“Problemi delle acque in Italia, oggi”

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“Problemi delle acque in Italia, oggi” Relazione introduttiva “Problemi delle acque in Italia, oggi” Pierluigi Martini Associazione Idrotecnica Italiana V. Presidente Vicario

Come organizzare la materia: Trasversalmente: Risorse / Servizi Longitudinalmente: Evoluzione del rapporto acqua, territorio, qualità della vita, energia -> Evoluzione del quadro normativo - organizzativo in tema di risorse e servizi idrici -> -> ….. Conclusioni

Evoluzione del rapporto acqua / territorio / qualità della vita / energia

... ed il Servizio Idrografico? Risorse CNA 1972 – 1989; da allora, grandi modifiche 1 Risorsa (disponibilità d’acqua) 2 afflussi naturali = - 15%, con esaltazione dei valori estremi (alluvioni, siccità) . deflussi “ufficiali” = - 30%? . ... ed il Servizio Idrografico? ... e le acque inutilizzabili per qualità?

Valori estremi : alluvione e siccità -

Generalità (servizio unico) Acquedotto. Aspetti quantitativi Servizi di acquedotto, fognatura, depurazione (SII) Generalità (servizio unico) 1 Acquedotto. Aspetti quantitativi 2 8,0 G mc/anno 380 l/g procapite (al lordo) 240 l/g procapite (al netto) Dispersioni medie 37 % (max 70 %) = perdite fisiche + assenza misure + contatori obsoleti + frodi. . . . .

3 - - - - Acquedotto. Evoluzione fonti di approvvigionamento PRGA 1968. Da acque superficiali: 9 % = 15,2 m3/s - ISTAT 1987. Da acque superficiali: 12 % = 46,2 m3/s - Previsioni PRGA: 79 nuovi invasi (molti ancora da realizzare o completare/ collaudare) - “Missione” degli invasi: - “creare” la risorsa (nel tempo) - migliorare affidabilità sistema acquedotto -

Qualità delle acque destinate al consumo umano. Waterborn diseases 4 presenza di batteri, protozoi, virus, parassiti di varia origine (Problema trialometani) struttura chimica naturale dell’acqua (Problema fluoro, arsenico, vanadio ecc. in acque vulcaniche) presenza di sostanze nocive o tossiche dovute all’attività umana (Problema della protezione “strategica” preventiva) - - -

5 - - - - - Fognatura, depurazione, acque reflue Ritardi sui limiti comunitari 2000 e 2005 Tendenza verso “qualità corpi idrici” (ottimizzazione trattamento scarichi) Problema acque bianche Presenza droghe Recupero acque reflue (problema Decreto 185/2003) - - - - -

Attuazione SII 6 ATO approvati ed insediati : 91. In media, 650000 abitanti per ambito (pochi!) Affidamenti: 67 (31 pubbliche,13 quotate,12 miste, 6 in concessione, 5 varie) Rete acquedotto: km 394274 (circa 6,8 m procapite) Rete fognatura: km 193000 (circa 3.3 m procapite) = 48,9 % di quella della rete di acquedotto. Perché? Investimenti totali programmati: 70 G € , di cui 11 % pubblici. - - - - -

- - - - - - - SINTESI SII ATO inglesi: un decimo dei nostri 10/15 anni di ritardo rispetto ai tempi “Galli” - All’interno degli ATO: scarsa unificazione dei sistemi sia tecnici che commerciali - Rete fognante e depurazione in forte ritardo (e quindi troppo inquinamento) - Aggiornamento “metodo tariffario” in ritardo (un decennio). - Art. 14 L. 36/94 dichiarato incostituzionale (dopo sent. 96/2005 C. Cassazione!) da sent. 335/2008 C.Cost. le -

Servizi di bonifica ed irrigazione. Usi industriali, energetici, ricreazionali, paesaggistici ed estetici - Bonifica ed irrigazione 1 Consorzi (di Bonifica e Migl. to Fond.o): n. 178 Superficie Consorzi: 59 % del territorio italiano Superficie servita da opere di scolo: 23,18 % del territorio italiano Argini: 9233 km; sbarramenti 22839; idrovore per 4103 m3/s - 430000 kW Superficie servita da irrigazione: 11,16 % del territorio italiano Invasi e vasche di compenso: 2.319.026.525 m3 Volume complessivo derivato per uso irriguo: circa 20 miliardi di m3 /anno, con un decremento dello 0,93 % l’anno - - - - - - -

