Coscienza e libertà. La Chiesa e i diritti umani

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Transcript della presentazione:

Coscienza e libertà. La Chiesa e i diritti umani Prof. Markus Krienke Cattedra Antonio Rosmini Facoltà di Teologia di Lugano krienke@rosmini.de

Chiesa e libertà di coscienza nel XIX secolo krienke@rosmini.de www.cattedrarosmini.org

Concilio Laternanese IV (1215) “quidquid fit contra conscientiam aedificat ad Gehennam” (quello che si fa contro coscienza edifica per la Geenna, porta alla condanna). Concilio Laternanese IV (1215) krienke@rosmini.de www.cattedrarosmini.org

Gregorio PP. XVI, Enciclica Mirari vos, 1832 “[D]a questa corrottissima sorgente dell’indifferentismo scaturisce quella assurda ed erronea sentenza, o piuttosto delirio (deliramentum), che debbasi ammettere e garantire per ciascuno la libertà di coscienza. Errore velenosissimo, a cui appiana il sentiero quella piena e smodata libertà d’opinare che va sempre alimentandosi a danno della chiesa e dello stato, non mancando chi osa vantare con impudenza sfrontata provenire da siffatta licenza vantaggio alla religione. ‘Ma qual può darsi morte peggiore dell’anima che la libertà dell’errore?’, esclama sant’Agostino” Gregorio PP. XVI, Enciclica Mirari vos, 1832 krienke@rosmini.de www.cattedrarosmini.org

Pio PP. IX, Enciclica Quanta cura, 1864 “Contro l’insegnamento delle sacre Scritture, della chiesa e dei santi padri non dubitano di asserire che la ‘migliore condizione della società è quella in cui non si riconosce all’impero il dovere di esprimere con pene stabilite i violatori della religione cattolica, se non in quanto ciò sia richiesto dalla pace pubblica’ […] cioè [che] ‘la libertà di coscienza e dei culti essere diritto proprio di ciascun uomo, che si deve con legge proclamare e sostenere in ogni società ben costituita, ed essere diritto di ogni cittadino una totale libertà, che non può essere limitata da alcuna autorità sia civile sia ecclesiastica, in virtù della quale possano manifestare e dichiarare i propri pensieri quali che siano, palesemente e in pubblico, sia a viva voce, sia con la stampa, sia in altro modo’” Pio PP. IX, Enciclica Quanta cura, 1864 krienke@rosmini.de www.cattedrarosmini.org

Pio PP. IX, Syllabus errorum, 1864 Condannate le affermazioni: “15. Ogni uomo è libero di abbracciare e professare quella religione che, guidato dal lume della ragione, ciascuno avrà ritenuto vera” “55. La chiesa deve essere separata dallo stato, e lo stato dalla chiesa” “77. Nel nostro tempo non è più conveniente avere la religione cattolica come unica religione di stato, a esclusione di tutti gli altri culti” “79. È falso che la libertà civile di qualsiasi forma di culto, come anche la piena potestà di manifestare apertamente e in pubblico qualunque opinione e pensiero, porti più facilmente a corrompere i costumi e gli animi dei popoli e a propagare la peste dell’indifferentismo” Pio PP. IX, Syllabus errorum, 1864 krienke@rosmini.de www.cattedrarosmini.org

Leone PP. XIII, Enciclica Immortale Dei “le libertà moderne […] come principi e basi di un nuovo diritto il quale non fu conosciuto mai in precedenza e per molti versi è in opposizione non solamente con la legge cristiana, ma anche col diritto naturale” Le conseguenze sono: “abbandonare la religione alla coscienza degli individui, dar piena libertà a ognuno di seguire quella che più gli talenta, e anche nessuna, se così gli piace. Quindi libertà di coscienza, libertà di culto, libertà di pensiero, libertà di stampa” Leone PP. XIII, Enciclica Immortale Dei krienke@rosmini.de www.cattedrarosmini.org

Leone PP. XIII, Enciclica Libertas “Dalle cose dette consegue che non è lecito invocare, difendere, concedere libertà illimitata di pensiero, di stampa, d’insegnamento e di culti, come altrettanti diritti competenti naturalmente all’uomo. Infatti, se tali fossero, si avrebbe diritto di essere indipendenti da Dio e non potrebbe l’umana libertà essere moderata da legge alcuna. Infine consegue che queste libertà, si possono, è vero, quando lo richiedono cause giuste, tollerare, ma dentro certi limiti, affinché non abbiano a degenerare in eccessi Leone PP. XIII, Enciclica Libertas krienke@rosmini.de www.cattedrarosmini.org

