PEDAGOGIA DELLA FAMIGLIA: TEORIA, RADICI, CONFINI

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Transcript della presentazione:

PEDAGOGIA DELLA FAMIGLIA: TEORIA, RADICI, CONFINI Dott.ssa Paola Pascucci Associazione Nazionale Pedagogisti Italiani Genova, 22 Novembre 2013

Problemata e società moderna Che cosa è la famiglia? Esiste ancora la famiglia? Che cosa significa essere una famiglia? Che correlazione esiste tra crisi del modello familiare e rischio sociale? La moderna configurazione della famiglia viene definita tuttora da norme istituzionali inerenti la sfera pubblica (patto matrimoniale) o da norme autoreferenziali private di tipo interpersonale?

Problemata e complessità teorica La famiglia è una convenzione sociale, come emerge dagli studi nominalistico-relativistici? É un quid reificabile, come indicato dagli impianti positivistici? La famiglia è un’astrazione, come chiarificato dagli approcci di matrice relazionale? La famiglia si definisce in base al “come”, ossia alla modalità con cui si presenta a livello socio-storico (borghese, capitalistica, nucleare, multipla, estesa, monogamica, atipica)?

Modelli - patterns esplicativi (approccio modellistico) PENSIAMO E DEFINIAMO LA FAMIGLIA SULLA BASE DI “QUADRI TEORICI DI RIFERIMENTO”: Modelli - patterns esplicativi (approccio modellistico) Forme di comportamento (approccio behaviorista) Forme di comunicazione (approccio comunicazionista)

La famiglia è un OGGETTO EURISTICO è un oggetto di studio complesso e controverso che rinvia ad un corpus di interpretazioni di differente matrice disciplinare si configura, infatti, come oggetto di ricerca della pedagogia e della psicologia, della sociologia e del diritto, della statistica e dell’antropologia, etc…

La famiglia viene definita attraverso VISIONI TEORICHE Ogni settore disciplinare prende atto delle differenti rifrazioni ermeneutiche del medesimo oggetto euristico Ad esempio, la famiglia può essere studiata secondo modelli di analisi quantitativa (analisi statistica e demografica), oppure secondo paradigmi che rinviano alla sua struttura-funzione nel contesto sociostorico (sociologia, storia, studi etnoantropologici)

La famiglia viene pensata attraverso teorie ANCHE IN ÁMBITO PEDAGOGICO Il pedagogista e l’educatore: 1. adottano una strategia di tipo metariflessivo per riuscire a pensar-si e a veder-si durante lo studio e l’intervento sul proprio oggetto di ricerca 2. sono due professionisti diversi e complementari legati alla pedagogia, che si delinea propriamente come: 1) pensiero; 2) discorso; 3) azione.

Ma che cosa è la PEDAGOGIA? PENSIERO CRITICO di matrice teorico-speculativa e metateorico-riflessiva DISCORSO sui significati della relazione educativa INTERPRETAZIONE del senso attribuito al processo formativo DISCIPLINA dall’anima dialettica che si apre al confronto paritetico con altri saperi scientifici circa il medesimo oggetto di studio e ricerca

Pedagogia e prassi educativa La prassi educativa: 1. non si esaurisce nell’enunciazione di un postulato pedagogico assiomatico (non esistono relazioni educative lineari e processi formativi ideali a cui applicare un modello incontrovertibile) 2. non può prescindere dalla dimensione teorica e metateorica (non di rado l’approssimazione e l’improvvisazione possono diventare categorie di lettura da parte della società circa l’identità dei professionisti dell’educazione e della formazione)

I VERBI dell’azione educativa Riferirsi ai modelli teorici (anche per svincolarsene) Generare una circolarità meta tra prassi rigorosamente pensata e paradigmi concettuali di riferimento Saper osservare e individuare limiti e risorse di contesto Costruire i significati, decostruire il discorso, fruire di dispositivi esplicativi ed interpretativi

Proprium etimologico Il termine pedagogista inscrive l’idea classica di παιδεία, ossia di formazione integrale ed armonica dell’essere umano Il termine educatore inscrive il significato dei due verbi latini: 1. edúcere (che rimanda all’azione di “condurre fuori”) 2. educáre (che rinvia all’immagine del dare nutrimento, dell’attivare un processo di crescita)

Forza e debolezza della pedagogia La relazione educativa è lo strumento elettivo del cambiamento sociale (in questo consta la forza della pedagogia) La prassi educativa all’interno di centri, comunità, organizzazioni complesse presuppone la fatica del quotidiano, il fronteggiare l’impatto dei vissuti interpersonali disposti tra limiti e risorse, contraddizioni e antinomie tipiche del processo formativo (in questo consta la debolezza della pedagogia)

