Macroinvertebrati come bioindicatori

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Transcript della presentazione:

Macroinvertebrati come bioindicatori Sono piccoli animali, per lo più larve di insetti, che vivono nei nostri fiumi. Sono organismi invertebrati la cui taglia è uguale o superiore al millimetro per cui sono visibili ad occhio nudo, vivono per lo più sul fondo e si sono adattati a vivere nei vari habitat che si ritrovano lungo tutta l’asta del corso d’acqua. Si nascondono sotto i sassi o nella sabbia dell‘alveo. Gli ecologi li definiscono macroinvertebrati bentonici, in quanto, viste le loro caratteristiche strutturali e comportamentali, fanno parte del Benthos, cioè di quell’insieme di organismi che vivono sui sedimenti o sulla loro superficie.

BIOINDICATORE è una specie animale o vegetale particolarmente sensibile ai cambiamenti apportati da fattori inquinanti all'ecosistema. Poiché questi organismi vivono su substrati e sono poco mobili, non possono sottrarsi alle sostanze inquinanti: tali sostanze che, a causa dello scorrere dell’acqua, non verrebbero ritrovate con le analisi chimiche, lasceranno invece una traccia in questi organismi uccidendo addirittura le specie più sensibili.

Perchè i macroinvertebrati ? Infatti, per valutare la qualità di un' acqua, la migliore garanzia è proprio quella di verificare se essa è in grado o no di nuocere agli organismi che la popolano. La condizione biologica di un corso d'acqua quindi emerge bene dall'analisi delle specie animali presenti integrata con la determinazione di parametri fisici e chimici. Per la definizione dello stato ecologico dei corsi d’acqua, la Direttiva europea, come già anticipato dalla legge 152/99, prevede l’utilizzo come bioindicatori delle comunità di macroinvertebrati, comunemente presenti nei corsi d’acqua. In tali popolazioni, costituite da varie specie di insetti, crostacei, nematodi, platelminti, irudinei e oligocheti si e evidenziata la capacità di rispondere in modo differenziato alle alterazioni chimiche e fisiche dell’ambiente di vita. I macroinvertebrati, organismi le cui dimensioni sono raramente inferiori al millimetro, si utilizzano come “indicatori” o spie di inquinamento e, come tutti i bioindicatori, hanno la capacità di dare risposte rapide all’inquinamento, vivono nei substrati senza essere soggetti a migrazioni continue, sono presenti stabilmente in acqua (in quanto hanno un ciclo vitale normalmente superiore all’anno), sono facilmente riconoscibili e permettono di individuare gli effetti prodotti dagli inquinanti anche in tempi successivi al loro scarico. La valutazione delle condizioni delle comunità macrobentoniche viene quantificata attraverso un indice IBE (Indice Biotico Esteso), che, opportunamente tradotto, permette di attribuire 5 classi di qualità in funzione del tipo e del numero di taxa presenti. non si muovono per lunghe distanze sono visibili ad occhio nudo sono sensibili all‘inquinamento

I gruppi di macroinvertebrati INSETTI CROSTACEI MOLLUSCHI PLATELMINTI IRUDINEI OLIGOCHETI

I gruppi di insetti: Plecotteri Efemerotteri Tricotteri Odonati Eterotteri Coleotteri Ditteri

L‘ Indice Biotico Esteso Come si applica ? i macroinvertebrati vengono raccolti con un retino smuovendo sassi e sabbia nel fiume il campione raccolto viene analizzato ad occhio nudo ancora in riva al fiume, prelevando alcuni individui e fissandoli in alcool in laboratorio si guardano di nuovo gli animali del campione allo stereomicroscopio

L‘ Indice Biotico Esteso

PRIMA CLASSE

SECONDA CLASSE

TERZA CLASSE

QUARTA CLASSE

QUINTA CLASSE

Per la corretta raccolta dei macroinvertebrati bisogna recarsi in un luogo del fiume in cui l'acqua sia mediamente ad un'altezza di 30-40 cm, posizionare il retino nell'acqua nella direzione opposta alla corrente, smuovere con piedi e mani (a seconda della profondità) i sassi davanti all'entrata del retino e ripetere questo per tutto il transetto che congiunge le due rive del fiume. Questo serve perché a diverse profondità sono presenti microrganismi diversi, ad esempio quelli che vivono vicino alla riva sono differenti da quelli al centro dell'alveo (a profondità maggiore), quelli sul fondo ghiaioso sono diversi da quelli che vivono fra la vegetazione sul fondo... Quando il cilindro di raccolta sul fondo del retino è pieno bisogna tornare a riva e depositare il contenuto in una vaschetta con un po' d'acqua, poi riprendere in modo sistematico lungo la traiettoria del transetto dal punto di arresto. Prendiamo qualche sasso dal fondo e lo osserviamo: gli animaletti sono aggrappati sulla parte inferiore. Non notiamo la presenza di feltro né di batteri.

La vaschetta di raccolta contiene, oltre agli animaletti, anche terra, sabbia, foglie e altri residui di vegetali trasportati dalla corrente.... dobbiamo isolarli per poterli osservare, classificare e contarne gli esemplari. Questa operazione è resa più agevole versando una piccola parte del contenuto della vaschetta in un altro recipiente e aggiungendo dell'acqua per avere una visione più limpida di tutto.

Occorrono diverse pinzette per prendere i macroinvertebrati che si riescono ad individuare e spostarli in un altro contenitore contenente dell'acqua pulita. Bisogna prenderli subito sotto il capo per non rischiare di romperne le appendici che sono fondamentali per poterli riconoscere. Per il rilevamento dei macroinvertebrati, la scheda va compilata scrivendo sul rigo dell'Unità Sistematica riconosciuta il numero di esemplari presenti, se questo è inferiore al numero minimo di presenze richiesto, altrimenti un simbolo che ne indichi l'abbondanza: I se ci sono pochi esemplari, L se ve ne sono di più, U se ce ne sono in grande abbondanza. Si tratta di simboli convenzionali, ma ci vuole parecchia esperienza per poterli definire.