il senso delle nostre azioni

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Transcript della presentazione:

il senso delle nostre azioni LA GESTIONE DELLA CLASSE il senso delle nostre azioni

Il mondo prende senso nel momento in cui gli diamo senso attraverso quello che facciamo. La libertà/Il coraggio di scegliere Vicolo cieco Dilemma Problema La carenza di epistemologia (mi manca la teoria) La creatività, il pensiero laterale, la terza via

Le ragioni delle alternative quello che noi pensiamo di noi e del nostro ruolo nella storia (identità, missione e visione) quello che pensiamo sia giusto e sbagliato e che orienta in modo diretto il fare o in non fare (i valori) quello che sappiamo in ordine a come certi fenomeni si verificano e certe cose accadono (le nostre teorie, le conoscenze, le credenze)

Il comportamento è scritto nella mente (non solo) PENSIERI EMOZIONI (RABBIA)

OSSERVARE O INTERPRETARE? Osservazione - Giudizio - Intervento INTERVENTO COMPORTAMENTO filtri interpretativi giudizio Qualche volta l’intervento anticipa il comportamento, impedendo che si manifesti (in tal modo si anticipano i bisogni, i pensieri, le emozioni). Spesso questo si giustifica con esigenze di ordine.

Attenti a quei due LETTURA DELLA MENTE PROIEZIONE So che cosa stai pensando. Ti conosco meglio di come ti conosci tu. PROIEZIONE Rinnegamento di parti di sé e loro attribuzione ad altri

Attenti a quei due ANTIDOTI EMPATIA RISPETTO ACCETTAZIONE INCONDIZIONATA

L’insegnamento richiede La ricerca del senso Il senso dell’insegnamento viene dal contesto che accetto, dall’accettazione incondizionata, dalla dignità che dono a me stesso all’interno del luogo in cui lavoro. L’insegnamento richiede Capacità di gestire conflitti Ricerca di accordi Ritualità di ordine Richiesta di far bene le cose

IL CONFLITTO (CAUSE) Percezione di limitatezza di risorse (le risorse in gioco vengono percepite come scarse) Divergenza d’interessi Quando si hanno preferenze incompatibili sulle modalità di distribuzione di una risorsa scarsa (affetto; spazio (confini, posizioni dei banchi); tempo … Se si percepisce la necessità di una risorsa per soddisfare un proprio bisogno. Se vi sono altre parti interessate alla risorsa, si innesca una rappresentazione vincita/perdita. Ogni guadagno altrui si interpreta come una perdita propria e viceversa. La divergenza d’interessi ha come dimensione temporale di riferimento il futuro. Se il conflitto produce Rancore, si ha come dimensione temporale il passato. I conflitti che si basano sul rancore sono più difficili da risolvere e andrebbero prevenuti.

CONFLITTO – filogenesi 1. Lotta Forma primordiale di gestione del conflitto. Lo scontro diretto, quando funziona, permette di individuare con chiarezza un vincitore e un vinto e chi acquisisce l’autorità per decidere. 2. Insindacabile giudizio dell’autorità L’autorità potrebbe, piano piano, poter decidere anche su conflitti che interessano altri (aumenta il suo potere): re, capo religioso, dittatore ecc.. 3. Norme Per evitare sovraccarichi gestionali e valutare conflitti simili più volte, l’autorità può aver fatto ricorso a norme.

CONFLITTO – fenomenologia Il conflitto non è un fenomeno tangibile, esiste nella percezione di coloro che vi sono coinvolti. Si possono osservare solo le manifestazioni fisiche dei conflitti (discussioni, aggressioni, atti giudiziari ecc.). Per studiare il conflitto, occorre capire come viene percepito dai suoi attori. La rappresentazione del conflitto dipende dall’interazione dinamica dei seguenti fattori: l’orientamento emotivo/relazionale verso la controparte; la percezione del contesto; a percezione degli interessi in gioco; le esperienze in passate situazioni conflittuali; la percezione degli interessi della controparte; la valutazione circa la probabilità che in futuro si mantengano le relazioni con la controparte.

VERSO UN PROPRIO SISTEMA DI DISCIPLINA Filosofia Che cosa si crede che sia la disciplina, quanto si pensa che sia importante, quanto si pensa che possa servire e che cosa si crede che aiuterà a realizzarla. La filosofia che si possiede su qualunque argomento riassume ciò che si ritiene buono, vero, corretto o falso, cattivo ed errato. Teoria La teoria è la spiegazione di un fenomeno in larga scala. Può fondarsi su conoscenze apprese in maniera spontanea o tramite istruzione formale. Tutti i docenti possiedono loro teorie sulla classe, la gestione della classe, la disciplina, anche se non hanno mai avuto modo di articolarle e di esplicitarle. Gli insegnanti hanno bisogno di sapere a che cosa mira la disciplina (filosofia) e di identificare i maggiori componenti della disciplina e i loro presunti effetti. Pratica della disciplina Come si intende usare il proprio sistema di disciplina.