogni Educativi Speciali e inclusione, Trento, Erickson)

COME INDIVIDUARE I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI? CRITERIO DELL’OSTACOLO: un funzionamento problematico per quel bambino se lo ostacola nel suo sviluppo futuro, se cioè lo condizionerà nei futuri apprendimenti cognitivi, sociali, relazionali ed emotivi. (Ianes D. (2005) Bisogni Educativi Speciali e inclusione, Trento, Erickson)

COME INDIVIDUARE I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI? - CRITERIO DELLO STIGMA SOCIALE: ci si deve chiedere se il bambino, attraverso il suo scarso funzionamento educativo-apprenditivo stia peggiorando la sua immagine sociale, soprattutto se appartiene a qualche categoria socialmente debole. (Ianes D. (2005) Bisogni Educativi Speciali e inclusione, Trento, Erickson)

I DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO RIFERIMENTI NORMATIVI LEGGE n.170 dell’8 ottobre 2010 DECRETO n. 5669 del 12 luglio 2011 LINEE GUIDA MIUR del 12 luglio 2011

I DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO DISLESSIA Minore correttezza e rapidità nella lettura a voce alta rispetto a quanto atteso per età anagrafica, classe frequentata, istruzione ricevuta

I DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO DISGRAFIA / DISORTOGRAFIA Minore fluenza e qualità dell’aspetto grafico della scrittura / minore correttezza ortografica del testo scritto.

I DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO DISCALCULIA Compromissione dell’abilità di calcolo, sia nella componente dell’organizzazione della cognizione numerica (quantificazione, seriazione, composizione e scomposizione di quantità) sia nelle procedure esecutive di calcolo (lettura e scrittura dei numeri, incolonnamento,..)

CHI FA CHE COSA Linee Guida DSA – Luglio 2011 SCUOLA FAMIGLIA SERVIZI Identificazione precoce casi sospetti Attività di recupero didattico mirato Persistenti difficoltà Richiesta di valutazione Iter diagnostico Comunicazione alla Famiglia Diagnosi Comunicazione della famiglia Provvedimenti dispensativi alla scuola e compensativi

I DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO - LE BUONE PRASSI I docenti del team prendono visione della certificazione e attivano i percorsi di didattica individualizzata e personalizzata, ricorrendo a strumenti compensativi e misure dispensative.

I DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO - LE BUONE PRASSI STRUMENTI COMPENSATIVI Strumenti didattici e tecnologici che sostituiscono o facilitano la prestazione richiesta nell’abilità deficitaria: Sintesi vocale Registratore Programmi di video scrittura Calcolatrice Tabelle, formulari, mappe

I DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO - LE BUONE PRASSI MISURE DISPENSATIVE Interventi che consentono all’alunno di non svolgere alcune prestazioni: Non leggere ad alta voce Esonero dalla prestazione scritta nella lingua straniera

I DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO - LE BUONE PRASSI I docenti del team elaborano il Piano Didattico Personalizzato: deve essere steso collegialmente da tutti i docenti deve essere condiviso con la famiglia dell’alunno deve essere messo in pratica realmente, eventualmente anche modificandolo dove necessario

I DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO - LE BUONE PRASSI La normativa in materia dispone che le scuole garantiscano DIDATTICA DIDATTICA FLESSIBILITA’ INDIVIDUALIZZATA PERSONALIZZATA METODOLOGIE DIDATTICHE

LA DISABILITA’ Breve excursus storico-normativo PRIMA DEGLI ANNI ’70 - La Riforma Gentile del 1923, riordinando il sistema scolastico italiano, prevedeva al suo interno la formazione di classi differenziali, nelle quali venivano accolti alunni svantaggiati.

LA DISABILITA’ Breve excursus storico-normativo Dal 1970 in poi si afferma per i disabili il diritto primario all’educazione Si ricordi la Legge 118/71, finalizzata all’assistenza e all’inserimento scolastico degli invalidi civili, che supera il modello dello scuole speciali, senza abolirle, prescrivendo l’inserimento degli alunni con disabilità, comunque su iniziativa della famiglia, nelle classi comuni.

