G.Porro, A.Claser, P.Fantuzzi

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
Contesto scolastico In un contesto a forte immigrazione, l’Istituto affronta problematiche di accoglienza e di inclusione con famiglie che non hanno chiaro.
Advertisements

PROGETTO CURRICOLARE D’ISTITUTO EDUCAZIONE ALLA LEGALITA’ DEMOCRATICA MONITORAGGIO FINALE Anno Scolastico
DIREZIONE DIDATTICA STATALE SCUOLA PRIMARIA “ MICHELE PREZIUSO” Via Potenza 1 - tel. 0972/ Rionero in Vulture (PZ)   Risultati del Questionario.
GESTIONE DELLA COMUNICAZIONE
PORTFOLIO Grumo Nevano C.D. "Pascoli" Profilo
Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Ministero della Pubblica Istruzione Ufficio Scolastico Regionale per la Campania DIREZIONE GENERALE POLO QUALITÀ DI NAPOLI a.s. 2007/2008 Istituto 1° CIRCOLO.
Direttiva Ministeriale 27 dicembre 2012
Il Questionario di sistema M. Ludovica Battista (da materiale Invalsi) Pesaro, 11 febbraio 2005.
Collaborazione integrata: gli alunni con bisogni educativi speciali.
Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Soggetti, risorse e strumenti per lintegrazione nella scuola dellautonomia.
Coordinate culturali ed operative INDICAZIONI PER IL CURRICOLO INDICAZIONI PER IL CURRICOLO Scuola dellinfanzia Scuola dellinfanzia Primo Ciclo distruzione.
Settore sistema scolastico ed educativo.
Il Gruppo di lavoro per l'Inclusione
I soggetti dell'Inclusione
Terzo gruppo IL SISTEMA TUTORIALE
ANNO SCOLASTICO 2008/2009. Lintegrazione scolastica coinvolge non solo il singolo individuo, ma è un ampio progetto che interessa tutta la realtà del.
La continuità tra i diversi ordini e gradi scolastici Presentazione di una proposta elaborata dal CTI di Asolo e Castelfranco 15 dicembre 2004.
PENSARE PEDAGOGICO in I. C. F. PER UNA SCUOLA INCLUSIVA
AREA AREA DELLA STRUTTURALE COMUNICAZIONE INTERNA Attività collegiali
ISTITUTO COMPRENSIVO LAIVES1 Scuola media “F.Filzi” - Laives
Gruppo di coordinamenro USR Ufficio Scolastico Regionale per la Sicilia Seminari provinciali Indicazioni Nazionali 2012 Ripensare il curriculo della scuola.
Segni,03/06/13 ACCORDO DI RETE. costituzione di reti territoriali tra istituzioni scolastiche, al fine di conseguire la gestione ottimale delle risorse.
I Bisogni Educativi Speciali
PROTOCOLLO DI RETE PER ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI (BES)
Direttiva ministeriale del 27/12/2012 “Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione.
PEDAGOGICO-DIDATTICI
ISTITUTO COMPRENSIVO DI CHIUDUNO
LE BUONE PRASSI disabilità ed integrazione scolastica
Piano Nazionale di formazione e ricerca
Integrazione inclusione Il Bisogno Educativo Speciale BES
Sintesi ragionata della direttive ministeriali sui BES
B.ES. BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI
P.A.I PIANO ANNUALE PER L’INCLUSIONE
PROGETTO GENERALE.
Relatore Prof. Remo Ughetto
Direttiva del 27 dicembre MIUR
I Centri Territoriali Risorse al servizio dello sviluppo della professionalità e delle scuole a cura di Maria Silvia Ghetti Faenza, 13 novembre 2006.
