IL FASCISMO Campana Roberta Cl.5^AL.

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Transcript della presentazione:

IL FASCISMO Campana Roberta Cl.5^AL

LA NASCITA DEL MOVIMENTO il fascismo fu un fenomeno estremamente complesso che sorse in Italia alla fine della prima guerra mondiale. le sue radici vanno individuate nella profonda crisi della società italiana del primo dopoguerra e nelle deboli radici della sua democrazia liberale. il nome deriva dalla parola fascio e fa riferimento ai fasci usati dagli antichi littori come simbolo di unità e, quindi, di forza. Questo fascio simboleggiava il principale “impegno” del movimento: se l’Italia fosse riuscita a diventare unita sarebbe diventata una grande potenza a livello internazionale.

il principale esponente di questo movimento fu, senza dubbio, Benito Mussolini. Egli era stato fino ad allora un importante rappresentante del sindacalismo rivoluzionario e poi del socialismo italiano. fu proprio Mussolini, nel giugno del 1914, il vero artefice della cosiddetta settimana rossa, una grande ondata di scioperi che investì soprattutto la Romagna e le Marche. il 23 marzo 1919 Mussolini diede vita a Milano ad una nuova formazione politica denominata Fasci di Combattimento. il suo programma, nonostante fosse ancora decisamente di sinistra, verteva alla necessità di una politica estera intesa «a valorizzare la nazione italiana nel mondo». questo nuovo movimento, quindi, aveva l’obiettivo di fondere insieme i concetti di nazione e socialismo.

L’EVOLUZIONE DEL MOVIMENTO FASCISTA nel 1921 si realizzò la vera svolta del movimento fascista. infatti si abbandonarono qualsiasi rivendicazione che fosse simile a quella della sinistra e si accentuò il nazionalismo. due importanti episodi segnarono questo cambiamento del movimento fascista: il 13 luglio venne incendiata, a Trieste, la sede delle associazioni slavofile della città il 21 novembre i fascisti presero d’assalto il municipio di Bologna questi due avvenimenti possono essere anche considerati come l’inizio ufficiale dello squadrismo, un fenomeno che investì soprattutto le campagne della pianura padana e la Puglia.

nei primi sei mesi del 1921 il fascismo, appoggiato e sostenuto dai grandi agrari, cominciò ad organizzarsi in squadre d’azione. il loro compito era quello di procedere alla distruzione dell’organizzazione politica e sindacale dei socialisti. le caratteristiche principali di queste squadre d’azione erano: la giovane età di gran parte delle persone che ne facevano parte la violenza organizzata che era una conseguenza diretta della prima guerra mondiale una cosa molto importante era che le forze dell’ordine non intervennero mai per difendere le vittime di queste violenze, in quanto per loro i socialisti e i sindacalisti erano dei pericolosi ribelli che grazie ai fascisti stavano ricevendo la giusta lezione.

IL PARTITO NAZIONALE FASCISTA per trasformare l’esperienza delle squadre d’azione in un progetto nazionale, l’11 novembre del 1921, il movimento del Fasci di Combattimento si riorganizzò in Partito nazionale fascista (PNF). inoltre potenziò l’organizzazione delle squadre d’azione che intensificarono le spedizioni punitive contro sedi di partito e di giornali, cooperative, case del popolo e comuni con amministrazioni socialiste, incendiando, devastando e uccidendo. le violenze dello squadrismo proseguirono fino all’estate del 1922 senza che le autorità intervenissero per porre fine a tutto questo.

LA MARCIA SU ROMA il 28 ottobre 1922 colonne di migliaia di fascisti in armi confluirono verso la capitale, occupando militarmente città e paesi dell’Italia centro-settentrionale. a questo punto il presidente del consiglio Luigi Facta propose di decretare lo stato d’assedio che avrebbe consentito all’esercito di intervenire militarmente contro le squadre fasciste. il re Vittorio Emanuele III rifiutò e il 29 ottobre conferì a Mussolini l’incarico di formare il nuovo governo.

