GLICOGENOSINTESI E GLICOGENOLISI.

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Glicogeno.
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Transcript della presentazione:

GLICOGENOSINTESI E GLICOGENOLISI

OMOPOLISACCARIDE

STRUTTURA DEL GLICOGENO

FIGURE 15-33b Glycogenin and the structure of the glycogen particle FIGURE 15-33b Glycogenin and the structure of the glycogen particle. (b) Structure of the glycogen particle. Starting at a central glycogenin molecule, glycogen chains (12 to 14 residues) extend in tiers. Inner chains have two (α1→6) branches each. Chains in the outer tier are unbranched. There are 12 tiers in a mature glycogen particle (only 5 are shown here), consisting of about 55,000 glucose residues in a molecule of about 21 nm diameter and Mr ~1 × 107.

GLICOGENO SINTESI

Sintesi “de novo” di Glicogeno

Enzima Ramificante

Enzima Ramificante

A M I D O

GLICOGENO LISI

Glicogeno Fosforilasi ed enzima deramificante

Vitamina B6

FIGURE 15-25 Removal of a glucose residue from the nonreducing end of a glycogen chain by glycogen phosphorylase. This process is repetitive; the enzyme removes successive glucose residues until it reaches the fourth glucose unit from a branch point (see Figure 15-26).

Enzima Deramificante

FIGURE 15-27 Reaction catalyzed by phosphoglucomutase FIGURE 15-27 Reaction catalyzed by phosphoglucomutase. The reaction begins with the enzyme phosphorylated on a Ser residue. In step 1, the enzyme donates its phosphoryl group (green) to glucose 1-phosphate, producing glucose 1,6-bisphosphate. In step 2, the phosphoryl group at C-1 of glucose 1,6-bisphosphate (red) is transferred back to the enzyme, re-forming the phosphoenzyme and producing glucose 6-phosphate.

Nel Fegato il Glucosio 6-P viene defosforilato a Glucosio FIGURE 15-28 Hydrolysis of glucose 6-phosphate by glucose 6-phosphatase of the ER. The catalytic site of glucose 6-phosphatase faces the lumen of the ER. A glucose 6-phosphate (G6P) transporter (T1) carries the substrate from the cytosol to the lumen, and the products glucose and Pi pass to the cytosol on specific transporters (T2 and T3). Glucose leaves the cell via the GLUT2 transporter in the plasma membrane.

Regolazione ormonale del metabolismo del glicogeno

Il glucosio si lega ad un sito allosterico della glicogeno fosforilasi a epatica e induce una modifica conformazionale che espone il residuo di serina fosforilato all’azione della fosforilasi a fosfatasi (PP1). Questa fosfatasi converte la glicogeno fosforilasi a in fosforilasi b, riducendone l’attività e diminuendo la degradazione del glicogeno in risposta ad un aumento del glucosio ematico. Anche l’insulina agisce indirettamente stimolando PP1 e diminuendo la degradazione del glicogeno. FIGURE 15-36 Glycogen phosphorylase of liver as a glucose sensor. Glucose binding to an allosteric site of the phosphorylase a isozyme of liver induces a conformational change that exposes its phosphorylated Ser residues to the action of phosphorylase a phosphatase (PP1). This phosphatase converts phosphorylase a to phosphorylase b, sharply reducing the activity of phosphorylase and slowing glycogen breakdown in response to high blood glucose. Insulin also acts indirectly to stimulate PP1 and slow glycogen breakdown.