Ma che cosa è la FAMIGLIA ? un FENOMENO COMPLESSO di natura sociale e relazionale, comunicativa e formativa CATEGORIA PEDAGOGICA ORIGINARIA PRODOTTO e SPAZIO DI CONTROLLO SOCIALE

FAMIGLIA come RELAZIONE 1. La famiglia è RELAZIONE educativo-formativa 2. La relazione si profila, sincronicamente, come: LEGAME (appartenenza, vincolo, empatia) RIFERIMENTO (ricerca di senso e attribuzione di significato)

Pedagogia, famiglia, rischio Il concetto di rischio applicato alla famiglia è riconducibile alla ricaduta del tempo presente sull’incertezza dell’avvenire (cfr. Luhmann) Il rischio si assume, diviene “lavoro di confine” (cfr. Donati), nasce dal bisogno di sicurezza all’interno di una società meno spontanea e vincolante, in cui si ricerca identità sociale Nei “legami disperati e disperanti” (cfr. Cigoli), emerge il vissuto di vuoto e la necessità di equità, il disordine emotivo e morale, la marginalità, l’abbandono, la squalificazione del legame

Pedagogia e famiglia: teoria PARADIGMA ISTITUZIONALE PARADIGMA STRUTTURAL-FUNZIONALISTA PARADIGMA DELLO SCAMBIO PARADIGMA MARXIANO PARADIGMA DELLA SCUOLA DI FRANCOFORTE PARADIGMA ERMENEUTICO-FENOMENOLOGICO PARADIGMA INTERAZIONISTA PARADIGMA EVOLUTIVO PARADIGMA RELAZIONALE (Cfr. Donati, 1998)

Famiglia è ISTITUZIONE e COSTRUZIONE SOCIALE perché la società viene regolamentata da norme e sanzioni Inoltre, trascende una funzione precisa (affetto, difesa, supporto, socializzazione) (PARADIGMA ISTITUZIONALE) 2. STRUTTURA DI RUOLI-FUNZIONI SPECIALIZZATE La famiglia è funzionale alla società e controlla le pressioni (bisogno di cura, frustrazioni, gestione della sessualità) (PARADIGMA STRUTTURAL-FUNZIONALISTA)

Famiglia è RECIPROCITÁ e PRODOTTO STORICO che fonda, in termini di coesione, lo scambio tra i suoi membri (ricompense gratificanti e riduzione delle eventuali sanzioni) (PARADIGMA DELLO SCAMBIO) 4. PRODOTTO STORICO La famiglia è una forma storica che riproduce gli interessi di classe, garantendo la riproduzione delle disuguaglianze perchè avallata dallo Stato capitalistico (PARADIGMA MARXIANO)

Famiglia è ISTITUZIONE DI CULTURA e REALTÁ SIMBOLICA La famiglia è il luogo in cui emerge un conflitto tra forze contrapposte (rapporto ambivalente tra natura e cultura; ruolo di una società che ne incentiva l’oblatività e trasmette la disuguaglianza) (PARADIGMA FRANCOFORTESE) 6. REALTÁ SIMBOLICA DA INTERPRETARE attribuendone un senso personale e un significato culturale Le famiglie costruiscono il proprio mondo con quel “discorso” che genera il “fare famiglia” (PARADIGMA ERMENEUTICO-FENOMENOLOGICO)

che garantiscono l’interiorizzazione-socializzazione Famiglia è UNITÁ DI ATTORI CHE INTERAGISCONO e SISTEMA SEMIAPERTO IN SVILUPPO 7. UNITÁ DI ATTORI CHE INTERAGISCONO SU BASE SIMBOLICA La famiglia si fonda su interazioni simboliche che garantiscono l’interiorizzazione-socializzazione di affetti e valori di riferimento (PARADIGMA INTERAZIONISTA SIMBOLICO) 8. SISTEMA SEMIAPERTO CHE SI SVILUPPA La famiglia possiede un ciclo di vita e implica un sistema di compiti e carriere che riguardano i suoi membri in differenti fasi (coppia coniugale, genitoriale con minori, con figli adulti, coppia di anziani). (PARADIGMA EVOLUTIVO O DELLO SVILUPPO)

Famiglia è REALTÁ UMANA COSTRUITA DA RELAZIONI COMPLESSE 9. ASTRAZIONE-GENERALIZZAZIONE di realtà determinate, contingenti, particolari (le famiglie). La famiglia è un sistema costituito da codici linguistici (il dire famiglia) e simbolici, comunicativi ed empatici (amore nella relazione coniugale e filiare) (PARADIGMA RELAZIONALE)

FAMIGLIA, CASA, RADICE L’azione educativa di prendersi cura dell’altro si radica dentro a uno spazio strutturato, abitabile, organizzato Se la casa non significa necessariamente famiglia, la famiglia significa casa La familiarità dei legami rende esplicito il carattere di oblatività, protezione, impegno, affetto, organizzazione di un luogo simbolico-relazionale da occupare e da cui farsi abitare.