LA DISABILITA’ Breve excursus storico-normativo LEGGE 517 del 4 agosto 1977 Abolizione delle classi differenziali Gli studenti disabili vengono inseriti nelle classi comuni Si crea la figura del docente di sostegno; si tratta di un docente qualificato da specifica formazione

LA DISABILITA’ Breve excursus storico-normativo LEGGE 517 del 4 agosto 1977 Al docente di sostegno si affianca l’assistente educatore Si prevede la riduzione a 20 del numero massimo degli alunni per classe

LA DISABILITA’ Breve excursus storico-normativo La Corte costituzionale pronuncia il 3 giugno 1987 la sentenza n. 215 con la quale dichiara illegittimo il 3° comma dell'art. 28 della Legge 118/71nella parte in cui "in riferimento ai soggetti portatori di handicap prevede che "sarà facilitata" anziché disporre che "è assicurata" la frequenza delle scuole medie superiori.

LA DISABILITA’ Breve excursus storico-normativo La C.M. 262 del 22 settembre 1988 apre le porte delle scuole superiori a tutti i soggetti disabili, indipendentemente dal tipo e dalla gravità del deficit

LA DISABILITA’ Breve excursus storico-normativo LEGGE QUADRO 104/1992 Viene ridefinito il concetto di disabilità, basato su un nuovo concetto di apprendimento – visto come possibilità di sviluppo delle capacità di base di ogni individuo in ragione delle opportunità educative e formative che gli sono concesse sul piano scolastico, lavorativo e sociale.

LA DISABILITA’ Breve excursus storico-normativo LEGGE QUADRO 104/1992 Vengono definiti gli strumenti essenziali dell’integrazione scolastica degli alunni disabili:

LA DISABILITA’ Breve excursus storico-normativo LEGGE QUADRO 104/1992 il Profilo Dinamico Funzionale capace di rappresentare il funzionamento dell’alunno in termini positivi il Piano Educativo Individualizzato per ciascun alunno disabile che indica gli obiettivi formativi e didattici, i contenuti, le strategie ed i criteri di valutazione

LA DISABILITA’ Breve excursus storico-normativo LEGGE QUADRO 104/1992 Vengono istituiti il Gruppo di Lavoro Provinciale, il Gruppo di Lavoro per l’handicap di Istituto (GLH) e il Gruppo di Lavoro Interistituzionale Provinciale (quest’ultimo composto dai responsabili della scuola, degli Enti Locali, delle Strutture Sanitarie, delle Associazioni delle famiglie e delle persone disabili)

LA DISABILITA’ Breve excursus storico-normativo Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità Con la Legge n. 18 del 3 marzo 2009, il Parlamento italiano ha ratificato la Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità. Tale ratifica vincola l’Italia, qualora l’ordinamento interno avesse livelli di tutela dei diritti delle persone con disabilità inferiori a quelli indicati dalla Convenzione medesima, a emanare norme ispirate ai principi ivi espressi.

LA DISABILITA’ Breve excursus storico-normativo Linee guida per l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità La presenza di alunni disabili non è un incidente di percorso, un’emergenza da presidiare, ma un’occasione di crescita per tutti.

LE NUOVE PROSPETTIVE MODELLO I.C.F. Pur prevedendo l’origine dell’handicap nella minorazione del soggetto si sposta l’attenzione sull’individuo che inserito nel contesto fronteggia le conseguenze della patologia. Il modello ICF (classificaizone internazionale delle funzionalità disabilità e salute) abbandona la parola handicap. Al centro c’è la descrizione dello stato di salute delle persone in generale in relazione ai loro ambienti di vita

LE NUOVE PROSPETTIVE MODELLO I.C.F. L’ICF recepisce pienamente il modello sociale della disabilità, considerando la persona non soltanto dal punto di vista “sanitario”, ma promuovendone un approccio globale, attento alle potenzialità complessive, alle varie risorse del soggetto, tenendo ben presente che il contesto, personale, naturale, sociale e culturale, incide decisamente nella possibilità che tali risorse hanno di esprimersi.