Suor Maria Rosa Pellesi

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Transcript della presentazione:

Suor Maria Rosa Pellesi Quando la malattia diventa vocazione Suor Maria Rosa Pellesi 1917-1972

11 novembre 1917 nasce a Morano di Prignano sulla Secchia, in Provincia di Modena 4 settembre 1940 inizia l’anno di probandato 24 settembre 1941 veste l’abito francescano con il nome di Suor Maria Rosa di Gesù (inizia l’anno di noviziato) 25 settembre 1942 emette i voti religiosi di povertà, castità e obbedienza

15 novembre 1945 primo ricovero per una grave forma di tubercolosi polmonare 31 agosto 1947 voti perpetui (Istituto delle Suore Francescane Missionarie di Cristo già Terziarie Francescane di S.Onofrio) giugno 1955 inizia con un padre francescano un rapporto di direzione spirituale 5 agosto 1955 emette il voto di abbandono amoroso, gioioso, incondizionato alla volontà di Dio 1° dicembre 1972 muore a Sassuolo, in Provincia di Modena

scritti tratti dalle sue lettere in ordine cronologico

Pregate e fate pregare, soprattutto perché il buon Dio mi conceda la grande grazia della rinuncia completa alla mia volontà, al mio misero io, il quale è un ostacolo che ad ogni passo intralcia e non permette l’avanzata. (1941) Preghino le sorelle e preghi anche lei perché sappia incontrare con lo stesso animo gli eventi quali essi saranno. (1945)

Io sono pronta a tutto, perché Gesù è con me ed è solo Lui che io desidero, solo di far contento Lui. (1946) Preghino per l’anima mia, perché questa è pronta e gioisce, ma la carne freme. Sono però sempre allegra: Gesù è con me. (1946) Per grazia di Dio sono serena e felice, tanto felice perché Gesù porta Lui la croce, io non ho che da stringergli la mano e camminare senza peso. (1946)

Io non posso offrire a Dio sofferenze e sacrifici perché non ne ho Io non posso offrire a Dio sofferenze e sacrifici perché non ne ho. Non ho che una volontà da offrirgli e questo lo faccio con amore il più che posso. (1946) Vorrei parlare della mia gioia, della gioia pura che dà il Signore quando si fa allegramente la Sua santa volontà. (1947)

Ripetiamo assieme il nostro Fiat e adoriamo la volontà di Dio che è sempre dolce anche quando sembra contraddirci. (1949) Preghino perché in me imperfetta si compia perfettamente la Sua volontà. (1949) Gesù lo sa che io sono troppo piccola per soffrire e così soffre e solo Lui in me. (1949)

La nostra vita deve essere solo un perenne canto di amore e di riconoscenza a Dio. (1951) L’amore poi è opera e sacrificio…Sacrificio fatto con ilarità senza farlo vedere, con perseveranza che dà gloria a Dio e gioia a noi, perché si gode molto di più a sacrificarsi che ad avere mille soddisfazioni. (1951) Ho pensato di mettermi nelle mani di Dio mettendomi in quelle dei medici che ora, per quanto riguarda il mio povero corpo malato, lo rappresentano. Chiedo però di pregare per me e di fare pregare perché in ogni evento mi ricordi sempre che sono una consacrata e quindi pronta a tutto con amore e viso sereno come si addice ad una francescana. (1951)

Sono tutta Sua e per sempre, faccia Lui. (1952) Sia ringraziato in eterno per avermi dato tanta confidenza in Lui, nel Suo amore. (1954) Ripeto ogni giorno e ad ogni ora l’Ecce Ancilla Domini, perché solo abbandonandosi alla divina volontà si trova la pace e la serena volontà di andare avanti. (1954)

È tanto difficile sentire che Gesù ci ama quando la sofferenza, di qualunque specie sia, ci assale. Eppure è Lui, sempre Lui che viene a dirci di staccarci da tutti e da tutto per attaccarci a Lui solo che vuole essere il nostro tutto. Ma è tanto difficile! (1955) Il Signore è libero. Lui sa che lo voglio lasciare libero di servirsi di me come vuole. (1955) Fin da questo momento, io metto la mia anima nelle sue mani sacerdotali e per manifestarle la mia gratitudine, farò in modo che niente mi sfugga di tutto ciò che può piacere al Signore. (1955) Sento che Egli mi ama immensamente e che mi vuole purificare bene. (1955) In questi giorni Gesù mi tiene più strettamente abbracciata alla Sua croce. (1955)

