LA STORIA D’ITALIA.

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
L’Italia dall’unità alla guerra
Advertisements

Parigi Luca IIB Emanuele Scalise IIB
APPUNTI DI STORIA DELLA CLASSE II A
Guerre d’indipendenza e nascita del Regno d’Italia
Carra Sebastiano II^A Molinari Jacopo II^B
Simone Gozzi 2°A Giuseppe Ferruzza 2°A.
150° ANIVERSARIO DELL’ UNITA’
Il primo dopoguerra e il fascismo al potere.
E ORA UN PO’DI STORIA.
RASEL SELIMAJ 3T. La situazione politica italiana era divenuta particolarmente favorevole, all'affermarsi del movimento fascista di Benito Mussolini.
RISORGIMENTO E UNITA' D' ITALIA
CORSO DI STORIA CONTEMPORANEA Docente Prof. Ventrone
L’Italia: dal fascismo alla democrazia
La SeCoNdA GuErRa d' InDiPeNdEnZa.
L’ITALIA UNITA ( ) UNO SGUARDO D’INSIEME LA DESTRA AL POTERE
VICENDE STORICO-COSTITUZIONALI
Camillo Benso, conte di Cavour
La Costituzione della Repubblica Italiana
CRISI ECONOMICA E POLITICA REAZIONARIA
L’AVVENTO DEL FASCISMO
Ottone di Bismarck & l’ascesa della Germania.
L’Italia dall’unità alla guerra
L’Italia dall’unità alla guerra
I principali esponenti dell'unità italiana sono stati :
La seconda guerra Mondiale
Presidenti della Repubblica Italiana
La “Destra Storica” e i problemi postunitari ( )
150° anniversario dell’ unità d’ ITALIA
IL COLONIALISMO Durante la seconda metà del XIX secolo iniziò la seconda fase dell'espansione coloniale. La spinta venne sia dagli interessi degli stati.
La repubblica italiana
La Grecia dopo la seconda guerra mondiale
Il processo di integrazione europea
L’Italia tra Otto e Novecento
Il 17 marzo 2011 lItalia unita ha compiuto 150 anni.
PARTITI DI ISPIRAZIONE CATTOLICA
150 o Unità d’ITALIA
L’Unità d’Italia.
De Gasperi nacque e si formò nel Trentino, regione che all'epoca era parte dell‘Impero Austro-ungarico. a cura di Alberto Refatti 4^AL.
14 giugno: lestrema sinistra presenta un emendamento alla legge elettorale, mirante allintroduzione del suffragio universale 29 giugno: la Camera approva.
L’Italia dopo il
Assemblea costituente
La politica europea tra Otto e Novecento
Prima guerra mondiale Perché e chi ?.
PRIMA GUERRA MONDIALE di Lucia Campanella
Le cause della Prima Guerra Mondiale
Guerre di indipendenza italiane
RESTAURAZIONE=dopo la sconfitta di Napoleone, i re vogliono tornare a prima della rivoluzione francese (antico regime) 1814: I paesi più forti (Austria,
LA COSTITUZIONE ITALIANA
LA DESTRA STORICA AL POTERE ( )
ISIS-Città di Luino- Carlo Volontè
Giovanni Giolitti.
L’unificazione italiana
Di Colette Cognetta La Grande Guerra.
L'EUROPA DOPO L'ETA' NAPOLEONICA
L’Italia liberale.
L’Italia liberale © Pearson Italia spa.
L’Italia dopo l’unità.
LA II GUERRA MONDIALE.
La prima guerra mondiale
La crisi di fine secolo e l’età giolittiana
La spedizione dei mille e l’unificazione d’Italia
La Destra e la Sinistra storica ( )
SINISTRA STORICA e crisi di fine secolo
Ostacoli all’Unificazione
ETÀ GIOLITTIANA.
… Sappiamo che, in questo giorno importantissimo per la nostra nazione, l’Italia riuscì a mettere fine alle tante violenze subite nel corso della Seconda.
La Costituzione Italiana. Cos’è la Costituzione? La Costituzione della Repubblica Italiana è la legge fondamentale della Repubblica Italiana. Approvata.
La terza guerra di indipendenza. L’Italia nel 1861 La proclamazione del Regno d’Italia, a Torino, il 17 marzo Nel 1861, dopo la fine della seconda.
Il giorno prima dell'Unità
LA SECONDA GUERRA MONDIALE. Il patto d’Acciaio Nel maggio 1939 Hitler e Mussolini strinsero un nuovo patto d’alleanza con cui si impegnavano a entrare.
Transcript della presentazione:

LA STORIA D’ITALIA

Giuseppe Garibaldi, padre fondatore del Risorgimento Il Risorgimento Con Risorgimento la storiografia si riferisce al periodo della storia d'Italia durante il quale la nazione italiana conseguì la propria unità nazionale, riunendo in un solo nuovo Stato - il Regno d'Italia - i precedenti Stati preunitari.Il termine, che designa anche il movimento culturale, politico e sociale che promosse l'unificazione, richiama l'ideale romantico e nazionalista di una resurrezione dell'Italia attraverso il raggiungimento di un'identità unitaria che si era iniziata a delineare durante la dominazione romana. Tale processo si arrestò definitivamente nella seconda metà del VI secolo.Sebbene non vi sia consenso unanime tra gli storici, la maggior parte di essi tende a stabilire l'inizio del Risorgimento, come movimento, subito dopo la fine del dominio Napoleonico e il Congresso di Vienna nel 1815, e il suo compimento fondamentale con l'annessione dello Stato Pontificio e lo spostamento della capitale a Roma nel febbraio 1871. Giuseppe Garibaldi, padre fondatore del Risorgimento

Bandiera nazionale del Regno d’Italia 1861: nasce l’Italia Il Senato e la Camera dei Deputati hanno approvato; noi abbiamo sanzionato e promulghiamo quanto segue: Articolo unico: Il Re Vittorio Emanuele II assume per sé e suoi Successori il titolo di Re d'Italia. Ordiniamo che la presente, munita del Sigillo dello Stato, sia inserita nella raccolta degli atti del Governo, mandando a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge dello Stato. Da Torino addì 17 marzo 1861". Il 21 aprile 1861 questa legge diventa la n.1 del Regno d’Italia. Bandiera nazionale del Regno d’Italia

Stemma del Regno d’Italia La popolazione, rispetto l'originario Regno di Sardegna, quintuplicò. Istituzionalmente e giuridicamente, il Regno d'Italia venne configurandosi come un ingrandimento del Regno di Sardegna. Ciò, ed anche l'aver a modello la struttura della Francia, comportò quella che viene chiamata la piemontesizzazione del Paese ed un assetto fortemente accentrato.Il neonato Stato, una monarchia costituzionale, si ritrovò, fin dai primi tempi, a tentare di risolvere problemi di standardizzazione delle leggi, di mancanza di risorse a causa delle casse statali vuote per le spese belliche, di creazione di una moneta unica per tutta la penisola e più in generale problemi di gestione per tutte le terre improvvisamente acquisite. A questi problemi, se ne aggiungevano altri, come ad esempio l'analfabetismo e la povertà diffusa, nonché la mancanza di infrastrutture.La questione che tenne banco nei primi anni della riunificazione d'Italia fu la questione meridionale ed il brigantaggio antisabaudo delle regioni meridionali. Ulteriore elemento di fragilità era costituito dall'ostilità della Chiesa cattolica e del clero nei confronti del nuovo Stato, ostilità che si sarebbe rafforzata dopo il 1870 e la presa di Roma. Stemma del Regno d’Italia

Monumento nazionale a Vittorio Emanuele II, primo re d’Italia Roma capitale La presa di Roma (20 settembre 1870), nota anche come Breccia di Porta Pia, fu un episodio del Risorgimento in cui Roma fu annessa al Regno d'Italia, decretando la fine dello Stato Pontificio e del potere temporale dei Papi. L'anno successivo la capitale d'Italia fu trasferita da Firenze a Roma (legge 3 febbraio 1871, n. 33).A pochi giorni dalla presa di Roma, il 1º novembre 1870 Pio IX emanò l'enciclica Respicientes ea nella quale dichiarava "ingiusta, violenta, nulla e invalida" l'occupazione dei domini della Santa Sede. Monumento nazionale a Vittorio Emanuele II, primo re d’Italia