Piano delle attività Anno scolastico 2012/13 Anno scolastico 2012/13.
Educare e insegnare nellintegrazione: quali opportunità ci offrono le flessibilità di sistema in una scuola ormai intesa come comunità di sostegno Rita.
I CARE Imparare Comunicare Agire in una Rete Educativa Piano Nazionale di formazione e ricerca Progetto biennale rivolto all’accoglienza e all’integrazione.
Imparare Comunicare e Agire in una Rete Educativa
PROTOCOLLO ACCOGLIENZA ALUNNI STRANIERI
CONSIDERAZIONI SULLA DIRETTIVA 27/12/2012 C.M. 6/03/2013 e
“Strumenti di intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica” Direttiva ministeriale del.
DOCUMENTI e STRUMENTI OPERATIVI per l’INSEGNANTE SPECIALIZZATO
,5% alunni iscritti nelle scuole statali
Linee guida nazionali per l’orientamento permanente
INCONTRO DIRIGENZIALE SCUOLA AUSL FERRARA 25 SETTEMBRE 2013 Un esempio di buone prassi Franca Emanuelli Neuropsichiatra Infanzia Adolescenza M.O. Distretto.
La scuola come non dovrebbe essere
Seminario rete F.A.R.O. Palermo, 29 novembre 2013 Catania, 6 dicembre 2013 Dal processo di autovalutazione alle azioni di miglioramento Vito PECORARO.
Laurea Magistrale in Scienze Religiose - Teoria della scuola – a. a. 2013/’14 – prof. Nicola Tricarico Facoltà Teologica Pugliese Istituto Superiore di.
PROTOCOLLO “Buone prassi di integrazione scolastica”
DUE FIGURE FONDAMENTALI
Il progetto di vita: la funzione del docente
Istituto Comprensivo Statale “ Piazza Marconi” - Vetralla A.S. 2012/2013 Funzioni Strumentali al Piano dell’Offerta formativa FUNZIONE STRUMENTALE PER.
CTRH di CHIARI. RILEVAZIONE BISOGNI FORMATIVI DELLE SCUOLE DEL TERRITORIO.
Resoconto dell’attività svolta
BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI
INCLUSIONE E BES.
Direttiva MIUR 27 DICEMBRE 2012 C.M. N° 8 DEL 3 MARZO 2013.
DESCRIZIONE DELLA PRIORITA ' ESITI DEGLI STUDENTI (pag 17)
Istituto Comprensivo “Roccagorga-Maenza” Per una scuola attenta ai….. Bisogni Educativi Speciali Gruppo di Lavoro per l’Inclusione Scolastica.
ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI dalla Direttiva Ministeriale del 27 dicembre 2012 alla Circolare Ministeriale n.8, del 6 marzo 2013.
DIRETTIVA N. 11 del settembre 2014 (linee di indirizzo del sistema Nazionale di valutazione per il prossimo triennio)
Istituto Comprensivo Torano Castello – Lattarico Corso di formazione docenti a.s. 2015/2016 Collegio docenti 28 aprile 2016 Monitoraggio e Valutazione.
PEI - PROGETTO DI VITA Diagnosi funzionale Momento conoscitivo del reale funzionamento dell’alunno secondo il modello ICF Profilo Dinamico Funzionale Momento.
Legge 104/92 ART. 3 comma 1: … E’ persona handicappata colui che presenta una minorazione fisica, psichica o sensoriale, stabilizzata o progressiva,
FORMAZIONE IN SERVIZIO DEI DOCENTI SPECIALIZZATI SUL SOSTEGNO PROMOZIONE DI FIGURE DI COORDINAMENTO svolgere funzioni di coordinamento pedagogico ed organizzativo.
Transcript della presentazione:

G.Porro, A.Claser, P.Fantuzzi I risultati del progetto “Comunità in rete”: la pedagogia dello “sviluppo come libertà” G.Porro, A.Claser, P.Fantuzzi Scuola amica: progetti per cambiare la scuola 5/6 settembre 2013 Teatro Millepini - Asiago (VI) ISTITUTO COMPRENSIVO CASTELLARANO (RE)

FASE DI PREPARAZIONE Fase di preparazione Cabina di Regia: Amministratori, Dirigenti Scolastici, Specialisti Neuropsichiatri Infantili Riconosce la necessità (politica!) di innovazione Sceglie la utilizzazione del modello ICCC Seleziona i contenuti culturali che devono diventare elementi di una Cultura Condivisa

IL PROGETTO (A.S. 2011-12 inizio)

SOGGETTI COINVOLTI Progetto di comunità COMUNI(Rubiera, Casalgrande, Castellarano, Scandiano, Baiso- Viano) ISTITUTI COMPRENSIVI SCOLASTICI ( 6 I.C.- 1 Istituto scuola superiore) AUSL del Distretto SIRM Cooperative Educatori Cooperativa L’Arcobaleno Servizi Progetto di comunità

STRUTTURA

logica della necessità FOCUS dei Workshop SITUAZIONE CLASSE… FOCUS PUNTI DI FORZA PUNTI DI DEBOLEZZA Logica della libertà ≠ logica della necessità Capability Progetto di vita Linguaggi alternativi Comunità come risorsa (classe) Comunità come risorsa (società)

Integrazione INCLUSIONE Logica della NECESSITA’ Intervento orientato a : Rispondere ai bisogni dell’alunno Sollecitare il contesto ad accogliere ed integrare il soggetto nella propria sfera LIBERTA’ - Agire su tutto il contesto che dovrà essere in grado di aprire tutti gli orizzonti per rispondere ai bisogni di tutti i suoi componenti

OBIETTIVI COSTRUIRE UNA PEDAGOGIA COMUNITARIA CONDIVISA (utilizzare le concezioni culturali comuni per ridefinire la nozione di inclusione) DARE VALORE ( = RENDERE ACCESSIBILI) ALLE ESPERIENZE POSITIVE CO- PROGETTTARE (il sistema “comunità”) INTERVENTI INCLUSIVI COSTITUIRE GRUPPI DI LAVORO PERMANENTI TRA INSEGNANTI DI SOSTEGNO E CURRICULARI PROGETTARE STRUMENTI DI VERIFICA DELL’INCLUSIONE

RISULTATI RAGGIUNTI OBIETTIVO: costruire una pedagogia comunitaria Risultati di processo: COINVOLGIMENTO di oltre 350 insegnanti di sostegno e curriculari COINVOLGIMENTO di tutte le dirigenze scolastiche (7) PARTECIPAZIONE degli educatori scolastici ed extrascolastici COINVOLGIMENTO di rappresentanza dei genitori

Risultati di esito ( il prodotto): 1. SCRITTURA DI UN MANUALE con teoria di riferimento condivisa e esperienze (buone prassi) realizzate

- Il progetto: introduzione Indice - Il progetto: introduzione - La cornice culturale: i documenti di riferimento - La cornice culturale: i contributi teorici : CLINICI-PSICOLOGICI-PEDAGOGICI CIRO RUGGERINI – Neuropsichiatra infantile Direttore Sanitario della cooperativa sociale L’ARCOBALENO SERVIZI di Reggio Emilia – SUMIRE MANZOTTI – Neuropsichiatra infantile, VERSO UNA NUOVA PEDAGOGIA DI COMUNITA’ Ciro Ruggerini (L’Arcobaleno Servizi), Sumire Manzotti e Michela Fabiani (Ausl di Reggio Emilia), IL RUOLO DEGLI SPECIALISTI CLINICI NELLA COSTRUZIONE DI UNA COMUNITA’ EDUCATIVA. Luciano Rondanini (Ufficio Scolastico Provinciale di Reggio Emilia, IL VALORE DELLA ESPERIENZA SOGGETTIVA NEI PERCORSI EDUCATIVI E DI CURA. ALUNNI DISABILI: STORIE DI INCONTRI E DISINCONTRI - Le sperimentazioni IC Rubiera IC Scandiano IC Casalgrande IC Baiso - Uno strumento di lettura delle sperimentazioni: dalla teoria alla prassi La verifica della qualità dell’inclusione: “Le parole dell’inclusione: uno strumento per agire” IC Castellarano

P.E.C. Comunità E. I. Piano Educativo Individualizzato 2. Nuovo risultato: E. I. Piano Educativo Individualizzato Comunità P.E.C. Piano Educativo di Comunità

RISULTATI RAGGIUNTI OBIETTIVO: dare valore alle esperienze positive PRESENTAZIONE IN PLENARIA DI ESPERIENZE di tutti gli ordini di scuola con interventi integrati di insegnanti, educatori scuola e tempo libero CONDIVISIONE NEI WORKSHOP E PLENARIA DI STRUMENTI E STRATEGIE funzionali L’ESPERIENZA DIVIENE GENERALIZZAZIONE: produzione di un manuale con le buone prassi ricondotte alla teoria di riferimento

