COMUNITA’ AGOSTINIANA

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COMUNITA’ AGOSTINIANA PERCORSO BIBLICO 08-09 COMUNITA’ AGOSTINIANA GUBBIO LETTERA AI GALATI 2° INCONTRO INTRODUZIONE

I – Autenticità – L’attribuzione paolina di Gal I – Autenticità – L’attribuzione paolina di Gal. Fu messa in dubbio da alcuni studiosi del XIX sec. (B. Bauer, G. A. van den Bergh van Eysinga, R. Steck); oggi però nessuno dubita seriamente della sua autenticità, così come essa non fu mai contestata nell’antichità.

II – Destinatari – Paolo scrive alle “Chiese della Galazia” (1,2) II – Destinatari – Paolo scrive alle “Chiese della Galazia” (1,2). I Galatai Galatai, in origine una tribù indo-ariana dell’Asia, discendevano dai Celti o Galli. Verso il 279 a.C. alcuni di essi invasero la regione del Basso Danubio e la Macedonia, spingendosi persino nella penisola greca. Bloccati dagli etoliani (abitanti dell’Etolia, regione greca) nel 278, i supersiti si rifugiarono nell’Asia Minore dopo aver attraversato l’Ellesponto. Qui facevano continue incursioni in tutta la regione finché Attalo I, re di Pergamo, li sconfisse intorno al 239 a.C. e fissò come loro residenza il territorio tra i fiumi Sangario e Halys, intorno alle tre città di Ancira (attuale Ankara), Pessinunte e Tavium. Ma essi continuarono a disturbare i loro vicini finché Manlio Vulso, un console romano, li sottomise nel 189 a.C.

Roma usò in seguito il loro territorio come uno stato cuscinetto contro Pergamo. Nelle guerre mitridatiche essi rimasero fedeli a Roma e, in riconoscimento, il loro territorio fu sempre più ingrandito. Verso il 40 a.C. alcune zone della Pisidia, Frigia, Licaonia e Isauria divennero parte della Galazia. Quando l’ultimo re dei Galati, Aminta, lasciò tutto il suo territorio ai Romani, esso fu incorporato nell’Impero e nel 25 a.C. fu trasformato in una provincia romana, la Galatia, da Augusto. In quanto tale essa comprendeva, oltre all’originale “regione galatica” nell’Asia Minore settentrionale, anche vaste zone centrali e meridionali. Nella regione meridionale si trovavano le città di Antiochia di Pisidia, Iconio, Listra (o Listri) e Derbe. La popolazione dell’intera area era estremamente mista: galati, greci, gallo-greci, romani ed ebrei.

In quale senso Paolo usò il nome “Galazia” In quale senso Paolo usò il nome “Galazia”? I commentatori antichi riferivano il termine alla Galazia settentrionale, la regione intorno ad Ancira (Ankara), Pessinunte e Tavium. Nel 1748 J. J. Schmidt (archeologo nonché cartografo francese) propose quella che fu in seguito denominata la “Teoria della Galazia Meridionale” sostenuta anche da E. Renan e, specialmente da W. M. Ramsay, famoso esploratore anatoliano inglese. La teoria incontra ancora un grande favore tra gli studiosi moderni del N. T. In base ad essa Paolo avrebbe scritto alle Chiese di Antiochia, Iconio (l’odierna Konya), Listra e Derbe, da lui fondate durante la prima missione (At. 13,14.51; 14,6) e da lui nuovamente visitate durante la seconda missione (At. 16,1-2). Gli argomenti a favore della Galazia Meridionale sono principalmente i seguenti:

1. A differenza di Luca, Paolo usava normalmente per designare le zone di cui parlava, non nomi delle regioni ma i nomi ufficiali delle province romane come ad es. Acaia, Macedonia, Asia, ecc. 2. Né At. 16,6 né 18,23, dove è menzionato il viaggio di Paolo attraverso la Galazia, fanno pensare alla fondazione di una qualsiasi comunità cristiana nella Galazia Settentrionale. 3. Probabilmente Paolo non conosceva la lingua dei Galati che ai tempi di Gerolamo era ancora una forma di celtico. 4. Gal. 3, 2-3.13-14. 23-24; 4,2.5; 5,1 sembrano presupporre lettori giudeo-cristiani che avrebbero potuto trovarsi esclusivamente nelle città ellenizzate della Galazia meridionale. È comunque possibile chiederci se almeno uno di questi argomenti sia realmente valido.

