Prove di efficacia dell’attività fisica: II parte

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Prove di efficacia dell’attività fisica: II parte AZIENDA ULSS 20 DI VERONA Dipartimento di Prevenzione Igiene generale ed applicata Prove di efficacia dell’attività fisica: II parte

Attività fisica nell’anziano Le persone sopra i 65 anni costituiscono una popolazione in continua espansione L’età rappresenta un fattore di rischio cardiovascolare indipendente, non modificabile L’età non controindica l’attività fisica, anzi può prevenire le malattie cardiovascolari, la morbilità e la disabilità dell’anziano Sono particolarmente consigliati gli esercizi aerobici con minor impatto sul sistema osteo-articolare: cammino veloce, nuoto, bicicletta…

Walking Compared with Vigorous Exercise for the Prevention of Cardiovascular Events in Women JoAnn E. Manson N Engl J Med 2002 donne di 50-79 anni in post menopausa

Changes in leisure-time physical activity and risk of death: an observational study of 7.000 men and women Schnor P et al.Am J Epidemiol, 2003;158:639 Studio sull’attività fisica effettuata nel tempo libero da 7.023 persone di Copenhagen – età 20-79 anni – nei periodi 1976-78 e 1981-83. Il follow-up andava dal secondo controllo (’81-’83) al 31.8.2000 oppure alla morte del soggetto.

I partecipanti sono stati così suddivisi: Changes in leisure-time physical activity and risk of death: an observational study of 7.000 men and women Schnor P et al.Am J Epidemiol, 2003;158:639 I partecipanti sono stati così suddivisi: < 2 ore/settimana di attività leggera (come camminare o andare in bibicletta); 2-4 ore/settimana di attività leggera; 4 ore/settimana di attività leggera oppure 2-4 ore/settimana di attività intensa (cammino o bicicletta veloce, sport che inducesse sudorazione o senso di forte affaticamento).

Changes in leisure-time physical activity and risk of death: an observational study of 7.000 men and women Schnor P et al.Am J Epidemiol, 2003;158:639 Negli uomini che effettuavano un’attività moderata o intensa la mortalità era significativamente minore che in quelli con bassi livelli di attività (rischio relativo 0.71 e 0.61 rispettivamente); lo stesso valeva per le donne (0.64 e 0.66). Chi passava da un’attività bassa a una moderata o intensa riduceva significativamente il rischio di morte rispetto a chi non modificava il livello di attività (rischio relativo 0.64).

Physical fitness as a predictor of mortality among healthy, middle-aged Norwegian men Sandvick L et al. N Engl J Med 1993;328:533 Studio su 1960 uomini norvegesi di 40-59 anni seguiti a partire dal 1972. Dopo 16 anni 271 soggetti erano morti, di cui il 53% per cause cardiovascolari. Confrontando i due quartili con fitness più alta e più bassa, il rischio relativo è risultato di 0.54 per la mortalità generale, e 0.41 per quella cardiovascolare

Physical exercise and the prevention of disability in activities of daily living in older persons with osteoarthritis Penninx BW et al.Arch Intern Med, 2001;161:2309 Studio controllato randomizzato in singolo cieco che indagava sul rapporto tra es. fisico e prevenzione della disabilità nelle attività della vita quotidiana (alimentazione, igiene personale, abbigliamento, spostamenti letto-poltrona) in soggetti in casa di riposo > 60 anni di età affetti da artrosi del ginocchio. Su 439 soggetti reclutati sono stati presi in considerazione i 250 inizialmente privi di disabilità nelle ADL, valutati ogni 3 mesi per 18 mesi.

Physical exercise and the prevention of disability in activities of daily living in older persons with osteoarthritis Penninx BW et al.Arch Intern Med, 2001;161:2309 I pazienti sono stati suddivisi in tre gruppi: trattati con programma di esercizi aerobici, trattati con esercizi di resistenza e controlli. L’incidenza cumulativa di disabilità alle ADL è risultata del 37.1% nel gruppo che praticava es. fisico e del 52.5 nel gruppo di controllo (p = 0.02). Il rischio relativo è risultato pari a 0.57 (CI 0.38-0.85, p = 0.006), con 0.60 per gli esercizi di resistenza e 0.53 per gli esercizi aerobici.

“ A prospective study of physical activity and cognitive decline in elderly women" Archives of internal medecine, vol.161, n.14, juli 23, 2001 Kristine Yaffe et alii sono state seguite e misurate le performances mentali di 5925 donne di età superiore ai 65 anni un mini-mental test modificato. Le donne sono state intervistate e classificate in base alle loro risposte in quattro classi di attività fisica in relazione all’entità dell’attività settimanale svolta. La rivalutazione dello stato mentale è stato ripetuto a distanza di 6 ed 8 anni. Risultati: le donne che praticavano un livello più elevato di attività fisica avevano subito un minor declino delle loro capacità cognitive. La percentuale di declino delle capacità cognitive era distribuita in modo inversamente proporzionale all’entità dell’attività svolta: 17%, 18%, 22% e 24% (il trend è risultato significativo – p < 0.001)