L’interazione nella casa-famiglia Il minore è la forma incarnata dentro quell’astrazione che chiamiamo “famiglia”, la quale presuppone: competenza espressivo-comunicativa competenza relazionale: entrare nella relazione rimanendo se stessi, lasciando essere identità-alterità competenza emotivo-affettiva: sentire il sentire dell’altro si dice empatia, la qualità del legame viene indicata con la parola sentimento.

Fare-famiglia 1) STERRARE LE RADICI L’esperto conosce solo gli oggetti che le scienze hanno costruito (cfr. Foucault) Quel bambino, quella famiglia, quella casa-famiglia sono realtà particolari, vive, concrete, dotate di un nucleo pensante e un cuore pulsante. L’operatore deve essere in grado di “riconoscere” le dinamiche dei processi formativi, di ridefinire in fieri la propria posizione e le sue opzioni in base al vissuto del minore, di co-costruire i significati radicali che attraversano relazioni e legami

Fare-famiglia 2) STARE INSIEME Le regole dello stare insieme sono i presupposti del “fare-famiglia” e sono oggetto di apprendimento, dialogo, confronto. L’asimmetria dei ruoli si lega all’esercizio sereno dell’autorità per sperimentare la stabilità e il senso di un radicamento socio-affettivo a figure significative con funzione genitoriale

Fare-famiglia 3) ABITARE IL CONFINE La comprensione dell’altro si configura, in primis, come l’ammissione di una identità La conoscenza si realizza attraverso la distanza Conoscere significa anche separare: il diaframma, i muri, le pareti di una casa permettono la delimitazione e l’individuazione, l’oggettivazione e il riconoscimento, sperando l’interno dall’esterno, ciò che rimane dentro da ciò che permane fuori.

Fare-famiglia 4) POSSIBILITA’ ALTROVE La casa “raccoglie”: permette al minore di raccogliersi in sé ma anche di sperimentare la possibilità di uscire verso un altrove denso sia di incognite sia di opportunità. Le sue pareti istituiscono la possibilità di 1) individuare un luogo rispetto ad un altro, 2) di sentirsi protetti, 3) di innescare la necessità di uno scambio tra mondi, 4) di prevedere spazi di apertura (finestre di senso), 5) di ritmare un’alternanza di bisogni, emozioni, rappresentazioni.

Fare-famiglia 5) RITROVARE IL LEGAME La famiglia è radice della qualità del legame La famiglia è confine dei legami di qualità La famiglia è congegno originario di apprendimento circa la grammatica dei legami (relazione oggettuale, conoscenza, riconoscimento, conflitto, dono. Ad esempio, la figura materna dona, ma è il bambino che le permette di farne esperienza)

Fare-famiglia 6) VICINO/LONTANO Ogni essere umano comincia qualcosa, nasce, rinasce in ciascuna azione che compie nella vita activa (cfr. Arendt) Il bambino non nasce “straniero a se stesso” (cfr. Kristeva), ma lo può diventare (vicinissimo/lontanissimo). La famiglia radica l’identità all’appartenenza, ma paradossalmente è l’esperienza della distanza che ci forma La casa-famiglia può diventare un luogo che permette ai soggetti di scrivere-riscrivere la propria storia di vita innanzitutto in termini di possibilità (bambino come “viaggiatore della vita” scrive Montessori)

La casa-famiglia è uno stare progettato, ma Casa-famiglia: BET L’immagine della casa (domus) non è solo spazio abitativo. Per questo, forse ripenso spesso all’idea di casa(bayit) attraverso il codice ebraico: Bēt : è la forma che riceve, è simbolo di una ricettività declinata al femminile (cfr. De Souzenelle) La casa-famiglia è uno stare progettato, ma dovrebbe delinearsi sempre come una realtà accogliente e ricettiva in cui ogni bambino possa abitare la famiglia, per ritrovarne la profondità del senso.