Osservatorio nazionale sullattuazione della legge 328/2000 Crisi economica, povertà ed esclusione sociale: la necessità di un piano nazionale I LIVELLI.

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Osservatorio nazionale sullattuazione della legge 328/2000 Crisi economica, povertà ed esclusione sociale: la necessità di un piano nazionale I LIVELLI ESSENZIALI PER UNA POLITICA DI INCLUSIONE SOCIALE: FABBISOGNI E STRUMENTI PER CONTRASTARE LA POVERTA MINORILE Emanuele Ranci Ortigosa Direttore scientifico IRS Roma,CNEL 12 Febbraio

Povertà, povertà economica, minori Italia ed Europa: contro la povertà, quante risorse, con quale efficacia? Povertà e politiche di contrasto in Italia Politiche di contrasto alla povertà e politiche per la famiglia Un piano di intervento contro la povertà delle famiglie con figli minori RISM I livelli essenziali RISM Traccia dellintervento 2

E fenomeno complesso, a più dimensioni Più fattori concorrono a generarla,superarla o cronicizzarla Viene descritta privilegiando la dimensione economica, con indicatori conseguenti Va analizzata e contrastata considerando linsieme delle dimensioni e dei fattori causali Le sole erogazioni monetarie sono per lo più necessarie, ma spesso inadeguate Quale povertà 3

Povertà economica, eventi critici, svantaggi e marginalità La povertà economica si associa positivamente ad altri indicatori di svantaggio e marginalità (livello di istruzione, aspettative di salute e di vita, lavoro dequalificato e poco gratificante, ecc) riduce molto la possibilità di resistenza e recupero a fronte di criticità della vita (malattie, lutti, rottura di rapporti coniugali, disoccupazione, disabilità, ecc) 4

L Italia, nel confronto con altri paesi UE o Ocse, presenta: alto livello di povertà, in particolare di povertà minorile, in aumento forti diseguaglianze di reddito diseguaglianze ancora più accentuate di ricchezza bassa mobilità intergenerazionale dei redditi I minori poveri sono particolarmente numerosi e sono fortemente svantaggiati nella loro condizione di vita e nelle loro opportunità future Povertà e diseguaglianza 5

Le difficoltà economiche del nucleo familiare sono correlate al numero di componenti minori Il numero di minori poveri è in Italia in costante aumento, dal 23% fine anni 70 al 32% del 2004 I minori poveri sono fortemente svantaggiati nella loro condizione di vita e nelle loro opportunità future Chi ha minori risorse economiche subisce più vincoli e limitazioni al determinare liberamente il numero dei figli e più oneri per la loro educazione Perché dare priorità alle famiglie con figli 6

Va considerato anche un riconoscimento del valore sociale delle attività di procreazione ed educazione per rendere possibile la riproduzione sociale Tali ragioni possono giustificare una priorità per le famiglie con minori, non una esclusività nei confronti delle altre famiglie povere. Disporre dei mezzi per una esistenza dignitosa è diritto sociale universale. Priorità sono quindi accettabili solo entro una strategia che subisce vincoli di bilancio ma persegue, la progressiva estensione della misura a tutte le famiglie povere, con o senza figli minori. Priorità, non esclusività, con progressiva estensione 7

Italia ed Europa: contro la povertà, quante risorse, con quale efficacia?

Spesa protezione sociale sul PIL. Spesa per housing and social exclusion Spesa per le famiglie Efficacia su abbattimento povertà (con/senza pensioni) su abbattimento povertà minorile Scarsa efficacia redistributiva delle prestazioni monetarie in Italia Erogazioni monetarie/servizi Italia ed Europa: quante risorse, con che efficacia? 9

Spesa pro capite per povertà ed esclusione sociale (Eurostat Espross 2004) Misure di sostegno per l'esclusione socialepro capite in PPS Netherlands354,9 Denmark284 Luxembourg264,4 Sweden181,8 Cyprus150,2 Finland134,9 Belgium120,3 Slovenia119,9 Germany116,8 Austria113,5 Ireland113,1 Greece110,4 France109,3 Czech Republic88 Slovakia62,1 United Kingdom52,6 Spain38,7 Malta37,9 Misure di sostegno per l'esclusione socialepro capite in PPS Portugal37,3 Lithuania35,8 Hungary18,2 Estonia17,5 Poland17 Latvia14,6 Italy11,5 10 Fonte: Elaborazione IRS su dati Eurostat, 2006.

