I MECCANISMI DI DIFESA Sono meccanismi automatici dell’Io, operano inconsciamente e servono ad evitare il contatto o il riconoscimento con rappresentazioni.

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I MECCANISMI DI DIFESA Sono meccanismi automatici dell’Io, operano inconsciamente e servono ad evitare il contatto o il riconoscimento con rappresentazioni inaccettabili quindi l’ansia che ne deriva. Si creano nell’infanzia NORMALITA’: garanzia di salute mentale, fissano tratti del carattere. PATOLOGICI: se invadono l’Io, se si ripetono in modo compulsivo impedendone il funzionamento, se sono primitivi rispetto all’età in cui operano.

Difesa: lotta dell’Io contro affetti dolorosi (Freud), sostituito con rimozione. Anna Freud: classificazione dei meccanismi di difesa. Alcuni non riconosciuti come separati (fissaz-regr; introiez-identif) Per alcuni autori non sono difese, ma componenti dello sviluppo normale: identificazione, sublimazione, compensazione. Parte conscia dell’Io: funzioni, affetti segnale. Proteggono l’Io da: contenuti pericolosi, affetti segnale. Superiori: evolute, normalità e nevrosi Inferiori: primitive, psicotiche.

RIMOZIONE l’Io esclude dalla coscienza impulsi pericolosi ≠ da negazione: aspetto esterno. Se la rimozione funziona non vi sono conflitti né sintomi clinici. Nella normalità, se intensa: disturbi gravi della memoria, disturbi dissociativi della coscienza. Usa energia sottratta ad altri scopi (limitazione comp. e interessi del soggetto) È la difesa principe, gli altri esistono se fallisce.

Fallimento in due casi: 1) per effetto di una maggior forza delle pulsioni istintuali (periodi particolari della vita: adolescenza) 2) perché le funzioni di organizzazione, difesa e controllo dell’Io si indeboliscono (sonno, malattia, stress, traumi). Cedimento: 1) altri meccanismi di difesa 2) sintomo: compromesso tra impulso e difesa. Angoscia più primitiva, difese più arcaiche, sintomo derivante a scapito del senso di realtà.

Rimozione nel comportamento normale: Comuni dimenticanze (es: dimenticare appuntamento con datore di lavoro –simile al padre-, nome) Lapsus linguae: “non ha una medicina per farlo morire?” (dormire? Aggr. Inconscia verso il figlio) Rimozione nel comportamento patologico: Amnesie: di avvenimenti traumatici. Es: 1) padre di un paziente ferito a morte quando aveva 7°, dimenticò tutti gli avvenimenti prima dei 10a. Dimenticò poiché l’evento connesso ad inconscio desiderio di ucciderlo. 2) Donna infantile e frigida inconsapevole del suo aspetto erotico nel comportamento e nell’atteggiamento che stimolava approcci da parte dell’altro sesso (desiderio inconscio).

CONVERSIONE l’impulso proibito venuto fuori per fallimento della rimozione, viene soddisfatto parzialmente in maniera simbolica attraverso un disturbo della funzione fisica (sistema sensoriale o volontario) DISFUNZIONE FISICA: conflitto tra es e superio. Es: impulso assassino di strozzare un’altra persona si manifesta e si difende con paralisi delle mani (ad artiglio). Sintomi della conversione: Disturbi sensoriali (sordità, cecità) Disturbi sensitivi (anestesie, dolori) Disturbi motori (paralisi, tic, convulsioni, tremori)

Malattia: isteria di conversione Conversione ≠ Somatizzazione Somatizzazione: 1) no simbolizzazione nel sintomo 2) reali lesioni d’organo 3) colpisce muscolatura liscia involontaria 4) il corpo è vittima. Conversione include anche disturbi psicosomatici, espressione simbolica di conflitti sottostanti (cefalea, impotenza, disturbi digestivi). “Belle indifference” Normalità: situazioni di estrema tensione esterna (paralisi da paura di fronte ad evento terrificante).

BAMBINI: conversione di fronte a situazioni spiacevoli (mal di pancia per non andare a scuola). A volte sono equivalenti somatici dell’ansia Es: madre con forte emocrania dopo uccisione della figlia, investita dalla figlia di un vicino ricco e arrogante. Collera verso omicida (inibita), desiderio: “far saltare la testa di quella ragazza”.