Leone XIII: libertà solo nella legge naturale “Dunque la legge è guida all’uomo nell’azione, e con premi e castighi lo induce al ben fare e lo allontana dal peccato. Sovrana su tutto: tale è la legge naturale, scritta e scolpita nell’anima di ogni uomo, poiché essa non è altro che l’umana ragione che ci ordina di agire rettamente e ci vieta di peccare. Invero questa norma della ragione umana non può avere forza di legge se non perché è voce e interprete di una ragione più alta, a cui devono essere soggette la nostra mente e la nostra libertà… Leone XIII: libertà solo nella legge naturale krienke@rosmini.de www.cattedrarosmini.org

… La forza della legge infatti consiste nell’imporre doveri e nel sancire diritti; perchò si fonda tutta sull’autorità, ossia sul potere di stabilire i doveri e di fissare i diritti, nonché di sanzionare tali disposizioni con premi e castighi; è chiaro che tutto ciò non potrebbe esistere nell’uomo, se, legislatore sommo di se stesso, prescrivesse a sé la norma delle proprie azioni. Dunque ne consegue che la legge di natura sia la stessa legge eterna, insita in coloro che hanno uso di ragione, e che per essa medinano all’azione e al fine dovuto: essa è la medesima eterna ragione di Dio creatore e reggitore dell’intero universo” krienke@rosmini.de www.cattedrarosmini.org

In questo modo, verità ed errori vengono messi sullo stesso livello Tommaso d’Aquina: la coscienza erronea Hegel: la coscienza individuale sempre “con un piede nel male” L’errore si tollera, ma non sta dalla parte del “diritto” Motivo krienke@rosmini.de www.cattedrarosmini.org

“Noi abbiamo dunque procurato di distinguere le idee di libertà religiosa e di tolleranza, e abbiamo detto, che ‘allora vi è libertà religiosa, quando ciascuno de’ cittadini che professa una religione ammessa nello Stato, può conformare tutte le sue operazioni ai doveri che gl’impone la sua religiosa credenza, senza soffrire alcuna vessazione o persecuzione della legge o dal governo civile, né per via diretta, né per via indiretta […]’. La tolleranza all’incontro non consiste nella facoltà di adempiere alle proprie obbligazioni, ma per lo contrario ‘nella permissione d’infrangerle, senza incorrere in alcuna pena civile’; il che ben mostra, quanto l’una cosa sia dall’altra diversa ed opposta” Antonio Rosmini (1797–1855) krienke@rosmini.de www.cattedrarosmini.org

La svolta con Giovanni XXIII e con la Dignitatis humanae krienke@rosmini.de www.cattedrarosmini.org

Giovanni PP. XXIII, Enciclica Pacem in terris, 1963 Nella verità, nella giustizia, nella solidarietà e nella libertà il perimetro che contiene la società civile e la pace (PT 18 e 43) Distinzione tra errore ed errante Doveroso rispetto da parte della società del diritto soggettivo della coscienza nella ricerca del vero, anche se ve ne fosse lontana, in buona o cattiva fede (PT 83) Giovanni PP. XXIII, Enciclica Pacem in terris, 1963 krienke@rosmini.de www.cattedrarosmini.org

“Nell'età contemporanea gli esseri umani divengono sempre più consapevoli della propria dignità di persone e cresce il numero di coloro che esigono di agire di loro iniziativa, esercitando la propria responsabile libertà, mossi dalla coscienza del dovere e non pressati da misure coercitive” DH n° 1 krienke@rosmini.de www.cattedrarosmini.org

“L'uomo coglie e riconosce gli imperativi della legge divina attraverso la sua coscienza, che è tenuto a seguire fedelmente in ogni sua attività per raggiungere il suo fine che è Dio. Non si deve quindi costringerlo ad agire contro la sua coscienza” DH n° 3 krienke@rosmini.de www.cattedrarosmini.org

“Dio chiama gli esseri umani al suo servizio in spirito e verità; per cui essi sono vincolati in coscienza a rispondere alla loro vocazione, ma non coartati. Egli, infatti, ha riguardo della dignità della persona umana da lui creata, che deve godere di libertà e agire con responsabilità” DH n° 11 krienke@rosmini.de www.cattedrarosmini.org

