L’osservazione nella ricerca educativa

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L’osservazione nella ricerca educativa Roberto Trinchero Università degli studi di Torino roberto.trinchero@unito.it Slides disponibili su www.edurete.org

Vedere, guardare, osservare Vedere: non intenzionale, non sistematico Guardare: intenzionale, non sistematico Osservare: intenzionale, sistematico Trinchero R. (2002), Manuale di ricerca educativa, Milano, Angeli.

Osservazione “Una rilevazione di informazioni intenzionale e rigorosa. […] Implica un guardare selettivo, secondo ipotesi, finalizzato a rilevare informazioni in modo valido e costante.” (C. Coggi) Prellezo J.M., Malizia G., Nanni C., Dizionario di Scienze dell‘Educazione, LAS, Roma, 2008.

Osservazione L’osservazione comporta (C. Coggi): La presenza di un osservatore adeguatamente formato Un contesto scelto con attenzione Un oggetto da osservare ben delimitato Strumenti idonei e coerenti Prellezo J.M., Malizia G., Nanni C., Dizionario di Scienze dell‘Educazione, LAS, Roma, 2008.

Temi legati all’Osservazione «Il problema fondamentale dell’osservazione è l’oggettività. A questa oggettività ci si accosta attraverso il mondo interno dell’osservatore, che non va inteso come un registratore indifferente di eventi, ma un insieme di pensieri e di sentimenti che entrano nel processo cognitivo e il cui codice di lettura può essere ampio, aperto alle possibilità e al diverso o viceversa, chiuso e pregiudicante. L’osservazione è dunque apertura alla problematicità e alla possibilità, alla sospensione del giudizio, intendendo con questi termini la capacità di cogliere i segni inviati dall’oggetto, di percepire l’oggetto come processo, come realtà in divenire che cresce nel tempo e nel tempo si arricchisce di significati e di nuove possibilità interpretative. L’osservazione implica un atteggiamento libero della mente capace di accettare il mutamento, l’evoluzione dell’oggetto, l’evoluzione della mente dell’osservante, comporta l’accettazione del nuovo, la tolleranza dell’ignoto, l’apertura al futuro e, insieme, l’esperienza del passato, la memoria e il ricordo che si arricchiscono nella continuità dell’esperienza». Bion W. R. (1972), Apprendere dall’esperienza, Roma, Armando.

Osservazione Osservazione come metodo di ricerca → Ricerca osservativa Osservazione come tecnica di ricerca → Rilevazione mediante osservazione Trinchero R. (2002), Manuale di ricerca educativa, Milano, Angeli.

Osservazione come metodo Contrapposto agli studi sperimentali Mira a studiare gli eventi “così come si presentano in natura”: Fornendo una base descrittiva ampia e completa del comportamento Cogliendo la significatività di tale comportamento Rendendo conto dell’effettivo manifestarsi del comportamento nella vita reale Wright H. F. (1960), Observational child study, in P. H. Mussen (Ed.), Handbook of Research Methods in Child Development. New York: Wiley, 1960. Aureli T. (1997), L’osservazione del comportamento del bambino, Bologna, Il Mulino.

Osservazione come tecnica di rilevazione dei dati Un insieme di procedure, che utilizzano determinati strumenti, volte a rilevare dati che devono essere validi ed attendibili Mira a produrre dati con vari livelli di strutturazione, volti a: descrivere oggetti e contesti, spiegare fattori sulla base di altri fattori comprendere le “buone ragioni” alla base dell’agire dei soggetti Trinchero R. (2002), Manuale di ricerca educativa, Milano, Angeli. Aureli T. (1997), L’osservazione del comportamento del bambino, Bologna, Il Mulino.

L’influenza dei modelli dell’osservatore Ciò che osserviamo esiste realmente o è una nostra rappresentazione? Osservare senza modelli espliciti ci espone al rischio di vedere le cose secondo numerosi modelli impliciti (Gallino) Gallino L. (1987), L'attore sociale. Biologia, cultura e intelligenza artificiale, Torino, Einaudi.

Esempio L’uomo in questa foto sta per commettere una rapina. Guardate la scena per qualche secondo.

Quale di questi uomini è l’autore della rapina? Eventi Quale di questi uomini è l’autore della rapina? 1 4 2 3 5

Un possibile processo di ricerca osservativa Dichiarare gli obiettivi dell’osservazione → Perché vogliamo osservare? Dichiarare le attese dell’osservatore (ipotesi) → Cosa ci aspettiamo di osservare? Definire gli elementi da osservare → Cosa vogliamo osservare? Definire i contesti di osservazione → Dove vogliamo osservare? Definire le tecniche e gli strumenti di osservazione → Come e con che cosa vogliamo osservare? Controllare validità e attendibilità dei dati rilevati → Come possiamo controllare di aver osservato proprio ciò che ci serviva, senza distorsioni? Analizzare i dati → Cosa abbiamo imparato dall’osservazione? Trinchero R. (2002), Manuale di ricerca educativa, Milano, Angeli.