INIBIZIONE l’Io diminuisce o perde la motivazione per impegnarsi in un’attività, allo scopo di evitare l’angoscia connessa a impulsi inaccettabili e non riconosciuti. L’attività inibita è piacevole per il soggetto, ma rappresenta simbolicamente impulsi proibiti inconsci. Es: blocchi nell’apprendimento nel bambino, blocchi nel lavoro nell’adulto. Normalità: periodi di disinteresse che colpiscono un po’ tutti in situazioni di tensione emotiva.

SPOSTAMENTO L’Io sostituisce una rappresentazione interna inaccettabile con una esterna che la richiama simbolicamente. La minaccia che deriva da impulso inconscio è sostituita con una esterna meglio controllabile e che la ricorda simbolicamente. Si trova nelle fobie, nella nevrosi fobica. La fobia rappresenta difesa ed espressione simbolica del desiderio. ES: piccolo Hans (5a, conflitto edipico). Oltre a spostamento, proiezione: mi arrabbio con mio padre, con cavallo, il cavallo con me.

Normalità: spostamento da fuori a fuori (es: dal capo alla moglie; il bambino scarica aggressività verso animali dopo rimprovero dei genitori). In questi casi: 1) l’impulso pericoloso non è associato all’oggetto sostitutivo (fobia) 2) l’impulso è conscio Dunque lo spostamento da fuori a fuori non è un meccanismo di difesa.

RAZIONALIZZAZIONE l’Io si dà spiegazioni logiche e razionali di un proprio comportamento irrazionale, vissuto, idea legati a desideri inaccettabili inconsci o a difese utilizzate per fronteggiare questi desideri È un meccanismo di difesa se usato inconsciamente Usato per giustificare comportamenti che derivano dall’uso di altre difese (es: fobie) Normalità: bisogno dell’uomo di dare spiegazioni razionali ai propri comportamenti Es: difesa deboli per difendere parti deboli e infantili di sè, oppure l’adolescente che giustifica la propria lotta all’autorità con una rivendicazione di giustizia mentre si libera dei genitori per divenire adulto Controproducente in psicoterapia: ostacola insight

FORMAZIONE REATTIVA l’Io trasforma pulsioni sentimenti inaccettabili nel loro esatto contrario Normalità: tratti del carattere e personalità Es: 1) pietà eccessiva-aggressività incontrollabile; 2) generosità eccessiva-accumulare tutto per sé; 3) passività eccessiva-attività inibita da proibizioni infantili; 4) iperprotezione-rifiuto e ostilità (sacrificio di madri di bambini cerebropatici); 5) eccesso pulizia-sporcarsi; 6) moralismo rigido-desideri inconsci libertini Carattere difensivo: rigidità, esclusività, sofferenza se comportamento non può essere attenuato

Soddisfazione parziale e simbolica dell’impulso rimosso con caratteristiche dell’impulso da cui l’Io si difende Es: gentile, ma rigidità Malattia: nevrosi ossessiva (DOC) Bambino: porta a cambiare gli atteggiamenti verso le proprie tendenze istintuali Molto usato in adolescenza: es: atteggiamento ostile verso omosessuali Patologia: mania (negazione depressione); paranoia (inferiorità-sicurezza)

ANNULLAMENTO l’Io attraverso l’azione, un gesto, un rituale, cancella magicamente atti, pensieri precedenti inaccettabili Normalità: toccar ferro, fare le corna, farsi il segno della croce per scongiurare pericoli provenienti dal mondo esterno (e non interno) anche se non hanno carattere inconscio Es: 1) lettura del giornale al gabinetto (annulamento di un vissuto di perdita della propria identità narcisistica; 2) espressione di un sentimento e dopo annullamento dicendo il contrario Malattia: nevrosi ossessiva, nella psicosi non hanno carattere simbolico

Patologia: nevrosi ossessiva ISOLAMENTO l’Io separa l’affetto dalla rappresentazione permettendo l’ingresso alla coscienza dell’idea, ma non dell’emozione sottostante L’emozione è rimossa, il soggetto evita di riconoscere l’esistenza dei propri sentimenti Così gli impulsi sentiti come idee estranee, non proprie (es: ossessioni d’impulso) Normalità: es: parlare della propria malattia in modo distaccato, anziani che parlano di salute, medicina, ecc per tenerle lontane magicamente, uso terminologia scientifiche Patologia: nevrosi ossessiva Es: giovane madre con pensiero ossessivo di uccidere il figlio, lo sentiva estraneo

