Clinica Psicologica e Psicopatologia Psicosomatica UNIVERSITÀ DEGLI STUDI CHIETI Clinica Psicologica e Psicopatologia Psicosomatica CORSO INTEGRATO DI PSICOLOGIA CLINICA Prof. Salvatore Sasso a.a.2007-2008 Per alcuni bambini mettere piede a scuola è una tragedia. I capricci però non c’entrano
In collaborazione con la Dott.ssa Irene Sborlini Il “mal” di scuola Un progetto di ricerca, un libro … ed altro ancora … In collaborazione con la Dott.ssa Irene Sborlini
Il “mal” di scuola: introduzione Con tale definizione ci si riferisce a tutte quelle situazioni di difficoltà e disagio che gli alunni manifestano proprio a scuola, non certo ad ipotetici effetti deleteri prodotti dall’istituzione scolastica
Il “mal” di scuola: introduzione Ma di quale “male” stiamo parlando? Iª premessa: psicosomatica Metaparadigma che permette l’integrazione intesa in un’ottica multidimensionale e disciplinare
La Psicosomatica “Branca della medicina che si occupa di disturbi organici che, non rivelando alla base una lesione anatomica o un difetto funzionale, sono ricondotti a un’origine psicologica” (J.C. Heinroth, 1818) DUALISMO→OLISMO→BIO-PSICO-SOCIALE
La Medicina Psicosomatica IIª premessa: la MP è una corrente di pensiero i cui obiettivi sono: - riumanizzare il rapporto medico-paziente; - focalizzare più sul malato che sulla malattia; - restituire dignità a chi soffre e a chi cura; - Integrare per saper guardare alla complessità umana
La Medicina Psicosomatica - Patologia → possibile conseguenza di stress psicosociali - Risposta Psicofisiologica → Espressione della suscettibilità del sogg.
Il Consensus Statement su Medicina Psicosomatica e Formazione Psicologica Del Medico (Parma, 1997) È il documento unico di identificazione e legittimazione della medicina psicosomatica e della formazione psicologica del medico. - GRP (2004) : Gruppo per la Ricerca in Psicosomatica - SIMP (1966): Società Italiana di Medicina Psicosomatica
Il Consensus Statement “La MP è lo studio delle reciproche interferenze tra vita emotiva e fisiopatologia umana” “È psicosomatico qualunque evento fisiopatologico che sia in rapporto con la psiche” (Weiss e English)
La Psicosomatica in età evolutiva Sviluppo psicosomatico del bambino Disturbi psicosomatici
Lo Sviluppo psicosomatico del bambino - b/o → complessità in via di organizzazione - senso → integrazione psicosomatica del Sè - equilibrio psicosomatico → ruolo delle esperienze corporee ed affettive
La nascita biologica e psicologica del bambino M.Mahler → autismo fisiologico (prime sett) fase simbiotica (2m) f.individuazione (5-6m) f.sperimentazione (1-2a)* * .crisi del riavvicinamento; .fase della costanza dell’oggetto; .superamento tappe fisiologiche
La Fase Simbiotica Gli oggetti sono percepiti come parte di sé → Le sensazioni somatiche sopperiscono,in modo primitivo, all’assenza materna Interiorizzazione dell’oggetto Il bambino riesce a tollerare l’assenza della madre
La Fase Simbiotica: difficoltà di superamento Gravi carenze affettivo/educative; Malattie; Separazioni traumatiche; Perdita di un genitore
La Fase Simbiotica: mancato superamento memoria → b/o riattiva le sensazioni biologica corporee legate alla mancanza della madre ↓ sviluppo di una predisposizione alla somatizzazione * * comportamento alterato di malattia (età adulta)
Lo squilibrio psicosomatico Personalità della madre → Temperamento b/o Oggetti transizionali mancanti Separazione aspetti affettivi/ percezioni somatiche Costituzione di un falso Sé * * I piccoli adulti predisposti a problemi relazionali
I sintomi psicosomatici Risultati di meccanismi di difesa primitivi Segnali di una disfunzionalità all’interno della diade
I disturbi psicosomatici Gli scompensi psicosomatici,e le relative modificazioni corporee, non implicano necessariamente condizioni di malattia I processi fisiologici legati alle emozioni e agli stress sono,anzi, tendenzialmente reversibili e privi di gravi conseguenze patologiche
I disturbi psicosomatici La patologia insorge come difesa contro: situazioni ritenute troppo intense; condizioni di stress prolungato; ulteriori agenti patogeni; rottura dell'equilibrio omeostatico
I disturbi psicosomatici pediatrici Difesa tipica del linguaggio pre-verbale e pre-simbolico VS Difficoltà presenti nel rapporto madre-bambino
I disturbi psicosomatici pediatrici La specificità dei disturbi comporta una tale complessità nell’individuare un’ipotetica correlazione fra questi e le tipologie di personalità che ne soffrano o potrebbero soffrire
