Fiammetta Marchionni Febbraio 2014 Caritas Diocesana Perugia LA RELAZIONE DI AIUTO Fiammetta Marchionni Febbraio 2014 Caritas Diocesana Perugia
La relazione di aiuto Etimologia relatio” : relazione, esposizione, narrazione, racconto “relatus”: relazionato, portato: p. passato di “referre”, re+fero porto indietro, riferisco, (traslato : metto in relazione due cose, faccio da tramite) alcuni al prefisso re attribuiscono il valore di “res”)
La relazione di aiuto Definizioni La relazione può essere definita come il legame che unisce due o più persone in cui almeno uno dei protagonisti ha lo scopo di promuovere nell’altro qualcosa che si ritiene che all’altro manchi
La relazione di aiuto Contenuti possibili della “promozione” crescita: seguire le tappe del ciclo vitale sviluppo: sollecitare stima di sé, autoaffermazione, autonomia maturità: inseguire un equilibrio tra gli aspetti cognitivi ed emotivi integrazione sociale: promuovere la capacità di adattamento benessere fisico o emotivo
La relazione di aiuto motivazioni possibili genetiche e antropologiche (sopravvivenza della specie, cooperazione, senso di appartenenza) psicodinamiche : identificazione (mettersi nei panni di…) con i soggetti più fragili e sfortunati ideali e/o religiose (umanesimo, carità cristiana, compassione, oblatività, senso di fratellanza etc…)
contenuti della relazione La relazione di aiuto Una relazione comprende: - variabili comportamentali, dipendenti dalla natura e dall’appartenenza a contesti sociali (cultura) - variabili affettive, dipendenti dal tipo di rapporto che lega le persone coinvolte
La relazione di aiuto efficacia Una relazione di aiuto è efficace solo se facilita la crescita dell’altro come persona distinta anche se la direzione della crescita non corrisponde esattamente al proprio modello.
La relazione di aiuto efficacia Pertanto è necessario prioritariamente avere le idee chiarissime su quali sono i propri modelli esistenziali: quali idee si hanno della vita, dei valori, della salute, del benessere, dei bisogni e delle necessità
La relazione di aiuto prerequisiti consapevolezza : della reciprocità della relazione ( aiutare l’altro fa crescere me stesso) delle motivazioni personali delle emozioni, dei pensieri e i comportamenti, compresi i meccanismi difensivi suscitati dalla relazione dei limiti dell’intervento
Neuroni specchio La vista di atti compiuti da altri attiva le aree motorie deputate all’organizzazione e alla esecuzione degli stessi atti, grazie alla attivazione dei neuroni specchio. Questo vale anche per le manifestazioni delle emozioni
La relazione di aiuto Rischi da evitare Curare gli altri per curare se stessi Proiettare sul destinatario dell’aiuto le problematiche personali Usare il ruolo e il potere psicologico come arma di violenza privata Considerare se stessi e la propria tecnica come l’unico strumento utile per Il destinatario
La relazione di aiuto Rischi da evitare Porsi in una posizione di superiorità per fare un’operazione di rinnovamento in base ad una propria visione di “forma ottimale”,quasi a voler essere un formatore militante
La relazione di aiuto Rischi da evitare Condividere con forte componente empatica la sofferenza e cercare di fare di tutto per risolverla o eliminarla quasi a voler essere un salvatore
La relazione di aiuto Rischi da evitare Impuntarsi per proteggere il destinatario da un ambiente ostile, quasi a voler mostrarsi il prototipo del trasgressore
La relazione di aiuto Rischi da evitare La trappola comune a tutte queste tipologie è quella di aspettarsi in tutti i casi la guarigione e risultati positivi , mentre aiutare è anche accompagnare nella sconfitta.
La relazione di aiuto Quando due persone si relazionano possono: Esprimere bisogni Manifestare sentimenti Comunicare concetti
La relazione di aiuto Il “prestatore di aiuto” deve avvicinarsi alla relazione dopo aver analizzato quali apporti Può Sa Vuole
La relazione di aiuto Deve quindi porsi in atteggiamento di: Ascolto (anche di se stesso) Osservazione Per tradurre dal linguaggio dell’”altro” quali apporti sono più urgenti - necessari – condivisibili - possibili
La relazione di aiuto Fasi del lavoro 1- Analisi del proprio stile di comunicazione e conoscenza della propria soglia di tolleranza rispetto ad alcune problematiche specifiche che quello stato di bisogno comporta 2- Osservazione in ambienti e tempi diversi degli stili comunicativi più efficaci per la individuazione dei codici condivisibili della comunicazione
La relazione di aiuto Fasi del lavoro 4- Individuazione dei contenuti della comunicazione (bisogni, emozioni, concetti) 5- Elenco delle problematicità (pregiudizi, impulsività, aggressività, incontinenza emotiva, autolesionismo, negativismo, autocompassione, ipocondria, dipendenza)
La relazione di aiuto riepilogo Autenticità Congruenza Valutazione della distanza Capacità di ascolto Rispetto dell’altro Rispetto dei tempi Accettazione della totalità dell’altro Rispetto per se stessi Riconoscimento dei limiti personali Sospensione di valutazioni e giudizi
Burn out Bruciatura, interruzione, esaurimento Definisce la condizione di disagio, talora anche con importate risvolto emozionale (depressione, ansia generalizzata, somatizzazioni, irritabilità..) che può colpire le persone che si occupano di altre in stato di bisogno quando, o non sanno mantenere una prudente distanza emozionale, o non hanno la percezione della utilità del loro impegno
Burn out Segnali di avvertimento- malessere, disinteresse, richiesta ad altri (deresponsabilizzazione)
Burn out Origini - livello di stress emozionale, - possibilità di cambiamento, modalità di comunicazione, distanza della comunicazione, tempo della comunicazione, caratteristiche personali (sesso, livello culturale, personalità, condizione famigliare…)
Burn out Risposte possibili- Fare la stessa cosa in modo diverso Ritagliarsi pause strategiche, Cura di se stesso, Chiedere conforto, Chiedere confronto
Burn out Risposte possibili- umorismo, gratificazione, allontanamento, previsione, riconoscimento e, quando possibile, rimozione delle cause (personali, interpersonali, istituzionali…)