Federalismo, disparità, sviluppo (con lesempio della scuola) Gianfranco Viesti Università di Bari Seminario Amministrare il welfare locale. Cosa cambia.

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Transcript della presentazione:

Federalismo, disparità, sviluppo (con lesempio della scuola) Gianfranco Viesti Università di Bari Seminario Amministrare il welfare locale. Cosa cambia con il federalismo? Roma, 1 ottobre 2010

Schema della presentazione 1. DECENTRAMENTO E POLITICHE PUBBLICHE 2. IL DIFFICILE DECENTRAMENTO IN ITALIA 3. IL NODO FONDAMENTALE 4. IL CASO DELL'ISTRUZIONE 5. CONCLUSIONI

1. DECENTRAMENTO E POLITICHE PUBBLICHE Maggiore decentramento delle politiche pubbliche è: - comune a tutta Europa (e oltre); - necessario per differenziarle di più su basi locali, tenendo conto di opportunità e potenzialità; - utile ma difficile, per regioni deboli per accrescere parziale autonomia nelle politiche di sviluppo (politiche identiche in luoghi diversi hanno spesso effetti diversi).

Maggiore decentramento delle politiche pubbliche è opportuno per Italia (riforma Titolo V): - settore pubblico ampio ma poco efficace; - forti diseguaglianze territoriali nei servizi; - non ripetibili esperienze di authority centrali; Non pesanti su risultati; è tentativo

Maggiore decentramento delle politiche richiede governo nazionale (il centro") più forte e non più debole: - fondamentali politiche pubbliche devono restare al centro (o "salire" verso Europa); - centro determina e verifica risorse per "periferia"; - centro deve assicurare livelli essenziali dei servizi pubblici per i cittadini, attraverso valutazioni e poteri sostitutivi.

Federalismo fiscale è logico complemento di decentramento - autonomia con responsabilità di bilancio; - politiche differenziate ma con vincolo di risorse; - possibile nesso dinamico fra pressione fiscale e qualità delle politiche.

Risorse tali da finanziare integralmente competenze attribuite - evidente nodo distributivo; - spesa storica nasconde, non ovvie, iniquità (spesa pubblica totale corrente pro capite al Sud è inferiore a media nazionale); - regioni a statuto speciale hanno risorse assai maggiori (ma vengono toccate solo marginalmente da 42/09).

Corretto riparto ex ante è: - condizione necessaria ma non sufficiente; - può ridurre iniquità, ma non determina maggiore efficienza o efficacia; - è strumento e non fine; - è punto di partenza e non di arrivo.

2. IL DIFFICILE DECENTRAMENTO IN ITALIA Forti disparità, nei livelli di reddito e nella qualità di alcuni servizi, rendono difficilissimo federalismo fiscale. - rischio (modesto) di totale perequazione che rende responsabilità locali solo formali; - rischio (molto forte) di insufficiente perequazione e miglioramento servizi che approfondisce e rende irreversibili disparità. Molti gli esempi internazionali di federalismo con aumento disparità.

Nodo politico Lega Nord, che domina processo, vuole federalismo fiscale per diversa distribuzione risorse. Lo strumento diventa il fine. Strategia di demonizzazione del Mezzogiorno come terra dello spreco e in cui tutti i problemi sono dovuti solo a classi dirigenti incapaci e corrotte. Favola: minori risorse, migliori servizi.

Tremonti Il federalismo serve a spostare risorse dei ricchi delle regioni povere ai poveri delle regioni ricche.

Minore qualità dei servizi al Sud è dovuta a complesso mix di: - più difficili condizioni sociali (assistenza-sanità); - carenza di dotazioni strutturali e infrastrutturali (istruzione- sanità); - risorse disponibili in alcuni casi insufficienti (assistenza- istruzione non stipendi); - minore efficienza nell'organizzazione dei servizi (tutti); - interessi particolaristici e corruzione (sanità).

Crisi economica fiscale spinge per forte riduzione spesa corrente: federalismo fiscale come strumento per tagli, indipendentemente da esito servizi. Diffusa convinzione (anche nel centrosinistra) che P.A. italiana è irriformabile e che servizi pubblici sono problema e non soluzione. Meno stato, più società, qualsiasi cosa esso concretamente significhi.