I disturbi psicosomatici pediatrici Dalle ricerche sulla personalità delle madri e sulle caratteristiche degli ambienti familiari in cui la diade vive, non risulta affatto quanto tali fattori influiscano sui disturbi e,per giunta,se siano da considerarsi causa o conseguenza degli stessi
I disturbi psicosomatici pediatrici Le cure materne ricoprono la funzione indispensabile di “Regolatore biologico e comportamentale” Una madre sufficientemente buona fa sì che il suo bambino sviluppi una sana percezione di sé
L'integrazione psicosomatica nel bambino D.Winnicott → preoccupazione materna primaria Se la madre attribuisce un significato emotivo alle necessità del figlio,offre la base per processi psicologici evoluti quali: Capacità simbolica Pensiero Sogni
L'integrazione psicosomatica nel bambino Anche la figura paterna, gli altri membri della famiglia e il contesto sociale contribuiscono,con la loro presenza attiva,a realizzare l’ambiente idoneo alla maturazione del rapporto madre- bambino da fusionale ad autonomo e allo sviluppo di un proprio stile d’attaccamento
I disturbi più riscontrabili colica idiopatica (I° trimestre); ruminazione (I° trimestre); laringospasmi (II° trimestre); dermatite atopica (dal II° trimestre); anoressia nel lattante (I° anno); asma bronchiale (II° anno); enuresi (dai 4 anni)
I disturbi più riscontrabili alessitimia; ansia; cefalea idiopatica precoce; dermatopatie (acne, alopecia areata, dermatite atopica, orticaria, vitiligine); fobia della scuola
La fobia della scuola SCUOLA = ANSIA = EVITAMENTO EVITAMENTO (motivato dalla malattia) ↓ ANSIA RIDOTTA (rinforzo negativo)
La fobia della scuola Il rifiuto,da parte dello studente,di andare a scuola,avendo associato a questa un’intenso stato ansiogeno I disturbi correlati coinvolgono prevalentemente l’apparato gastrointestinale (nausea,vomito,diarrea,dolori di stomaco, mal di testa,disturbi del sonno)
La fobia della scuola: tipo I [Secondo la classificazione di Kennedy (1965)]: primo episodio fobico; inizia di lunedì, dopo una malattia scoppiata il giovedì e il venerdì precedenti; compare in modalità acuta; prevalente tra b/i che frequentano le classi inferiori;
La fobia della scuola: tipo I preoccupazione della morte; preoccupazione per la salute della madre (a ragione oppure no); buona comunicazione tra i genitori; genitori generalmente equilibrati; P rivaleggia vs M per la conduzione fam; i genitori comprendono facilmente la dinamica del disturbo
La fobia della scuola: tipo II Non si tratta del I° episodio; inizia di lunedì, dopo una malattia anche leggera; compare in modo incipiente; prevalentemente fra studenti che frequentano classi superiori; non c’è preoccupazione per la morte;
La fobia della scuola: tipo II non c’è preoccupazione particolare per la salute della madre; comunicazione tra genitori non buona; M comportamento nevrotico e P con disturbo del carattere; P con scarso interesse per la famiglia; genitori non collaborativi
La fobia della scuola Etiologia → Approccio Psicodinamico - Johnson (1941): Fobia come ansia di separazione b/o-gen (si esclude la paura della scuola) - Waldfogel (1957): paura della scuola dovuta a proiezione dell’ansia dalle figure genitoriali
La fobia della scuola Etiologia → Approccio Comportamentale Dagli studi (inglesi anni 60-70) sulla valutazione delle assenze si evidenziano le caratteristiche distintive fra i soggetti fobici e gli studenti che “marinano la scuola”
La fobia della scuola Sogg. Fobici M iperprotettiva; D. alimentazione; Nausea; Dolori addominali; D. del sonno; ansia Sogg. che “marinano” Scarsa disciplina; Attitudine alla menzogna; Episodi di furto; Attitudine ad allontanarsi da casa; Comparizioni al TdM; enuresi
La fobia della scuola Teoria dell’autenticità della fobia Loventhal e Sill (1964): la fobia non compare all’inizio della scolarizzazione; I b/i non sopportano la mancanza dei genitori in alcun contesto;fobia come reazione all’insuccesso scolastico in sogg. con una immagine irrealistica delle proprie capacità
Il “mal” di scuola: progetto di ricerca Fase I Indagine sulla somatizzazione della depressione in età evolutiva ovvero L’importanza che hanno gli stress psicologici nel favorire condizioni predisponenti all’insorgenza di patologie psichiatriche, ma facciamo una premessa …
Il “mal” di scuola: progetto di ricerca Fase I Manifestazione psicosomatica della depressione in età evolutiva: mal di testa; disturbi del sonno; irritabilità; sintomi a carico dell’app. gastrointestinale;
