L’ALTERNATIVA FRANCESE

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Transcript della presentazione:

L’ALTERNATIVA FRANCESE CORSO DI STORIA ECONOMICA AA 2011-2012

XVIII SECOLO: “protoindustrializzazione”: Fino ad alcune decadi prima della rivoluzione, la Francia era lo Stato più popolato d’Europa. Ciò era segno (come per l’Inghilterra) di un miglioramento delle condizioni di vita, dovuto in gran parte alle sue dinamiche commerciali con le colonie (Antille). Ma non aveva un impero commerciale come quello inglese e non era, come l'Inghilterra, alle soglie della rivoluzione industriale MANIFATTURA A DOMICILIO ..ma…. SETTORE CREDITIZIO POCO SVILUPPATO TERRA resta la BASE STRUTTURALE DI PROFITTO (più dell'80% della popolazione francese viveva nelle campagne dove dominavano tecniche agricole arretrate.

LA RIVOLUZIONE FRANCESE, NAPOLEONE E LE CONSEGUENZE DELLA GUERRA(1789 – 1840) Rivoluzione ed era napoleonica: trasformazione istituzionale e ideologica pose le basi per il successivo sviluppo industriale: espropri delle terre ecclesiastiche e nobiliari; abolizione dei diritti signorili; codice civile che garantiva i diritti di proprietà e la certezze degli scambi (1803). Tuttavia, sopravvivevano ancora aspetti di arretratezza ancora tipici della società feudale che ne rallentarono l’industrializzazione: ECONOMIA AGRICOLA PROTEZIONISMO (blocco continentale 1806) Ristrutturazione post guerre napoleoniche: restaurazione delle vecchie strutture agricole, industria domestica, manifattura di lusso

CAUSE DEL RITARDO FRANCESE (rispetto all’Inghilterra) Strutturale: bassa disponibilità di risorse (colonie inaffidabili) Settoriale: Nessuna rivoluzione agraria (≠ enclosures): economia principalmente agricola e vetusta, basata sulla piccola proprietà. Ristagno demografico (bassa natalità per non parcellizzare il capitale di famiglia) Settore creditizio poco sviluppato Rete stradale non rinnovata Ciclica: 1816 – 1817: Cattivi raccolti e blocco commerciale Crisi monetaria per i debiti di guerra

DALLA CRISI ALLA RIRPESA (1820 – 1850) La prima debole industrializzazione (1820-1830): Primi passi dell’industria pesante Forte protezione doganale, poi 1815: SCALA MOBILE Progresso agricolo per ridurre costi di produzione Centralità del settore tessile con netto predominio della filatura Concentrazione della produzione e progressiva estinzione delle “imprese marginali”

NAPOLEONE III E CRESCITA (1850 -1870) Il ruolo delle ferrovie Agricoltura commercializzata Ritorno al liberoscambio (1860 trattato commerciale con UK) Riorganizzazione del settore finanziario Settori trainanti: industria pesante e costruzioni

CRISI DI FINE SECOLO (1870-1896) Estero: perdita guerra Franco-Prussiana (1870) Interno: Crisi agraria (1870 – 80) Guerra civile La momentanea ripresa francese non fu sufficiente, poiché I fondi investiti per coprire il debito furono sottratti alla produzione industriale Protezionismo agricolo e di mercato Caduta di Napoleone III coincise con una fase depressiva dell’economia europea

RIRPESA E CAMBIAMENTO STRUTTURALE ( 1895 – 1914) Dopo il 1895: forte crescita e avvio basi per la trasformazione della struttura economica e sociale. Si gettarono le basi per la II rivoluzione industriale: -Vantaggi del protezionismo nel lungo periodo -Dinamismo industriale per l’uso dell’energia elettrica: Crescita del settore metalmeccanico Ruolo dell’industria automobilistica(Renault, Peugeot, Citröen, ecc.) Ascesa di altri settori (chimica, cantieristica, ecc.). Rinnovato ruolo delle antiche industrie di lusso (seta, moda, profumi, vini, ecc.). TUTTAVIA IL CAMBIAMENTO ERA STATO TROPPO REPENTINO PER MODIFICARE LE STRUTTURE NAZIONALI E IL RUOLO FRANCESE IN EUROPA…

