«Il cuore in corpo mi sento tremare» Cecco Angiolieri «Il cuore in corpo mi sento tremare» Presentazione di: Alessio Deidda Federico Melara III A
Temi Metrica Sonetto Parafrasi Autore
Il cuore in corpo mi sento tremare, sì fort'è la temenza e la paura, ch'i' ho vedendo madonna in figura, cotanto temo di lei innoiare. E non poria in quel punto parlare: così mi si dà meno la natura, ched i' mi tengo in una gran ventura quand'i' mi posso pur su' piei fidare. Infino a tanto che non son passato, tutti color che me veggiono andando, sì dicon: «Ve' colui, ch'è smemorato!». Ed io nulla bestemmia lor ne mando, ch'elli hanno le ragioni dal lor lato, però che n'ora in or vo tramazzando.
Metrica Il cuore in corpo mi sento tremare, A sì fort'è la temenza e la paura, ch'i' ho vedendo madonna in figura, cotanto temo di lei innoiare. E non poria in quel punto parlare: così mi si dà meno la natura, ched i' mi tengo in una gran ventura quand'i' mi posso pur su' piei fidare. Infino a tanto che non son passato, tutti color che me veggiono andando, sì dicon: «Ve' colui, ch'è smemorato!». Ed io nulla bestemmia lor ne mando, ch'elli hanno le ragioni dal lor lato, però che n'ora in or vo tramazzando. A B C D
Metrica Il cuore in corpo mi sento trem , sì fort‘è la temenza e la pa , ch'i' ho vedendo madonna in fig , cotanto temo di lei innoi . E non poria in quel punto parl : così mi si dà meno la nat , ched i' mi tengo in una gran vent quand'i' mi posso pur su' piei fid . Infino a tanto che non son pass , tutti color che me veggiono and , sì dicon: «Ve' colui, ch'è smemor !». Ed io nulla bestemmia lor ne m , ch'elli hanno le ragioni dal lor l , però che n'ora in or vo tramazz . are A ura B Rime: Incrociate ABBA Alternate CDC DCD ura B are A Figure metriche: Sinalefe (la vocale finale di una parola e quella iniziale della successiva si pronunciano come unica sillaba): fort’è, ch’i’, quand’i’, ch’elli. Enjambement V.7-8 are A ura B ura B are A ato C ando D ato C Figure retoriche: Iperbole (esagerare un concetto) ando D ato C ando D
Metrica Il cuore in corpo mi sento trem , sì fort‘è la temenza e la pa , ch'i' ho vedendo madonna in fig , cotanto temo di lei innoi . E non poria in quel punto parl : così mi si dà meno la nat , ched i' mi tengo in una gran vent quand'i' mi posso pur su' piei fid . Infino a tanto che non son pass , tutti color che me veggiono and , sì dicon: «Ve' colui, ch'è smemor !». Ed io nulla bestemmia lor ne m , ch'elli hanno le ragioni dal lor l , però che n'ora in or vo tramazz . are A ura B Rime: Incrociate ABBA Alternate CDC DCD ura B are A Figure metriche: Sinalefe (la vocale finale di una parola e quella iniziale della successiva si pronunciano come unica sillaba): fort’è, ch’i’, quand’i’, ch’elli. Enjambement V.7-8 are A ura B ura B are A ato C ando D ato C Figure retoriche: Iperbole (esagerare un concetto) ando D ato C ando D
Parafrasi Metrica Il cuore in corpo mi sento tremare tanto forte è il timore e la paura, che io provo vedendo madonna in persona, in quanto temo di essere rifiutato. E non potrei a quel punto parlare: così mi vengono meno le forze, al punto che mi sento molto fortunato se mi posso ancora reggere in piedi. Fintanto che non son passato, tutti coloro che mi vedono camminare dicono: -Guarda quello che stordito!- Ed io non li disprezzo poiché loro hanno ragione, però da un momento all’altro stramazzerò al suolo. Il cuore in corpo mi sento tremare, sì fort'è la temenza e la paura, ch'i' ho vedendo madonna in figura, cotanto temo di lei innoiare. E non poria in quel punto parlare: così mi si dà meno la natura, ched i' mi tengo in una gran ventura quand'i' mi posso pur su' piei fidare. Infino a tanto che non son passato, tutti color che me veggiono andando, sì dicon: «Ve' colui, ch'è smemorato!». Ed io nulla bestemmia lor ne mando, ch'elli hanno le ragioni dal lor lato, però che n'ora in or vo tramazzando.