Limpatto dei trasferimenti sociali sulla povertà percentuale di riduzione del tasso di rischio di povertà dovuto ai trasferimenti sociali 11 Fonte: Elaborazione IRS su dati Eurostat, 2006.

Quali misure sono più efficaci Nellabbattere oltre certe soglie la povertà economica interventi specifici e ben mirati, universali e selettivi, sono determinanti. 12

Limpatto della spesa sociale sulla povertà minorile Fonte: Elaborazione IRS su dati Eurostat, 2006.

Limpatto di interventi mirati sulla povertà minorile 14 Fonte: A. Brandolini C.Saraceno (a cura di) Povertà e Benessere. Una geografia delle diseguaglianze in Italia Il Mulino, Bologna, 2007

l Nel ridurre la povertà minorile sono particolarmente efficaci le misure child- contingent, ossia gli sgravi fiscali e i trasferimenti monetari commisurati alla presenza di minori. l Tali misure sono assai differenziate da paese a paese e sono limitate in Italia Effetti di interventi mirati sulla povertà minorile 15

Povertà e politiche di contrasto in Italia 16

Il contrasto alla povertà in Italia è poco efficace E poco efficace sulla povertà, e sulla povertà minorile, come evidenziano, pur nei loro limiti tecnici, i confronti a livello UE Perché è poco efficace? si spende poco si spende male 17

La spesa per lassistenza sociale Lincidenza della spesa per lassistenza sociale è in costante diminuzione: dal 3,5% del 1997 al 3% del 2006 sul PIL, e dal 14,6% al 11,9% sulla spesa per la protezione sociale La media in Europa è del 5.1% e noi siamo gli ultimi 18

Spendiamo poco, spendiamo male I limiti quantitativi ci sono, con varia consistenza a seconda delle classificazioni, ma da soli non spiegano la bassa efficacia. Le misure non sono universalistiche, ma categoriali. Non ce un sistema unitario di prova dei mezzi, e il soggetto considerato è talora lindividuo, talora la famiglia Le misure sono poco redistributive (lItalia occupa lultimo posto in Europa per quota di trasferimenti monetari che vanno al 30% della popolazione più povera nella distribuzione del reddito) 19

Disuguaglianza, povertà e servizi Attualmente imposte e trasferimenti monetari nazionali (88% della spesa) ridistribuiscono poco. I servizi diffusi pare invece riescano a svolgere unimportante funzione redistributiva, anche in termini di aumento delle opportunità per i minori Data la debolezza degli attuali trasferimenti monetari nazionali, a fronte della crisi si rischia un effetto di trascinamento degli interventi regionali e locali su analoghe misure monetarie. 20

Prestazioni monetarie e servizi In Italia la quota di spesa sociale per servizi è assai limitata, circa il 12%, inferiore alla media dei paesi europei. La dotazioni di servizi, e di servizi per minori, specie in certe aree, è bassissima Le modeste risorse regionali e locali dovrebbero quindi produrre soprattutto servizi, per ragioni redistributive e per creare quella rete di accesso, orientamento, sostegno necessaria anche perché il contrasto alla povertà assuma una dimensione di attivazione, di inserimento sociale e lavorativo 21

Politiche di contrasto alla povertà e politiche per la famiglia 22

Sono coinvolte tanto le politiche di contrasto alla povertà che le politiche per la famiglia: il minore povero sta in una famiglia povera Queste due politiche hanno proprie specifiche finalità, e propri interventi, talora convergenti, talora divergenti La composizione e integrazione comporta arricchimenti e/o riduzioni Sulla povertà e in particolare la povertà minorile 23

Deve assicurare alle famiglie ed alle persone, al di là delle loro condizioni economiche e sociali, la possibilità di progettare, generare, crescere figli che abbiano adeguate cure e prospettive per il loro futuro, senza eccessivi oneri sullesistenza e le prospettive di vita dei genitori stessi e di altri familiari coinvolti. Occorre un ridisegno integrato di politiche sociali amichevoli per le famiglie ed i minori, articolato su tre dimensioni critiche: informazione, consulenza, orientamento, conciliazione, accompagnamento a responsabilità genitoriali condizioni economiche e abitative; sviluppo di un sistema di servizi di cura sociali, educativi, scolastici, soprattutto nelle zone che più ne sono prive; congedi e conciliazione dei tempi La politica per le famiglie con figli 24

