PROGETTO “A scuola con la dislessia” I.C. “CESARE PAVESE”-SANTO STEFANO BELBO 12-16 NOVEMBRE, 1 DICEMBRE 2009 Dott.ssa Luisa Fontana, Psicologa
Programma III^giornata Precisazioni e riflessioni sugli incontri precedenti Conseguenze psicopatologiche dei Dsa Discussione di un caso in piccoli gruppi Restituzione e condivisione
Criticità emerse Assenza di un’alleanza costruttiva tra la scuola e i servizi sanitari: ciò comporta la carenza di diagnosi e, di conseguenza, la non attivazione di percorsi didattici alternativi per gli studenti con disturbi specifici di apprendimento. Resistenze e difese di numerose famiglie rispetto alla presa di coscienza delle difficoltà di apprendimento dei propri figli.
LE POSSIBILI CONSEGUENZE PSICOPATOLOGICHE DEI DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO
Importanza degli aspetti emotivi e sociali Un disturbo dell’apprendimento costituisce un evento vitale per il bambino e per la sua famiglia, anche alla luce del significato che la scuola riveste nella nostra società. Va posta una particolare attenzione all’intreccio degli aspetti emotivi e cognitivi implicati, poiché il disturbo è in grado di attivare reazioni psicologiche che possono accentuare il disturbo stesso, interferire con il trattamento educativo ed ostacolare la qualità del successivo adattamento, costituendo così un fattore di rischio psicopatologico.
Immagine di sè L’immagine di sé del dislessico appare estremamente vulnerabile alla frustrazione e all’ansia. Durante i primi anni di scuola, ogni bambino deve risolvere i conflitti tra un’immagine di sé positiva e i sentimenti di inferiorità: se i bambini riescono a scuola, essi svilupperanno sentimenti positivi su se stessi e penseranno di riuscire nella vita. Se i bambini vanno incontro ad insuccessi e frustrazioni continue, essi si fanno l’idea di essere inferiori agli altri e che i loro sforzi non diano risultati. Invece di sentirsi adeguati e produttivi, essi apprendono che è l’ambiente a determinare la loro vita. Si sentono dunque inadeguati e incompetenti. Quando il dislessico riesce, tende ad attribuire il proprio successo alla fortuna; quando fallisce, semplicemente si considera un incapace e dunque si autoattribuisce l’insuccesso. Questi sentimenti di inferiorità si stabilizzano attorno ai 10 anni; dopo questa età, diventa estremamente difficile aiutare il bambino a sviluppare un’immagine positiva di sé.
Fattori di rischio psicopatologico Segnalazione e diagnosi tardiva Discontinuità nella presa in carico terapeutica e nella storia scolastica Gravità e ampiezza della compromissione Modalità di elaborazione delle difficoltà Peso e ruolo dei DSA nelle interazioni familiari e sociali
Dsa e psicopatologia DISTURBI DI INTERNALIZZAZIONE: disturbi d’ansia, quadri depressivi, disturbi psicosomatici. DISTURBI DI ESTERNALIZZAZIONE: disturbi da deficit di attenzione con o senza iperattività, disturbi oppositivo-provocatori, disturbi di condotta.
Ansia L’ansia è il più frequente sintomo emotivo riportato dai dislessici adulti. I dislessici diventano paurosi a causa della loro costante frustrazione e confusione a scuola. Poiché essi hanno la tendenza ad anticipare il fallimento, vivere nuove situazioni può provocare una forte ansia. L’ansia fa sì che gli esseri umani evitino tutto ciò che li spaventa. I dislessici non fanno eccezione. Tuttavia, molti insegnanti e genitori interpretano questo comportamento di evitamento come pigrizia. Così, la scarsa propensione del dislessico a partecipare alle attività scolastiche o ad impegnarsi nei compiti a casa è spesso riconducibile più all’ansia ed alla confusione che all’apatia.
Depressione La depressione è una complicazione frequente nei soggetti con Dsa (incidenza del 25-35%, contro il 10% nella popolazione normale). I bambini con questo tipo di disabilità sono ad alto rischio di provare intensi sentimenti di dolore e sofferenza. E’ improbabile che il bambino depresso sia letargico o dichiari la propria tristezza; al contrario, può diventare più attivo e comportarsi male per mascherare i sentimenti di dolore. I bambini depressi tendono ad avere pensieri negativi su se stessi (prevalenza di contenuti di inferiorità e di vulnerabilità), sul mondo che li circonda e faticano ad immaginare un futuro positivo. Inoltre, sviluppano la percezione di uno scarso potere di controllo sul proprio ambiente e sul proprio destino; pertanto le capacità cognitive di apprendimento vengono viste come qualcosa che sfugge alla possibilità di controllo e di conseguenza si giunge a sottostimare il ruolo dell’impegno e dello sforzo ed a disinvestire dal compito.
Rabbia La frustrazione provata a scuola dallo studente con DSA può frequentemente provocare rabbia. Talvolta, il bambino tiene a freno la propria rabbia a scuola, al punto da diventare estremamente passivo; poi, una volta al sicuro nell’ambiente domestico, questi potenti sentimenti erompono. Altre volte, invece, manifesta la sua rabbia nell’ambiente scolastico, attuando comportamenti di tipo reattivo (aggressività, opposizione, provocazione, rifiuto).
La famiglia Come ogni altra condizione di disabilità, le difficoltà di apprendimento hanno un notevole impatto sulla famiglia del bambino. Tuttavia, dal momento che si tratta di una disabilità invisibile, i suoi effetti sono spesso sottovalutati. La dislessia si ripercuote sulla famiglia in diversi modi: - i genitori possono negare l’esistenza del problema; - possono pensare che, se il figlio ci mettesse più impegno, ce la potrebbe fare; - nel caso siano stati a loro volta dislessici, possono rivivere, attraverso l’esperienza del figlio, i loro stessi insuccessi scolastici e frustrazioni. - possono collaborare od essere ostili alla scuola.
In che modo gli insegnanti possono essere d’aiuto? Prestando attenzione ai sentimenti del ragazzo, spingendolo a parlare dei suoi vissuti, premiando lo sforzo e non solo il “risultato”, incoraggiandolo ed aiutandolo a darsi obiettivi realistici. Nei casi di buon adattamento, infatti, il bambino dislessico ha incontrato, fin dai primi anni di scuola, persone comprensive e disposte ad incoraggiarlo. Il bambino/ragazzo deve trovare un ambito in cui avere successo: ha infatti bisogno di riconoscere le proprie capacità e di poterne gioire. In alcuni casi i punti di forza sono evidenti e l’autostima è salvaguardata; altre volte le risorse sono meno visibili.
Traccia di riflessione Raccogliere informazioni su un allievo con DSA diagnosticato, relative a: rendimento scolastico (difficoltà e risorse) funzionamento emotivo/affettivo (equilibrio, stabilità) relazioni interpersonali (capacità di socializzazione) rapporto tra insegnanti e famiglia del ragazzo (collaborazione/ostilità)
Discussione Cosa possono fare gli insegnanti rispetto all’alunno con Dsa, alla classe in cui è inserito ed alla famiglia?