2 / 3 - - Usi industriali, energetici Usi industriali: ≤ usi civili? Molti sono destinati alla refrigerazione (imp. termoelettrici ecc.): incentivare la sostituzione con acqua di mare, acque reflue, aria Usi energetici (idroelettrici): gli invasi degli impianti idroelettrici risentiranno della ripresa dei programmi di energia nucleare (modulazione, riqualificazione, riserva “calda”) - -

4 Usi ricreazionali, paesaggistici ed estetici ….. essenziali allo sviluppo della civiltà; la nostra terra, fin dall’epoca romana, è stata maestra in questo campo ….. ….. terme e naumachie, fontane monumentali e di mostra, giardini e le ville d’acqua, diffuse fontanelle potabili ….. ….. sistemazione panoramica e con finalità di protezione e naturalizzazione silvopastorale di sorgenti, cascate, laghi, corsi d’acqua, con le loro basi per il canottaggio, il nuoto, il turismo …..

Fontana di Trevi e fontana dell’Acqua Paola -

“Centro polivalente dell’acqua ” Colle di Mezzo (EUR,Roma) = Centro idrico, centro culturale con fontana, parco scientifico

Programmi strategici da privilegiare 5 Piano (costi/benefici) di incremento della capacità d’invaso: ampliamento, manutenzione straordinaria, completamento, messa in esercizio di quelli esistenti; nuovi invasi (min. impatto) 1 -

Programmi strategici da privilegiare Diga di Ridracoli (Acquedotto Romagna) Programmi strategici da privilegiare 5

Programmi strategici da privilegiare 5 Piano (c. s.) di obiettivi di riduzione degli sprechi: una riduzione del 20 % nel settore irriguo equivale a 4,0 miliardi di mc/anno pari al 50% dell’uso civile 2 Piano (c. s.) di obiettivi di riutilizzo effettivo di acque reflue - 3 Piano (c. s.) di obiettivi per l’uso di sistemi urbani duali per usi civili (nuovi insediamenti, rifacimenti, acqua reflua per la seconda rete?) 4

Programmi strategici da privilegiare 5 Altri trasporti a grande distanza (asse Sangro) 5 Risorse alternative (dissalazione: inquadrare in una nuova, lungimirante politica energetica) 6 - 7 Deflusso Minimo Vitale (definizioni ragionevoli)

Programmi strategici da privilegiare 5 Protezione strategica delle fonti, affidabilità, intercollegamento d’ambito degli acquedotti 8 Reti fognanti, depuratori (recupero fondi sent. 335/2008 C.C.) 9 - Usi ricreazionali, paesaggistici ed estetici. La rinascita dell’Italia passa per la riscoperta della vocazione culturale ed artistica 10

Progetto Parco scientifico Centro idrico EUR Progetto Parco scientifico -

Progetto Parco scientifico 22 15 16 17 5 Via Appia antica Il basolato rinvenuto in cantiere 21 10 9 3 4 8 Disegno del verde 2 5 21 22 11 1 Pinus pinea 2 Cupressus sempervirens 3 Quercus suber 4 Quercus ilex 5 Quercus pubescens 6 Celtis australis 7 Quercus frainetta 8 Prunus dulcis 9 Cercis siliquastrum 10 Carpinus betulus 11 Acacia dealbata 12 Olea europea 13 Populus nigra italica 14 Salix cinerea 15 Salix purpurea 16 Taxus baccata 17 Prunus avium 18 Punica granatum 19 Cinnamonum canphora 20 Sequoia sempervirens 21 Nerium oleander 22 Buxus sempervirens 2 11 2 5 12 12 12 12 Veduta del centro idrico 4 1 19 2 1 3 2 11 16 21 22 1 16 4 18 10 6 7 11 7 6 1 14 21 13 7 9 5 5 7 13 5 17 8 18 3 21 1 15 17 8 2 22 4 1 19 2 1 18 2 20 3 1 4 2 1 4 2 20 1 21 2 3 1 2 Progetto Parco scientifico 6 6 1 2 5 4 3 5 3 1 12 2 3 4 8 13 18