“Nell’intimo della coscienza l’uomo scopre una legge che non è lui a darsi, ma alla quale invece deve obbedire. Questa voce, che lo chiama sempre ad amare, a fare il bene e a fuggire il male, al momento opportuno risuona nell'intimità del cuore: fa questo, evita quest’altro” Gaudium et spes, 16 krienke@rosmini.de www.cattedrarosmini.org

N° 1: “E tutti gli esseri umani sono tenuti a cercare la verità, specialmente in ciò che concerne Dio e la sua Chiesa, e sono tenuti ad aderire alla verità man mano che la conoscono e a rimanerle fedeli” Posizione agnostica? krienke@rosmini.de www.cattedrarosmini.org

Laicità non favorisce solo una distinzione necessaria e opportuna tra stato e Chiesa, ma in qualche modo ne favorisce il dialogo e costituisce allo stesso tempo un elemento dinamico La laicità krienke@rosmini.de www.cattedrarosmini.org

“Voi avete sempre sentito dire che in morale ci sono i diritti di coscienza. Anche la coscienza falsa (sono ignoranti, ma sono in buona fede), ha i suoi diritti. Se uno ha coscienza che quella è la sua religione ha il diritto di tenersela, di manifestarla e di farne propaganda. Si deve giudicare buona la propria religione, ma anche quella degli altri. La scelta della religione deve essere libera; quanto più è libera e convinta, tanto più chi l’abbraccia se ne sente onorato. Questi sono i diritti, i diritti naturali. Ora, non c’è un diritto al quale non corrisponda… Albino Luciani, 1965 krienke@rosmini.de www.cattedrarosmini.org

… anche un dovere. I non cattolici hanno il diritto di professare la loro religione, e io ho il dovere di rispettare il loro diritto: io privato, io prete, io vescovo, io stato […]. Qualcuno si ribellava a questi enunciati in concilio. E i diritti della verità? I diritti della verità non esistono, non c’è un diritto della verità. La verità non è una persona che cammina per la strada; vi sono solo i diritti della persona. Ci sono persone fisiche e morali che hanno il diritto di cercare la verità. […] La verità non è un soggetto di diritto: solo le persone umane sono soggetto di diritto” krienke@rosmini.de www.cattedrarosmini.org

Distinzione tra morale individuale ed etica sociale del diritto Concepire la società non “dall’alto” ma a partire dalla persona Il soggetto non deve semplicemente “ubbidire” alle norme e istituzioni sociali, ma ne deve essere il soggetto e il creatore Principio fondamentale della Dottrina sociale della Chiesa: la dignità della persona (GS 25) Attraverso le norme sociali e le istituzioni si deve anche esprimere il dovere di solidarietà Antiperfettismo e principio di sussidiarietà Distinzione tra morale individuale ed etica sociale del diritto krienke@rosmini.de www.cattedrarosmini.org

Esagerata servitù legale come impedimento alla salvezza Hegel: “Le leggi in questa antitesi contro ciò che la religione ha dichiarato santo, appaiono come qualcosa che è fatto dall’uomo […]. Così tali leggi, quand’anche il loro contenuto fosse il vero, naufragano nella coscienza, il cui spirito è diverso dallo spirito delle leggi e non le sanziona” (Enciclopedia, § 552) Alfonso de Liguori: dal rigorismo morale allo studio delle circostanze concrete dell’azione Esagerata servitù legale come impedimento alla salvezza Prima enciclica sociale Rerum novarum: non solo etica individuale ma anche giustificazione delle istituzioni sociali Concilio Vaticano II: dal diritto naturale al diritto di persona (Gaudium et spes, 25: la persona umana come principium, subiectum e finis di ogni istituzione sociale) krienke@rosmini.de www.cattedrarosmini.org

Limiti della libertà di coscienza? Bene comune, ma determinazione del bene comune a partire dal soggetto “Per il resto si deve lasciare che nella società umana governi la più completa libertà, il che implica che all’uomo dev’essere attribuito uno spazio di libertà quanto più possibile ampio, e tale libertà può essere ristretta soltanto se e nella misura in cui ciò è necessario” (n° 7) Limiti della libertà di coscienza? krienke@rosmini.de www.cattedrarosmini.org