1. Dichiarare gli obiettivi dell’osservazione Quattro tipologie di obiettivi: Descrivere una situazione osservata attraverso parametri statistici (quanti …) Spiegare fattori sulla base di altri fattori Descrivere una situazione osservata identificandone le caratteristiche distintive (quali …) Comprendere le “buone ragioni” alla base dell’agire dei soggetti Ricerca standard Ricerca interpre-tativa

Esempi di obiettivi A. Descrivere le dinamiche di integrazione degli allievi della classe X B. “Stabilire se esiste una relazione tra grado di integrazione in classe ed atti di bullismo subiti” C. “Comprendere le ‘buone ragioni’ che portano un soggetto ad essere isolato dal resto della classe”

Tutto si può osservare? Astratto Concreto Eventi (ciò che è successo, di cui il soggetto è testimone) Dati personali (ciò che il soggetto è o è stato) Comportamenti (ciò che il soggetto fa o ha fatto) Scelte (opinioni/preferenze/intenzioni) (ciò che il soggetto sceglie o ha scelto) Atteggiamenti (ciò che il soggetto pensa o ha pensato a proposito di …) Conoscenze/Abilità (ciò che il soggetto sa/sa fare) Credenze (ciò che il soggetto è convinto di sapere, anche senza averne riscontro oggettivo) Vissuti (ciò che il soggetto “sente” internamente: stati d’animo, emozioni, sentimenti)

2. Dichiarare le attese dell’osservatore (ipotesi) Le ipotesi sono sempre espresse in forma assertiva (es. “Gli allievi che hanno più relazioni sociali in classe subiscono meno atti di bullismo”) Anche negli studi “esplorativi” possono entrare in gioco numerose ipotesi implicite

Esempi di ipotesi A. “Le dinamiche di integrazione nella classe X fanno riferimento ai seguenti comportamenti: Svolgere attività con i compagni Parlare di sé con i compagni …” B. “Esiste una relazione tra integrazione dell’allievo in classe ed atti di bullismo che subisce” C. “Le ‘buone ragioni’ che portano un allievo ad isolare un compagno sono: Avere interessi diversi dai propri Appartenere ad un’etnia diversa

3. Definire gli elementi da osservare Se ricerca standard: Isolare i fattori presenti nelle ipotesi Dare a ciascun fattore presente nell’ipotesi una definizione operativa → individuare gli indicatori osservabili dello stato assunto dai fattori

Definizione operativa Ipotesi: A. “Le dinamiche di integrazione nella classe X fanno riferimento ai seguenti comportamenti: Svolgere attività con i compagni Parlare di sé con i compagni …” Fattori Indicatori Elementi da osservare Svolgere attività con i compagni Partecipare attivamente ai lavori di gruppo in classe Il soggetto partecipa attivamente ai lavori di gruppo in classe Fare insieme i compiti Il soggetto fa i compiti insieme ai suoi compagni di classe Giocare insieme durante l’intervallo Il soggetto gioca con i compagni durante l’intervallo

3. Definire gli elementi da osservare Se ricerca interpretativa: Isolare i concetti presenti nelle ipotesi Dare a ciascun concetto presente nelle ipotesi una definizione concettuale → dichiarare cosa si intende con quel concetto

Definizione concettuale Ipotesi: C. “Le ‘buone ragioni’ che portano un allievo ad isolare un compagno sono: Avere interessi diversi dai propri Appartenere ad un’etnia diversa …” Concetto Definizione Elementi da osservare Avere interessi diversi dai propri Non avere lo stesso modo di vestire Abbigliamento dei soggetti che abitualmente si frequentano tra di loro Non ascoltare la stessa musica Musica ascoltata dai soggetti che abitualmente si frequentano tra di loro Non fumare durante l’intervallo Soggetti che fumano durante l’intervallo

4. Definire i contesti di osservazione Popolazione di riferimento Campione preso in considerazione Tempo/Luogo dove si osserva il campione oggetto di osservazione L’unità di rilevazione è sempre il singolo soggetto

5. Definire le tecniche e gli strumenti di osservazione Tre livelli di strutturazione: Osservazione strutturata Osservazione semi-strutturata Osservazione a bassa strutturazione Ricerca standard Ricerca interpre-tativa

Osservazione strutturata Tecnica: Osservazione strutturata tramite check list Strumento: check list Item Anna Francesca Mario Il soggetto partecipa attivamente ai lavori di gruppo in classe 1  si 2  no Il soggetto fa i compiti insieme ai suoi compagni di classe Il soggetto gioca con i compagni durante l’intervallo

