“Bulle e Pupi – Cyberbulling ” PROGETTO DI FORMAZIONE SUL BULLISMO E LE SUE VARIE FORME di ESPRESSIONE Martedì 9 marzo 2010 Il razzismo Dott. Miles Gualdi Punto d’Ascolto Anti-discriminazione Comune di Modena
La nascita della razza Il termine razza ha due possibili derivazioni: Dal francese arcaico haraz (allevamento di cavalli) Dall’arabo ras (stirpe – origine)
Cos’è la razza La razza nasce come criterio tassonomico di individuazione di determinati e differenti gruppi di individui viventi all’interno di una stessa specie animale. In origine era uno strumento descrittivo utilizzato per catalogare gli animali di allevamento (cani, cavalli, gatti ecc.).
Le razze umane Il termine razza viene applicato alla catalogazione degli esseri umani solo a partire dalla seconda metà del XIX secolo.
Il razzismo Il razzismo è però stato sempre presente nelle culture umane, in diverse forme e gradazioni. Razzismo premoderno (pre 1492) Razzismo moderno (1492) Razzismo scientifico (metà XIX secolo)
Il razzismo premoderno Le società premoderne distinguevano i gruppi sociali all’interno della stessa comunità o i gruppi umani in inferiori e superiori. La distinzione seguiva criteri sociali rigidi (solitamente conseguenti alla famiglia di appartenenza) che si sovrappongono a criteri religiosi, linguistici e culturali non rigidi.
Il razzismo moderno: la purezza del sangue 31 marzo 1492 emanazione del decreto reale di espulsione degli ebrei dalla Spagna. Limpieza de sangre “Purezza del sangue” 1496 decreto del Papa Alessandro VI che approva il codice di purezza del sangue per l’accesso ad alcuni ordini sacerdotali
Il razzismo moderno: la dominazione coloniale Nella riunificata penisola Iberica il concetto di sangue puro serve a impedire l’ascesa sociale degli ebrei e dei “mori” convertiti. Successivamente il concetto verrà utilizzato per giustificare il dominio coloniale e le strutture sociali basate sullo schiavismo.
Il razzismo moderno: l’innovatività Il razzismo moderno nasce quindi con una chiara matrice utilitarista e si basa su una visione biologica delle differenze sociali e culturali
Il razzismo È la convinzione che le differenze culturali, sociali e psicologiche riscontrabili nei diversi gruppi umani non siano un prodotto dell’interazione sociale ma la risultate di determinanti biologiche: A determinate caratteristiche fenotipiche (colore della pelle, forma degli occhi ecc.) si associano determinate caratteristiche socio-culturali.
Il razzismo Gli esistenti assetti di potere economico, sociale e internazionale sono quindi giustificabili e giustificati da differenze biologiche. I rapporti di forza sociali sono biologicamente determinati
Il razzismo scientifico Forma di razzismo organizzato sviluppatasi nella seconda metà XIX secolo in Europa e America. Si sviluppa in ambito universitario tramite l’applicazione all’antropologia, alla sociologia ed alla criminologia dei nascenti studi sulla genetica e della teoria darwiniana declinata nel darwinismo sociale.
Il razzismo scientifico Premessa: l’umanità è divisa in razze, descrivibili tramite i tratti fenotipici. Ad ogni razza corrispondono determinate caratteristiche sociali, culturali e psicologiche che vengono geneticamente determinate. Ogni razza si trova ad uno stadio diverso del processo evolutivo.
Il razzismo scientifico È quindi possibile distribuire le razze in un continuum che va da quelle più primitive (inferiori) a quelle più evolute (superiori). Il posizionamento delle razze (e degli idividui che ne fanno parte) su questo continuum è predeterminato dal loro bagaglio genetico.
Il razzismo scientifico La procreazione tra membri di razze diverse porta quindi ad un impoverimento del patrimonio genetico della razza superiore e viene perciò vietato: Reato di miscegenation negli USA Divieto di matrimoni misti in Germania (1936) e Italia (1938) Divieto di matrimoni misti in Sud Africa durante Apartheid
Il razzismo scientifico Nel periodo in cui si affermano i principi democratici all’interno delle potenze europee (uguaglianza, democrazia, partecipazione) il razzismo scientifico fornisce una giustificazione alle politiche colonialiste
Il razzismo scientifico in Italia Cesare Lombroso (1835 – 1909) Alfredo Niceforo: “La razza maledetta che popola tutta la Sardegna, la Sicilia e il mezzogiorno d’Italia dovrebbe essere trattata ugualmente col ferro e col fuoco – dannata alla morte come le razze inferiori dell’Africa e dell’Australia”
Il razzismo scientifico in Italia Razzismo antimeridionalista che giustifica l’unificazione d’Italia in senso colonialista. Razza euroasica (ariana e padana) al nord Razza eurafricana (mediterranea e semitica) al sud
Il razzismo scientifico in Italia Superamento della divisione razziale degli italiani sotto il fascismo tramite l’invenzione dell’italianismo spirituale (identità storico-culturale collegata alla storia dell’antica Roma). C’è quindi un momentaneo superamento del carattere biologico del razzismo.
Il razzismo scientifico in Italia Reinserimento della determinante biologica nel 1938 con il Manifesto della razza: “Una sola razza dalle Alpi alla Sicilia”, data dal comune passato longobardo. Quindi razza ariana.
