Il petrolio è una miscela naturale di idrocarburi (soprattutto carbonio e idrogeno) estratta dai giacimenti che si trovano nella crosta terrestre, a una.

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Transcript della presentazione:

Il petrolio è una miscela naturale di idrocarburi (soprattutto carbonio e idrogeno) estratta dai giacimenti che si trovano nella crosta terrestre, a una profondità generalmente compresa tra poche decine e diverse migliaia di metri.

Si forma sotto la superficie terrestre per decomposizione di organismi marini e di piante che crescono sui fondali Oceanici. La formazione del petrolio è un fenomeno iniziato molti milioni di anni fa, quando esisteva un'abbondante fauna marina, e che continua ancora oggi. I sedimenti depositati sul fondo degli oceani, accrescendo il loro spessore e dunque il loro peso, sprofondano nel fondale marino; a mano a mano che altri sedimenti si accumulano, la pressione su quelli sottostanti aumenta considerevolmente e la temperatura si alza di diverse centinaia di gradi.

I sedimenti depositati sul fondo degli oceani, accrescendo il loro spessore e dunque il loro peso, sprofondano nel fondale marino; a mano a mano che altri sedimenti si accumulano, la pressione su quelli sottostanti aumenta considerevolmente e la temperatura si alza di diverse centinaia di gradi.

Estrazione petrolio Sin dal terzo secolo a. C. nel Medio Oriente il petrolio fuoriesce spontaneamente e nel Golfo del Messico si riversa nel mare. Nel resto del mondo, invece, la ricerca del petrolio richiede numerose fasi. La prima fase riguarda l'esplorazione del bacino sedimentario, con la verifica in esso dell'esistenza delle condizioni che permettano l'accumulo di idrocarburi.

Pozzi off shore Per trivellare il fondo del mare si usano le stesse tecniche della terraferma ma cambia il tipo di impianto. Fino a 100 m di profondità si usano piattaforme mobili autosollevanti formate da uno scafo con tralicci scorrevoli (gambe) che vengono fatte scendere sul fondo marino. Lo scafo resta a 20 m sopra il livello dell’acqua per non risentire delle onde e delle maree. Fino a 600 m circa di profondità si usano piattaforme galleggianti che, una volta ancorate al fondo, poggiano su scafi sommersi. Fino a 3000 m servono le navi di perforazione, che hanno un’apertura centrale nello scafo e accanto una torre di perforazione. Un sistema di sei eliche direzionabili tiene la nave ferma nella posizione, mentre la trivella scende per 3 km in acqua e poi inizia a penetrare nel suolo.

Trasporto petrolio Oleodotto L’oleodotto è una conduttura formata da tubi saldati l’uno all’altro in cui viene pompato il petrolio greggio. L’oleodotto in trincea è adagiato in uno scavo e ricoperto di terra. L’oleodotto su sostegni è sospeso a circa 1 m dal suolo ed è più rapido da costruire: essendo soggetto agli sbalzi di temperatura, la conduttura è montata a zigzag, per potersi spostare sui sostegni. Il petrolio si muove dentro l’oleodotto con la spinta di grandi pompe, collocate a distanze che variano da 50 ai 250 km in base al rilievo da attraversare.

Trasporto petrolio via mare Petroliera Una petroliera è un gigantesco serbatoio galleggiante a forma di nave. Poiché una grande massa di liquido entra facilmente in oscillazione, lo scafo è suddiviso in tanti compartimenti. In questo modo la petroliera è più stabile e può caricare durante lo stesso viaggio prodotti diversi: petrolio greggio, benzina, gasolio ecc. Oggi le navi cisterna sono costruite con un doppio scafo: in caso di incidente lo scafo esterno assorbe l’urto e si può anche squarciare, ma il petrolio resta nello scafo interno.