A proposito di 1., Gal. 1,21 mostra che Paolo usa “Siria e Cilicia” come nomi di regioni, non come nomi di province romane; in Gal. 1,17 egli parla dell’ “Arabia”, che divenne provincia solo nel 106 d.C. Di più anche nel caso che rimanessero dei dubbi sull’identificazione della “Galazia” in 1,2 c’è ben poco da esitare quanto al significato di Galatai Galatai (3,1) come di una razza barbara che Paolo, egli stesso oriundo dell’Asia Minore Meridionale, non avrebbe certo applicato agli abitanti delle città ellenizzate della Pisidia e della Licaonia.

2. L’argomento si basa sul silenzio di At, dove si sa che numerose relazioni di Luca sono riassunti schematici. In effetti poi At. 18,23 presuppone delle comunità già stabilite. Inoltre la spiegazione naturale di At. 16,6 è che Paolo si recò nella Frigia e nelle “regione galatica” partendo da Listra e Iconio; è opportuno riflettere sull’espressione che ricorre anche in 18,23. 3. Se è vero che i galati settentrionali parlavano una lingua diversa, probabilmente quella non sarebbe stata l’unica regione in cui Paolo avrebbe dovuto servirsi di un interprete; cfr. At. 14,11.

4. Infine, nessuno dei vv. citati da Gal 4. Infine, nessuno dei vv. citati da Gal. va necessariamente interpretato nel senso che dei giudeo-cristiani, a parte i giudaizzanti, fossero necessariamente membri delle comunità galatiche. In realtà Gal. 4,8; 5,2-3; 6,12-13 fanno al contrario pensare a uno sfondo pagano della maggioranza dei lettori. In Antiochia, Listra, ecc. dove si sa per certo che ci fossero dei giudei, non è inverosimile che il problema del rapporto della Legge con il cristianesimo sia stato affrontato anche molto tempo prima. L’infatuazione della Legge presupposta da Gal. 1,6 ha tutto l’aspetto di essere di tipo recente. Tutto ciò rende più probabile che Paolo abbia scritto alle Comunità di maggioranza pagana della Galazia Settentrionale.

III – Data – Non è facile precisare la data della lettera, Gal III – Data – Non è facile precisare la data della lettera, Gal. 4,13 lascia pensare che fu scritta dopo una seconda visita alla Galazia, probabilmente quella di At. 18,23 durante la terza missione. Efeso è un probabile luogo di origine della lettera. In ogni caso sembra che essa appartenga della più intensa lotta di Paolo contro l’influenza dei giudaizzanti sulla Chiesa primitiva, quando scrisse anche 1Cor., 2Cor., Rm., e probabilmente Fil. Quasi certamente Gal. precedette Rm. (ca. 58 d.C.). Una data non inverosimile per Gal. è il 54-55 d.C. non molto tempo dopo l’arrivo di Paolo ad Efeso durante la terza missione. I sostenitori della Galazia Meridionale propongono spesso una data anteriore che è però difficile da conciliare con tutti i dati a disposizione.

IV – Occasione e scopo – Paolo dopo la seconda visita di Paolo alla Galazia “alcuni perturbatori” (1,7) incominciarono ad impugnare l’autorità apostolica di Paolo (evidentemente con la motivazione che il suo mandato non proveniva direttamente da Cristo); essi affermavano che egli non predicava il vero Vangelo (perché non dava importanza alla Legge mosaica). Sembra che lo accusassero anche di opportunismo per aver permesso la circoncisione (Gal. 5,11; forse un’allusione alla circoncisione di Timoteo “per riguardo ai giudei” [At. 16,3]) e per aver ovattato le esigenze del Vangelo per riguardo ai Gentili. Paolo era venuto a conoscenza del fascino che queste nuove posizioni dei giudaizzanti esercitavano sui Galati e della confusione che ne era nata nelle Comunità galatiche.