Temi Il poeta utilizza un tono giocoso scherzando sull’amore e sviluppa attraverso la parodia una tipica situazione stilnovista: la visione della donna che fa tremare e ammutolire è rappresentata in modo comico e realistico. Il verbo «tremare», proprio dello stilnovismo nel quale indica stupore e meraviglia, in questo sonetto si trasforma, divenendo addirittura incapacità di reggersi in piedi (iperbole).
Autore Nato a Siena nel 1260, Cecco Angiolieri è stato l’autore comico toscano più importante del XIII secolo, contemporaneo di Dante Alighieri e appartenente a una famiglie guelfa illustre e facoltosa. Partecipò alla vita del comune e, nel corso delle lotte politiche interne alla città, fu esiliato. Si hanno poche notizie sull’autore dalle quali emerge una vita sregolata e inquieta, spesso ossessionata da problemi di denaro: nutriva infatti un certo odio per il padre, ritenuto avaro. Come lui stesso scrisse, amava «la donna, la taverna e ‘l dado», cioè i piaceri carnali, la tavola e il gioco. Morì a Siena nel 1312 in miseria, dopo avere dissipato l’eredità paterna, lasciando un centinaio di componimenti.
Parafrasi Il cuore in corpo mi sento tremare tanto forte è il timore e la paura, che io provo vedendo madonna in persona, in quanto temo di essere rifiutato. E non potrei a quel punto parlare: così mi vengono meno le forze, al punto che mi sento molto fortunato se mi posso ancora reggere in piedi. Fintanto che non son passato, tutti coloro che mi vedono camminare dicono: -Guarda quello che stordito!- Ed io non li disprezzo poiché loro hanno ragione, però da un momento all’altro stramazzerò al suolo. Il cuore in corpo mi sento tremare, sì fort'è la temenza e la paura, ch'i' ho vedendo madonna in figura, cotanto temo di lei innoiare. E non poria in quel punto parlare: così mi si dà meno la natura, ched i' mi tengo in una gran ventura quand'i' mi posso pur su' piei fidare. Infino a tanto che non son passato, tutti color che me veggiono andando, sì dicon: «Ve' colui, ch'è smemorato!». Ed io nulla bestemmia lor ne mando, ch'elli hanno le ragioni dal lor lato, però che n'ora in or vo tramazzando.
Metrica Il cuore in corpo mi sento trem , sì fort‘è la temenza e la pa , ch'i' ho vedendo madonna in fig , cotanto temo di lei innoi . E non poria in quel punto parl : così mi si dà meno la nat , ched i' mi tengo in una gran vent quand'i' mi posso pur su' piei fid . Infino a tanto che non son pass , tutti color che me veggiono and , sì dicon: «Ve' colui, ch'è smemor !». Ed io nulla bestemmia lor ne m , ch'elli hanno le ragioni dal lor l , però che n'ora in or vo tramazz . are A ura B Rime: Incrociate ABBA Alternate CDC DCD ura B are A Figure metriche: Sinalefe (la vocale finale di una parola e quella iniziale della successiva si pronunciano come unica sillaba): fort’è, ch’i’, quand’i’, ch’elli. Enjambement V.7-8 are A ura B ura B are A ato C ando D ato C Figure retoriche: Iperbole (esagerare un concetto) ando D ato C ando D