E obiettivo essenziale, anche se non unico, delle politiche sociali. Anche il recente libro verde afferma che la lotta alla povertà estrema è uno dei principali obiettivi per la costruzione di una società fondata sulle opportunità e sulla solidarietà Richiede interventi articolati su: una erogazione economica integrativa del reddito fino ad un livello minimo garantito un intervento di progettazione, promozione, sostegno e offerta di servizi appropriati per la valorizzazione delle risorse attuali e potenziali della famiglia, e in particolare dei figli minori, finalizzato alla responsabilizzazione e attivazione dei beneficiari al superamento e alluscita dalla povertà e dallesclusione Il contrasto alla povertà e allesclusione sociale 25

Le diverse specificità Le politiche per la famiglia, se assumono una forte selettività reddituale, trascurano famiglie con figli meno povere, e magari con forti difficoltà di conciliazione Le politiche di contrasto alla povertà, se assumono come criteri selettivi non solo il reddito, ma anche la presenza di figli, trascurano le famiglie povere senza figli 26

E necessario decidere una priorità Contaminazioni e riduzioni reciproche per un primo passo, reso urgente e insieme limitato dalla crisi economica, possono essere trovate Vanno collocate entro una strategia generale che esplicitamente ne programma altri successivi, fino a conseguire livelli di tutela contro la povertà (RIS) e di promozione familiare e sociale adeguati a fronteggiare i bisogni considerati Decidere una priorità 27

Un piano di intervento contro la povertà delle famiglie con figli minori (Reddito inclusione sociale minori - RISM)

Per disegnare e attivare un percorso, e non solo varare una misura occasionale, occorre elaborare una politica per il RISM e declinarla in unPiano operativo Un piano considera una serie di misure e ne indica la attivazione combinata nel tempo e nello spazio Predisporre un piano 29

Un piano operativo non deve essere un libro di analisi e sogni, con rischio di impatto zero Deve proporre obiettivi misurabili finali e intermedi, assicurare corrispondenti adeguate risorse, prevedere un monitoraggio alle cui risultanze legare incentivi e sanzioni per gli attori Requisiti del piano 30

La povertà ha più dimensioni e più fattori determinanti per il suo insorgere e i suoi sviluppo, come si è detto Il piano RISM deve allora prevedere: una integrazione economica del reddito delle famiglie con figli minori attività di sostegno, con servizi e altri interventi di inserimento sociale, e di promozione e responsabilizzazione I contenuti del piano RISM 31

II piano riprende le due dimensioni strategiche del Reddito Minimo di Inserimento, che in Europa quasi tutti i paesi hanno fatto proprio: dimensione assistenza economica: universalistica selettiva su reddito familiare erogazione monetaria integrativa dimensione inserimento sociale e/o lavorativo : progettazione e accompagnamento su singole persone negoziata con i beneficiari che devono assumere impegni e rispettarli Una politica di sostegno e promozione 32

A. diffusione sul territorio di punti di accesso, valutazione del caso, presa in carico, progettazione degli interventi, con particolare attenzione ai minori B. erogazioni economiche integrative del reddito, rapportate allISEE corretta C. promozione su tutti i territori di un insieme di servizi e interventi particolarmente rilevanti per le famiglie con figli Contenuti del piano RISM 33

Le Regioni devono disciplinare e promuovere la diffusione sul territorio di punti di accesso alle misure qui considerate, per lascolto e la valutazione dei casi familiari, la progettazione e lindividuazione degli interventi economici e dei servizi, laccompagnamento e il monitoraggio Di tali funzioni sono responsabili i Comuni, che le programmano nel PdZ e le gestiscono in modo associato e integrato a livello di ambito, impegnando operatori con professionalità appropriate A. Accesso, valutazione. progettazione 34

Le politiche di contrasto alla povertà e le politiche familiari in merito privilegiano prospettive diverse, come abbiamo visto B. Erogazioni monetarie 35

La priorità è il sostegno alla generazione e alla cura dei figli, e alla educazione e promozione dei minori stessi. Da qui la preferenza per un assegno per i singoli minori. Questa prospettiva trova una articolata declinazione in una proposta di Baldini, Bosi e Matteuzzi, cui rinvio, che riforma lintero sistema delle erogazioni a sostegno della famiglia. Per le politiche familiari 36 Baldini M., Bosi P., Matteucci M. Il sostegno al reddito e alle responsabilità familiari La proposta di Istituzione dellassegno per i minori in Guerzoni L. (a cura di) Le politiche di sostegno alle famiglie con figli. Il contesto e le priorità Il Mulino, Bologna, 2007