Progetto Centro culturale. Prospetto frontale e pianta

Evoluzione quadro normativo organizzativo

1 - - - - Sintesi storica delle norme strategiche L. 4 febbraio 1963 n. 129 (“piano regolatore generale degli acquedotti”) DPR 8/72 e 616/77 (trasferimento alle Regioni delle competenze in merito ai servizi idrici ed aggior.nto PRGA, che è in grande ritardo) L. 10 maggio 1976, n. 319 Merli, sostituita (raccolta e trattamento acque reflue) DPR 515/82 (acque superficiali destinate a produzione acqua potabile), D.Lgs. 130/92 (a.e idonee vita pesci), (DPR 236/88 (a.e idonee consumo umano). Sostituiti - - - -

Sintesi storica … segue L. 18 maggio 1989, n. 183 (difesa suolo). Sostituita (in teoria). 40 Autorità di bacino (7 nazionali, 14 interregionali, 19 regionali o subregionali)! Anticipa di 11 anni la direttiva 2000/60, ma oggi siamo in ritardo! L. 5 gennaio 1994, n. 36 (Galli, SII). Procedura d’assegnazione modificata 6 volte; la settima modifica (L. 6/08/2008) riapre qualche incertezza. Affidati 67 ambiti su 91, ma quanti stabilmente? - ! -

Sintesi storica … segue La perniciosa instabilità legislativa, la dispersione dei poteri, la limitata efficienza di taluni enti centrali e locali (ritardi per: piani tutela delle acque, aggiornamento “metodo tariffario” e dei piani regolatori acquedotti), uniti all’aspirazione a conservare centri di potere locali, hanno causato un clamoroso ritardo (13 anni). Abbiamo perso un’altra ottima occasione per portarci all’avanguardia in Europa. !

Sintesi storica … segue La l. 59/1997 e il D. Lgs. 112/1998 trasferiscono alle Regioni competenze ancora riservate allo Stato, tra cui il Servizio Idrografico nazionale. Con la l. costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3 lo Stato ha legislazione esclusiva in materia di ambiente ed ecosistema; sono materie di legislazione concorrente la tutela della salute, l’alimentazione, il governo del territorio, la produzione , il trasporto e la distribuzione di energia. Le regioni hanno legislazione esclusiva nelle materie residue. Questa ampia potestà legislativa decentrata sta differenziando il citato quadro strategico delle acque tra l’una e l’altra regione. - -

Sintesi storica … segue Il D. Lgs. 11 maggio 1999, n. 152, riguardante la tutela delle acque dall’inquinamento, recepisce, con un forte ritardo, la direttiva 91/271/CEE sulle acque reflue urbane ed attua un ampio decentramento di poteri verso le Regioni. Attuazione in ritardo! Con le norme approvate tra il 1972 ed il 1999 il sistema si è fatto più attento alla “qualità” ma anche molto complesso, e forse decentrato oltre i corretti limiti della sussidiarietà (e quindi più costoso e meno efficiente). Si possono apportare rimedi in fase di attuazione/perfezionamento di: 2000/60/CE e D. Lgs 152/2006, se ……. -

Direttiva 2000/60/CE 2 Privilegia la protezione delle acque e la sostenibilità del loro uso, nel rispetto del principio di sussidiarietà (= al livello superiore sono attribuiti quei soli compiti che le autorità locali non sono in grado di svolgere da sole) e sulla base di distretti idrografici (comprensivi di acque sotterranee e costiere). Scadenze = 2009 (programmi misure e piani gestione), 2012 (applicazione misure), 2015 (raggiungimento obiettivi ambientali). E noi?

3 D. Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 “norme in materia ambientale” testo unico, con 424 pagine. Prevede otto distretti, che ricompatteranno le quaranta autorità di bacino esistenti: a. Alpi orientali 39385 kmq b. Padano 74115 ” c. Appennino settentrionale 39000 ” d. Serchio 1600 ” (- 1?) e. Appennino centrale 35800 ” f. Appennino meridionale 68200 ” g. Sardegna 24000 ” i. Sicilia 26000 “ Tot. (n. 8-1 = 7) 307100 ” L’Associazione Idrotecnica Italiana è in generale favorevole alla riduzione del numero delle preesistenti autorità di bacino (da 40 a 7). In Francia sono 6, in Inghilterra 10.