Regolazione allosterica

Effetto della GSK3 sull’attività della glicogeno sintasi Effetto della GSK3 sull’attività della glicogeno sintasi. La Glicogeno sintasi a ha tre residui di serina che sono fosforilati dalla glicogeno sintasi chinasi 3 (GSK3). Questa fosforilazione converte la glicogeno sintasi nella forma b inattiva. L’azione della GSK3 richiede che essa venga fosforilata (priming) dalla caseina chinase (CKII). L’Insulina induce il passaggio dalla glicogeno sintasi b alla glicogeno sintasi a bloccando l’attività della GSK3 ed attivando una fosfoproteina fosfatasi (PP1 nel muscolo, un’altra fosfatasi nel fegato). Nel muscolo, l’epinefrina attiva delle PKA che fosforilano la glycogen-targeting protein GM (vedi Figura 15-40) in un sito che provoca la dissociazione di PP1 dal glicogeno. Il Glucosio 6-P favorisce la defosforilazione della glicogeno sintasi legandosi ad essa e promuovendo una conformazione che è un migliore substrato per PP1. Anche il Glucosio promuove la defosforilazione; il legame del glucosio alla glicogeno fosforilasi a induce un cambio conformazionale che favorisce la sua defosforilazione e trasformazione in glicogeno fosforilasi b, operato dalla PP1 FIGURE 15-37 Effects of GSK3 on glycogen synthase activity. Glycogen synthase a, the active form, has three Ser residues near its carboxyl terminus, which are phosphorylated by glycogen synthase kinase 3 (GSK3). This converts glycogen synthase to the inactive (b) form. GSK3 action requires prior phosphorylation (priming) by casein kinase (CKII). Insulin triggers activation of glycogen synthase b by blocking the activity of GSK3 (see the pathway for this action in Figure 12-16) and activating a phosphoprotein phosphatase (PP1 in muscle, another phosphatase in liver). In muscle, epinephrine activates PKA, which phosphorylates the glycogen-targeting protein GM (see Figure 15-40) on a site that causes dissociation of PP1 from glycogen. Glucose 6-phosphate favors dephosphorylation of glycogen synthase by binding to it and promoting a conformation that is a good substrate for PP1. Glucose also promotes dephosphorylation; the binding of glucose to glycogen phosphorylase a forces a conformational change that favors dephosphorylation to glycogen phosphorylase b, thus relieving its inhibition of PP1 (see Figure 15-39).

Priming of GSK3 phosphorylation of glycogen synthase Priming of GSK3 phosphorylation of glycogen synthase. (a) Glycogen synthase kinase 3 first associates with its substrate (glycogen synthase) by interaction between three positively charged residues (Arg96, Arg180, Lys205) and a phosphoserine residue at position +4 in the substrate. This association aligns the active site of the enzyme with a Ser residue at position 0, which it phosphorylates. This creates a new priming site, and the enzyme moves down the protein to phosphorylate the Ser residue at position –4, and then the Ser at –8. FIGURE 15-38a Priming of GSK3 phosphorylation of glycogen synthase. (a) Glycogen synthase kinase 3 first associates with its substrate (glycogen synthase) by interaction between three positively charged residues (Arg96, Arg180, Lys205) and a phosphoserine residue at position +4 in the substrate. (For orientation, the Ser or Thr residue to be phosphorylated in the substrate is assigned the index 0. Residues on the amino-terminal side of this residue are numbered –1, –2, and so forth; residues on the carboxyl-terminal side are numbered +1, +2, and so forth.) This association aligns the active site of the enzyme with a Ser residue at position 0, which it phosphorylates. This creates a new priming site, and the enzyme moves down the protein to phosphorylate the Ser residue at position –4, and then the Ser at –8.

Priming of GSK3 phosphorylation of glycogen synthase. GSK3 has a Ser residue near its amino terminus that can be phosphorylated by PKA or PKB (see Figure 15-39). This produces a "pseudosubstrate" region in GSK3 that folds into the priming site and makes the active site inaccessible to another protein substrate, inhibiting GSK3 until the priming phosphoryl group of its pseudosubstrate region is removed by PP1. Other proteins that are substrates for GSK3 also have a priming site at position +4, which must be phosphorylated by another protein kinase before GSK3 can act on them. FIGURE 15-38b Priming of GSK3 phosphorylation of glycogen synthase. (b) GSK3 has a Ser residue near its amino terminus that can be phosphorylated by PKA or PKB (see Figure 15-39). This produces a "pseudosubstrate" region in GSK3 that folds into the priming site and makes the active site inaccessible to another protein substrate, inhibiting GSK3 until the priming phosphoryl group of its pseudosubstrate region is removed by PP1. Other proteins that are substrates for GSK3 also have a priming site at position +4, which must be phosphorylated by another protein kinase before GSK3 can act on them. (See also Figures 6-37 and 12–22b on glycogen synthase regulation.)