La priorità è lintegrazione dei redditi di tutte le famiglie, qualsiasi sia la loro composizione, fino ad una soglia che consenta unesistenza dignitosa. La crisi economica e i costi sociali che si prospettano, portano a privilegiare una politica di contrasto alla povertà, mantenendo però attenzione specifica ai bisogni delle famiglie con minori Lattenzione ai minori si traduce ora nel dare priorità allintervento per le loro famiglie. In una futura estensione a tutte le famiglie povere, può esprimersi in una ponderazione nella composizione familiare che favorisca i minori nella scala di equivalenza. Per le politiche di contrasto alla povertà 37

Beneficiari sono le famiglie con figli minori con Isee di o, in via subordinata, di La misura mira a integrare il loro reddito fino a portarlo alla soglia Isee assunta Lentità dellerogazione varierà quindi sulla composizione della famiglia e il suo attuale reddito Ipotesi per una integrazione del reddito delle famiglie con figli minori (Reddito inclusione sociale minori - RISM) 38

Rilevazione che ISTAT ripete ogni anno su un campione di circa famiglie l E lindagine a partire dalla quale lISTAT stima annualmente lincidenza della povertà relativa in Italia. l Lunità di rilevazione è la famiglia di fatto, intesa come un insieme di persone co-abitanti e legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela o affettivi. l La condizione economica delle famiglie italiane viene tracciata partendo dai rispettivi livelli di spesa legati al consumo; vengono, cioè, considerati, tutti i beni e servizi acquistati o comunque consumati dalle famiglie per le proprie necessità (spese per generi alimentari, per laffitto, ecc.) metodo della spesa Stime effettuate dallindagine ISTAT sui consumi delle famiglie italiane 39

Assunto 1: in presenza di livelli di reddito particolarmente bassi, in particolare delle famiglie con minori, la spesa per consumi tende a coincidere con il reddito disponibile. Assunto 2: le stime basate sui dati di spesa, anziché di reddito, consentono di tenere conto di tutte le famiglie, anche quelle incapienti, e di tutte le entrate, anche quelle assistenziali. Le nostre stime a partire dallindagine sui consumi 40

Distribuzione tipologia familiare famiglie < ISEE annuo 41

Beneficiari del RISM su ipotesi ISEE < Coppie con figli % - potenzialmente beneficiarie % - con figli minori ,9% - numero minori Nuclei monoparentali % - potenzialmente beneficiarie ,1% - con figli minori ,5% - numero minori Totale famiglie beneficiarie Totale minori beneficiari

43 Distribuzione tipologia familiare famiglie < ISEE annuo

Stima beneficiari RISM per ISEE < Coppie con figli % - potenzialmente beneficiarie ,8% - con figli minori ,9% - numero minori Nuclei monoparentali % - potenzialmente beneficiarie ,9% - con figli minori ,5% - numero minori Totale famiglie beneficiarie Totale minori beneficiari

Stima costi RISM su ISEE <6.000 e <5.000 < < Integrazione media mensile coppia con figli Integrazione media mensile coppia con figli minori Integrazione media mensile nucleo monoparentali Integrazione media mensile nuclei monoparentali con figli minori Fabbisogno finanziario annuo coppia con figli Fabbisogno finanz. annuo coppia con figli minori Fabbisogno finanziario annuo nucleo monopar Fabbisogno finanz. annuo n. m. con figli minori Fabbisogno finanz. annuo famiglie con figli minori

SOGLIA ISEE < SOGLIA ISEE < Famiglie residenti in Italia Stima delle famiglie potenzialmente beneficiarie di una misura di integrazione del reddito (take-up 100%) Incidenza sul totale delle famiglie residenti 3,04,5 Integrazione media mensile per famiglia (in euro) FABBISOGNO FINANZIARIO ANNUO (in milioni di euro) Verso il Reddito Inclusione Sociale (RIS) per tutte le famiglie: stima beneficiari e costi 46

l I numeri esposti sono frutto di stime, con le relative discrezionalità e approssimazioni. Si differenziano da quelle effettuate da altri, che possono utilizzare altre base dati e altri percorsi l Se si da ad esempio un peso maggiore ai minori nella scala di equivalenza sulla composizione famigliare, come fa lIsee per le famiglie monogenitoriali, già questo comporterebbe un incremento di tali famiglie l II take up rate del 100% assunto va perseguito ma non si realizza mai nella realtà. Andrebbe quindi effettuata una previsione su cui ridurre proporzionalmente il costo stimato Le stime comportano discrezionalità e limiti 47

