L’organizzazione sociale nell’antico Egitto . L’organizzazione sociale nell’antico Egitto Storia di Luca Oliveri e Matteo Cappello
Organizzazione sociale dell´Antico Egitto La organizzazione sociale è caratterizzata da: Centralizzazione del potere economico, politico, religioso e culturale nelle città Distribuzione gerarchica del potere Vedremo come i due aspetti sono collegati tra di loro.
Agricoltura e allevamento rendono possibile la nascita di villaggi e città (1) Villaggi e città nascono dove ci sono, in un ambiente relativamente piccolo, risorse per la sopravvivenza di tante persone, in modo sufficiente e stabile Quando i mezzi di sussistenza vengono prodotti, grazie all'agricoltura e all'allevamento, si creano le condizioni per la nascita di villaggi e città
Agricoltura e allevamento rendono possibile la nascita di villaggi e città (2) E’ anche necessario che ci siano: Risorse con caratteristiche produttive e riproduttive adeguate, come i cereali selvatici (grano e orzo) e gli animali addomesticabili (ovini, bovini e suini) Condizioni ambientali favore-voli, come quelle offerte dalle periodiche esondazioni del fiume Nilo, e un lungo periodo di clima relativamente umido
La nascita dei primi insediamenti stanziali nell’Antico Egitto Durante il periodo predinastico antico (5500-4000 a.C. ca.) si diffusero nel territorio egiziano le tecniche agricole e dell'allevamento del bestiame che favorirono la nascita di piccoli insediamenti stanziali di comunità rurali Nuclei di 40 - 100 persone Senza cinta muraria Costituiti da poche capanne sparse, di pianta circolare Fra le capanne recinti per l'allevamento di ovini e piccoli granai.
La transizione da villaggio a città Si parla di città non solo quando il numero di abitanti aumenta, ma soprattutto quando questi centri e le loro istituzioni sono capaci di attirare beni di sussistenza dalla campagna circostante, attraverso una rete di relazioni economiche La città è sede delle decisioni, delle attività manifatturiere e dei "servizi" (culto, amministrazione, difesa), e impone al territorio agricolo circostante una fornitura tributaria di mezzi di sussistenza, in cambio della diffusione di servizi e prodotti specializzati La dipendenza della città dalla campagna pone il tema del controllo del territorio circostante, e le città cominciano a essere fortificate
Le prime città dell’Antico Egitto Le prime città fecero la loro comparsa prima della nascita dello Stato unitario, (3650-3300 a.C. ca.) Lo sviluppo delle tecniche di agricoltura e allevamento permette il sostentamento di un numero sempre maggiore di persone, e rende possibile allocare tempo e risorse ad attività manifatturiere e culturali; richiede una gestione amministrativa e politica; favorisce la formazione di un'ideologia religiosa comune In questo nuovo orizzonte culturale (Naqada III/Protodinastico, 3300-3100 a.C. ca.) si diffuse l'uso dei metalli, si perfezionò la lavorazione della pietra, si attuarono opere artificiali per l'irrigazione e venne introdotta la scrittura Gran parte delle città dell’Antico Egitto sorsero lungo il corso del Nilo
Specializzazione e strutturazione delle attività e della società Lo sviluppo delle città comporta una sempre maggiore specializzazione e strutturazione, visibile a vari livelli: All’interno delle abitazioni, che passano dall’essere semplici “rifugi”, ad avere spazi sempre più articolati e destinati a diverse funzioni Negli spazi esterni nella città in cui via via si nota una progressiva specializzazione e funzionalizzazione con, ad esempio: aree di culto; aree di immagazzinamento dei raccolti; aree amministrative; aree commerciali; aree residenziali Nelle attività all’interno della città a livello economico, politico, religioso, culturale
La società gerarchica La diversificazione e la specializzazione del lavoro conferirono alla società una struttura gerarchica Oltre all'agricoltura, all'allevamento, alla caccia e alla pesca, nascono attività connesse con l'artigianato e con il commercio La città è sede del palazzo e del tempio, con attività di direzione e amministrazione, accentramento di risorse (alimentari e tecniche), accentuata specializzazione lavorativa, luogo di cerimonia e di interazione socioculturale Nella città si concentra la produzione artistica e letteraria, e lo sviluppo di una identità comune con il territorio e la popolazione circostante
Le Classi sociali La società egizia aveva una struttura gerarchica: cioè era divisa in classi piuttosto rigide, era quasi escluso riuscire a passare da una classe all'altra. La struttura gerarchica era piramidale. Al vertice di questa piramide c'era il faraone, a seguire vi erano le classi sociali più privilegiate e meno numerose e sempre più in basso nella piramide vi erano le classi inferiori più numerose.
Il Faraone A capo di tutta l'organizzazione sociale c'era il faraone che disponeva di un potere assoluto ed era considerato figlio degli dei e dio egli stesso. Si credeva avesse anche poteri divini, uno dei quali era quello di comandare il Nilo. Anche se lui era a capo della giustizia, dell’esercito e del governo, tra le funzioni più importanti del faraone contavano quelle religiose. La classe sacerdotale che eseguiva i sacri riti nei templi divini lo faceva su delega del faraone, che non poteva essere sempre presente. Il potere del faraone era illimitato e, tutto il territorio dello Stato apparteneva a lui.