Osservazione strutturata Tecnica: Osservazione strutturata tramite scala di valutazione Strumento: scala di valutazione Item Anna Francesca Mario Il soggetto partecipa attivamente ai lavori di gruppo in classe 1  quasi mai 2  a volte 3  spesso Il soggetto fa i compiti insieme ai suoi compagni di classe Il soggetto gioca con i compagni durante l’intervallo

Osservazione strutturata Tecnica: osservazione strutturata tramite schema di codifica Strumento: schema e foglio di codifica

Osservazione semi-strutturata Tecnica: Osservazione semi-strutturata tramite griglia di osservazione Strumento: griglia di osservazione Item Anna Francesca Mario Abbigliamento Musica ascoltata Abitudini di fumo nell’intervallo

Osservazione semi-strutturata Tecnica: Osservazione semi-strutturata tramite specimen Strumento: scheda per la registrazione di specimen Esempio di scheda per la registrazione di specimen osservatore Gianni Pistini dalle 11,15 alle 11,30 del 9/2/2000 luogo aula informatica allievi Maria Rossi, Teresa Bianchi MR cerca di fare un disegno con Paint, ma le linee vengono tutte storte e lei si lamenta perché le vorrebbe diritte. TB si avvicina e cerca di aiutarla, ma invano. TB ha un’idea, chiude Paint, apre Word e comincia a tracciare linee con lo strumento di grafica. MR e TB disegnano così una casa con giardino.

Osservazione semi-strutturata Tecnica: osservazione semi-strutturata tramite episodi aneddotici Strumento: scheda per la registrazione di episodi aneddotici Esempio di episodio aneddotico (anectodal records, a.r.) numero 1 allievo Mario Rossi data 2/2/2000 ora 10,55 osservatore Gianni Pistini Situazione: la classe sta svolgendo attività di gruppo (gruppi di 2-3 allievi) e lavora il legno con il traforo. Episodio: Gino chiede più volte a Mario di poter usare la lima, ma Mario non gliela lascia. Gino si arrabbia e insulta Mario che reagisce con un schiaffo. Esempio di scheda riassuntiva di episodi aneddotici allievo Mario Rossi dal 2/2/2000 al 9/2/2000 num. osserv. 12 osservatore Gianni Pistini Informazioni ricavate da: osservazione di attività pratiche in classe. Conclusioni preliminari: Mario è considerato un ragazzino violento, ma da quanto emerge dall’osservazione reagisce solo se provocato. Ipotesi di intervento: spiegare a Mario che può rispondere alle provocazioni anche senza usare la violenza. Ulteriori approfondimenti: altri a.r., colloquio con l’allievo.

Osservazione a bassa strutturazione Tecnica: Osservazione esperienziale Strumenti: diario, diario di bordo, videocamera

6. Controllare validità e attendibilità dei dati rilevati La rilevazione è valida → se rilevo proprio ciò che mi prefiggevo di rilevare quando ho dichiarato i miei obiettivi La rilevazione è attendibile → se in una seconda rilevazione, a parità di condizioni iniziali, il risultato della rilevazione è lo stesso

Minacce alla validità Perdere di vista le finalità dell’osservazione Non distinguere i fatti dalle proprie interpretazioni Assumere un atteggiamento valutativo Non tenere sotto controllo il proprio atteggiamento emotivo Non tenere sotto controllo le proprie aspettative Non tenere sotto controllo gli “effetti alone” Non rapportare i comportamenti alla “cultura” del gruppo Non tenere conto di possibili fattori di disturbo Non calibrarsi con l’auto-osservazione Effettuare sessioni quando non si è in buone condizioni psicofisiche

Minacce all’attendibilità Non annotare in modo accurato ciò che accade Limitarsi all’annotazione di comportamenti Non offre sufficienti informazioni contestuali e temporali Non adottare prospettive diverse nella rilevazione Non tenere conto della reattività dei soggetti (“effetto Hawtorne”)

7. Analisi dei dati Ricerca standard Costruzione della matrice dei dati ed analisi statistica Riduzione, codifica e rappresentazione degli asserti emersi Ricerca interpre-tativa

Matrice dei dati Raggruppa i dati raccolti con tecniche ad alta strutturazione e consente l’applicazione di tecniche statistiche tramite software appositi (es. JsStat: www.edurete.org/jsstat)

Mappe concettuali Concetto Riassumono gli asserti annotati sul campo in un’unica rappresentazione descrittiva Relazione Asserto “Le relazioni sono rappresentate da archi orientati”

Controllo delle ipotesi Tramite tecniche statistiche bivariate Tramite la divisione degli asserti in “asserti che confermano le ipotesi” e “asserti che confutano l’ipotesi” Ricerca standard Ricerca interpre-tativa

Questa presentazione è disponibile su Fine roberto.trinchero@unito.it Questa presentazione è disponibile su www.edurete.org