Intervista a mario botta Grande architetto dei nostri tempi
Contatto il professore prima via mail per presentarmi e ottenere un appuntamento con lui, poi per telefono per l’intervista vera e propria.
Buon giorno dottor Botta, grazie per la sua disponibilità a rispondere alla mia intervista. L’ho contattata perché un’ amica, giovane architetto di Milano, mi ha parlato di lei elogiando la sua bravura e la sua arte nell’ ambito dell’architettura. Grazie infinite. Sono contento che i giovani si interessino ancora dell’architettura, che e sempre stata la mia passione.
Vorrei iniziare proprio da questo argomento: come e quando è iniziata la sua passione per l’architettura? Già a partire dall’adolescenza ho avuto una profonda passione per tutto quanto riguardasse l’ambito della costruzione delle cose.
Ed ha iniziato da subito a “mettere in pratica” la sua passione e le sue capacità? Direi proprio di sì, perché a 16 anni ho disegnato un primo progetto di casa unifamiliare che ho realizzato poi dopo alcuni anni.
Quindi questa sua prima opera può essere vista? Precisamente, perché si trova a Morbio Superiore, in Ticino.
Come ha continuato ad approfondire la sua passione? Sono partito subito dalla pratica ed ho iniziato un tirocinio presso lo studio degli architetti Carloni e Camenish a Lugano, frequentato il liceo artistico di Milano.
Successivamente avrà approfondito ulteriormente con gli studi universitari…? Ho frequentato l'Istituto Universitario d'Architettura di Venezia, laureandomi nel 1969 con i relatori Carlo Scarpa e Giuseppe Mazzariol.
Se non sbaglio, lei ha iniziato sin conosciuto da subito a collaborare con dei grandi architetti… Proprio a Venezia, negli anni dell’università, ho conosciuto il grande Le Corbusier ed ho collaborato con lui alla realizzazione del nuovo ospedale di Venezia (trovare immagine). E’ stata un’esperienza bella e significativa per la mia formazione professionale e umana.
Senza dubbio delle collaborazioni davvero importanti Senza dubbio delle collaborazioni davvero importanti!! Quali sono gli aspetti fondamentali che ha imparato da queste esperienze? Innanzitutto mi ha trasmesso la grande passione per l’architettura, e da un punto di vista professionale molti spunti per l’arte della progettazione. Ma credo che la cosa più importante che ho imparato in quegli anni è stata la bellezza di trasmettere la passione per l’architettura agli altri.
E’ questo che l’ha sollecitata ad intraprendere anche la professione di docente? Direi proprio di sì, ed è per questo che ho ideato e fondato l’Accademia di Architettura di Mendrisio.
Quanti premi ha ricevuto per la sua carriera di architetto e di docente? In realtà i premi che ho ricevuto sono proprio tanti, ma per me i più importanti sono il Merit Award for Excellence in Design by the AIA per il museo d'arte moderna a San Francisco, l’ IAA Annual Prix 2005, International Academy of Architecture di Sofia per la torre Kyobo a Seul, l’International Architecture Award del Chicago Athenaeum Museum of Architecture and Design e lo “European Union Prize for Cultural Heritage Europa Nostra” per la ristrutturazione del Teatro La Scala di Milano. Ma numerose sono anche le mostre dedicate alla mia ricerca.
Lei ha realizzato molte opere, potrebbe parlarmi di qualcuna di esse Lei ha realizzato molte opere, potrebbe parlarmi di qualcuna di esse? A quale è più “affezionato”? E’ difficile dire a quale delle mie opere sono più affezionato, in quanto per me sono tutte belle e importanti e legate a una storia. Poi le mie opere mi hanno permesso di girare il mondo e conoscere nuove culture. Un’opera alla quale sono affezionato è il SFMOMA museo d’arte moderna a San Francisco, ma significative per me sono anche la cattedrale della resurrezione a Evry e la sinagoga Cymbalista e centro dell’eredità a Tel Aviv.