Ritratto di Marco Minghetti La destra storica La Destra storica, composta principalmente dall'alta borghesia e dai proprietari terrieri, formò il nuovo governo, che ebbe come primi obiettivi il completamento dell'unificazione nazionale, la costruzione del nuovo stato e il risanamento finanziario mediante nuove tasse che produssero scontento popolare e accentuarono il brigantaggio, represso con la forza.In politica estera, la Destra storica mantenne la tradizionale alleanza con la Francia, anche se le due nazioni si scontrarono in diverse questioni, prime fra tutte l'annessione del Veneto e la presa di Roma.Nel 1876 il governo venne esautorato per la prima volta non per autorità regia, bensì dal Parlamento (rivoluzione parlamentare). Ebbe così inizio l'epoca della Sinistra storica, guidata da Agostino Depretis. Finiva un'epoca: solo pochi anni dopo, Vittorio Emanuele II morì, e sul trono gli successe Umberto I. Ritratto di Marco Minghetti

La sinistra storica La Sinistra abbandonò l'obiettivo del pareggio di bilancio e avviò delle politiche di democratizzazione e ammodernamento del paese, investendo nell'istruzione pubblica e allargando il suffragio, e avviando una politica protezionistica di investimenti in infrastrutture e sviluppo dell'industria nazionale coll'intervento diretto dello stato nell'economia.Per ciò che concerne la politica estera Depretis abbandonò l'alleanza con la Francia, a causa della conquista da parte dello stato d'oltralpe della Tunisia. L'Italia entrò quindi nella Triplice Alleanza, alleandosi con la Germania e l'Impero austro-ungarico. Favorì lo sviluppo del colonialismo italiano, innanzitutto con l'occupazione di Massaua in Eritrea. Agostino de Pretis

L’epoca giolittiana Dal 1901 al 1914 la storia e la politica italiana fu fortemente influenzata dai governi guidati da Giovanni Giolitti.Come neo- presidente del Consiglio si trovò a dover affrontare, prima di tutto, l'ondata di diffuso malcontento che la politica Crispina aveva provocato con l'aumento dei prezzi. Ed è con questo primo confronto con le parti sociali che si evidenziò la ventata di novità che Giolitti portò nel panorama politico a cavallo tra il XIX ed il XX secolo. Non più repressione autoritaria, bensì accettazione delle proteste e quindi degli scioperi, purché non violenti né politici, con lo scopo di portare i socialisti nell'arco parlamentare.In politica estera, ci fu il riavvicinamento dell'Italia alla Triplice intesa di Francia, Regno Unito e Russia. Fu continuata la politica coloniale nel Corno d'Africa, e dopo la guerra italo-turca, furono occupate Libia e Dodecaneso. Giolitti fallì nel suo tentativo di arginare il nazionalismo come aveva costituzionalizzato i socialisti, e non riuscì quindi a impedire l'entrata dell'Italia nella prima guerra mondiale e quindi l'ascesa del fascismo. Giovanni Giolitti

L’avventura coloniale: Il Corno d’Africa L'inizio del regno vide l'Italia impegnata anche in una serie di guerre di espansione coloniale. L'occupazione cominciò nel novembre 1869 con il padre lazzarista Giuseppe Sapeto che avviò le trattative per l'acquisto della Baia di Assab. Il governo egiziano contestò tale acquisizione e rivendicò il possesso della baia: da ciò seguì una lunga controversia che si concluse solo nel 1882 dopo tre tentativi. L'iniziativa fu appoggiata dai governi di sinistra di Agostino Depretis e da una compagnia privata guidata da Raffaele Rubattino. Il 10 marzo 1882 il governo italiano acquistò il possedimento di Assab, che il 5 luglio dello stesso anno diventò ufficialmente italiano.Oltre all'acquisizione di Assab da parte della società Rubattino, lo stato italiano cercò di occupare il porto di Zeila, a quel tempo controllato dagli egiziani, ma con esito negativo. Quando gli egiziani si ritirarono dal Corno d'Africa nel 1884, i diplomatici italiani fecero un accordo con la Gran Bretagna per l'occupazione del porto di Massaua che assieme ad Assab formò i cosiddetti possedimenti italiani nel mar Rosso. Dal 1890 assunsero la denominazione ufficiale di Colonia Eritrea.