Va verificata la possibilità di coordinare o ricomporre nella nuova misura RISM altre erogazioni esistenti, nazionali regionali e locali. Questo consentirebbe di razionalizzare e meglio finalizzare tali interventi e di ampliare la platea dei beneficiari del RMFF. E necessario approfondire questa ipotesi su cui il Piano dovrà assumere conseguenti decisioni in una prospettiva di riforma del sistema e di generalizzazione progressiva di un reddito minimo per tutte le famiglie Ricomporre le erogazioni estendere i beneficiari 48

Alcune delle seguenti misure nazionali, dopo adeguate verifiche per tutelare gli attuali beneficiari, potrebbero essere in tutto o in parte coordinate o ricomposte nel RISM: assegno a famiglie con perlomeno 3 figli (su ISE familiare) social card (individuale, incapienti IRPEF, ISEE familiare) relativa a famiglie con figli minori di 3 anni Insieme impegnano 500/600 milioni di euro bonus famiglia (una tantum, su reddito complessivo nucleo familiare) Il bonus si è già esaurito. Se si destinasse nei prossimi anni la stessa somma di milioni di euro al RMM, si potrebbe estendere di molto la platea dei beneficiari Quali erogazioni ricomporre 49

La loro ricomposizione nel RMM realizzerebbe un chiaro miglioramento: quanto ai beneficiari, vengono abrogati limiti iniqui (avere almeno tre figli, o figli sotto i tre anni) e parificati tutti i residenti (anche gli stranieri regolari) quanto allerogazione, la integrazione del reddito per tutti fino alla soglia indicata (che tiene conto della composizione familiare) è più equa dellerogazione in cifra fissa, che prescinde dalla situazione attuale familiare e reddituale Con la ricomposizione nel RISM più equità 50

Il RISM adotta un unico indicatore di situazione economica in capo allo stesso soggetto (famiglia o individuo), cruciale per razionalizzare e finalizzare gli interventi Utilizza a tal fine lIsee apportando qualche correzione e flessibilizzandolo in ordine allo specifico utilizzo. Unificare la prova dei mezzi 51

Abbiamo detto che la povertà è fenomeno a più dimensioni, oltre a quella economica, e con più fattori causali. Va quindi affrontata con erogazioni monetarie e con altri interventi che trattano altre dimensioni e fattori della povertà delle famiglie, per ridurli e dove possibile superarli Trattando di famiglie povere con figli minori occorre attingere tanto alle misure proprie del contrasto alla povertà e dellinserimento sociale e lavorativo, quanto alle misure proprie del sostegno alle famiglie. Si tratta di interventi di consulenza e accompagnamento, di misure di conciliazione, di offerta di servizi sociali, sociosanitari, educativi, scolastici, dagli asili nido alla scuola alla formazione professionale per esemplificare C. Servizi e interventi 52

Misura universalistica, permanente, selettiva su reddito e bisogno, fortemente equitativa e redistributiva, integra il reddito delle famiglie con minori persegue la responsabilizzazione e attivazione dei beneficiari superando ove possibile lassistenzialismo gestito da Regioni e Comuni valorizza le autonomie, contrasta il perdurante centralismo in una prospettiva di federalismo Vantaggi del RISM 53

I livelli essenziali per il RISM

Losservatorio sulla 328/00 ha ben chiarito che le politiche di affermazione dei diritti sociali devono assumere come obiettivi strategici livelli essenziali di prestazione che vanno ben oltre le risorse economiche, professionali, organizzative oggi disponibili Occorre quindi assumere e declinare il tema dei livelli in termini di processo di attuazione che in partenza subisce molti limiti, da via via ridurre per tendere a soglie più adeguate, essenziali Lo sviluppo indicato implica la riforma delle misure vigenti, affermata anche nel libro verde, con il loro graduale assorbimento nelle nuove misure universalistiche e selettive, con i relativi livelli Tale processo può avvenire solo attraverso una intesa concertata e via via aggiornata tra Stato, Regioni, Autonomie, e solo tramite la ricerca del maggior consenso possibile delle organizzazioni sociali Il cammino verso i livelli essenziali 55