REGRESSIONE l’Io ritorna a modi di funzionamento psicologico (comport e affetti) propri di stadi più antichi Di fronte a disillusioni e conflitti, momenti difficili Il ritorno simbolico agli anni dell’infanzia più piacevoli consente di trattare la situazione come se non esistesse Es: bambino alla nascita del fratellino Il ritorno può anche essere a periodi con conflitti non risolti, non solo a periodi felici Legame fissazione-regressione (se il pericolo è grande anche in soggetti senza fissazioni)

Due tipi di Regressione: 1) da forme adulte di sessualità a forme infantili: nevrosi, alcune perversioni; 2) al narcisismo primario o fase simbiotica: psicosi Normalità (relativa ad alcuni aspetti dell’Io): Orali: fumo, onicofagia, gioco nell’adulto, dipendenza e passività del malato, sogni ad occhi aperti; Anali: meticolosità, precisione, ordine, pulizia “Regressione al servizio dell’Io”: serve a mantenere la salute psicologica Patologia: ogni forma clinica è legata ad un certo grado di regressione. Psicosi: regressione più vasta, a stadi più arcaici, interessa la maggior parte delle funzioni psicologiche dell’individuo Malattie gravi: c’è ed è utile ma se non si risolve nuoce alla guarigione e al recupero della malattia che l’ha determinata

NEGAZIONE e DINIEGO l’Io non riconosce un aspetto di realtà (Diniego) o ne rifiuta l’importanza emotiva (Negazione) Diniego: più arcaico e segno di psicosi Es nella normalità: il bambino vede che le bambine non hanno il pene ma afferma che non è vero oppure ruba la marmellata e dice “non sono stato io” . In adolescenza: manifestazioni di coraggio che negano il pericolo. Es di Negazione: il bambino vede che le bambine non hanno il pene e nega che per lui sia un problema evitando la paura della castrazione. Il Diniego è normale se transitorio, relativo a problemi poco importanti e correggibile dalla dimostrazione del contrario. In genere indica una non corretta valutazione della realtà ed un errore di giudizio, indica psicosi

Il diniego si trova anche in altri casi non tutti inquadrabili in una malattia mentale: Malattie letali in cui i pazienti negano malattia o morte; Pazienti molto ustionati che negano gravità ustioni o deformazioni che ne derivano; Familiari che negano la morte di un loro caro e si comportano come se non fosse avvenuta; Congiunti di persone psicotiche, tossicodipendenti o di chi tenta il suicidio che non ammettono la realtà; Anoressiche che negano defedamento; Mania.

È un meccanismo di difesa primitivo PROIEZIONE l’Io attribuisce sentimenti, atteggiamenti, impulsi, fantasie, giudizi propri a persone e mondo esterno È un meccanismo di difesa primitivo Es in patologia: giovane asseriva che gli altri lo accusavano di essere omosessuale attribuendo ad altri i propri dubbi sulla sua virilità. Es al limite patologia: vissuto di incomprensione e non accettazione dell’emigrante (aggresività per disagio provato). Es in Patologia: difficoltà inserimento, allucinazioni depresso (vedeva il sole nero proiettando il proprio stato d’animo)

PROIEZIONE: - Impulso (desiderio tradire-gelosia, aggressività-persecutorietà); - Superio (gli altri giudici); - stato d’animo (tono dell’umore depresso-delirio di rovina). La proiezione è normale in Infanzia (per il bambino ciò che è cattivo è degli altri, ciò che è buono suo) Nell’adulto è segno di psicosi poiché presuppone alterato rapporto con realtà e indistinzione sé-altro. Si trova in: deliri, allucinazioni. Tipico della paranoia e del delirio di persecuzione

RIVOLGIMENTO CONTRO IL SE’ l’Io devia l’aggressività originariamente rivolta verso un’altra persona, dirigendola contro di sè Infanzia: difesa contro aggressività per cui il bambino (per assenza genitore o paura punizioni) rivolge la rabbia verso di sé: mordendosi, graffiandosi, battendo la testa contro il muro Patologia nell’adulto: forme gravi di onicofagia, autolesioni, facilità ad incidenti, alcuni tentati suicidi Mediante questo meccanismo rimane oscura l’identità dell’oggetto a cui si rivolge l’aggressività e la stessa rabbia A volte il danno a sé non è fisico, ma sociale, finanziario (nevrosi da destino)

Comportamento ≠ da condotta abituale (dott. Jekill e mr. Hyde) DISSOCIAZIONE l’Io scinde e divide le proprie funzioni mentali permettendo l’espressione di impulsi proibiti inconsci senza sentirne responsabilità per le proprie azioni perché il soggetto non vive come proprie le azioni che compie e perché in seguito non se ne ricorda Comportamento ≠ da condotta abituale (dott. Jekill e mr. Hyde) Es: ragazza morigerata e con tratti sessuofobici che si inviava lettere a contenuto pornografico, informata da amici che la controllavano su sua richiesta, sviene.