L’Italia nella prima guerra mondiale (1915-18) Nella prima guerra mondiale l'Italia rimase inizialmente neutrale, per poi scendere al fianco degli alleati il 23 maggio 1915 dopo la firma del segreto Patto di Londra.L'accordo prevedeva che l'Italia entrasse in guerra al fianco dell'Intesa entro un mese, ed in cambio avrebbe ottenuto, in caso di vittoria, il Trentino, il Tirolo fino al Brennero, la Venezia Giulia, l'intera penisola istriana, con l'esclusione di Fiume, una parte della Dalmazia.Per quanto riguarda i possedimenti coloniali, l'Italia avrebbe conquistato l'arcipelago del Dodecaneso, la base di Valona in Albania, il bacino carbonifero di Adalia in Turchia, nonché un'espansione delle colonie africane, a scapito della Germania.Lo stato italiano decise di entrare in guerra il 24 maggio 1915.'L’Italia completò la sua riunificazione nazionale acquisendo il Trentino-Alto Adige, la Venezia Giulia, l'Istria ed alcuni territori del Friuli ancora irredenti e la città di Trieste. L’Italia nel 1924

Il ventennio del fascismo Il 23 marzo 1919 Benito Mussolini fondò a Milano il primo fascio di combattimento, un nuovo movimento che espresse la volontà di «trasformare, se sarà inevitabile anche con metodi rivoluzionari, la vita italiana», autodefinendosi partito dell'ordine e riuscendo così a guadagnarsi la fiducia dei ceti più ricchi e conservatori, contrari a ogni agitazione e alle rivendicazioni sindacali che caratterizzarono il cosiddetto biennio rosso.Il momento pareva propizio per Mussolini, ed un forte contingente di 50.000 squadristi venne radunato nell'alto Lazio e mosse contro la Capitale, il 26 ottobre 1922. Mentre l'Esercito si preparava a fronteggiare il colpo di mano fascista il re Vittorio Emanuele III si rifiutò di firmare il decreto di stato d'emergenza, costringendo alle dimissioni il presidente del consiglio Luigi Facta ed il suo governo. Le camicie nere marciarono sulla Capitale il 28 ottobre, senza incontrare alcuna resistenza. Il 30 ottobre, dopo la marcia su Roma, il re incaricò Benito Mussolini di formare il nuovo governo. Il capo del fascismo lasciò Milano per Roma, ed immediatamente si mise all'opera. A soli 39 anni Mussolini diveniva presidente del consiglio, il più giovane nella storia dell'Italia unita. Il fascio littorio, simbolo del fascismo.

L’Italia nella seconda guerra mondiale Il 10 giugno 1940 l'Italia entrò nella seconda guerra mondiale come alleata della Germania contro Francia e Regno Unito. Nel 1941 fu dichiarata guerra all'Unione Sovietica e con l'Impero giapponese agli Stati Uniti d'America. Mussolini, confortato dagli schiaccianti successi della Germania di Hitler, credeva in una guerra lampo risolta in breve tempo a favore dell'alleato tedesco, assieme al quale avrebbe potuto sedere al tavolo dei vincitori.In realtà le difficoltà oggettive delle truppe italiane e le ingenti forze a disposizione dell'alleanza nemica, portarono non poche sconfitte all'esercito regio. I primi scontri ebbero luogo il 21 giugno sulle Alpi, contro la Francia, ormai attaccata dai tedeschi con la tattica del blitzkrieg. Nell'aprile del 1945 le forze nazi-fasciste vennero sconfitte anche con il consistente contributo delle forze partigiane, formate da ex-militari sbandati dopo l'armistizio ma anche da donne, ragazzi ed anziani, e con un forte supporto delle popolazioni, che costò spesso gravi massacri per rappresaglia da parte delle forze occupanti. Benito Mussolini con Adolf Hitler