Suggerimenti 4 Stabilità. Per le acque occorrono norme durature (bipartisan!) Coerenza generale dei piani (sequenza geografica a tre livelli, sequenza cronologica) Corretta “sussidiarietà”: - governo risorse: la gestione dei compiti di competenza dello stato non può essere disgiunta da quella dei compiti di competenza delle regioni (governo e gestione delle risorse sulla base di grandi distretti) - governo servizi: gli ATO (con qualche milione di abitanti) corrispondano a consorzi di poche province, o a regioni, e non più a consorzi di centinaia di comuni! - - - . .

suggerimenti ….. segue Semplificazione. Occorre semplificare il sistema organizzativo e ridurre i tempi procedurali. Ridurre il numero di enti e renderli più meritocratici. Un esempio: Affidiamo ai distretti, visti come organi comuni di stato e regioni, anche le funzioni di coordinamento, controllo, rilascio delle concessioni d’acqua (servizi idrografici e uffici addetti alle concessioni di derivazione, accatastamento, misurazione e fatturazione trimestrali delle portate e dei volumi, riscossione ,controllo e penalizzazione dei comportamenti illegittimi), e cioè la “gestione industriale del bene acqua all’origine”. Il controllo del bene pubblico acqua, oggi prelevata abusivamente per il 15% circa, diverrebbe soddisfacente. Il gettito tariffario consentirebbe nuovi investimenti. -

suggerimenti ... segue Questi distretti “ampliati” potrebbero forse avere una forma di tipo aziendale, nella quale i compiti di indirizzo e controllo sarebbero ovviamente affidati ad un consiglio “istituzionale” che rappresenti, collegialmente, lo stato e le regioni, ed i compiti direzionali - operativi sarebbero svolti in modo consueto (ad es. da un direttore, posto a capo di una struttura specialistica). Si accentuerebbero, in questo modo, la “professionalità” , la meritocrazia, l’efficienza del “sistema “distrettuale. Altri miglioramenti di efficienza e semplificazioni. Rivedere le funzioni oggi attribuite, in materia di acqua, a troppi enti regionali o subregionali (agenzie, ARPA, province, enti d’ambito, comunità montane, BIM, ASL, ASI, comuni, oltre alle autorità di bacino “temporanee”), o statali (Ministeri dell’Ambiente, delle Infrastrutture, della Sanità, COVIRI, Istituto Superiore di Sanità, IRSA del CNR ecc.) . -

suggerimenti ….. segue Porre fine, ove necessario, ai clamorosi ritardi nell’attuazione della riforma 36/94, con la nomina di commissari ad acta. Nei territori non ancora assegnati, la gestione commissariale potrebbe avviare gestioni pubbliche unificate transitorie, con la missione di accorpare, omogeneizzare e predisporre all’industrializzazione unitaria le tante gestioni precedenti (fase transitoria purtroppo non prevista dalla legge 36/94, ma utilissima) -

CONCLUSIONI Per questi miglioramenti, a mio avviso urgenti, occorre un diverso un clima, basato sul ritorno alla meritocrazia, alla più elevata e responsabile professionalità pubblica ed a minori interferenze partitiche. Un concreto inizio? Nominare per concorso pubblico tutte le posizioni dalle quali dipenderà la reale funzionalità degli organismi distrettuali prima proposti, istituendo un “ruolo” nazionale che comprenda i tecnici di questi ed altri organismi analoghi; accorpare i Ministeri ex LL.PP. ed Ambiente, ecc.

CONCLUSIONI Ma serve anche un rinnovato prestigio dell’istituzione universitaria, indispensabile per una migliore etica e cultura professionali. L’attuale suddivisione della laurea in ingegneria in due cicli in serie (3 più 2) anziché in parallelo (5 ovvero 3) sembra, a chi parla, muoversi in senso opposto. Ma forse Napoli si sta attivando nel senso giusto ……