Sia benedetto Dio che mi rende degna di soffrire. (1956) Com’è bello e confortante sentire che Dio, Padre amoroso, ci guarda e ci ama: come è bello sentire che ci si può fidare ciecamente di Lui. (1956) Il buon Dio, senza nessun mio merito, mi ha fatto il grande dono della sofferenza e nella Sua misericordiosa bontà, mi ha concesso anche la grazia di capirla e di amarla. (1956) Sia benedetto Dio che mi rende degna di soffrire. (1956) Sono così felice che mi domando molte volte: che cosa sarà l’eternità se l’esilio è già così bello con Gesù nel cuore. (1956)

Preghi perché io mi abbandoni al Signore, totalmente, con amore gioioso, ogni istante, come Lui vuole. (1957) Sento che il Signore mi attira, mi trascina nella confidenza e nell’abbandono del suo amore misericordioso. (1957) Oh quanto saremmo felici se sapessimo svuotarci di noi stesse e lasciarci possedere interamente dallo Spirito di Dio. (1957) La preghiera che più mi riesce e che più mi tranquillizza è lo sprofondarmi tutta ai piedi di Gesù e supplicarlo che mi purifichi, mi bruci fino all’ultima fibra, perché tutto si rinnovi e dell’uomo vecchio non rimanga nemmeno il ricordo. (1957)

Il Signore non permette mai una prova superiore alle forze della sua creatura; ma certo di questo può convincere solo la fede che è pronta a vedere Dio in tutto e si fida di Lui. (1959) Qualche volta il Signore permette il vuoto, permette il buio completo, e ci si sente come sospesi sopra questo vuoto che il buio rende ancora più spaventoso e ci si sente incapaci anche di chiedere aiuto, perché le parole non vengono per mancanza di volontà che è come atrofizzata. (1960) Sento terribilmente la tentazione di rinchiudermi in me stessa, nel mio dolore. So che è il nemico, so che non devo farlo e mi sforzo di sorridere, ma il cuore è pieno di amarezza, e l’anima la vedo come un deserto sassoso. (1960)

Il Signore darà momento per momento la forza necessaria. (1960) Amore e dolore: amore che sostiene e impreziosisce il dolore; dolore che purifica l’amore. (1960) Il Signore darà momento per momento la forza necessaria. (1960) È Lui che passa con la sua grazia sovrabbondante e coi Suoi misteri d’amore e di dolore per farci simili a Lui. (1960) Intravedere in tutto la mano benedetta e amorosa di Dio. (1960)

In fondo all’anima mia poverissima, c’è tanta pace: c’è Dio. (1961) Non è facile vedere tutto e sempre alla luce della fede. (1961) Sento sempre più che Iddio mi vuole piccolina. Egli domanda piena libertà in me. Io volevo essere qualcosa; desideravo emergere in tutti i modi credendo che la santità fosse chissà che cosa, senza capire che la santità è Dio in noi e che Dio viene in noi soltanto se noi scompariamo. (1961)

Ho bisogno di umiltà e di fede per amare veramente, perché solo per amore si può sottostare con perseverante serenità alla volontà purificatrice di Dio. (1964) Quel terribile nemico che è il nostro io, quanto tempo ci fa sciupare! (1966)

Sino da piccola ho sentito e creduto di essere tanto amata da Dio e ho sentito nel mio intimo il suo richiamo alla santità. (1967) Siamo una cosa sola con tutti i fratelli del mondo verso i quali siamo debitrici di amore. (1967) Dobbiamo essere tralci vivi della vite di Dio che in noi deve abbracciare tutto il mondo. (1967) Ho accettato la malattia come volontà di Dio, quindi come grazia, grazia purificante e consacrante…Questa grazia, puro dono di Dio, mi ha aiutato ad assuefarmi al dolore fisico, morale e spirituale. (1967)

Gesù dammi un bisogno di Te solo. (1971) Ho bisogno di calma, di forza, di spirito di adattamento; debbo adattarmi soprattutto a non poter far niente, ad avere bisogno di tutti. Sono tutti complessi che un’anima umile non avrebbe; ebbene chieda per me la vera umiltà. (1968) Gesù dammi un bisogno di Te solo. (1971) Voglio che la mia vita sia amore per te, con te e in te. (1972)

FINE PREGHIERA QUOTIDIANA DI SUOR MARIA ROSA PELLESI O bontà del Padre O misericordia del Figlio O amore dello Spirito Santo Io mi abbandono a Voi! Per mezzo del cuore immacolato di Maria voglio cantare ed esaltare il Tuo immenso, misericordioso e delicato amore per tutti gli uomini e per me, la più piccola, la più povera e vile delle tue creature. O stupore di questo amore! Dal profondo di questa piccolezza oso offrirmi a Te, in totale disponibilità, in sacrificio perenne perché il Tuo amore sia conosciuto e corrisposto, perché i tuoi sacerdoti siano santi, i tuoi scelti generosi, i tuoi figli salvati. FINE