RISULTATI RAGGIUNTI OBIETTIVO: COPROGETTTARE (il sistema “comunità”) INTERVENTI DI INCLUSIONE NEI WORKSHOP, il gruppo insegnanti ha co-progettato interventi trasversali alle singole classi … L’alunno con disabilità in carico al sistema scuola e non al sistema classe Apertura al territorio: uscite in luoghi pubblici (bar, supermercati, giardini, musei) … es. “scoprire i numeri” al supermercato L’alunno con disabilità in carico alla comunità educante

RISULTATI RAGGIUNTI OBIETTIVO: COSTITUIRE GRUPPI DI LAVORO PERMANENTI TRA INSEGNANTI DI SOSTEGNO E CURRICULARI WORKSHOP: 23 annuali di 46 ore – 200 insegnanti PRESENTAZIONE NEI COLLEGI DOCENTI delle progettazioni attivate e analizzate nei workshop

RISULTATI RAGGIUNTI OBIETTIVO: PROGETTARE STRUMENTI DI VERIFICA DELL’INCLUSIONE ELABORAZIONE DI UNA SCHEDA DI VALUTAZIONE DELL’INCLUSIONE …“Le parole dell’inclusione. Uno strumento per agire.”

STRUMENTO IDENTIFICAZIONE DI INDICATORI Indicatori strutturali / organizzativi di CORNICE Indicatori strutturali / organizzativi di CONTESTO INTERNO ALLA SCUOLA Indicatori di PROCESSO Indicatori di risultato …“Le parole dell’inclusione. Uno strumento per agire.”

STRUMENTO IDENTIFICAZIONE DI INDICATORI Indicatori strutturali / organizzativi di CORNICE A1. Progetto “inclusione” dichiarato nel Pof dell’Istituto e nel sito web . A2. Gruppo di lavoro d'Istituto (G.L.I.P.) come previsto dalla L. n. 104/92 art. 15 c. 2 A3. Piano annuale di formazione per tutto il personale docente e non docente sulle tematiche dell’inclusione e sulle proposte messe in campo nella scuola. A4. Risorse finanziarie stanziate per ausilii e strumenti

STRUMENTO IDENTIFICAZIONE DI INDICATORI Indicatori strutturali / organizzativi di CONTESTO INTERNO ALLA SCUOLA B1. Formazione di classi iniziali B2. Assegnazione del “gruppo” docenti : sostegno e colleghi di classe che possano garantire continuità, che siano sensibili B3. Coinvolgimento degli Organi Collegiali B4. Coordinamento di Istituto degli insegnanti di sostegno e degli educatori

STRUMENTO IDENTIFICAZIONE DI INDICATORI Indicatori di PROCESSO C1. Formulazione di un Piano Educativo Individualizzato C2. Risorsa Gruppo Classe C3. Attivazione, in orario extrascolastico , di interventi di inclusione C4. Incontri con operatori Asl e/o privati

STRUMENTO IDENTIFICAZIONE DI INDICATORI Indicatori di risultato D1. Monitoraggio , in itinere, dei progressi ottenuti D2. Esito della valutazione finale (PEI) D3. Esito dell’evoluzione del contesto nell’ottica dell’inclusione. Sarà interessante e vincente valutare i progressi che tutte le componenti del contesto registreranno in merito al percorso inclusivo. Se il punto D1 quantificherà la portata del PEI, l’attenzione di questo aspetto è invece incentrata sul contesto e sulla sua capacità reale di porsi come ambiente positivo inclusivo. L’istituto ha predisposto uno strumento di valutazione della crescita del contesto inclusivo? Contesto classe (alunni) - Contesto classe ( genitori) - Contesto collaboratori scolastici - Contesto docenti - Contesto scuola in generale - Contesto familiare - Contesto extrascuola - …… - La “crescita” del contesto” non è stata presa in esame + Sono stati “monitorati” solamente alcuni elementi ++ Si è provveduto a “monitorare” gli sviluppi registrati in tutto il contesto D4. Esame finale di licenza media …“Le parole dell’inclusione. Uno strumento per agire.”

Per rimanere aggiornati:   http://www.comune.casalgrande.re.it/news/dettaglionews.aspx?idnews=1241 http://www.comune.rubiera.re.it/Sezione.jsp?idSezione=1128 http://www.arcobaleno.re.it/comunita-in-rete-processi-di-inclusione-tra-scuola-ed-extrascuola.aspx