Si accompagna ad amnesie, legata a rimozione che sospende la propria attività e quando la riprende l’Io cosciente non si ricorda dl comportamento proibito espresso in precedenza. Normalità: situazioni di fortissima tensione e temporanei (guerre, abusi), stato di ebbrezza Patologia: disturbi dissociativi di coscienza (fughe crepuscolari, personalità multiple, sindrome di Ganser, stati di trance) Se la dissociazione invade l’Io e gli impedisce di funzionare a lungo: schizofrenia.

≠ Imitazione: più superficiale, non comporta introiezione IDENTIFICAZIONE processo psicologico attraverso cui l’Io assume tratti, qualità di una persona emotivamente significativa costituendo parti della personalità È un meccanismo di difesa se interviene per evitare o lenire il conflitto derivante dalla perdita reale o fantasmatica di quella persona oppure dalla paura di un’aggressione reale o fantasmatica da parte della stessa (identificazione con aggressore) Legata a introiezione: far proprio qualcosa o qualcuno che esiste all’esterno. ≠ Imitazione: più superficiale, non comporta introiezione

L’identificazione è un meccanismo importante della crescita dell’individuo IDENTIFICAZIONE PRIMARIA: quella del neonato con la madre (indistinzione sé-altro, fase preoggettuale) IDENTIFICAZIONE SECONDARIA: distinzione sé-altro. Le prime figure di identificazione sono i genitori, poi altre affettivamente importanti (insegnanti, parenti, ecc). Momento critico dello sviluppo: 4-5 anni fine edipo, identificazione genitore stesso sesso assumendone le caratteristiche e gli atteggiamenti morali e rinforzando così il superio.

Adolescenza: riorganizzazione e integrazione delle identificazioni e del superio con la realtà. Ciò porta al completamento della formazione dell’identità personale. Le identificazioni sono fondamentali per la costruzione di una sana personalità, ma possono anche essere un fattore di blocco della maturazione e di sviluppo patologico. Se le figure identificative costituiscono modelli stabili, l’identificazione con esse sarà maturativa. Se invece forniranno dei modelli incerti, ambivalenti, rigide, l’identificazione con esse può creare dei problemi.

Processi di Indentificazione con funzione difensiva: IDENTIFICAZIONE CON L’AGGRESSORE: processo automatico e inconscio mediante cui l’Io evita l’ansia divenendo uguale all’oggetto aggressore temuto (tipico nei bambini, es:assumono nomi di animali pericolosi). Es: ebrei identificati coi guardiani, sequestrati (Sindrome di Stoccolma) con sequestratori, maltrattato con maltrattatore, abusato con pedofilo, ecc). IDENTIFICAZIONE CON L’OGGETTO PERDUTO: processo automatico e inconscio mediante cui l’Io si difende dall’ansia di un “lutto” identificandosi con la persona amata (che continua a vivere dentro di lui) assumendone delle caratteristiche. Per Freud “relazione ambivalente”

IDENTIFICAZIONE CON L’OGGETTO RASSICURANTE: per altri autori “capovolgimento”, “altruismo”. Processo automatico e inconscio che porta il soggetto ad assumere comportamenti e caratteristiche di persone da cui dipende ed ottiene rassicurazioni (es: medico, terapeuta). L’identificazione oltre ad essere un fattore maturativo ed un meccanismo di difesa, serve a costruire l’Io relazionale che favorisce la capacità di “mettersi nei panni degli altri”: empatia. Nelle forme patologiche in cui vi è regressione riemergono identificazioni con persone importanti dell’infanzia; es: gravi stati depressivi, sintomi di conversione (il disturbo somatico sarà lo stesso della persona affettivamente importante che lo ha manifestato), alcuni casi di personalità multipla.

