I Fondi strutturali: le novità per il periodo Raffaele Colaizzo Seminario su I Fondi Strutturali Caserta, 6 febbraio 2005
Scenari in rapida trasformazione per le politiche regionali [Terzo Rapporto di Coesione, pag. 20]. Lallargamento condurrà ad un ampliamento dei divari di sviluppo, ad uno spostamento verso est del problema delle disparità e ad una più difficile situazione occupazionale: i divari socioeconomici raddoppieranno e la media comunitaria del PIL per abitante si ridurrà del 12,5%. Inoltre, lUnione dovrà fronteggiare la più rapida ristrutturazione economica derivante dalla globalizzazione, lulteriore apertura dei mercati internazionali, la rivoluzione tecnologica, lo sviluppo delleconomia e della società della conoscenza, linvecchiamento della popolazione e la crescita dei flussi migratori. Gli scenari dellallargamento Le trasformazioni strutturali
< >= 125 Assenza dati PIL per abitante (2001), Media UE = 100 La nuova geografia delle disparità
La conoscenza è il cuore della strategia di Lisbona. La generazione, la disseminazione e luso della conoscenza sono il mezzo attraverso cui le attività economiche operano e si sviluppano. Facilitare laccesso alla finanza ed ai mercati, promuovere i servizi di supporto alla produzione, rafforzare i legami fra le imprese e le attività scientifiche, dotare le persone delle giuste abilità attraverso listruzione e la formazione, incoraggiare ladozione di nuove tecnologie ed incrementare gli investimenti in R&S sono tutti elementi chiave per migliorare il contesto produttivo e stimolare linnovazione. Integrare le politiche di coesione e la strategia di Lisbona [Terzo Rapporto di Coesione, pag. 101]. Le politiche di coesione sono strettamente interrelate alle esigenze di rilancio e innovazione dellintera economia europea. La strategia di Lisbona è stata recentemente rilanciata dalla Commissione, anche con il lancio di un Programma comunitario.
I tre obiettivi delle politiche regionali 2007 – 2013 [Reg. Gen. capp. II e III, artt. 3 – 7] Convergenza: sostenere lo sviluppo e la creazione di posti di lavoro negli Stati Membri e nelle regioni meno sviluppate. Competitività regionale e occupazione: anticipare e promuovere il cambiamento al di fuori delle regioni in ritardo di sviluppo. Cooperazione territoriale ed europea: promuovere uno sviluppo armonioso ed equilibrato del territorio dellUnione. Le politiche di coesione si concentrano su tre obiettivi adottando un sistema più semplice di strumenti (FESR, FSE e Fondo di coesione)
Altre dimensioni del principio di concentrazione [Relazione Reg. Gen.] Le risorse vanno concentrate sulle priorità di Lisbona e Goteborg e, nellobiettivo della Convergenza, sul rafforzamento delle capacità istituzionali Nellambito dellobiettivo della Competitività, abbandonato il sistema di micro zonizzazione, le regioni adotteranno forme di concentrazione geografica, tematica e finanziaria, per risolvere le proprie disparità economiche, sociali e territoriali La Commissione propone una diffusa applicazione del principio di concentrazione, in vari ambiti
Le politiche di coesione per la crescita e loccupazione [Linee guida della strategia comunitaria] Promuovono investimenti nei settori ad alto potenziale di crescita Promuovono investimenti sui motori della crescita e delloccupazione Sostengono lattuazione di strategie pluriennali Sviluppano sinergie e complementarità con le altre politiche comunitarie Mobilitano risorse supplementari Migliorano la governance attraverso il miglioramento delle capacità istituzionali Promuovono strategie integrate di trasformazione territoriale In attuazione del Titolo II (Approccio strategico alla Coesione), articoli 23 e 24 del Regolamento, la Commissione ha prodotto (a luglio 2005) un documento di indirizzi strategici sulle politiche di coesione
Le tre priorità della politica di coesione [Linee guida della strategia comunitaria] Rendere più attraenti gli Stati membri, le regioni e le città migliorando laccessibilità, garantendo servizi di qualità e salvaguardando le potenzialità ambientali, attraverso: il potenziamento delle infrastrutture di trasporto il rafforzamento delle sinergie tra tutela dellambiente e crescita ridurre luso intensivo delle fonti energetiche tradizionali La prima priorità: lattrattività di nazioni e territori. Il centro della strategia è il rafforzamento delle infrastrutture
Le tre priorità della politica di coesione [Linee guida della strategia comunitaria] Promuovere linnovazione, limprenditoria e lo sviluppo delleconomia della conoscenza mediante lo sviluppo della ricerca e dellinnovazione, comprese le nuove tecnologie dellIC, attraverso: il miglioramento e laumento degli investimenti nella RST, mediante gruppi di eccellenza, accesso delle PMI, capacità di R&S promuovere linnovazione e limprenditoria, mediante poli di eccellenza, servizi di sostegno, ecoinnovazioni, sviluppo di nuove imprese garantire laccessibilità per tutti alla SI migliorando servizi ed infrastrutture migliorare laccesso ai finanziamenti per le imprese che investono nella conoscenza e nellinnovazione La seconda priorità: innovazione, imprenditoria ed economia della conoscenza. Il centro della strategia è su RST ed innovazione