Il “mal” di scuola: progetto di ricerca Fase I ma anche correlati quali: apatia; disturbi dell’apprendimento; iperattività; forme di somatizzazione; fobie tipiche dell’infanzia (es. fobia della scuola)
Il “mal” di scuola: progetto di ricerca Fase I Il campione: lo studio introduttivo è stato condotto nel Maggio 2006 su un campione di 125 alunni dell’Istituto comprensivo di Scafa (PE), suddivisi nelle classi III, IV e V della scuola primaria e I, II e III della scuola secondaria di I livello
Il “mal” di scuola: progetto di ricerca Fase I Lo strumento: Forma B della Children Depression Scale (CDS), di M. Lang e M. Tischer Fattore I → senso di inadeguatezza Fattore II → senso di colpa
Il “mal” di scuola: progetto di ricerca Fase I Risultati: i disturbi psicosomatici interessano il 7,2% del campione tendenza alla somatizzazione della depressione
Il “mal” di scuola: progetto di ricerca Fase I Nello specifico: - senso di inadeguatezza → classe II ciclo secondario, prevalenza di sesso M - senso di colpa → classe V del ciclo primario, prevalenza di sesso F
Il “mal” di scuola: progetto di ricerca Fase I Conclusioni: Le manifestazioni psicosomatiche colpiscono maggiormente i sogg. tra 10 e 13 anni (stadio operatorio concreto/formale) L’incapacità di verbalizzare le emozioni è un fattore predisponente ai disturbi psicosomatici (Marty, 1971)
Il “mal” di scuola: progetto di ricerca Fase I Sono, inoltre, rilevanti le variabili piscosociali perchè contribuiscono a produrre alterazioni emozionali tali da divenire precursori di malattia e che potrebbero condurre il sogg. alla rottura dell’equilibrio psicosomatico (Levi, 1972)
Il “mal” di scuola: progetto di ricerca Fase I Quindi è intuibile l’innescarsi di una sorta di circolo vizioso: vissuti di inadeguatezza ↔ senso di impotenza ↔ ansia da separazione (Jhonson, 1941) o da prestazione (Waldfogel, 1957) associata ↔ manifestazione somatica ↔ senso di colpa nei confronti dei propri genitori
Il “mal” di scuola: progetto di ricerca Fase II Reazioni psicosomatiche nei disturbi di apprendimento ovvero In che modo associarle prime ai disturbi aspecifici - o difficoltà - dell’apprendimento ma Occorre un ulteriori premesse …
Il “mal” di scuola: progetto di ricerca Fase II Didattica metacognitiva → pratiche educative che agiscono sulla natura dei processi evolutivi del sogg.; Imparare ad imparare→ meta-abilità che evolve con l’allievo e lo guida alla positiva assunzione di responsabilità nei processi d’apprendimento; Approccio metacognitivo → essere gestori dei propri processi cognitivi
Il “mal” di scuola: progetto di ricerca Fase II Il riferimento va, dunque, alle problematiche relative all’acquisizione di competenze scolari che potrebbero portare ai disturbi d’apprendimento: - disturbi specifici;* - disturbi aspecifici* [approfondimento rimandato alla prossima lezione]
Il “mal” di scuola: progetto di ricerca Fase II Fattori sociali ripercussioni psicologiche (ansia, ritiro in se stessi, bassa autostima, o depressione) (Searcy, 1988; Wong, 1996) L’80% di b/i con disturbi dell’apprendimento presenta problematiche sociali crocnicizzazione disagio scolastico (Cornoldi, 1991)
Il “mal” di scuola: progetto di ricerca Fase II Il campione: La somministrazione, risalente ad Aprile e Maggio 2007, ha riguardato 664 sogg. distribuiti fra Scafa (n. 159), Foggia (n. 254) e Brindisi (n. 251), di età compresa tra gli 8 e i 14 anni
Il “mal” di scuola: progetto di ricerca Fase II gli strumenti: CDS; Prove Metacognitive (PM), a cura di S. Sasso e I. Sborlini, tratte da “Logica-mente” (Erickson, 2006), differenziate per la scuola primaria e secondaria di I livello, le cui variabili fanno riferimento alle operazioni mentali descritte da Feuerstein
Il “mal” di scuola: progetto di ricerca Fase II Risultati CDS: Indici di somatizzazione - Scafa = 11,3 % - Foggia = 15,34 % - Brindisi = 6,77 % > senso di colpa (si aggiungono le classi IV del ciclo primario); + classi III del ciclo primario; alcuna tendenza di genere
Il “mal” di scuola: progetto di ricerca Fase II Risultati PM: -Difficoltà riscontrate nelle sezioni dei Ritmi , degli Ordinamenti e delle Serie (scuola primaria) e la sezione Risoluzione e Diamo ordine alla realtà (scuola secondaria); - in generale, a punteggi bassi alla CDS sono corrisposti punteggi bassi alle PM (assenza di problematiche)
Il “mal” di scuola: progetto di ricerca Fase II Conclusioni: Si può parlare di correlazione fra reazioni psicosomatiche, tra cui la somatizzazione della depressione in età evolutiva, e disturbi aspecifici dell’apprendimento MA qual è l’origine delle problematiche emotivo- affettive?