Sono sublimate le tendenze pre-genitali e non la sessualità matura SUBLIMAZIONE processo psicologico automatico e inconscio mediante il quale impulsi primitivi sono soddisfatti attraverso una modificazione dello scopo o dell’oggetto permettendo comportamenti soddisfacenti per il soggetto ed approvati dalla società È la difesa normale per eccellenza: la pulsione è soddisfatta in modo accettabile per altri e superio. Sono sublimate le tendenze pre-genitali e non la sessualità matura Es: frà Cristofaro dei Promessi Sposi sublima la propria rabbia omicida nella lotta per la giustizia. Vi è anche formazione reattiva

Non vi sono esempi in patologia, ma molti nella normalità: Pittura: impulso a imbrattare con le feci Chirurgia: aggressività e sadismo Attore e ballerino: desiderio di esibire i propri organi sessuali Psichiatra: curiosità sessuale Pedagogo: valenze omosessuali e pedofile Politico: aggressività nella lotta ideologica, ecc. Se la sublimazione è un meccanismo di difesa, è certamente la più efficace e matura!!!

COMPENSAZIONE processo psicologico automatico ed inconscio attraverso cui il soggetto sviluppa una certa funzione fisica, mentale ed emotiva in modo esagerato per nascondere e compensare una deficienza (fisica o psichica) Esempi: sogg. che teme luoghi elevati: alpinista; sogg. che teme aggressività: pugile; sogg. Che ha senso di inadeguatezza virile: grande sportivo sogg. Con senso di incapacità sessuale (per elementi omosessuali inconsci): dongiovanni adolescente con paure del mondo esterno ed interno senza appoggio dei genitori: temerarietà e ricerca del rischio Non si parla di compensazione in patologia eccetto per dongiovannismo e ninfomania

SOMATIZZAZIONE un disagio relazionale, un conflitto si esprimono attraverso il corpo non accedendo all’emozione È il più primitivo, usa il corpo come la conversione La scarica è pre-simbolica, colpisce il SNA (muscolatura liscia) e porta ad una vera e propria lesione d’organo. Es nell’infanzia: il bambino ha diarrea e vomito, insonnia, coliche, ecc Es nell’adulto: malattie psicosomatiche.

L’adulto non percepisce la malattia come legata alla psiche, nega la conflittualità e il problema quindi difficile un intervento psicoterapeutico. vanno dall’internista PENSIERO OPERATORIO O ALESSITIMIA: incapacità ad entrare in contatto con le emozioni. Presenza di nuclei psicosomatici combinati con altri fattori di rischio (predisposiz. genetica, ecc). HP MULTIFATTORIALE: infatti molti soggetti affetti da malattie psicosomatiche hanno libero accesso ad alcune emozioni

SCISSIONE l’Io mantiene separate immagini del sé e dell’oggetto costituite sotto l’impulso della libido (parti buone) con immagini del sé e dell’oggetto costituite sotto l’impulso dell’aggressività (parti cattive) (Kernberg) Separazione di sentimenti e di rappresentazioni di sé e dell’oggetto Scissione di sé e scissione dell’oggetto da cui: idealizzazione e svalutazione Legata a negazione e identificazione in psicosi e bdn

Difesa nucleare della patologia narcisistica e bdn Rientra nel processo dissociativo in senso allargato dato che la mancata integrazione di investimenti libidici ed aggressivi si può accompagnare ad una mancata integrazione degli aspetti di coscienza relativi a questi investimenti. Klein: “posizione schizoparanoide” Pensiero “tutto o niente” Normalità: infanzia, adulto, adolescenza (innamoramento, delusione) purchè non sia compromesso l’esame di realtà fata (madre); strega (suocera): ambivalenza verso madre

Sdoppiamento imago (Bergeret): corrisponde alla scissione degli oggetti. Non integrazione di un’immagine positiva ed una negativa della realtà. Attraverso queste due immagini l’Io lotta contro l’angoscia di perdita dell’oggetto eliminando dalla coscienza le rappresentazioni negative di esso (non c’è accesso posizione depressiva e a riparazione). Sdoppiamento dell’Io (Bergeret): più arcaica della precedente. L’Io si scinde in una parte in contatto con la realtà e un’altra che perde il contatto con quelle parti della realtà angoscianti che sono negate e sostituite da una neorealtà più rassicurante. Ne deriva: - nello psicotico: delirio; - nel bdn: l’esame di realtà è mantenuto cognitivamente, ma non affettivamente.