LA SCUOLA DEL FUTURO: “Indicazioni per il nuovo curricolo”
QUAL E’ IL COMPITO DELLA SCUOLA? Promuovere la capacità degli studenti di dare un senso alla varietà delle loro esperienze per ridurre la FRAMMENTAZIONE ed il CARATTERE EPISODICO che caratterizzano la vita dei bambini/adolescenti. E’ necessario concentrare l’attenzione su tre relazioni di fondamentale importanza: SCUOLA e TERRITORIO; SCUOLA e TECNOLOGIA (esiste un ampio divario tra la capacità di uso degli strumenti informatici degli allievi rispetto a quella della gran parte dei docenti); SCUOLA e DIVERSITA’ per…………. ………..ORIENTARE LA DIDATTICA ALLA COSTRUZIONE DI SAPERI A PARTIRE DA CONCRETI BISOGNI FORMATIVI.
LA DOPPIA LINEA FORMATIVA DELLA SCUOLA VERTICALE nel senso di formazione continua ORIZZONTALE basata sulla collaborazione con le famiglie e gli Enti presenti sul territorio L’alunno è posto al centro dell’azione educativa in tutti i suoi aspetti (le intelligenze multiple teorizzate da Howard Gardner): centralità della persona Soltanto in questo modo la scuola fornisce le chiavi per apprendere ad apprendere: occorre trasformare il sapere, rendendolo coerente con il rapido sviluppo dei diversi contesti nei quali l’individuo opera.
I DUE MACRO OBIETTIVI Formazione di una NUOVA CITTADINANZA: insegnare le regole del vivere e del convivere è un compito ancora più importante rispetto al passato;è necessario insegnare ad apprendere ed insegnare ad essere; occorre investire sulla relazione scuola-famiglia; utilizzare come risorsa la diversità culturale e multietnica. Formazione di un NUOVO UMANESIMO: promuovere l’alfabetizzazione culturale (e sociale) di base attraverso l’acquisizione dei linguaggi simbolici.
PERTANTO…….. E’ necessario arrivare a far acquisire agli allievi il DOMINIO DELLA PAROLA, che conduce alla comprensione della trasversalità dei significati ( la scuola secondaria di 1° grado rappresenta il momento di valorizzazione delle discipline, intese come strumenti di interpretazione/simbolizzazione/rappresentazione della realtà, se si evitano la frammentazione dei saperi ed un’impostazione trasmissiva). Occorre guidare gli alunni a collocare i fatti attraverso le coordinate di spazio e tempo per definire i quadri d’insieme che sono propri sia della formazione scientifica che di quella umanistica. Non a caso il Freinet parlava di “rete e nodi della conoscenza”.
IMPOSTAZIONI METODOLOGICHE L’ AMBIENTE DI APPRENDIMENTO in cui si opera quale contesto formativo idoneo allo sviluppo organico dell’individuo Valorizzare l’esperienza e le conoscenze di ognuno. Favorire l’esplorazione e la scoperta (PROBLEM SOLVING). Incoraggiare l’apprendimento collaborativo (LAVORO IN MICRO GRUPPI o a CLASSI APERTE…). Promuovere la consapevolezza del proprio modo di apprendere. Realizzare ESPERIENZE DI LABORATORIO. Valorizzare la BIBLIOTECA SCOLASTICA (lettura – ascolto – scoperta per un apprendimento autonomo e continuo)
RIFLESSIONI DEL GRUPPO ( confrontando il già fatto) Le unità di apprendimento hanno in sé le caratteristiche di un curricolo. E’ opportuno che il curricolo sia essenziale e condiviso. Sarebbe necessario integrare il percorso tracciato dalle Educazioni in un’unica formulazione che contenga programma, unità didattiche, educazioni.
RIFLESSIONI DEL GRUPPO (in riferimento alle aree) Ci si concentra, ancora troppo spesso, sui contenuti e meno sul percorso individuato per la classe. In questi ultimi anni si è data minore importanza all’attività esperienziale, preferendo sviluppare il pensiero ipotetico, che non risulta essere il migliore per tutti gli alunni. Che differenza c’è tra i traguardi delle competenze e le competenze? Nelle Indicazioni per il curricolo si respira la necessità di recuperare i metodi e gli strumenti adoperati in passato (classi aperte, lavori di gruppo…) ed il bisogno di percorsi meno prescrittivi.
RIFLESSIONI DEL GRUPPO (in generale) Il ruolo della famiglia: si è passati dalla “famiglia delle regole” alla “famiglia degli affetti”, fino al genitore che negozia le regole……E l’insegnante? Spesso le compresenze vengono sacrificate per coprire i buchi giornalieri o settimanali causati dall’assenza di colleghi in malattia. Con alunni difficili – e ce ne sono sempre più – occorre intervenire prima di tutto a livello umano, preoccupandosi in un secondo tempo della didattica: pertanto è necessario ridimensionare la figura dell’alunno, tenendo conto della gravità e molteplicità di problemi che si incontrano nelle classi. Gli alunni ripetenti con più di 16 anni devono essere indirizzati nei Centri Territoriali Permanenti per il conseguimento della licenza, poiché il forte divario di età tra gli alunni crea delle dinamiche di classe piuttosto negative (emulazione dei più giovani verso i più grandi).