Le tre priorità della politica di coesione [Linee guida della strategia comunitaria] Creare nuovi e migliori posti di lavoro: facendo in modo che un maggior numero di persone arrivi e rimanga sul mercato del lavoro e modernizzando i sistemi di protezione sociale migliorando ladattabilità dei lavoratori e delle imprese nonché rendendo più flessibile il mercato del lavoro aumentando gli investimenti nel capitale umano attraverso il miglioramento di istruzione e competenze migliorando la capacità amministrativa contribuendo a mantenere in buona salute la popolazione attiva con la prevenzione dei rischi e ladeguamento delle infrastrutture La terza priorità: nuovi e migliori posti di lavoro Governance e partenariato pubblico privato sono principi chiave della nuova strategia comunitaria
Il destino delle regioni italiane oggi in Obiettivo 1 [Allegato statistico al TRC] A pieno titolo nellObiettivo Convergenza: Calabria (68,1 su EUR 25), Campania (71,5), Puglia (71,3) e Sicilia (71,6). In phasing out dallObiettivo Convergenza: Basilicata (77,3 su EUR 25 e 72,5 su EUR 15). In phasing in nellObiettivo Competitività: Sardegna (83,4 su EUR 25 e 76,1 su EUR 15). dati provvisori Data levoluzione del PIL per abitante e tenendo conto del cosiddetto effetto statistico [Relazione Reg. Gen. pag. 4], la Sardegna dovrebbe uscire dallattuale Obiettivo 1 mentre la Basilicata dovrebbe andare in phasing out
Crescita e convergenza delle regioni italiane dellObiettivo 1 Numeri indici (1995=100) del PIL a prezzi costanti Dal 1995, le regioni italiane dellObiettivo 1 sono cresciute un po al di sopra della media nazionale ma con un ritmo comunque basso. Quindi lobiettivo della convergenza è ancora molto lontano
I principi di intervento [Reg. Gen.] Complementarità rispetto alle politiche nazionali, coerenza con le priorità comunitarie e conformità alle disposizioni del trattato [art. 8]. Programmazione articolata in priorità allinterno di un quadro pluriennale [art. 9]. Partenariato con istituzioni, parti economiche e sociali, altri organismi appropriati [art. 10]. Sussidiarietà nellattuazione dei programmi e proporzionalità dellazione di controllo e valutazione rispetto allentità del contributo comunitario [art. 11]. La Commissione mantiene i principi chiave della politica di coesione ma vuole migliorarne lefficienza proponendo semplificazioni e decentramento
I principi di intervento (segue) Gestione concorrente del bilancio comunitario tra gli Stati membri e la Commissione [art. 12 e Reg. 1605/2002]. Addizionalità dei contributi dei Fondi rispetto alle spese strutturali pubbliche o equivalenti di uno Stato membro [art. 13]. Parità fra uomini e donne [art. 14]. Cofinanziamento degli interventi e partecipazione dei fondi commisurata alla gravità dei problemi [artt. 50 e segg.] Valutazione come elemento cardine della qualità, efficacia e coerenza degli interventi [artt. 45 e segg.]
Semplificazioni nel sistema strategico e di programmazione [Reg. Gen. titoli II e III] Documento strategico globale: è adottato dal Consiglio (su proposta della Commissione) per impostare la nuova programmazione [Titolo 2, Cap. I, artt. 23 – 24]. Quadro strategico nazionale: è adottato da ciascun Paese membro per impostare la propria strategia e la programmazione operativa globale [Titolo 3, Cap. II, artt. 25 – 26]. Programmi operativi nazionali e regionali: sono PO monofondo [art. 33], gestiti a livello globale e di priorità [art. 36], quindi non più specificati dai CdP [c. 41]. I fondi sono ridotti a tre (FESR, FSE, FdC) [art. 4]. Le IC scompaiono e sono assorbite nei PO. La Commissione propone un orientamento più strategico della programmazione, un maggiore decentramento delle responsabilità, un partenariato più saldo e trasparente, meccanismi di controllo più rigorosi e la semplificazione del sistema di gestione
Una diversa destinazione delle riserve comunitarie [Reg. Gen. Titolo IV, Cap. 2] Riserva di qualità ed efficacia (3%): premia i progressi degli Stati membri rispetto alla situazione di partenza in termini di prodotto, occupazione e innovazione [artt. 20 e 48]. Riserva per imprevisti (1% e 3%): è assegnata a ciascuno Stato membro per affrontare crisi impreviste, locali o settoriali, legate alla ristrutturazione economica e sociale o alle conseguenze dellapertura degli scambi [art. 49]. Le riserve nel 2007 – 2013 dovrebbero avere contenuti e finalità molto diversi rispetto allattuale periodo di programmazione. La discussione sullopportunità di questa modifica è però ancora molto aperta.