IL DELITTO MATTEOTTI la conquista del governo da parte dei fascisti non mise fine alle violenze squadristiche, anzi segnò un aumento della repressione da parte dello stato. nel dicembre del 1922 venne istituito il Gran Consiglio del Fascismo e nel gennaio dell’anno successivo venne creata la Milizia volontaria per la sicurezza nazionale, incaricata della difesa del nuovo regime. la svolta decisiva si ebbe nel 1924, dopo che Mussolini aveva ottenuto una revisione della legge elettorale. per ottenere la maggioranza, alle elezioni che si svolsero il 6 aprile 1924 i fascisti ricorsero ai brogli e alle violenze. questi fatti vennero coraggiosamente denunciati in Parlamento dal deputato socialista Giacomo Matteotti.

il 10 giugno 1924 Matteotti fu rapito da emissari fascisti e ucciso. il delitto suscitò un’ondata di profonda indignazione in tutto il paese tanto che tutta l’opposizione abbandonò la Camera, dando vita a quella che fu chiamata la secessione dell’Aventino. la speranza era che il re avrebbe obbligato Mussolini a dare le sue dimissioni. al contrario, però, Mussolini ebbe ancora una volta l’appoggio del re Vittorio Emanuele III. infatti, nel 1925, Mussolini dichiarò di assumersi “la responsabilità politica, morale, storica di quanto è avvenuto”.

LA COSTRUZIONE DEL REGIME FASCISTA passata la bufera, Mussolini diede una svolta radicale sia sul piano politico che su quello economico e sociale. la creazione del regime si attuò mediante iniziative parallele: innanzitutto riducendo nel paese la possibilità d’azione dell’opposizione politica e sociale fino a farla sparire poi sottraendo al Parlamento la sua funzione di massimo organismo politico infine cercando di allargare il consenso al fascismo presso i ceti popolari attraverso la creazione di nuovi canali di mediazione sociale e di nuovi istituti di assistenza e previdenza.

tra il 1925 e il 1926 venne promulgata una serie di decreti governativi, tutti elaborati con il contributo fondamentale del ministro della Giustizia Alfredo Rocco. con questi decreti venne ulteriormente ridotta la libertà di stampa e di attività politica. contemporaneamente venne modificata in modo profondo l’organizzazione dello stato in direzione accentratrice: infatti gran parte dei poteri furono cumulati nelle mani del Duce. lo Statuto Albertino non venne abrogato, ma si ebbero modificazioni sostanziali delle norme costituzionali. nel novembre del 1926 venne approvata la serie delle cosiddette leggi fascistissime. in tal modo, tutti i partiti ad eccezione di quello fascista vennero automaticamente soppressi.

venne reintrodotta la pena di morte. fu istituito il confino di polizia. i sindaci e i consigli comunali, da organi elettivi, diventarono podestà e consulta. lo sciopero fu proibito in quanto considerato reato. infine, il 25 novembre, venne istituito un Tribunale Speciale incaricato di processare tutti gli antifascisti, cioè i cosiddetti nemici del regime.

sul piano economico, per far fronte alle crescenti esportazioni di manufatti e quindi diminuire le importazioni, stimolando alla massimo la produzione interna, il regime lanciò due iniziative: la battaglia del grano e la bonifica integrale. con la prima si trattava di accrescere la produzione agricola, in particolare di cereali, mediante l’introduzione di nuovi macchinari. con la seconda, invece, si trattava di aumentare la superficie coltivabile togliendola alla palude e all’incolto. queste iniziative richiedevano una grande manodopera che avrebbe ridotto la disoccupazione nelle campagne. inoltre il governo si preoccupò di ridare stabilità e forza alla moneta, ponendosi l’obiettivo della rivalutazione della lira ( quota 90 ).

LA BATTAGLIA DEL GRANO

L’ORGANIZZAZIONE DELLO STATO FASCISTA per l’intera durata del suo regime, Mussolini dovette affrontare il problema del rapporto con il Partito fascista. Mussolini riaffermò e ribadì l’assoluta supremazia dello Stato sul Partito. a partire dal 1926 si consolidò l’idea secondo la quale il nuovo indirizzo politico portava ad una celebrazione sempre più solenne di Mussolini. egli doveva essere presentato come una figura al limite del sovrumano, superiore a tutte le altre persone. in questo modo avrebbe potuto eliminare ogni forma di concorrenza e di iniziativa politica da parte di altri esponenti del Partito.