I pazienti sono stati suddivisi in tre gruppi Effects of exercise training on older patients with major depression Blumenthal JA et al.Arch Intern Med, 1999;159:2349 Lo studio confronta l’efficacia di un programma di esercizi fisici aerobici rispetto ai farmaci in 156 pazienti > 50 anni seguiti per depressione maggiore I pazienti sono stati suddivisi in tre gruppi (a. f., farmaci antidepressivi, entrambi) Dopo 16 settimane di trattamento l’efficacia dei tre approcci è risultata sovrapponibile, anche se con i farmaci si è ottenuta una risposta iniziale più rapida

Dopo 4 mesi in tutti i gruppi si è osservato un miglioramento. Exercise treatment for major depression: maintenance of therapeutic benefit at 10 months Babyak M et al. Psychosom Med 2000;62:633 Lo studio confronta tre gruppi di pazienti, trattati per 4 mesi con esercizio fisico, sertralina o entrambi. Dopo 4 mesi in tutti i gruppi si è osservato un miglioramento. A distanza di ulteriori 6 mesi, però, il tasso di ricadute è risultato minore (p=0.01) nei soggetti trattati con esercizio fisico che in quelli che avevano ricevuto l’antidepressivo.

Osteoporosi, cadute, fratture

33 controlli non trattati Benefits of 2 years of intense exercise on bone density, physical fitness and blood lipids in early postmenopausal osteopenic women Arch Intern Med 2004;164:1084 Studio su 50 donne sottoposte ad un programma di attività fisica (due sessioni di esercizi in gruppo + due individuali a domicilio alla settimana) per oltre 26 mesi 33 controlli non trattati

Dopo 26 mesi si è osservato un miglioramento di: Benefits of 2 years of intense exercise on bone density, physical fitness and blood lipids in early postmenopausal osteopenic women Arch Intern Med 2004;164:1084 Dopo 26 mesi si è osservato un miglioramento di: fitness (forza, massimo consumo di ossigeno); densità ossea dell’anca e della colonna; dolore alla colonna; livelli di colesterolo e trigliceridi

Exercise interventions: defusing the world's osteoporosis time bomb Kai Ming ChanI, 1 et al; Bull WHO vol.81 no.11 Geneva Nov. 2003 ... Il cammino, gli esercizi aerobici e il t'ai chi sono le migliori forme di esercizio per stimolare la formazione dell’osso e rinforzare i muscoli che lo sostengono ... Quindi incoraggiare l’attività fisica a tutte le età è una delle principali priorità per combattere l’osteoporosi

Resistance and agility training reduce fall risk in women aged 75 to 85 with low bone mass: a 6-month randomized, controlled trial Liu-Ambrose T et al.J Am Geriatr Soc, 2004;52:657 Studio su donne di 75-85 anni, in casa di riposo, con riduzione della massa ossea. Le partecipanti sono state assegnate casualmente a 3 gruppi: Esercizi di resistenza Esercizi di agilità Esercizi di stretching Dopo 6 mesi (2 lezioni/sett) il rischio di cadute si è ridotto rispettivamente del 57.3%, del 47.5% e del 20.2% nei 3 gruppi.

E’ chiaro che l’esercizio in età avanzata, anche oltre i 90 anni, può aumentare la massa e la forza muscolare del doppio o più nei soggetti fragili …vi sono prove convincenti che l’esercizio fisico negli anziani migliora la funzionalità e ritarda la perdita di indipendenza contribuendo quindi ad una buona qualità di vita … ... Gli studi clinici randomizzati hanno dimostrato che l’esercizio riduce il rischio di cadute del 25 percento circa

Is physical activity protective against hip fracture in frail older people? Norton R et al. Age and Ageing 2001;30:262 Studio caso-controllo su 911 anziani ospedalizzati per frattura dell’anca e 910 controlli Un maggior numero di ore settimanali di attività è risultato correlato con una riduzione del rischio di fratture nei soggetti che vivevano presso il proprio domicilio, mentre i livelli di attività degli anziani istituzionalizzati risultavano molto bassi e privi di effetto protettivo

Cancro

Recreational Physical Activity and the Risk of Breast Cancer in Postmenopausal Women A.Mc Tiernam et alii JAMA, september 10, 2003 ·  Una coorte di 74.171 donne in menopausa dai 50 ai 79 anni è stata seguita per evidenziare la relazione fra la comparsa di carcinomi mammari e l’a. fisica precedentemente svolta. · La comparsa di questo tipo di tumore si è verificata in 1.780 soggetti. · Una incrementata attività fisica è risultata correlata ad una diminuzione del rischio di comparsa del carcinoma mammario.

Recreational Physical Activity and the Risk of Breast Cancer in Postmenopausal Women A.Mc Tiernam et alii JAMA, september 10, 2003 · La relazione è risultata più intensa nelle donne che avevano praticato attività fisica per un periodo di tempo più lungo. · Il camminare velocemente per 1,25\2,5 ore alla settimana comporta una riduzione del rischio del 18%. Nelle persone che camminavano più di 10 ore alla settimana si è evidenziata solo una modesta riduzione ulteriore del rischio.