Superamento del concetto di razza Dopo II Guerra Mondiale gli studi genetici hanno sottolineato che: 1) Alta omogeneità genetica della specie umana (dovuta a un’enorme crisi demografica di 75.000 – 70.000 anni fa che ridusse la popolazione umana mondiale a 1.000 – 10.000 coppie genitoriali).
Superamento del concetto di razza 2) Popolazioni che per adattamento hanno sviluppato caratteri fenotipici molto diversi possono presentare similarità genetiche maggiori di quelle riscontrate in popolazioni con fenotipo simile
Superamento del concetto di razza Per questi motivi la biologia ritiene oggi che tutti i membri della specie homo sapiens sapiens siano appartenenti ad un unico insieme omogeneo. Inoltre il concetto di razza non è più utilizzato nemmeno in zoologia (rimane u concetto zootecnico per specie animali d’allevamento)
Superamento del razzismo Fattore utilitaristico: il razzismo ha giustificato determinati assetti politici, sociali ed economici. Aumento della conflittualità ha reso economicamente inefficienti questi modelli. Diversity management modello economicamente vincente.
Perché il razzismo sopravvive nel linguaggio, nella mentalità e nelle pratiche sociali, se è completamente sparito dalla scienza?
Funzioni del razzismo Funzione socio-politica Funzione socio-psicologica
Preconcetto Dimensione cognitiva “Pensiero, idea riguardo a una cosa o persona, concepito, pensato prima di averne avuto i dati certi o di averne verificato l'attendibilità” Funzionale alla raccolta delle informazioni
Categoria Dimensione cognitiva e sociale “Ognuno dei concetti generali con cui è possibile descrivere la realtà” Funzionale alla semplificazione e sistematizzazione delle informazioni , alla condivisione ed alla trasmissione del sapere
Categoria Definisce i confini dei gruppi e sottogruppi nei sistemi complessi; definisce un “loro” che rafforza ed auto-alimenta il “noi” Noi Loro
Stereotipo Dimensione sociale Rappresentazione semplicistica di un determinato aspetto della realtà sociale, formulata e accettata sulla base di impressioni e conoscenze superficiali arbitrariamente generalizzate Strutturazione e irrigidimento della categoria e sua applicazione al singolo Funzionale alla creazione di un sapere sociale condiviso e trasmissibile
Stereotipo Lo stereotipo nega le differenze interne al gruppo del “loro” Noi Loro
Pregiudizio Dimensione valoriale Giudizio anticipato, ammesso e formulato senza esame, senza la conveniente cognizione dei fatti Nessuna funzionalità cognitiva Funzione sociale/affettiva Assegna un valore (“migliore”, “peggiore”, “buono”, “cattivo”)
+ Preconcetto: non conosco nessun pallino rosso, ma so che sono così Categoria: loro sono così, quindi sono pallini rossi, noi siamo pallini verdi Generalizzazione: tutti i pallini rossi sono così + Rosso
Stereotipo: lui è un pallino rosso, uguale a tutti gli altri pallini rossi (mentre noi siamo diversi l’uno dall’altro) Pregiudizio: lui essendo un pallino rosso è, in quanto tale, peggiore di me
Fattori di discriminazione Genere Origine etnica o razziale Religione, credo, opinione Età Orientamento sessuale Disabilità fisica o psichica
Conclusioni: Il concetto di razza non è un concetto naturale che possa essere utilizzato in maniera neutra: è una visione che distingue gli esseri umani in base a “disuguaglianze naturali” ed è quindi in sé inesatto e pericoloso La razza non è un concetto universale: la visione degli esseri umani come divisi in razze è il prodotto di determinate culture in specifici periodi storici
Conclusioni: Il razzismo non è solo un’ideologia o una visione distorta dell’altro ma è uno strumento di legittimazione di determinati rapporti sociali. Il razzismo non è innato nell’essere umano e non dipende dall’ignoranza: è qualcosa che viene trasmesso quale prodotto dei rapporti sociali di cui siamo parte.
Conclusioni: Il razzismo o quantomeno l’idea dell’umanità come divisa in razze viene insegnata precocemente, tramite una serie di affermazioni o atteggiamenti che si riferiscono ad un “noi” e ad un “loro”. Possono essere semplici espressioni linguistiche o atteggiamenti verso “l’altro”, che si sovrappongono al processo di identificazione nella costruzione di identità
Conclusioni: Il razzismo si impara, il razzismo si disimpara: non è un istinto biologicamente innato che possiamo limitare tramite l’azione sociale ed educativa, ma un prodotto della cultura che può essere decostruito, così come viene costruito.
Dis-insegnare il razzismo Censurare come inaccettabile ogni affermazione o comportamento razzista, senza attaccare direttamente le opinioni sottostanti Considerare il portato emotivo che accompagna le opinioni razziste Lavorare sul rafforzamento dell’identità del “noi” come passo utile e necessario per l’incontro con le identità altre.
Bibliografia di riferimento: Tabet, Di Bella, “Io non sono razzista, ma…”, Anicia, 1998 Burgio, “L’invenzione delle razze. Studi su razzismo e revisionismo storico”, Manifestolibri, 1998 Jalloun, “Il razzismo spiegato a mia figlia”, Bompiani, 1998 Pogliano, “L’ossessione della razza”, Pacini editore, 2005