Il “mal” di scuola: progetto di ricerca Fase III III a: Prevenire il “mal” di scuola: studio delle possibili correlazioni tra i predittori dei DSA ed uno spettro di disturbi psicosomatici; III b: in progress (l’indagine coinvolgerà un campione di età compresa fra gli 8 e i 19 anni)
Il “mal” di scuola: progetto di ricerca Fase III a Il campione: La somministrazione, avvenuta nelle scuole dell’infanzia (b/i di 5 anni), risale a Novembre e Dicembre 2007 ed ha riguardato 165 sogg. distribuiti fra Chieti (n. 68 di cui 38b, 25g, 5i), Pescara (n. 47, di cui 23b, 23g, 1i) e Lucera -FG- (n. 50, di cui 24b, 24g, 2i)
Il “mal” di scuola: progetto di ricerca Fase III a gli strumenti: Questionario Osservativo per l’identificazione precoce delle difficoltà d’apprendimento (IPDA), di A.Terreni, M.L.Tretti, P.R. Corcella, C. Cornoldi, P.E. Tressoldi; Stili attributivi motivazionali, di G. Ravazzolo, R. De Beni, A. Moè (rivolto a bambini, insegnanti e genitori)
Il “mal” di scuola: progetto di ricerca Fase III a Risultati IPDA: - Chieti = n. 4 - Pescara = n. 2 - Lucera = n. 6 Si tratta di bambini segnalati come a rischio difficoltà d’apprendimento
Il “mal” di scuola: progetto di ricerca Fase III a Risultati Stili attributivi motivazionali (b/i): dai dati dei sottocampioni dei bambini è stato possibile ricavare una tendenza generale di risposte riconducibili a - locus of control esterno - bassa autostima
Il “mal” di scuola: progetto di ricerca Fase III a Risultati Stili attributivi motivazionali (i): i sottocampioni degli insegnanti si dividono tra coloro che operano didatticamente più a livello emotivo e coloro i quali prediligono il versante prettamente metacognitivo
Il “mal” di scuola: progetto di ricerca Fase III a Risultati Stili attributivi motivazionali (g): I sottocampioni dei genitori, infine, pare non colgano l’eventuale problematica dei rispettivi figli, (ma non possiamo esserne così certi, causa la scarsa collaborazione offerta)
Il “mal” di scuola: progetto di ricerca Fase III a Conclusioni: - VS stile attributivo “pedina”, fatalista; - VS l’opposto stile “impegno strategico” piuttosto Apprendimento socializzato nell’area di sviluppo prossimale (Vygotskij)
Il “mal” di scuola: progetto di ricerca Fase III b L’importanza dei fattori psicosociali, in definitiva, ci porta ad approfondire con un’ultima fase questo lavoro collocabile nell’ambito della prevenzione primaria e secondaria e nel contesto scolastico, quello in cui bambini e pre-adolescenti vivono gran parte del loro tempo, nell’arco del quale può manifestare un disagio non sappiamo ancora bene da dove arrivi
Il “mal” di scuola: progetto di ricerca Fase III b Prevenzione primaria Strategie d’intervento per studenti, insegnanti e genitori, per un ambiente scolastico positivo; Sensibilizzare, incoraggiare alla richiesta d’aiuto Prevenzione secondaria Cooperative learning; Tutoring; […] approfondimento rimandato alla prossima lezione del Prof. Sasso; (in pratica) la presenza dello psicologo a scuola