Gli elementi centrali della Dignitatis humanae krienke@rosmini.de www.cattedrarosmini.org

Diritto esterno irrinunciabile della persona umana all’esercizio privato e pubblico della religione secondo le esigenze della propria coscienza Questo diritto non è fondato a partire da una determinata costituzione soggettiva della persona, ma a partire dalla sua stessa essenza E’ indipendente dalla verità oggettiva della convinzione religiosa del singolo Passaggio dal “diritto della verità” al “diritto della persona” Non è fondata sullo “error invincibilis” (Card. Bea) della coscienza ma è pensata come diritto soggettivo 1. Diritto soggettivo krienke@rosmini.de www.cattedrarosmini.org

“La verità non si impone che in forza della verità stessa, la quale penetra nelle menti soavemente e con vigore” “Il diritto a questa libertà rimane anche a coloro che non adempiono al loro dovere di cercare la verità e di perseverare in essa, e l’esercizio di tale libertà non può essere ostacolato, purché il giusto ordine pubblico rimanga garantito” DH 1-2 krienke@rosmini.de www.cattedrarosmini.org

2. Abbandono dello “stato confessionale” Non si pronunciano più doveri specifici dello stato nei confronti della “vera religione” e nessuna posizione privilegiata della Chiesa in esso I doveri dello stato si riferiscono alla libertà religiosa stessa 2. Abbandono dello “stato confessionale” krienke@rosmini.de www.cattedrarosmini.org

“Infine il potere civile deve provvedere che l'eguaglianza giuridica dei cittadini, che appartiene essa pure al bene comune della società, per motivi religiosi non sia mai lesa, apertamente o in forma occulta, e che non si facciano fra essi discriminazioni” “Da ciò segue che non è permesso al pubblico potere imporre ai cittadini con la violenza o con il timore o con altri mezzi la professione di una religione qualsivoglia oppure la sua negazione, o di impedire che aderiscano ad un gruppo religioso o che se ne allontanino” DH 6 krienke@rosmini.de www.cattedrarosmini.org

3. I diritti della Chiesa sono quelli dei singoli Cristiani Non si chiede per la Chiesa più di ciò che spetta come diritti soggettivi alla comunità dei credenti Questa base è la libertà religiosa: la sua salvaguardia, tutela, garanzia 3. I diritti della Chiesa sono quelli dei singoli Cristiani krienke@rosmini.de www.cattedrarosmini.org

“[L]a Chiesa rivendica a sé la libertà in quanto è una comunità di esseri umani che hanno il diritto di vivere nella società civile secondo i precetti della fede cristiana” “Nello stesso tempo i cristiani, come gli altri uomini godono del diritto civile di non essere impediti di vivere secondo la propria coscienza. Vi è quindi concordia fra la libertà della Chiesa e la libertà religiosa che deve essere riconosciuta come un diritto a tutti gli esseri umani e a tutte le comunità e che deve essere sancita nell'ordinamento giuridico delle società civili” DH 13 krienke@rosmini.de www.cattedrarosmini.org

4. Libertà religiosa ed educazione Libertà dei genitori nella scelta dell’istituzione scolastica I figli non possono essere costretti ad un insegnamento che va contro la volontà dei genitori Unico “diritto corporativo” di libertà religiosa 4. Libertà religiosa ed educazione krienke@rosmini.de www.cattedrarosmini.org

“Ad ogni famiglia – società che gode di un diritto proprio e primordiale – compete il diritto di ordinare liberamente la propria vita religiosa domestica sotto la direzione dei genitori. A questi spetta il diritto di determinare l'educazione religiosa da impartire ai propri figli secondo la propria persuasione religiosa. Quindi deve essere dalla potestà civile riconosciuto ai genitori il diritto di scegliere, con vera libertà, le scuole e gli altri mezzi di educazione, e per una tale libertà di scelta non debbono essere gravati, né direttamente né indirettamente, da oneri ingiusti. Inoltre i diritti dei genitori sono violati se i figli sono costretti a frequentare lezioni scolastiche che non corrispondono alla persuasione religiosa dei genitori, o se viene imposta un'unica forma di educazione dalla quale sia esclusa ogni formazione religiosa” DH 5 krienke@rosmini.de www.cattedrarosmini.org

La crisi della coscienza moderna e la Dignitatis humanae krienke@rosmini.de www.cattedrarosmini.org