Physical activity, obesity, and risk for colon cancer and adenoma in men Giovannucci E et al, Ann Int. Med, 122(5):327 Una coorte di 47.723 maschi dai 40 ai 75 anni è stata seguita dal 1986 al 1992 per evidenziare la relazione fra la comparsa di carcinoma e adenoma del colon e l’a. fisica svolta. La comparsa di cancro del colon si è verificata in 203 soggetti e in 586 è stata posta diagnosi di adenoma.

Physical activity, obesity, and risk for colon cancer and adenoma in men Giovannucci E et al, Ann Int. Med, 122(5):327 I livelli di attività fisica sono risultati inversamente correlati con il rischio di cancro del colon (confronto fra il quintile più basso e quello più alto: RR 0.53, CL95% 0.32-0.88). Associazioni simili sono state osservate per gli adenomi > 1 cm. Anche l’obesità è risultata associata con un aumento del rischio.

Physical activity and colorectal cancer Slattery ML et al Physical activity and colorectal cancer Slattery ML et al.Am J Epidemiol, 2003;158:214 Studio di popolazione su 952 casi incidenti di cancro del retto e della giunzione retto-sigma e 1205 controlli (Utah e nord California). Un’attività fisica attuale intensa (e, nei maschi, anche moderata) è risultata associata con un rischio ridotto di cancro rettale (odds ratio 0.60 e 0.70). Anche l’attività fisica intensa praticata nei 20 anni precedenti conferiva una protezione per il carcinoma colorettale (odds ratio 0.55 per i maschi e 0.44 per le donne).

Exercise interventions during cancer treatment: biopsychosocial outcomes Courneya KS. Exercise and sport Sciences reviews, 2001;29:60 Revisione di 11 studi pubblicati in letteratura sugli effetti dell’attività fisica in pazienti con cancro durante il trattamento (radio o chemioterapico od ormonale). Il cancro influenza negativamente la qualità di vita, provocando sintomi fisici (astenia, riduzione della funzionalità cardiaca e respiratoria) e psicologici (ansia, rabbia, depressione, compromissione dell’autostima, isolamento sociale).

Exercise interventions during cancer treatment: biopsychosocial outcomes Courneya KS. Exercise and sport Sciences reviews, 2001;29:60 Durante il trattamento i pazienti diminuiscono significativamente la quantità di attività fisica praticata. L’attività fisica contrasta questi meccanismi aumentando la performance fisica, il senso di auto-efficacia, le interazioni sociali e riducendo ansia e depressione; ne consegue una minor compromissione delle attività della vita quotidiana e del tempo libero e un miglioramento dei rapporti interpersonali.

Exercise interventions during cancer treatment: biopsychosocial outcomes Courneya KS. Exercise and sport Sciences reviews, 2001;29:60 Nei diversi studi sono stati osservati: aumento della forza muscolare, miglioramento degli indici ematologici, riduzione di alcuni sintomi particolarmente disturbanti (insonnia, nausea, astenia, dolore, diarrea). Sono comunque auspicabili ulteriori studi con maggior numerosità campionaria e maggior durata dell’intervento e del follow-up.

Effetti preventivi dell’attività fisica nei confronti dei tumori Dimostrati Possibili Riduzione rischio cancro del colon Riduzione rischio cancro del retto Riduzione rischio cancro della mammella Riduzione rischio cancro di: testicolo, prostata, utero, polmone, rene, tumori emopoietici Miglioramento qualità di vita nei pazienti affetti da cancro Riduzione delle ricadute nei pazienti affetti da cancro Riduzione di altre patologie (m. cardiovascolari, diabete, obesità, depressione, demenza, impotenza) Aumento della sopravvivenza nei pazienti affetti da cancro

Sexual function in men older than 50 years of age: results from the health professionals follow-up study Bacon CG et al.JAMA, 2004;29:3011 Lo studio effettua un’analisi trasversale su 31742 sanitari partecipanti a uno studio prospettico Il questionario, inviato nel 2000, indagava fra l’altro su funzione sessuale, abitudini di vita e altri aspetti sanitari La prevalenza della disfunzione erettile (escludendo gli affetti da CR della prostata) è risultata inversamente proporzionale all’attività fisica praticata (p < 0.001 per il trend), con un effetto particolarmente accentuato (riduzione del 30% del rischio relativo) sopra i 32 MET-h/sett, equivalenti a 3 ore di corsa o 5 di tennis/sett

Effect of lifestyle changes on erectile dysfunction in obese men Esposito K et al.Ann Intern Med, 2003;139:161 Studio effettuato su 110 soggetti obesi di 35-55 anni con disfunzione erettile I soggetti sono stati assegnati in maniera randomizzata a un gruppo di trattamento (riduzione dell’assunzione di calorie e aumento dell’attività fisica) Il punteggio IIEF (indice di funzione erettile) è aumentato nel gruppo dei trattati e non in quello di controllo Gli autori concludono che l’intervento sullo stile di vita può migliorare la funzione sessuale in circa un terzo dei soggetti obesi con disfunzione erettile