FRANCIA TRA LE DUE GUERRE (1914 – 1940) CONSEGUENZE DELLA GUERRA: Perdite belliche + bassa natalità francese = duro colpo demografico Perdita investimenti per la crescita (spese belliche e rivoluzione bolscevica) Depressione (fino al 1921) impedisce stabilizzazione di un sistema finanziario ancora instabile LA FRANCIA SI SOSTIENE GRAZIE ALLA STABILIZZAZIONE DEL FRANCO E ALLO STIMOLO ESERCITATO DALLA DOMANDA SULLE INDUSTRIE DEI BENI DI CONSUMO

GLI ANNI VENTI: stabilità e crisi Alla crisi di fiducia francese risponde il governo di Raymond Poincare: (governo di Unione nazionale) Politica di stabilizzazione veicola un forte afflusso di capitali francesi di ritorno, di oro e divise …….Ma alle porte vi era la crisi della borsa (1929): Speculazione e svalutazione della sterlina fecero fuggire capitali. Inoltre nel 1933 la Francia puntò all’aumento delle imposte piuttosto che alla svalutazione del franco, come fecero USA e UK. ANCHE IN QUESTA FASE LA FRANCIA RITARDO’ L’ENTRATA NELLA FASE DEPRESSIVA DEL CICLO ECONOMICO. Léon Blum : ACCORDI DI MATIGNON 1936 – 1938: APICE DELLA CRISI: gli accordi aumentano i costi e contraggono la produzione. …l’unica soluzione fu l’INTERVENTO STATALE: piano triennale anticrisi e politica di riarmo (ECONOMIA MISTA DI GUERRA)

Dal II DOPOGUERRA alla V Repubblica: ricostruzione e sviluppo La forza economica della Francia è stata per lungo tempo legata alla sua crescita demografica favorita grazie alle colonie. I costi e le vittime belliche, unite alla decolonizzazione, ne causarono il rallentamento dell’economia. Ciò nonostante, la Francia riuscì in un’ottima performance francese nella ripresa postbellica Rispetto alla ricetta adottata dopo il primo conflitto mondiale, il Paese puntava al rinnovamento e a rafforzare il potere economico dello Stato: 1945: Nazionalizzazioni di De Gaulle Piano Monnet: da ricetta d’emergenza a istituzione. La ricostruzione attraverso questi piani durerà per tutta la IV Repubblica (1945 -1958)

DECOLLO FRANCESE: IL TRENTENNIO POSTBELLICO 1° PIANO NAZIONALE: (dal 1947 al 1950 e prolungato per un triennio). Puntò alla ricostruzione dell’apparato produttivo e alla stabilizzazione delle infrastrutture (settori nazionalizzati = investimenti statali); 2° (1954 – 1957): ricerca scientifica, modernizzazione, produttività e export. Lotta a equilibrio della bilancia dei pagamenti. La classe imprenditoriale pubblica e privata permette la ricostruzione. Ma la crescita di salari e produzione avvia una spirale inflazionistica. Le misure per combatterla frenano lo sviluppo e la Francia entra in RECESSIONE).

Quinta Repubblica e RIPRESA (1958 – 1976) 3OPIANO(1958 – 1961): decentramento industriale, rilancio del settore privato, politica dei redditi e inclusione della rappresentanza operaia. INTANTO DAL 1957 LA FRANCIA AVEVA PRESO PARTE ALLA NASCITA DELLA CEE. Grazie a questi piani e programmi di sviluppo, la produzione nazionale francese crebbe circa del 50% tra il 1949 e il 1954, del 46% tra il 1956 e il 1964, e con un tasso medio annuo del 3,8% nel corso degli anni Settanta.La ripresa avviene durante i “trent’anni gloriosi”, espressione coniata dall'economista Jean Fourastié per designare il periodo di crescita forte e regolare osservato tra la fine della Seconda Guerra mondiale e il 1973-75 in Europa.

DAGLI ANNI OTTANTA A OGGI Anni Ottanta: Tentato rilancio di una nazionalizzazione delle imprese chiave. Fallisce per la crisi economica che colpì il paese. Successive politiche economiche mirate alla rielaborazione del modello di economia mista francese: in particolare, i governi conservatori della seconda metà degli anni ‘80 perseguirono una forte spinta alla privatizzazione delle grandi industrie e delle principali banche. Anni Novanta: Il passaggio di mano ai socialisti (1997) non frenò il processo di privatizzazioni.