Kant, Metafisica dei costumi “una coscienza erronea è un non senso. Perché, quando si tratta di giudicare oggettivamente se una cosa è o non è un dovere, posso ben talvolta sbagliare, ma dal punto di vista soggettivo, cioè quando si tratta semplicemente di sapere se ho paragonato questa cosa con la mia ragione pratica (che qui è giudice), per dedurne un giudizio, io non posso sbagliare, perché senza quel paragone non avrei esposto nessun giudizio pratico. E in questo caso non vi sarebbe né errore né verità… Kant, Metafisica dei costumi krienke@rosmini.de www.cattedrarosmini.org

… Essere senza coscienza non significa mancanza di coscienza, ma la tendenza a non tenere nessun conto dei giudizi di essa. Se però alcuno è conscio di aver agito secondo coscienza, non gli si può domandare nulla di più riguardo all’innocenza o alla colpa. L’unica cosa a cui egli è tenuto, è di illuminare il suo intelletto su ciò che è o non è dovere; ma non appena si arriva o si è arrivati al momento dell’azione di fatto, la coscienza parla involontariamente e inevitabilmente” krienke@rosmini.de www.cattedrarosmini.org

Ratzinger, Coscienza e verità “La coscienza vi è presentata come il baluardo della libertà di fronte alle limitazioni dell’esistenza imposte dall’autorità” “E’ fuori discussione che si deve sempre seguire un chiaro dettame di coscienza, o che almeno non si può mai andare contro di esso. Ma è questione del tutto diversa se il giudizio di coscienza, o ciò che uno prende come tale, abbia anche sempre ragione, se esso cioè sia infallibile” Ratzinger, Coscienza e verità krienke@rosmini.de www.cattedrarosmini.org

… Infatti, se così fosse, ciò varrebbe a dire che non c’è nessuna verità, almeno in materia di morale e di religione, ossia nell’ambito dei fondamenti veri e propri della nostra esistenza. Dal momento che i giudizi di coscienza si contraddicono, ci sarebbe dunque solo una verità del soggetto, che si ridurrebbe alla sua sincerità” krienke@rosmini.de www.cattedrarosmini.org

Crisi della libertà soggettiva Dopo essersi emancipata da tutti i vincoli, autorità e tradizioni preesistenti, la libertà soggettiva dell’individuo è sola con se stessa Crisi di orientamento Si cercano i valori fondamentali, ma in quanto restano astratti, essi non hanno forza di orientamento o di normazione Crisi della libertà soggettiva krienke@rosmini.de www.cattedrarosmini.org

“Nell'esercizio di ogni libertà si deve osservare il principio morale della responsabilità personale e sociale: nell'esercitare i propri diritti i singoli esseri umani e i gruppi sociali, in virtù della legge morale, sono tenuti ad avere riguardo tanto ai diritti altrui, quanto ai propri doveri verso gli altri e verso il bene comune. Con tutti si è tenuti ad agire secondo giustizia ed umanità” DH 7 krienke@rosmini.de www.cattedrarosmini.org

“È infatti manifesto che tutte le genti si vanno sempre più unificando, che si fanno sempre più stretti i rapporti fra gli esseri umani di cultura e religione diverse, mentre si fa ognora più viva in ognuno la coscienza della propria responsabilità personale” DH 15 krienke@rosmini.de www.cattedrarosmini.org

Posizione di Ratzinger “tutto ciò che non proviene dal soggetto può essere solo una determinazione imposta dall’esterno. Ma le cose si presentano del tutto diverse a partire da un’antropologia della coscienza quale abbiamo cercato di delineare a poco a poco in queste riflessioni. L’anamnesi infusa nel nostro essere ha bisogno, per così dire, di un aiuto dall’esterno per diventare cosciente di sé. Ma questo “dal di fuori” non è affatto qualcosa di contrapposto, anzi è piuttosto qualcosa di ordinato ad essa: esso ha una funzione maieutica, non le impone niente dal di fuori, ma porta a compimento quanto è proprio dell’anamnesi, cioè la sua interiore specifica apertura alla verità” Posizione di Ratzinger krienke@rosmini.de www.cattedrarosmini.org

Coscienza e libertà. La Chiesa e i diritti umani Prof. Markus Krienke Cattedra Antonio Rosmini Facoltà di Teologia di Lugano krienke@rosmini.de