1 Istruzione e Formazione Professionale (IFP) UN CONTRIBUTO PER UNA PROPOSTA DI APPROFONDIMENTO Maria Grazia Nardiello.

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1 Istruzione e Formazione Professionale (IFP) UN CONTRIBUTO PER UNA PROPOSTA DI APPROFONDIMENTO Maria Grazia Nardiello

2 Il quadro Ue Lo sviluppo dellIFP è una priorità sempre più strategica per lUe dal 2000 al 2013 Dal 2002, il processo di Bruges/Copenhagen/Maastricht promuove la convergenza dei sistemi di istruzione (education) e formazione professionale (vocational training) dei Paesi membri nel profession Vocational Education and Training (VET) 19 Paesi su 25, tra cui lItalia, hanno introdotto o avviato questa innovazione-chiave nei loro sistemi educativi per coniugare cultura e professionalità LItalia deve colmare una distanza di almeno 25 punti rispetto alla media dei Paesi Ue, riferita al numero dei giovani che frequentano percorsi a orientamento professionale

3 Il percorso nazionale Lobiettivo: superare la formazione professionale come addestramento Il percorso nazionale: - è cominciato con la legge n. 196/97; - è proseguito con la legge n. 144/99 (artt.68 e 69); - è stato ampliato con la legge di delega n. 53/03, che ha ricondotto, con il decreto legislativo n. 76/05, la formazione professionale nel sistema educativo unitario di istruzione e formazione destinato ai giovani sino ai 18 anni Il decreto legislativo n. 226/05 ha configurato il sistema di istruzione e formazione professionale e ne ha definito i livelli essenziali, nel rispetto delle competenze costituzionali delle Regioni e delle istituzioni scolastiche e formative

4 IL FONDAMENTO PEDAGOGICO DEL SISTEMA DA COSTRUIRE : LA CULTURA DEL LAVORO Linnovazione fondamentale: coniugare solide conoscenze linguistiche, matematiche, scientifiche, tecnologiche, storico-sociali ed economiche, con approfondite competenze e abilità riferite a macroaree professionali (una prima definizione dei relativi descrittori è contenuta nellAccordo Stato- Regioni 15 gennaio 2004) I percorsi di IFP, come i percorsi liceali, si riferiscono ai risultati dellapprendimento (learning outcomes) e non ai risultati delle prestazioni professionali (learning output), come il vecchio addestramento professionale

5 I soggetti formativi Il decreto legislativo n.76/05 introduce nel nostro ordinamento una nuova categoria di soggetti educativi: le istituzioni formative Chi sono? Gli istituti di istruzione professionale e gli altri istituti secondari superiori che, in base alla programmazione dellofferta formativa di competenza delle Regioni, faranno parte del sistema di istruzione e formazione professionale Fanno parte integrante del sistema i centri di formazione professionale accreditati dalle Regioni nel rispetto dei livelli essenziali delle prestazioni stabiliti dal Capo III del dlgs n. 226/05 Le istituzioni formative sono dotate della medesima autonomia delle istituzioni scolastiche; possono sviluppare la continuità formativa sino a livello terziario attraverso un raccordo con lIFTS; possono essere parte integrante dei Campus e dei Poli formativi

6 La situazione attuale Il percorso di partenariato istituzionale per la costruzione del sistema di istruzione e formazione professionale è cominciato sperimentalmente con lAccordo quadro in sede di Conferenza unificata 19 giugno 2003 e con i successivi Accordi 15 gennaio e 28 ottobre 2004 riguardanti rispettivamente le competenze di base, la certificazione finale e i passaggi tra i sistemi formativi Sono da definire i criteri di riparto delle risorse statali tra le Regioni nonché le figure professionali di riferimento, a partire dalla ricognizione dei percorsi triennali già realizzati. I relativi schemi di accordo sono allesame del Coordinamento tecnico delle Regioni.

7 I primi nodi da sciogliere Stabilità e congruità delle risorse, da assegnare in relazione alle scelte dei giovani e delle loro famiglie; rigorosa definizione della missione educativa del sistema dellIstruzione e Formazione Professionale iniziale, a cominciare dalla sua dimensione culturale e dal rapporto tra figure formative e figure professionali di riferimento a livello nazionale. Come scioglierli ? Rafforzare il percorso di condivisione istituzionale e di confronto con le Parti sociali, impegnandosi nella costruzione di un forte sistema di IFP sino a livello terziario lungo la direzione tracciata dallUe Per questo occorre rileggere il percorso riformatore compiuto dal 1997 ad oggi secondo la logica della continuità dei processi