I Sacerdoti Si occupavano dei templi ma erano anche funzionari e svolgevano ruoli di responsabilità per il Faraone: si occupavano di riscuotere le tasse e lavoravano a corte. Erano interpreti del volere degli dei; venivano da famiglie nobili, conoscevano la scrittura e i numeri. Essi erano i soli che si dedica-vano allo studio: erano astronomi, ingegneri, matematici, geometri e medici a cui si devono le più importanti scoperte della civiltà egizia. Godevano di un im-menso prestigio ed erano ricchi e temuti. I sacerdoti erano chiamati «servi degli Dei» e il loro dovere, era di renderli felici.
I Nobili Subito dopo il faraone venivano i componenti della sua famiglia, principi e principesse, e poi i membri del governo. Fra questi il più importante era il primo ministro, il visir, che era di solito anche uno dei figli del faraone. I nobili vivevano a corte accanto al Faraone e godevano delle cariche e dei titoli più importanti nel campo amministrativo e nell’esercito. Come i sacerdoti e i guerrieri, i nobili non pagavano tasse e vivevano nella ricchezza.
Gli Scribi Il grosso dell’amministrazione dello stato era svolto dagli scribi: cioè uomini capaci di leggere e di scrivere. Tra di loro i meno fortunati trascorrevano la vita come scrivani o segretari di un funzionario di grado elevato. I più capaci, invece, controllavano i commerci lungo le frontiere. Altri erano agrimensori, cioè misuravano i campi dopo la piena del Nilo, che cancellava i confini tra i poderi e suddividevano nuovamente il terreno per i contadini. Altri avevano il compito di censire (cioè contare) il bestiame e misurare la quantità dei raccolti. Inoltre quasi tutti avevano la funzione di riscuotere le tasse. La professione dello scriba era molto considerata
I Guerrieri In tempo di pace i soldati sorvegliavano il paese e venivano impiegati nei grandi lavori idraulici (bonifiche, costruzione di dighe) ed edili (costruzione di templi e piramidi). Per la loro importanza all'interno dello stato potevano godere di molti privilegi, riuscendo così a possedere molte terre e ad arricchirsi. Il faraone infatti li ricompensava per i loro servizi con la donazione di terre. Disponevano anche di schiavi. I padri trasmettevano la propria carica ai figli e, con essa, le terre in loro possesso. Perciò si può dire che nell'antico Egitto la "casta" militare arrivò a costituire una vera e propria classe media.
I Mercati e gli Artigiani I mercanti avevano la possibilità di viaggiare lungo tutto il paese diffondevano le mode e le tendenze della capitale. Gli artigiani non erano ricchi, ma avevano un tenore di vita superiore a quello degli operai comuni e godevano di una certa considera-zione da parte dei nobili. Lavoravano soprat-tutto nei palazzi reali e nei templi. Più erano capaci e meglio venivano pagati. Costruivano oggetti preziosi, lavoravano l’argilla, oggetti per coltivare, per misurare, ma anche per l'uso quotidiano delle famiglie. Nel generico gruppo degli artigiani rientravano pittori, scultori, lapidari e carpentieri, ebanisti e orefici, gioiellieri e tessitori, metallurgici, conciatori, muratori e vetrai.
I Contadini La maggior parte della popolazione egizia viveva in campagna. L'agricoltura e l'alleva-mento del bestiame costituivano la base dell'economia. I contadini potevano essere lavoratori autonomi o soggetti a un proprietario, ma anche in questo caso non perdevano i loro diritti di uomini liberi. Quando il lavoro agricolo poteva essere inter-rotto, i contadini erano obbligati a prestazioni personali nei cantieri delle grandi opere volute dal faraone (canalizzazione, costruzione di templi e piramidi). Autonomi o sottoposti che fossero, i contadini godevano di una certa sicurezza dai pericoli esterni e di un’alimentazione un po’ al di sopra dei livelli di sussistenza, partecipavano ai riti sacri e potevano sperare di migliorare la condizione sociale dei propri figli.
Gli operai Il lavoro degli operai era regolamentato da un vero e proprio contratto garantito dal faraone. Orario, quantità di lavoro e compensi erano stabiliti con precisione. Il salario veniva versato giornalmente sotto forma di viveri. Vesti e sandali erano invece forniti periodicamente, secondo le esigenze. Era formalmente vietato il prolungamento dell'orario di lavoro. La proprietà dell'abitazione da parte degli operai era favorita da specifiche leggi. Erano anche previsti motivi di assenza dal lavoro, per il quale non vi erano detrazione del salario. Davvero una civiltà superiore. Bisogna quindi cancellare lo stereotipo di alcuni libri o film che rappresentano l' antico Egitto come se fosse popolato da turbe di schiavi costretti a costruire piramidi a suon di frustate.
Gli Schiavi Dapprincipio erano prigionieri di guerra, ma ci furono anche casi di Egizi stessi, che a causa della estrema povertà, furono costretti a vendersi, e casi in cui la schiavitù era la condan-na comminata per un crimine. Il faraone era proprietario dello schiavo e poteva donarlo ai semplici cittadini. Erano sottoposti a lavori massa-cranti. Quelli più fortunati vivevano in famiglia e di solito venivano trattati bene, anche perché i padroni pote-vano essere denunciati se li maltrat-tavano o se abusavano di loro.