a questo punto, anche il partito cambiò funzione a questo punto, anche il partito cambiò funzione. Infatti servì in primo luogo come strumento di diffusione dell’ideologia ufficiale, di educazione popolare e di promozione del mito di Mussolini. tutto doveva essere sotto il controllo del fascismo e per assicurare ciò si doveva promuovere il consenso e aggregare intorno al fascismo il maggior numero di fascisti. per raggiungere questo obiettivo, il regime si preoccupò di imporsi sulla scuola e sulla formazione dei bambini e dei giovani. alla scuola, infatti, venne assegnato il ruolo decisivo di principale canale di diffusione dell’ideologia fascista. nel 1937 tutte le organizzazioni giovanili fasciste si fusero nella Gioventù Italiana del Littorio (GIL).

un altro importantissimo mezzo di educazione e propaganda fascista fu lo sport. qualsiasi vittoria sportiva italiana era vista come un traguardo reso possibile dal nuovo regime. a livello economico venne adottata la negazione del concetto di lotta di classe. capitale e lavoro possono e devono cooperare a patto che assumano come criterio fondamentale del loro comportamento gli interessi della nazione. questo principio andò a formare la cosiddetta Carta del Lavoro del 1927. inoltre, secondo la legislazione sull’ordinamento corporativo, i datori di lavoro e i presentatori d’opera impegnati in un certo settore dovevano essere riuniti in un’unica organizzazione, la corporazione.

la corporazione è una struttura che comprende sia i lavoratori che gli imprenditori e dovrebbe essere il luogo in cui i diversi interessi delle parti sociali trovano conciliazione. nel periodo fascista, però, ai lavoratori venne completamente tolta la possibilità di far ascoltare i propri bisogni e di difendere i propri interessi. nel 1939 la Camera dei deputati fu sostituita dalla Camera dei fasci e delle corporazioni. così ogni decisione concernente i problemi dei lavoratori veniva presa dal governo e dagli imprenditori.

LA CREAZIONE DI UN “UOMO NUOVO” l’ultimo obiettivo del regime fascista era quello di trasformare l’Italia in una grande potenza. il mito assunto dal fascismo fu quello di Roma. Mussolini decise allora di affrettare l’operazione di creazione del cosiddetto “uomo nuovo” fascista. per Mussolini, infatti, non si poteva espandere un impero se la nazione non era fortemente consapevole della propria superiorità e della propria grandezza. nel 1938 scelse di introdurre anche una legislazione razzista mirata soprattutto nei confronti degli ebrei, dato che non esistevano minoranze etniche significative, per far capire immediatamente agli italiani la superiorità della razza ariana.

LA CREAZIONE DI UN “UOMO NUOVO”

LA RICERCA DEL CONSENSO la dittatura del regime fascista non si potrebbe capire pienamente se non si tenesse conto del ruolo fondamentale che ebbero le masse. da un lato venivano sempre più allontanate da ogni potere reale, mentre dall’altro venivano sempre più coinvolte e mobilitate. la ricerca del consenso, cioè la piena adesione del cittadino al regime, rivestì un ruolo essenziale nel periodo fascista. questo venne fatto in modo tale che la scuola, gli spettacoli, la cultura e lo sport si trasformassero in canali di diffusione dell’ideologia fascista. si cercò di dare il massimo sviluppo possibile alle organizzazioni educative fasciste e di predisporre sempre più grandi raduni di massa.

la fascistizzazione della stampa fu attuata in modo graduale ma radicale e curata direttamente da Mussolini. sulla produzione cinematografica fu esercitata una stretta censura e solo in un secondo momento fu favorita la produzione cinematografica nazionale. anche le trasmissioni radiofoniche erano monopolio dello stato. tutto questo aveva lo scopo di coinvolgere il maggior numero possibile di italiani e di trasmettere loro i valori fondamentali del fascismo mirando più all’immaginazione e all’emozione che alla ragione.

LA MOBILITAZIONE DELLE MASSE

RUOLO DELLA PROPAGANDA: IL CINEMA

LA FINE DEL FASCISMO il 25 luglio 1943 una manovra ordinata da parte di alcuni importanti gerarchi con l’appoggio del Re, si tradusse in un famoso Ordine del giorno presentato al Gran Consiglio del Fascismo. esso richiedeva al Re di riprendere il potere e portò all’arresto di Mussolini e all’improvviso crollo del fascismo. il 28 aprile 1945 la liberazione del nord Italia, la fucilazione di Mussolini con l’amante Claretta Petacci e l’esposizione dei loro cadaveri a piazzale Loreto a Milano, segnarono la fine della guerra e del fascismo in Italia.