L’Italia repubblicana Dopo la fine della guerra in Italia lo scontento popolare, soprattutto nell'Italia settentrionale, nei confronti della monarchia era elevatissimo. Il 2 giugno del 1946 un referendum istituzionale sancì la fine della monarchia e la nascita della Repubblica Italiana; in contemporanea vennero eletti i delegati all'Assemblea Costituente. Per la prima volta in Italia, per questa occasione, anche la donne ebbero il diritto al voto. Il 1º luglio Enrico de Nicola viene nominato il primo Presidente della Repubblica Italiana. Il primo Presidente del Consiglio dei ministri fu Alcide De Gasperi, della Democrazia cristiana e, salvo poche eccezioni, dal 1946 al 1993 la Presidenza del Consiglio fu democristiana. La nuova costituzione repubblicana entrò in vigore il 1º gennaio 1948. Simbolo della repubblica Il Capo dello Stato, Enrico De Nicola, firma la Costituzione italiana, 22 dicembre 1947

Bandiera dell’Unione europea L’Italia in Europa Il Trattato costitutivo della CECA (Comunità europea del carbone e dell'acciaio) fu firmato a Parigi il 18 aprile 1951 ed entrò in vigore il 24 luglio 1952. Il mercato comune previsto dal trattato viene inaugurato il 10 febbraio 1953 per il carbone e il ferro e il 1º maggio 1953 per l'acciaio. Il trattato aveva una durata di 50 anni ed ha avuto termine il 23 luglio del 2002. La CECA successivamente divenne parte dell'Unione Europea.I paesi firmatari furono: Belgio, Francia, Repubblica Federale Tedesca, Italia, Lussemburgo e Paesi Bassi il 18 aprile del 1951. Bandiera dell’Unione europea

Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano (Napoli, 29 giugno 1925) è un politico italiano, undicesimo presidente della Repubblica, in carica dal 15 maggio 2006.In precedenza era stato Presidente della Camera dei deputati nell'XI Legislatura (subentrando nel 1992 a Oscar Luigi Scalfaro, salito al Quirinale) e Ministro dell'Interno nel Governo Prodi I, nonché deputato dal 1953 al 1996 e Senatore a vita dal 2005 (nominato da Carlo Azeglio Ciampi) fino alla sua elezione alla prima carica della Repubblica.È il primo Capo dello Stato ad essere stato membro del Partito Comunista Italiano.È il terzo presidente ad essere eletto alla quarta chiamata, il sesto ex Presidente della Camera eletto Capo dello Stato, il secondo ad essere eletto da senatore a vita (prima di lui Leone), e il terzo presidente napoletano (dopo De Nicola e Leone). Il Presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano

Logo ufficiale dell’anniversario dell’Unità d’Italia Tre bandiere tricolore che sventolano a rappresentare i tre giubilei del 1911, 1961, 2011, in un collegamento ideale tra le generazioni: è il logo del 150º Anniversario dell'Unità d'Italia che si celebrerà nel 2011.Il logo è pensato per essere una immagine- segnale che ricordi il coraggio, il sogno, la gioia profondamente umana che accompagnò i fatti che portarono all'Unità d'Italia: per tirarli fuori dai libri di Storia e trasformarli in emozione ancora attuale. Un logo allegro, positivo, vivo.Scendendo dai motivi ideali più nel dettaglio grafico, "la forma della bandiera è il risultato di uno studio che integra le suggestioni di festa, di vele gonfie e di volo d'uccello. Logo ufficiale dell’anniversario dell’Unità d’Italia

2011: il 150° anniversario d’Italia