Il secondo decreto su Roma capitale:qualche passo avanti, un processo ancora da completare Marco Causi Giugno 2012.

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Il secondo decreto su Roma capitale:qualche passo avanti, un processo ancora da completare Marco Causi Giugno 2012

Roma capitale nellattuale contesto politico E´ stato approvato dalla Commissione bicamerale per l´attuazione del federalismo fiscale lo schema di decreto recante ulteriori disposizioni in materia di ordinamento di Roma capitale. Lo schema aveva un impianto di partenza molto debole, figlio di tre circostanze: –l´attuale debolezza politica del Campidoglio, anche in seguito alla bocciatura della candidatura olimpica; –l´interposizione della Regione Lazio nel processo di conferimento delle funzioni amministrative assegnate dalla legge 42/2009 al Comune di Roma; –la crisi di finanza pubblica, che impedisce di dotare il decreto di risorse aggiuntive.

Liniziativa del PD e del centro- sinistra Il secondo decreto, insomma, che avrebbe dovuto riguardare "poteri e risorse", rischiava di arenarsi. Durante i lavori parlamentari lo schema iniziale è stato migliorato con l´apporto decisivo delle idee e delle proposte di tutte le componenti politiche, ma soprattutto del Partito Democratico. E anche con limpegno, allinterno del Governo, dei settori riformisti a noi più vicini, a partire dal ministro Barca e dal sottosegretario Ceriani. Le novità sono riassumibili in dieci punti.

Prospettiva della città metropolitana Il processo di definizione del nuovo ente "Roma capitale", previsto nell´articolo 114 della Costituzione, viene inserito nella prospettiva della città metropolitana. La legge 42 prevede che i nuovi poteri assegnati a Roma capitale si trasferiscono automaticamente alla città metropolitana di Roma capitale, ove istituita L´intervenuta trasformazione delle province obbliga anche Roma, al pari di tutte le grandi città italiane, a confrontarsi con il tema delle funzioni di area vasta. Lo stesso processo di definizione della città metropolitana di Roma, che la legge 42 aveva inquadrato con un percorso atipico, dovrà essere riportato nell´alveo dei meccanismi di riforma in corso di discussione sul nuovo Codice delle autonomie.

Conferimento delle funzioni amministrative Il decreto attiva una sorta di doppio binario fra Regione e Stato. Le funzioni aggiuntive previste dalla legge verranno affidate a Roma capitale per iniziativa sia dello Stato (con ulteriori decreti di attuazione della 42) sia della Regione (con legge regionale, in base all´intesa stipulata fra Regione Lazio e Comune di Roma). E prioritario, adesso, che la commissione paritetica Regione-Comune lavori velocemente alla scrittura della legge regionale.

Beni culturali Il testo iniziale del decreto era molto discutibile e criticabile anche sotto il profilo costituzionale. Nel testo finale si è operata una più giusta distinzione tra la funzione di tutela, che resta in capo allo Stato, e quella di concorso alla valorizzazione, che è esercitata attraverso un nuovo strumento (la Conferenza delle Soprintendenze) nell´ambito dei beni definiti dalla legge delega (beni storici e artistici). La Conferenza potrà diventare uno strumento per accelerare i processi di autorizzazione nell´ambito dei programmi di valorizzazione concordati. La Sovraintendenza capitolina potrà partecipare alle conferenze di servizio in materia di archeologia preventiva.

Quantificazione degli oneri per il ruolo di capitale E una previsione della legge 42, che il testo iniziale del decreto non ottemperava. Nel testo finale si stabilisce che verrà quantificato dalla COPAFF, in collaborazione con ISTAT e IFEL, il maggior onere per il Comune di Roma derivante dall´esercizio delle funzioni connesse al ruolo di capitale della Repubblica, tenuto conto anche dei benefici economici che derivano da tale ruolo e degli effetti che si determinano sul gettito delle entrate tributarie statali e locali.