Ciò lo indusse ad inviare una lettera veemente nella quale egli metteva in guardia le Chiese sul pericolo di questo “Vangelo differente”, difendeva la sua posizione di vero apostolo, rivendicava la sua libertà cristiana di fronte alla Legge e affermava insistentemente che il suo Vangelo era l’unico modo corretto di interpretare il cristianesimo, come era stato provato da recenti avvenimenti. Benché chiami i Galati “insensati” (3,1), nel suo cuore c’è sempre un posto per i “miei figli” (4,19) e “fratelli” (4,12; 5,11).

Ma chi erano i giudaizzanti delle Comunità galatiche Ma chi erano i giudaizzanti delle Comunità galatiche? Sembra siano dei cristiani legati ad un giudaismo intransigente o estremista in opposizione al gruppo dei giudeo-cristiani moderati rappresentati da apostoli quali Pietro, Paolo e persino Giacomo. Vengono spesso indicati come cristiani di origine farisaica simili a quelli di At. 15,5 che insistevano per la circoncisione per tutti i cristiani. Ma non esiste alcuna prova certa per affermare che i giudaizzanti dell’Asia Minore fossero gi stessi di cui si parla in At. o che avessero qualcosa in comune con gli “inviati di Giacomo” (Gal. 2,12) che influenzarono la Chiesa antiochena. Non è inverosimile che fossero dei sincretisti: cristiani di origine giudaica (forse essenza), influenzati da altri movimenti religiosi dell’Anatolia.

Sembra avessero dei legami con i falsi maestri della non troppo distante Colosse i quali predicavano l’adorazione degli “spiriti elementari del mondo” (Gal. 4,3.9; Col. 28.20) e l’osservanza di speciali “giorni, mesi, stagioni e anni” (Gal. 4,10; Col. 2,16). I giudaizzanti della Galazia non sostenevano evidentemente l’osservanza dell’intera Legge mosaica, ma l’adozione di certe pratiche giudaiche. Paolo rifiuta le loro rivendicazioni per la circoncisione e per la celebrazione di feste (giudaiche) speciali, e per la venerazione di angeli o spiriti. La sua argomentazione è che la sottomissione alla circoncisione obbliga l’uomo ad osservare “tutta quanta la Legge”(5,2-3). È difficile determinare se fossero a conoscenza della decisione del ‘Concilio’ di Gerusalemme circa la circoncisione (At. 15,1-12). Va però notato che Paolo lo cita nella sua lettera.

V – Relazione di Gal. con Rm. – Indubbiamente Gal V – Relazione di Gal. con Rm. – Indubbiamente Gal. non è semplicemente un abbozzo o una brutta copia di Rm., perchè le due lettere sono contrassegnate da due differenti prospettive. In Rm. Paolo presenta le sue riflessioni apostoliche e missionarie sulla possibilità storica che viene ora offerta agli uomini mediante la predicazione del Vangelo: essere giustificati e santificati, e vivere una vita per Dio in Cristo. Essa è fondamentalmente una meditazione sulla santità e amore di Dio che effettua la giustificazione e la santificazione dell’uomo, il processo di vita cristiana che l’uomo deve iniziare con un atto di fede.

Questo Vangelo è la “forza di Dio per la salvezza dell’uomo” (Rm. 1,16). In Gal., invece, Paolo scrive una lettera polemica in cui mette in guardia le Chiese galatiche contro l’errore dei giudaizzanti. L’accento è posto sulla nuova libertà acquistata in Cristo; il rifiuto delle Legge e della circoncisione è della massima importanza nella sua mente. La giustificazione mediante la fede e la vita in Cristo (non) sono un po’ secondarie. Questi punti dottrinali costituiscono invece i temi principali di Rm. Non c’è nulla in Rm. che corrisponda a Gal. 1,1-2,14, ma la sintesi del vangelo di Paolo in Gal. 2,15-21 è quasi uno schema di Rm. 1-8, con lo stesso progresso positivo di pensiero.