Il diritto sociale da affermare con una politica di contrasto alla povertà delle famiglie con figli minori consiste nel disporre di: risorse economiche adeguate alla famiglia e alla generazione, crescita ed educazione dei figli minori Opportunità, responsabilizzazione, sostegni per linserimento e la promozione sociale dei componenti e in particolare dei minori Il RISM è un passo iniziale verso un più completo e diffuso diritto sociale contro la povertà (RIS) Quale diritto sociale 56

I livelli essenziali sono relativi alle azioni A, B e C prima indicate: diritto ad un accesso a bassa soglia sul territorio, per verifica dei requisiti, valutazione professionale, nel caso progettazione, orientamento,accompagnamento a servizi. Ciò implica la definizione nei livelli essenziali del diritto e di standard sulla presenza effettiva e qualificata di tali accessi su tutti i territori diritto ad ottenere una erogazione monetaria integrativa del reddito fino alla soglia stabilita, anchessa definita e finanziata come livello essenziale (segue) Quali livelli essenziali 57

Il diritto a servizi sociali, scolastici, educativi, rispondenti ai bisogni di famiglie con figli potrebbe configurare: primi livelli essenziali in termini di diritti e standard per lasilo nido ( il relativo Piano va rifinanziato) e servizi equivalenti, in attesa che via via si possano estendere ad altri servizi. livelli essenziali come priorità di accesso e bonus per lacquisizione di prestazioni dai servizi prima citati, con progressiva estensione degli standard Quali livelli essenziali (segue) 58

Data la forte diversità dei livelli di povertà minorile e delle dotazioni di servizi dei territori si potrebbero concordare tempi di realizzazione territorialmente differenziati in ordine ai comuni obiettivi finali. Ciò consentirebbe di non lasciare nessuno fermo dove è e di distribuire le risorse fra le Regioni in termini politicamente più agibili Le differenze territoriali 59

Il processo istituzionale Il RISM va definito nella Conferenza Stato-Regioni- Autonomie anche per impegnare i livelli istituzionali o nel finanziamento dellerogazione economica o nella promozione della misura sul territorio; Data la sua dimensione di inserimento e promozione sociale il RISM non può essere gestito da piccoli o medio-piccoli Comuni, privi delle competenze professionali e della rete territoriale necessaria. Va gestito a livello di Ambiti, impegnando le Regioni ad un forte accompagnamento, diretto o tramite le Province 60

Listruttoria per la presa in carico e lerogazione economica è disciplinata dalle Regioni rispettando i livelli essenziali indicati dallo Stato; è svolta dai servizi comunali integrati a livello di ambito sociale. La misura è inserita nel PdZ Lerogazione è effettuata dai Comuni (o dallInps), attingendo alle risorse finanziarie dedicate I criteri di finanziamento e di attribuzione delle risorse alle Regioni vengono concordati nel Comitato Stato / Regioni / Autonomie, affrontando le serie difficoltà che la disomogenea distribuzione sul territorio di bisogni e risorse propone La gestione del RISM 61

Lintroduzione del RISM implica una scelta cruciale Affidare al sistema regionale e delle autonomie locali la decisione e la gestione delle erogazioni economiche oltre che dei servizi È un cambiamento radicale rispetto allattuale situazione in cui più dell80% della spesa socioassistenziale è assorbita da misure monetarie erogate centralmente Attua così il disatteso tit.V della Costituzione e si orienta al federalismo fiscale di cui potrebbe rappresentare una parziale sperimentazione, insieme alla non autosufficenza, offrendo elementi di concretezza al confronto sul federalismo 62

Il territorio consente analisi e valutazione del soggetto/famiglia destinatari e del contesto di appartenenza, progettazione personalizzata e scelta degli interventi più appropriati valorizzazione delle risorse e responsabilizzazione dei soggetti beneficiari monitoraggio e controllo sugli interventi, le risorse, i costi valutazione di prodotto e di risultato 63

E cruciale che qualsiasi nuova misura venga introdotta, e i relativi livelli essenziali, siano monitorati e valutati per poter poi procedere alle debite correzioni o sostituzioni non su ragioni astratte ma su verifiche condotte da soggetti indipendenti e qualificati. E quanto purtroppo raramente accade, ai diversi livelli di governo Monitoraggio e valutazione 64

La crisi economica si accentua e non si avviano iniziative incisive di riforma del sistema assistenziale e di sviluppo di nuove politiche, possibile allavvio di legislatura Da troppo tempo sulle politiche sociali in Italia si galleggia, non si naviga Il RISM può rappresentare un primo modesto passo, attento ai cittadini del domani, di una scelta strategica qualificante Crisi economica e politiche sociali 65