The path from insulin to GSK3 and glycogen synthase. insulin receptor substrate-1 (IRS-1); phosphatidylinositol 3-kinase (PI-3K); phosphatidylinositol 4,5-bisphosphate (PIP2); phosphatidylinositol 3,4,5-trisphosphate (PIP3); protein kinase (PDK-1); protein kinase (PKB); phosphorylated glycogen synthase kinase 3 (GSK3) in its pseudosubstrate region. The inactivation of GSK3 allows phosphoprotein phosphatase 1 (PP1) to dephosphorylate and thus activate glycogen synthase. FIGURE 15-39 The path from insulin to GSK3 and glycogen synthase. Insulin binding to its receptor activates a tyrosine protein kinase in the receptor, which phosphorylates insulin receptor substrate-1 (IRS-1). The phosphotyrosine in this protein is then bound by phosphatidylinositol 3-kinase (PI-3K), which converts phosphatidylinositol 4,5-bisphosphate (PIP2) in the membrane to phosphatidylinositol 3,4,5-trisphosphate (PIP3). A protein kinase (PDK-1) that is activated when bound to PIP3 activates a second protein kinase (PKB), which phosphorylates glycogen synthase kinase 3 (GSK3) in its pseudosubstrate region, inactivating it by the mechanisms shown in Figure 15-38b. The inactivation of GSK3 allows phosphoprotein phosphatase 1 (PP1) to dephosphorylate and thus activate glycogen synthase. In this way, insulin stimulates glycogen synthesis. (See Figure 12-16 for more details on insulin action.)

Glycogen-targeting protein GM FIGURE 15-40 Glycogen-targeting protein GM. The glycogen-targeting protein GM is one of a family of proteins that bind other proteins (including PP1) to glycogen particles. GM can be phosphorylated at two different sites in response to insulin or epinephrine. 1 Insulin-stimulated phosphorylation of GM site 1 activates PP1, which dephosphorylates phosphorylase kinase, glycogen phosphorylase, and glycogen synthase (not shown). 2 Epinephrine-stimulated phosphorylation of GM site 2 causes dissociation of PP1 from the glycogen particle, preventing its access to glycogen phosphorylase and glycogen synthase. PKA also phosphorylates a protein (inhibitor 1) that, when phosphorylated, inhibits PP1. By these means, insulin inhibits glycogen breakdown and stimulates glycogen synthesis, and epinephrine (or glucagon in the liver) has the opposite effects.

FIGURE 15-41 Regulation of carbohydrate metabolism in the liver FIGURE 15-41 Regulation of carbohydrate metabolism in the liver. Arrows indicate causal relationships between the changes they connect. For example, an arrow from ↓A to ↑B means that a decrease in A causes an increase in B. Pink arrows connect events that result from high blood glucose; blue arrows connect events that result from low blood glucose.

FIGURE 15-42 Difference in the regulation of carbohydrate metabolism in liver and muscle. In liver, either glucagon (indicating low blood glucose) or epinephrine (signaling the need to fight or flee) has the effect of maximizing the output of glucose into the bloodstream. In muscle, epinephrine increases glycogen breakdown and glycolysis, which together provide fuel to produce the ATP needed for muscle contraction

CONTROLLO DELLA GLICEMIA

Assorbimento intestinale del glucosio

Recupero del glucoso dal glicogeno o amido introdotto con la dieta La -Amilasi è una endoglicosidasi Essa spezza l’amilopectina o il glicogeno in maltosio, maltotrioso e altri piccoli oligosaccaridi It is active on either side of a branch point, but activity is reduced near the branch points Debranching enzyme cleaves "limit dextrins" Note the 2 activities of the debranching enzyme

PRODUZIONE DELL'INSULINA

Biosintesi dell’insulina. Viene operata dalle cellule beta Biosintesi dell’insulina. Viene operata dalle cellule beta. Si passa dalla pre-pro- insulina alla pro-insulina e infine all’insulina che viene espulsa in granuli secretori contenenti anche Zinco ed un peptide C residuo.

L’insulina aumenta l’assunzione di glucosio da parte delle cellule aumenta la sua utilizzazione diminuisce il processo di gluconeogenesi

La regolazione della secrezione di insulina è dovuta primariamente alla concentrazione di glucosio secondariamente all’aumento della concentrazione plasmatica di aminoacidi all’aumento del cortisolo, del glucagone di ioni K+ e Ca+

I sensori delle variazioni glicemiche sono le cellule beta

Le molecole di glucosio entrate nelle cellule beta vengono demolite ossidativamente con produzione di ATP.

L’aumento di ATP induce la chiusura di particolari canali K+ (ATP-sensibili) cui consegue una depolarizzazione ed apertura dei canali ionici Calcio voltaggio dipendenti.

A questo segue la liberazione dell’ormone

Meccanismo di rilascio dell’insulina