Forte spinta per forte riduzione servizi pubblici nazionali (scuola, università) o regionali finanziati da trasferimenti (trasporto pubblico locale), già anticipata da manovra finanziaria. I servizi saranno organizzati su base locale, con meno tasse, meno pubblico, più privato. La scuola di Adro come esempio positivo: realizzata da impresa (ma con permuta suolo pubblico!), arredi pagati da comunità, simboli politico-identitari.

Mancanza di esplicito dibattito politico-culturale su veri obiettivi federalismo fiscale. Mistero: che federalismo fiscale vuole il PD? Favola: più risorse al Nord, non minori al Sud, risparmi di spesa.

Legge 42 - Molto complessa e contraddittoria; - tiene fuori regioni a statuto speciale; - mera cornice, delega tutto a decreti applicativi; - calendario accelerato di approvazione.

Esempio: decreto sul federalismo municipale (Zanardi, , Lavoce) riforma in due fasi, in parte tutta da scrivere; comuni senza autonomia su manovrabilità imposte assegnate; imposte devolute con forte sperequazione territoriale e fondo perequativo sperimentale orizzontale, da comuni ricchi a poveri; rischio di indebolire il principio di pieno finanziamento dei comuni nelle funzioni fondamentali; dubbi sulla certezza delle risorse.

Federalismo senza numeri - relazione Tremonti e Copaff ( ): solo ideologia, nessun numero (lalbero storto…); - chiusura ISAE; - mancato funzionamento di gruppi lavoro Copaff; - tutto il potere dell'informazione e della simulazione in poche mani, senza trasparenza e dibattito.

Regole certe? Tendenza opposta (Barbero, , Lavoce). Enti "virtuosi": criteri sempre diversi. Manovra estiva 2008; manovra estiva 2010; Patto 2008, 2009, 2010; emendamento Azzollini a manovra Il Comune di Catania e i fondi FAS.

Dotazioni infrastrutturali Gap Nord-Sud è molto ampio, ma nello scorso decennio spesa pubblica in conto capitale pro capite identica (fonti aggiuntivi sono sostitutivi) e gap non si chiude smantellamento politiche di sviluppo regionale con dispersione 25 miliardi risorse FAS su spesa corrente e interventi parcellizzati. Prevedibile riduzione almeno 20% della spesa pubblica in conto capitale al Sud , con incremento gap.

3. IL NODO FONDAMENTALE Beneficio del decentramento è dinamico: per date risorse correnti, attribuite equamente, in presenza di condizioni di contesto che migliorano, migliora l'efficienza delle politiche pubbliche locali, e migliora la qualità dei servizi per cittadini e imprese. Monitoraggio e valutazione; apprendimento e potenziamento strutture; premialità e sanzioni sono ingredienti essenziali.

Il nodo fondamentale è tenere insieme: costi standard; livelli essenziali delle prestazioni; obiettivi di servizio; perequazione infrastrutturale.

Costi standard Necessaria convergenza verso livelli più bassi (maggiore efficienza), ma tenendo conto di: - gap di partenza, da ridurre progressivamente; - diversità di condizioni oggettive (comuni di montagna, regioni piccole); - dotazione di strutture (ospedali grandi con attrezzature avanzate).

Livelli essenziali delle prestazioni (LEP) Necessario non abbassare asticella: diritti di cittadinanza nazionali (apprendimento, salute) devono essere incrementati o almeno mantenuti, nell'interesse nazionale. Ma incentivo perverso: se LEP bassi, bassa perequazione necessaria fra regioni, più risorse residue per regioni ad alto reddito.

Obiettivi di servizio Necessari, difficili e complessi meccanismi (con assistenza tecnica/premialità) per assicurare miglioramento, e non peggioramento, qualità di servizi in tutte le regioni anche con costi standard in riduzione.

Perequazione infrastrutturale Indispensabile forte convergenza nelle dotazioni (scuole, aule, laboratori, trasporto studenti; centri servizi socio- sanitari territoriali; asili nido e centri per anziani…) per avere speranza di ottenere magia: - costi standard in riduzione; - livelli essenziali delle prestazioni alti; - qualità dei servizi in aumento.