Investimenti e infrastrutture L´ente Roma capitale viene inserito nel circuito della programmazione ordinaria degli investimenti pubblici nazionali attraverso apposite Intese istituzionali di programma, e potrà siglare Accordi di programma quadro e Contratti istituzionali di sviluppo, partecipando, ove interessato, alle riunioni del CIPE, e ottenendo le eventuali sponde di cofinanziamento nazionale per le infrastrutture ricadenti nel territorio romano che hanno interesse nazionale. Si tratta di una sorta di riscrittura, con linguaggio attuale, della vecchia legge 396 del 1990 su Roma capitale. Il completamento del programma delle reti metropolitane e del trasporto si ferro, che tanta importanza ha per portare Roma al livello della grandi capitali europee, potrà essere inserito nella programmazione nazionale, evitando la scorciatoia dei grandi eventi ed evitando soprattutto gli improbabili (e pericolosi) project finance che sono stati sottoposti al giudizio dell´attuale Giunta capitolina, e ancora da essa non rigettati.

Basi fiscali locali per il finanziamento degli investimenti Per la sua quota di finanziamento degli investimenti di carattere nazionale Roma capitale potrà istituire, limitatamente al periodo di ammortamento delle opere, un´ulteriore addizionale comunale sui diritti di imbarco dei passeggeri sugli aeromobili in partenza dagli aeroporti della città di Roma, fino ad un massimo di 1 euro per passeggero, e potrà utilizzare anche parte dei proventi dell´imposta di soggiorno. La legge attuale permette a Roma di portare il contributo di soggiorno fino a 10 euro (5 per gli altri comuni), il decreto vincola Roma a usare questo margine esclusivamente per gli investimenti sulle infrastrutture comprese nei programmi nazionali concordati con il Governo.

Patto di stabilità Ogni anno Roma capitale concorderà con il Ministero dell´economia e delle finanze le modalità e l´entità del concorso alla realizzazione degli obiettivi di finanza pubblica. In caso di mancato accordo, il concorso di Roma capitale sarà stabilito in base delle disposizioni applicabili ai restanti comuni.

Legge di stabilità Nel saldo finanziario utile ai fini del rispetto del patto di stabilità interno non sono computate le risorse trasferite dal bilancio dello Stato e le spese: –per l´esercizio delle funzioni amministrative aggiuntive conferite; –sostenute in quanto capitale, sulla base della quantificazione della Copaff; –per investimenti derivanti dal programmazione infrastrutturale nazionale. La legge di stabilità provvederà alla compensazione degli effetti finanziari. Insomma, Roma non ottiene risorse ma canali "speciali" da contrattare anno dopo anno, anche sulla base dei progetti d´investimento che sarà in grado di promuovere a livello nazionale.

Servizi pubblici locali Le risorse destinate dallo Stato al finanziamento dei livelli essenziali delle prestazioni e degli obiettivi di servizio dei servizi pubblici locali (in particolare, TPL) sono erogate direttamente a Roma capitale, secondo modalità da definire con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta dei Ministri dell´interno e dell´economia e delle finanze.

Rendicontazione della gestione commissariale Il Commissario straordinario dovrà inviare annualmente una relazione al Parlamento e al Ministero dell´interno contenente la rendicontazione delle attività svolte all´interno della gestione commissariale e l´illustrazione dei criteri che hanno informato le procedure di selezione dei creditori da soddisfare.

Il processo di attuazione Il decreto, così modificato, attiva un processo ben lungi dall´essere completato. Ci vorranno: –nuovi decreti, o leggi regionali, per il conferimento delle funzioni; –un nuovo decreto per il trasferimento di patrimonio, previsto dalla legge delega ma non attuato; –Un intenso lavoro amministrativo per relaizzare le novità più importanti (quantificazione degli oneri della capitale e Roma nel CIPE).

Attuazione del primo decreto Con lapprovazione del secondo decreto parte anche lattuazione del primo: –Nuovo Statuto di Roma capitale; –Regolamenti per la disciplina dellesercizio delle funzioni trasferite; –Disciplina dei Municipi e loro riduzione a 15; –Regolamento dellAssemblea capitolina (con le due novità della sfiducia costruttiva e delle delibere con corsia preferenziale); –Status degli amministratori capitolini, da stabilire con decreto del Ministero dellinterno, di concerto con il MEF

Le due sfide per il futuro di Roma Prima sfida: il governo di area vasta. Con la trasformazione delle province in enti di secondo livello, si apre il tema della Città metropolitana e dei rapporti fra Regione e Roma capitale. Ma soprattutto, seconda sfida: una città in grado di darsi una rappresentanza politica all´altezza dei nuovi impegni, che richiedono il massimo di rigore e trasparenza.