SINAGOGA CYMBALISTA E CENTRO DELL’EREDITA’ (TEL AVIV)
E in Italia? Sicuramente il MART, il museo d’arte moderna e contemporanea a Rovereto; poi il centro pastorale Giovanni XXIII a Seriate e la biblioteca a Bergamo; la ristrutturazione del Teatro alla Scala di Milano e la chiesa del Santo Volto a Torino.
“GIOVANNI XXIII” (SERIATE) CHIESA DEL SANTO VOLTO (TORINO) CENTRO PASTORALE “GIOVANNI XXIII” (SERIATE) CHIESA DEL SANTO VOLTO (TORINO) BIB LIOTECA DI BERGAMO
Di certo molto imponente è la Torre Kyobo a Seoul in Corea del Sud Di certo molto imponente è la Torre Kyobo a Seoul in Corea del Sud. Quanto tempo ha impiegato per realizzare un’opera così autorevole? Il progetto è iniziato nel 1989, ma la costruzione vera e propria è iniziata nel 1999 ed è stata completata nel 2003. Il progetto presenta misure e dimensioni notevoli: area 6'770 m² ,superficie utile58'000 m² fuori terra (totale 92'717 m²),superficie occupata 3'156 m²,Volume 350'000 m³.
Quali attenzioni sono richieste per realizzare un’opera così imponente? La sua collocazione su un importante incrocio stradale che relaziona le differenti parti urbane ha suggerito un'immagine forte quale punto di riferimento all'interno del complesso tessuto cittadino. Con il suo slancio verso l’alto e il suo portamento severo esso “racchiude” tutta l'energia urbana che scorre ai suoi piedi.
In che misura la geometria incide nell’architettura e nel suo lavoro In che misura la geometria incide nell’architettura e nel suo lavoro? Cos’è per lei la geometria? Per me la geometria è arte, estetica. Questa mia idea è visibile in un altro ambito che mi appassiona molto, ossia il design.
SEDIA “QUINTA” SEDIA “SECONDA” “QUARTA” LAMPADA CLESSIDRA DI LEGNO
Secondo lei qual è la funzione dell’architettura Secondo lei qual è la funzione dell’architettura? Come l’architettura si relaziona alla natura, all’uomo, alla cultura? Ho una visione molto personale e particolare dell’architettura. Per me l’architettura è concepita sia come arte capace di fondersi in maniera armoniosa con la natura, le culture e le storie dei territori, sia come testimone concreta dei vissuti storici e delle aspirazioni umane.
Ha delle figure geometriche che usa più di frequente nei suoi progetti? In realtà ho una vasta varietà di preferenze ed in genere scelgo le forme a partire da quello che voglio realizzare. Ad esempio le forme cilindriche ed ellittiche le uso in genere agli impianti rettangolari; archi rampanti o a tutto sesto li contrappongo a volumi squadrati e a pietre impilate; superfici oblique sovrastano perimetri a base rettangolare, coperture voltate fanno da contrappunto a murature traforate e colonnati.
Siamo quasi in chiusura ed è stato realmente un piacere parlare di architettura, e non solo, con lei. Per concludere, cosa direbbe a dei giovani che si accostano all’arte e all’architettura, in un momento in cui coltivare i propri sogni è difficile? Sì, è vero, oggi coltivare i propri sogni è difficile e soprattutto è difficile credere fino in fondo che si realizzeranno. Ma ai giovani che incontro nella mia quotidianità dico sempre che ne vale la pena seguire i propri sogni e che non bisogna scoraggiarsi mai. A volte si lotta tanto per ottenere ciò che si vuole ma alla fine della lotta si rimane sempre soddisfatti, e la bellezza della conquista fa dimenticare la fatica della lotta. L’abbiamo sperimentato tutti, ma i risultati sono stati sempre soddisfacenti. Quindi avere sempre il coraggio di andare avanti e di continuare a sognare, perché ne vale sempre la pena.
Grazie infinite per la sua disponibilità e per la ricchezza delle sue risposte. Grazie mille anche a lei e buona continuazione di studi.