4. IL CASO DELL'ISTRUZIONE Il Rapporto sulla Scuola in Italia 2010 della Fondazione Agnelli offre un esempio di collegamento costi-livelli-qualità del servizio-infrastrutture e delle scelte politiche connesse allattuazione della 42. Obiettivo: istruzione di maggiore qualità in tutta Italia per pari livello di spesa (3,5% PIL contro 3,8% OCSE). Come attuare il federalismo? La situazione attuale…

Differenze nella spesa dipendono da: - struttura degli insediamenti e dimensione media plessi e classi (maggiore in regioni con più montagna); - anzianità del personale (maggiore al Sud); - spese di regioni, comuni e province (molto maggiore al Nord); - presenza di docenti di sostegno. Ma principalmente da: - percentuale di classi a tempo pieno/prolungato (molto maggiore al Nord);

Fonte: Fondazione Agnelli, Rapporto sulla scuola 2010 Percentuale di classi a tempo pieno/prolungato, a.s

Inoltre, la qualità fisica delle scuole decresce da Nord a Sud (1° Rapporto sulla qualità delle scuole di Tuttoscuola, Rapporto Legambiente-Edison). Superficie media coperta per studente passa da 12, 3 mq al Nord a circa 10 nel Centrosud. Comuni del Sud spendono molto meno: questo dipende da minori servizi (mense, trasporti) e minori manutenzioni. In compenso, al Sud ci sono più scuole in affitto (>10% in Calabria e Sicilia; >2% Lombardia e Veneto).

Le capacità degli studenti così come misurata da test OCSE- PISA e Invalsi sono però molto diverse fra regioni, più bassa al Sud. Questo dipende da: - background familiare; - minore diffusione del tempo pieno; - minori dotazioni delle scuole; - cattiva organizzazione del servizio.

La Fondazione Agnelli si chiede: quanto è efficiente la spesa? Cioè quale rapporto fra input (i costi) e output (il livello del servizio misurato attraverso l'apprendimento degli studenti). Calcola quanto costa un punto OCSE-PISA. Nella media italiana 127 euro (molto: scandinavi 150 dollari). Ma i dati regionali sono interessanti: Puglia e Veneto le più efficienti, Sardegna e Trentino le meno efficienti.

Fondazione Agnelli individua pericoli del federalismo basato solo su efficienza dei costi: - federalismo "per abbandono" (precari); - LEP minimi, insufficienti per crescita della qualità dellinsegnamento; - stesse risorse a tutti, senza attenuazione dei divari.

Particolarmente pericoloso per Sud è mero costo standard misurato sul rapporto docenti/studenti, che aggraverebbe ulteriormente carenza risorse, riducendo in particolare docenti al Sud.

Fondazione Agnelli propone di trasferire alle regioni risorse sufficienti per raggiungere 420 punti PISA (scambiando risparmi sui docenti e ottenuti dalla razionalizzazione della rete scolastica in rafforzamento del tempo pieno con monitoraggio e verifica nazionale degli output) e commissariamento regioni incapaci di migliorare.

Fondazione Agnelli propone Piano Straordinario per 7 miliardi di euro per accompagnare federalismo fiscale con perequazione infrastrutturale, per eguagliare metri quadri disponibili per studenti, finanziato da risparmi sul personale della riduzione oraria Gelmini. Invece: - fondi PAN-FAS per le scuole = cancellati; - 1 miliardo per l'edilizia scolastica da FAS = distribuito pro capite e non 85% Sud e 15% Nord; - PAR-FAS regioni Sud (anche su edilizia scolastica) = bloccati.

Progetto Diritti a scuola (Regione Puglia) Utilizzo del FSE per interventi sugli apprendimenti dei ragazzi più deboli nelle scuole con minori punteggi OCSE- Pisa, attraverso contratti annuali a docenti precari in graduatoria. Intervento straordinario per raggiungere livelli ordinari.

5. CONCLUSIONI Due scenari Scenario catastrofico, circolo vizioso Bassi costi standard; bassi LEP; bassa perequazione regioni deboli aumentano pressione fiscale e riducono servizi; aumenta la mobilità in uscita di persone e imprese; si riduce gettito fiscale; si riducono servizi.

Scenario virtuoso Costi standard + LEP + obiettivi di servizio +infrastrutture a parità di spesa complessiva migliora qualità servizi, nel tempo, in tutto il paese.